Parleremo di una storia famosa, Zio Paperone e la Stella del Polo, tra le più belle mai scritte e disegnate da Carl Barks, ma di cui non sappiamo come venne originariamente realizzata.

Nel 1952 la Dell Publishing, casa editrice americana che deteneva i diritti di sfruttamento dei personaggi Disney, commissionò a Barks alcuni numeri di prova di Four Color Comics, una fortunata serie di albi chiamati così perché i fumetti venivano stampati in quattro colori (che sovrapponendosi in vario modo formavano gli altri – NdR).
Il protagonista assoluto stavolta non avrebbe dovuto essere Paperino, che già compariva nella serie, ma quel vecchio papero che lo stesso maestro dell’Oregon aveva creato qualche anno prima e che tanto successo aveva riscosso tra i lettori: Zio Paperone.

Barks realizzò così tre albi, il primo dei quali escì nel marzo 1952. Albi che hanno grande successo e diventeranno i primi tre numeri della gloriosa testata di Uncle $crooge, curata quasi interamente dall’autore fino al numero 71 dell’ottobre 1967, quando andò in pensione. Barks si occupava della realizzazione di tutto il contenuto dell’albo, testi e disegni, a partire dalla copertina.

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI
I tre numeri “pilota” di Uncle $crooge

 

Ovviamente, il motivo del successo è da imputare all’altissima qualità delle storie.
Il primo albo contiene quella che è considerata “la miglior storia di Zio Paperone”, ovvero La disfida dei dollari. L’epico scontro tra lo zione e la temibile Banda Bassotti, raramente così vicina alla vittoria definitiva.

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI
Forse la “quadrupla vignetta” più famosa dei fumetti di Carl Barks

 

Sul secondo albo (gennaio 1953) abbiamo l’episodio de La stella del Polo, storia in cui, a seguito a una amnesia, la svitatorum rotellorum, lo zione deve prendere delle miracolose pillole per la memoria che gli (e ci) permette di ricordare il suo passato nel Klondike durante la grande corsa all’oro del 1896.

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI
Zio Paperone comincia a ricordare…

 

In questa storia fa il suo esordio Doretta Doremì, la cantante del saloon di Dawson, Bolla d’Oro, che (apprendiamo in un drammatico flashback) tanti anni addietro aveva drogato e derubato Zio Paperone della sua famosa pepita “uovo d’anatra”.
Per questo motivo lo zione la obbligò a lavorare nella sua concessione… ma questo lo abbiamo saputo solo noi fortunelli arrivati dopo il 1981!

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI

 

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI
Ecco come appariva la storia nella versione censurata (anche sull’Oscar Mondadori Vita e Dollari di Paperon de’ Paperoni del 1968)

 

Infatti la storia è uscita originariamente con quattro tavole e mezza censurate dall’editor della Dell perché la baraonda infernale scatenata da Zio Paperone alla Bolla d’Oro e il rapimento per un mese di Doretta vennero ritenute inadatte a un pubblico di bambini, privando la storia dell’intero flashback sul giovane Paperone e mostrandoci solo la versione anziana di Doretta.

ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI

Le quattro tavole originariamente censurate (nella versione di Zio Paperone n. 77 del 1996), si inseriscono tra le due mostrate in precedenza

 

Solo nel 1981 queste tavole vennero ritrovate, sebbene i fan americani discutessero della loro esistenza già nel decennio precedente.

Nel 1973 Kim Weston, fan e studioso di Barks, scrisse: “Di gran lunga le più importanti tra le famose pagine inedite di Barks sono le tavole censurate da La Stella del Polo. […] Ho il sospetto che non ci sia nulla di veramente importante nelle vignette eliminate, forse un’altra vignetta o giù di lì per finire il flashback, preparativi per il viaggio, e un viaggio più ampio e panoramico di quello mostrato nelle quattro vignette rimanenti. Forse quelle vignette tagliate esistono ancora, ma non conosco nessuno che le abbia ancora scoperte”.
Fate attenzione alla parte in grassetto del virgolettato, capirete più avanti.

Se quattro tavole alla fine era state trovate, purtroppo rimaneva ancora perduta l’ultima mezza pagina formata da 4 vignette. Carl Barks, affidandosi alla memoria, decise di ricostruirla a matita.

La mezza tavola perduta ricostruita da Barks

 

Certo, dopo 30 anni Barks non poteva ricordare perfettamente la parte mancante. Lui stesso aveva messo le mani avanti dichiarando: “Ho ridisegnato le vignette originali al meglio dei miei ricordi. Ma molti fan si sono resi conto già allora che le vignette originali in quella pagina potevano essere diverse”.
Al di là delle supposizioni, non c’erano prove per dubitare di Barks: lui ne era l’autore, dopotutto.

