Waterworld è un fantafilm del 1995 con un budget così alto che avrebbe potuto contribuire a eliminare la fame nel mondo. Nella testa di chi all’epoca scucì il contate sarebbe dovuto essere l’apogeo, la cuspide della carriera di Kevin Costner che in quegli anni, a parte ballare coi lupi, stava mettendo a segno un successo dopo l’altro.

Ma poi, purtroppo per lui, quel Terminator acquatico di un mondo futuro andato all’aceto, si trasformò in un tonno in scatola di marca scrausa.
Sia come sia, andiamo a buttare l’occhio a una decina di curiosità su Waterworld.

 

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WATERWORLD, 10 COSE CHE NON SAPEVI

A quanto pare, il caro Kevin Costner non è quello che si possa definire proprio “il migliore” tra i colleghi di lavoro. Al di là di alcuni fastidiosi comportamenti da primadonna, durante le riprese di Waterworld nelle Hawaii il clima sul set era esasperato dalla discrepanza di trattamento tra l’attore e tutto il resto della produzione.

Laddove Mr. Costner alloggiava in una splendida villa con vista sul mare da $ 4.500 a notte, dotata di ogni comfort nonché maggiordomo, cuoco personale e piscina privata, tutti gli altri del cast furono costretti ad alloggiare in condomini popolari di fascia “economica”, che erano pure soggetti a sbalzi di temperatura con picchi fino ai cinquanta gradi.
Questa bella differenza di trattamento contribuì non poco al clima di ostilità che si respirava costantemente sul set.

 

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Come saprete, la regia di Waterworld è co-firmata da Kevin Reynolds e dall’attore Kevin Costner. Beh, il motivo è presto spiegato. Per la serie “affabile Kevin”, lui e Reynolds ebbero un litigio di quelli brutti, accompagnati da insulti. La conseguenza fu che Reynolds prese e fece fagotto, lasciando il completamento del film a Costner improvvisatosi regista per l’occasione.

Reynolds in seguito disse che “Kevin Costner dovrebbe recitare solo nei film diretti da lui. In questo modo può lavorare e andare d’accordo sia con il suo regista preferito sia con il suo attore preferito”. Parole dure.

 

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WATERWORLD, 10 COSE CHE NON SAPEVI

Il tatuaggio che la piccola Enola ha sulla schiena è scritto in caratteri cinesi tradizionali (quelli che oggi usano solo a Taiwan e Hong Kong). A quanto pare la produzione fu attenta e difatti non è che siano stati buttati lì a caso, tanto per fare scena.
Anzi, i caratteri che circondano la freccia, sono coordinate reali di latitudine e longitudine. A parte un carattere poco leggibile, gli altri sono le coordinate quasi esatte del Monte Everest.

Ergo, sulla schiena della bambina abbiamo: latitudine 27° (o 28°), 58 ‘ N Longitudine 86° 56 ‘ E. . Mentre le coordinate reali dell’Everest sono latitudine 27° 59 ‘ N Longitudine 86 ° 56’ E.
Una volta tanto, qualcuno si è preso la briga di curare i “piccoli dettagli” in una grossa produzione.

 

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Robert Zemeckis fu la prima scelta della produzione. Però, cosa successe? Ta-daa! Kevin Costner si mise in mezzo. Minacciò con nonchalance la produzione asserendo che avrebbe lasciato il progetto se il film non fosse stato diretto dal suo “amico” Kevin Reynolds.
Amico con il quale, come abbiamo visto, poco tempo dopo si prese a pesci in faccia.

 

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WATERWORLD, 10 COSE CHE NON SAPEVI

Curiosamente, Waterworld ha molti punti in comune con Aquablue, una serie di fumetti fantascientifici dell’autore francese Thierry Cailleteau, pubblicata per la prima volta nel 1988 (quindi sette anni prima dell’uscita del film).

I punti di contatto tra le due opere a quanto pare sono molteplici, fra tematiche e ambientazioni, eccezion fatta per l’incipit narrativo.
In Waterworld la Terra è andata in malora per il consueto disastro, dando vita al classico futuro distopico post apocalittico.
In Aquablue siamo sempre nel futuro, ma in uno di quelli in cui l’umanità viaggia nello spazio. Il protagonista è il pilota di un incrociatore spaziale schiantatosi su un pianeta ostile (Aquablue, appunto) completamente ricoperto d’acqua, in cui dovrà cercare di sopravvivere in tutti i modi.

