Voglio parlare di Tu (You) di Caroline Kepnes. Non solo del libro, ma anche della serie televisiva che Netflix ne ha tratto, trasmessa in Italia con il titolo inglese, e il dibattito che ha suscitato.
La serie non è una semplice riduzione del romanzo, come si diceva un tempo, ma uno sguardo diverso, se non una espansione.

Il protagonista della serie è Joe Goldberg che gestisce una libreria a Manhattan, una di quelle belle vecchie librerie con gli scaffali in legno e l’odore intenso di carta. Joe è cresciuto con i libri e ama i libri. Il suo orgoglio è la collezione di volumi rari conservata nei sotterranei, in una apposita stanza blindata e climatizzata: prime stampe, copie autografe, edizioni pregiate.

Un giorno la porta della libreria si apre ed entra la bella Guinevere Beck (per gli amici Beck), studentessa e aspirante scrittrice. Come può Joe non essere incantato da Beck? Flirtano, chiacchierano e parlano di libri, poi lei se ne va con un libro nuovo. Di lei Joe ha solo il nome.

Ma siamo nel XXI secolo, appunto… prima ti do il nome o il nick, ci sentiamo online, poi forse ci rivedremo e forse ti darò il telefono.

E Joe fa quello che fa un ragazzo di oggi: la cerca e la trova. Su facebook, instagram, twitter, online c’è la vita di Beck, una vita così splendente e luccicante che è finta.

Joe fa anche quello che avrebbe fatto un ragazzo di un tempo: ciondola dove pensa di poterla incrociare, all’università, dalle parti di casa sua.

Quale uomo non lo farebbe per gli occhi di una Guinevere Beck?

Addirittura Joe le entra in casa, le controlla il computer, le ruba il cellulare, la spia.

Voi non lo fareste? Esatto, giusto, ma voi siete normali. Joe, no. E Joe lo fa. Sa tutto di lei, Joe è uno stalker.

Joe scopre che Beck non è felice, la sua vita è una finzione luccicante creata per i social, con amiche false, un “fidanzato” ricco di soldi ed egocentrismo che a malapena la considera. Non trova l’ispirazione per scrivere, la sua è la vita più inutile che si possa immaginare e se ne rende conto.

Joe entra nel suo mondo. Lui è “L’ultimo ragazzo gentile di New York”, sono le parole di Beck.

Certo, ci sono problemi come le amiche false e stronze, il “fidanzato” con i soldi. Ma Joe sa come “risolvere” certi problemi. Perché Joe non è solo uno stalker.

Joe fa tutto per Beck perché è innamorato. Beck e un fiore che va protetto, e deve essere aiutato a sbocciare in tutte le sue potenzialità.

Ma anche la stessa Beck è un problema, perché diciamocelo, Beck è decisamente stronza. Talmente focalizzata su sé stessa da non rendersi conto di nulla. O meglio per citare il suo psicologo: Beck. Femmina. Fra i venti e i venticinque anni. Ipersessualizzata. Problemi a rispettare i confini […] Unica modalità di comunicazione è la seduzione. Accavalla ripetutamente le gambe e indossa una maglietta sottile senza reggiseno. Cerca attenzione. 

Per citare più banalmente un chiaro commento di un fan sulla pagina facebook della serie: “Ma si è fatta mezza New York!”.

Joe è l’amico perfetto, quello che ti porti a Ikea a comprare un letto nuovo, e ti aiuta pure a montarlo, visto che quello vecchio lo hai fatto crollare facendo sesso con uno sconosciuto. Qualcuno rimorchiato su Tinder. E poi, ovvio, Joe lo rimandi a casa con un abbraccio e un bacio sulla guancia.

Joe però è paziente e alla fine la vince lui. Per usare le sue parole “Se sai cosa vuole sentirsi dire una persona, non è difficile farla innamorare”. Ehi, Beck cancella persino il suo account Tinder! Non ha mai amato nessuno come ama lui, la coppia perfetta. Fino a…

Leggetevelo o guardatevelo. Magari fatte entrambe le cose

È una storia che colpisce, soprattutto per le reazioni che provoca.

Il romanzo è asciutto ed essenziale, sostanzialmente il monologo interiore di Joe, in più di una occasione crudo e spiacevole. I personaggi sono bidimensionali, non per difetto dell’autore, ma per scelta intenzionale: il mondo visto dagli occhi del protagonista, è piatto e bidimensionale, una proiezione esterna in cui non si muovono esseri umani indipendenti e reali, ma oggetti della sua vita.

La serie tv è più sfaccettata proprio perché la telecamera ha necessariamente un punto di vista esterno a Joe. Per cui vedendolo dall’esterno percepiamo meglio la sua maschera da persona normale, da bravo ragazzo, da qualcuno di cui ci si può innamorare, ma siamo sempre guidati dal suo cinico, folle monologo interiore.

Alla stessa Beck viene riservato un trattamento più accurato. I suoi difetti, il suo banalissimo, meraviglioso, egotismo si sente e si vede. Ma vediamo anche la sua disperata voglia di capire cosa vuole veramente, il suo smarrimento esistenziale e la seguiamo e capiamo perché sia possibile innamorarsi perdutamente di lei, come si possa perdere la testa.

Come dicevo è difficile non reagire a questa storia, e le reazioni sono state tante. Da quelle istintive del pubblico a quelle più serie e meditate, per esempio la serie di articoli su State of mind (una serissima rivista di Psichiatria e Psicologia) o su Vulture e sul New Yorker.

Cos’è questa storia? Un thriller? Un horror? Una storia di morte? Una storia d’amore?

È amore? Beck ama Joe o la sta solo egoisticamente sfruttando come supporto emotivo? Magari inconsciamente.

E Joe ama realmente Beck? Nella sua completa psicopatia può amare sinceramente?

Se non è amore cos’è? Chi dei due è la “Bestia”? A chi vanno le nostre simpatie?

È Beck, la stronzetta, che “se l’è cercata”, come scrivono anche da molti da paesi che penseresti più illuminati?

O è Joe che l’ha manipolata, avvolgendola nelle sue spire come un serpente strangolatore?

È il più classico esempio di “toxic masculinity” e della relazione codipendente uomo-donna nella “società patriarcale”? (Questo è il New Yorker)

È un caso clinico di un sociopatico pericoloso da analizzare in maniera medica? (State of Mind)

O forse è solo la più romantica delle storie? Un’infinità di post e di video tribute con musiche adeguatamente strappalacrime su youtube?

Sta a voi farvi un’idea. Io, mi sono già dilungato troppo e quindi chiudo. Vi lascio solo con un’ultima cosa.

La lettera finale che Beck nel telefilm scrive a sé stessa quando ormai le è chiaro quello che deve succedere, quando ha capito chi è e forse cosa vuole. Ma al solito, così è la vita, lo ha scoperto un minuto troppo tardi.

Come sei finita qui? Ti sei sempre avvolta nelle favole come in una coperta, ma era il freddo che amavi, i brividi quando scoprivi i cadaveri delle mogli di Barbablù, la dolce pelle d’oca quando il principe azzurro infilava i tuoi piedini nella scarpetta di cristallo, che calzava perfettamente. Nel cortile della scuola le vere principesse ti fluttuavano accanto nel vento autunnale, hai visto il divario tra te e le ragazze ricche e hai giurato di smettere di credere nelle favole, ma le storie erano dentro di te, profonde come un veleno. Se il principe azzurro era reale, se poteva salvarti, tu dovevi essere salvata da tutta quella ingiustizia. Quando sarebbe arrivato? La risposta era una crudele alzata di spalle in centinaia di momenti fugaci. il ghigno sulla faccia di Steve Smith quando ti chiamava Vacca grassa. La mano dello Zio Jeff che ti strizzava il c*** in cucina alla festa del Ringraziamento, lo sguardo di accusa di tuo padre quando gli raccontavi cos’era successo. Da ogni ragazzino mascherato da uomo che hai fatto entrare nel tuo corpo e nel tuo cuore hai imparato che non possedevi la magia che trasforma una bestia in un Principe. Ti sei circondata delle ragazze che avevi sempre detestato, sperando di condividere il loro potere. E odiavi te stessa, cosa che ti ha sminuito ancora di più. E poi? Proprio quando pensavi di poter semplicemente sparire, Lui ti ha visto. E da qualche parte dentro di te lo sapevi che era troppo bello per essere vero ma ti sei lasciata trascinare perché lui era il primo forte forte abbastanza da sollevarti. Ora, nel suo castello, hai capito che il principe azzurro e Barbablù sono lo stesso uomo e non ci sarà un lieto fine, a meno che tu non li ami entrambi. Non volevi questo, non volevi essere amata e che lui ti incoronasse. Non te la sei cercata, non te la sei cercata, non te la sei cercata? quindi ora dì che vuoi vivere così, dì che lo ami, dì grazie, dì qualunque cosa eccetto che la verità! E se non puoi ricambiare il suo amore?

 

 

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