Eppure non era stata ancora detta l’ultima parola. Nell’agosto del 2020 una delle quattro vignette ancora mancanti è stata scoperta da alcuni fan di Barks e le speculazioni sono ricominciate, dato che questa vignetta non c’entra niente con quelle che l’autore aveva realizzato quaranta anni prima.
Si tratta, infatti, di una vignetta di avvicinamento alla vecchia concessione di Zio Paperone (ricordate le parole di Weston scritte quasi cinquanta anni fa, circa un decennio prima del ritrovamento del grosso delle tavole censurate?). Probabilmente è la penultima vignetta della tavola originale, dato che si collega perfettamente con quelle conosciute.

Questa vignetta vede per la prima volta la luce nel febbraio del 2021 in un fumetto Disney, nella pubblicazione svedese Kalle Anka Klassiker n. 1-2021

 

Questa scoperta ha portato David Gerstein, filologo ed ex traduttore dei fumetti Disney per l’America, a ricostruire l’ultima tavola censurata della storia, che, nella versione ufficiale fino a oggi, sembrava mostrare una transizione un po’ brusca, nonché una vignetta forse in origine doppia che tradisce un probabile ritaglio per ridurla di dimensioni.

Ricostruzione e traduzione delle note di Gerstein a opera di Clinton Coot del forum del Papersera

 

In breve il fandom si è scatenato e Marius Hestness, un altro appassionato, ha usato le considerazioni di Gerstein per cercare di ripristinare la tavola alla versione originale del 1952.
Sperando, comunque, che un giorno anche le altre vignette a oggi mancanti possano essere ritrovate, per poter finalmente leggere la storia nella versione originale immaginata da Barks e non sulle supposizioni.

Realizzata grezzamente con Paint, siamo d’accordo, ma funzionale allo scopo!

 

Tradotta in italiano per voi, sarebbe così.

Ho cercato di utilizzare la traduzione ufficiale italiana di Boschi-Becattini-Cannatella (che ha esordito sul summenzionato Zio Paperone n. 77), ma ho dovuto cambiare qualche termine per accordarla maggiormente con questa ricostruzione

 

Rimane un’ultima questione: perché Barks nella sua ricostruzione avrebbe cambiato la sua storia?
Forse perché semplicemente ricordava male dopo quasi trenta anni o, più probabilmente, perché rileggendo la storia negli anni 1980 pensava che un richiamo alle pillole della memoria a metà storia avrebbe fatto filare meglio la storia in attesa della rivelazione finale, visto che non venivano più nominate da un pezzo.

E voi conoscevate la storia delle tavole censurate de La Stella del Polo?
Che ne pensate di questo ritrovamento e della ricostruzione alternativa della tavola mancante?
Fatemi sapere la vostra con un commento qui sotto!

 

 

6 pensiero su “ZIO PAPERONE E LA STELLA DEL POLO, I PEZZI MANCANTI”
  1. Davvero affascinante.
    Personalmente l’ipotesi di un Barks che ricordava male non mi convince, perché alla luce dell’ultima ricostruzione vorrebbe dire che non ricordava per nulla e si è inventato di sana pianta una sequenza totalmente diversa.
    Quindi, a oggi mancherebbero ancora due vignette, la prima e la terza, nonché le parti tagliate della settima che possono solo essere immaginate.

    1. Più che ricordare male, ipotesi a cui non credo ma che va comunque fatta (erano passati 30 anni), penso che semplicemente Barks si sarà accorto col senno di poi che un richiamo alle pillole (usate all’inizio e alla fine, con una lunga pausa in mezzo in cui ci si era quasi dimenticati di esse) avrebbe aiutato la storia a filare meglio di qualche vignetta di avvicinamento come questa ritrovata.

      La cosa curiosa è che anche altri critici non credevano che la versione conosciuta non fosse quella originale, vedi per esempio https://disneycomicguide.wordpress.com/zio-paperone-e-la-stella-del-polo-1953/

      “Essendosi perse le 4 vignette centrali della reintegrata pagina 16 […] non è detto che corrispondano al reale contenuto di allora”

  2. Molto interessante ma non completamente convincente: mi chiedo se la vignetta ritrovata (totalmente illuminata) vada effettivamente tra le due vignette caratterizzare da giochi d’ombra, o se invece queste due vignette debbano stare in sequenza.
    Inoltre la sequenza ricostruita da Barks ha un’importanza notevole nell’economia del racconto: che Paperino conti le pillole in quel punto della storia, rende verosimile quello che poi dice nelle ultime vignette.

    1. Non è escluso che in una vignetta Paperino contasse davvero le pillole… finché non verranno ritrovate tutte (sempre se esistono ancora!) possiamo fare solo supposizioni più o meno verosimili

  3. Ripensandoci la soluzione più lineare mi pare sia:
    – prima striscia con le prime due vignette storiche (arriva Paperino e Paperone sbraita)
    – seconda striscia con le prime due vignette disegnate a matita da Barks
    – terza striscia con la terza vignetta disegnata a matita da Barks e la prima dell giorno successivo
    – quarta striscia con la vignetta ritrovata e l’ultima storica.

  4. cappuccetto nero, dannata bestiaccia!
    è una delle mie 3-4 storie preferite, assieme ai 3P, all’escavatrice e all’albero di natale…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *