Vent’anni dopo la sospensione di The Spirit e avere abbandonato l’editoria a fumetti per confezionare Ps – The Preventive Maintenance Monthly, una rivista dell’esercito americano, Will Eisner riceve una telefonata da Stan Lee.

The Spirit esce come supplemento domenicale di un limitato numero di quotidiani americani dal 1940 al 1952

Questo accade nel 1972, quando Stan Lee da direttore generale della Marvel viene messo al posto di Martin Goodman, fondatore ed editore della casa editrice che da qualche anno ha venduto alla Cadence Industries, una società dagli interessi commerciali eterogenei.

“Ho sentito che sei a spasso” esordisce Stan Lee, sapendo che Eisner ha appena perso la gestione di Ps. “Perché non vieni a trovarmi alla Marvel?” gli propone, “vorrei parlarti di una cosa”.
Quando se lo trova di fronte, Stan Lee arriva subito al punto: “Mi serve qualcuno che mi sostituisca perché voglio andare a Hollywood. Mi piace quell’ambiente, questo non fa più per me. Ma non mi permetteranno di andare se prima non trovo un sostituto plausibile”.

Stan Lee, ideatore con Jack Kirby e Steve Ditko dei principali personaggi Marvel

 

Eisner rimane interdetto. Aveva pensato che Lee lo avesse chiamato, come a volte fa con i disegnatori storici della golden age, per proporgli una storia one-shot da disegnare. “Tu sai come si conduce un azienda”, continua Stan Lee, “saresti l’uomo ideale per questo tipo di lavoro”.
“Una delle prime cose che vorrei fare sarebbe abbandonare il sistema di retribuzione una tantum degli autori in vigore attualmente”, risponde Will Eisner. “Si dovrebbe permettere agli autori di conservare i diritti editoriali. Nell’editoria libraria si fa così e marcia piuttosto bene. Poi si dovrebbero restituire le tavole originali. Ecco, queste sono le cose che farei immediatamente”. Lee conosce bene questi argomenti, erano stati all’origine dei dissapori con gli altri due co-creatori dell’universo Marvel: Jack Kirby e Steve Ditko. “Stan Lee non era precisamente popolare presso i disegnatori” commenterà in seguito Eisner, “veniva considerato sostanzialmente uno sfruttatore” (ma i direttori generali devono conformarsi alle decisioni degli editori: Stan Lee sarebbe stato il più avvantaggiato di tutti dalla cessione dei diritti sui personaggi agli autori).

Man mano che la conversazione procede diventa chiaro che la Marvel non è pronta al riconoscimento dei diritti. Alla fine Eisner conclude con: “Non credo che faccia per me”.
Stan Lee accompagna Will Eisner all’ascensore. “Lo stipendio è ottimo”, gli dice Lee in un ultimo tentativo.
“Capisco, ma in questo momento non sono i soldi che mi interessano. Quelli li ho già”.

 

Quel giorno Will Eisner racconta agli allievi della sua scuola di fumetto che: “I supereroi non vendono. Persino Stan Lee sta perdendo interesse. Oggi mi ha chiamato chiedendomi se volevo il suo posto, perché lui avrebbe preferito andare ad Hollywood ad occuparsi di film”.
A parte i motivi ideali, Will Eisner potrebbe avere rifiutato la proposta per tre motivi: credeva che Stan Lee stesse scappando da New York perché i comic book stavano per chiudere, convinzione diffusa prima dell’arrivo di Jim Shooter alla direzione della Marvel; perché ha sempre odiato i supereroi, The Spirit è un semplice detective con la maschera, e perché non aveva mai letto gli albi della Marvel, dato che la sua conoscenza si fermava a Superman e Batman della Dc Comics.
Se Eisner avesse accettato l’incarico “avrebbe anticipato il mio passaggio alla Dc di almeno dieci anni” commenterà Roy Thomas (che ha poi, in quanto braccio destro di Stan Lee, preso il posto offerto a Eisner).

Stan Lee torna alla carica con Will Eisner l’anno dopo, nel 1973, proponendogli la direzione di Crazy, una nuova rivista umoristica. Lee è convinto che ci sia spazio per una rivista Marvel in concorrenza con Mad e i suoi imitatori Cracked e Sick.

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Stan Lee manda due giovani autori della Marvel, Marv Wolfman e Len Wein, a parlare con lui ma la cosa non si concretizza. I due ottengono solo un bello schizzo di Spirit a testa.
Will Eisner collaborerà con Crazy solo come autore per alcuni numeri. Come racconterà Roy Thomas, Stan Lee rimase negativamente impressionato dall’umorismo di Eisner, considerato datato.

Will Eisner ha di nuovo a che fare con la Marvel nel gennaio 1978 incontrando Jim Shooter, appena diventato direttore generale della casa delle idee. Quando avviene l’incontro, al Princeton Club, Shooter chiede a Eisner se è interessato alla realizzazione di una storia che veda lo scontro tra l’Uomo Ragno e Spirit.
“Non credo che sarebbe una buona idea”, risponde Eisner, “Spirit si mangerebbe a colazione l’Uomo Ragno”.
Ormai Will Eisner aveva deciso di lavorare solo per le proprie “graphic novel” e, comunque, i supereroi non li aveva proprio mai digeriti.

Nel 2007, due anni dopo al morte di Will Eisner, esce il primo team-up di Spirit con un supereroe in qualche modo a lui raffrontabile: Batman

 

 

3 pensiero su “WILL EISNER RIFIUTÒ DI DIRIGERE LA MARVEL”
  1. will eisner una vita per il fumetto, biografia ufficiale a cura di Bob Endelman edizioni double shot , io ho consultato l’e book e ho preso tutto il materiale dal capitolo 13 che si intitola : E se Will Eisner avesse diretto la marvel?

  2. Mi sarebbe piaciuto essere uno degli allievi della scuola di Will e non appena lui affermò ai suoi studenti “i supereroi non vendono.” , alzarmi dalla sedia e dirgli ” scusi Maestro ma lei non capisce un emerito c….”

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