 

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I cattivi del film, chiamati “smokers”, hanno per base i resti di una petroliera, con ancora al suo interno una parte del prezioso carico originario. Il capo degli smokers, Diacono, nella sua stanza tiene appeso un quadro a cui si riferisce con l’appellativo di “vecchio santo Joe”.

Il “vecchio Joe” del quadro altri non è che Joseph Hazelwood, il capitano della petroliera Exxon Valdez che nel 1989 venne accusato di negligenza e disastro ambientale per aver fatto schiantare la suddetta nave al largo dell’Alaska, riversando in mare milioni di galloni di grezzo.

Anche la base dei cattivi è evidente che sia proprio la Exxon Valdez, siccome in alcune inquadrature è possibile scorgere la scritta Valdez sulla poppa. Comunque la vera Exxon Valdez, nonostante il disastro a cui andò incontro, non affondò.
Fu riparata e continuò il suo lavoro fino al 2012, ribattezzata Sea River Mediterranean.

 

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Come da tradizione, quando si tratta di grosse produzioni ci deve essere la consueta carrellata di tizi famosi a cui è stata offerta una delle parti centrali, e che, per un motivo o per un altro, hanno rifiutato oppure sono stati scartati.

In questo caso sappiamo che il ruolo di antagonista villain alla fine andò a Dennis Hopper. Prima di lui il ruolo fu proposto a Gene Hackman, James Caan e pure a Gary Oldman. Inutile dire che rifiutarono tutti. A quanto pare il ruolo non è che facesse gola. Venne proposto persino a Samuel L. Jackson, che rifiutò perché più interessato a girare Die Hard III al fianco di Bruce Willis.

 

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Per la serie “Ingegner Cane ci pensi lei”, il mastodontico set galleggiante da mille tonnellate usato per le riprese, bello e curato, aveva tutto. Per costruire questo affare galleggiante venne utilizzato tutto l’acciaio disponibile nelle Hawaii durante il periodo delle riprese. Tutto molto suggestivo.

Solo che l’ingegner Cane dimenticò una cosa fondamentale: i servizi igienici. Non solo l’intero set in tutta la sua maestosità non aveva manco un cesso, pure le imbarcazioni usate per le riprese non ne erano fornite.
Morale della favola, ogni tot di tempo si interrompevano le riprese cosicché, a chi scappava, veniva data la possibilità di essere trasportato su una chiatta ancorata vicino alla riva, dotata di bagni chimici. Quando si dice l’ingegno.

 

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L’affabile Kevin ci credeva tanto in questo progetto. Talmente tanto da cacciarci addirittura il soldo di saccoccia sua, mettendo sul piatto la bellezza di ventidue milioni di dollaroni.

A conti fatti, Waterworld, dopo Terminator e prima di Titanic, uscito due anni più tardi, fu l’investimento cinematografico più importante fino ad allora, con una spesa complessiva di circa 175 milioni di dollari. A cui andrebbero aggiunte le spese di promozione e pubblicità, che certo non erano da ridere.

A fronte di queste spese e degli sforzi impressionanti tra location e set, alla fine della fiera quando il film uscì… fu un bel floppone. Anche se ci sarebbe da fare un chiarimento.

Tenendo conto degli incassi all’estero, il film non andò poi così malissimo: alla fine della fiera, se ci mettiamo pure i soldi della vendita home video, gli incassi complessivi arrivano a poco più di 260 milioni di dollari. Bene o male si era rientrati con le spese. Venne considerato un flop per un paio di motivi.

A) In patria Waterworld non fece tutta questa grandissima impressione sul pubblico, incassando manco novanta milioni (88 milioni per essere precisi), il che fu un brutto colpo.
B) Ovviamente le aspettative della produzione erano molto diverse: diversi film avevano fatto registrare incassi di tre-quattro volte maggiori all’investimento, come Terminator 2, che con 100 milioni ne ricavò cinquecento e passa.

 

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Alla fine della fiera, la sceneggiatura firmata da Peter Rader e David Twohy, prima di vedere la luce nella forma che conosciamo, subì la bellezza di trentasei rimaneggiamenti, scritti da ben sei scrittori diversi.

Anche se non accreditato, al risultato finale contribuì anche Joss Whedon. In questo caso, direi pure per fortuna. Difatti, la sceneggiatura originale scritta dal solo Rader faceva non acqua, che sarebbe stato appropriato, ma schifo da tutte le parti.

La storia immaginata da Rader era più o meno questa. Il “mariner” (Costner) non era un mutante, bensì un umano a capo della difesa dell’atollo. Il suo segreto non era quindi la sua mutazione, ma il fatto che avesse una passione per la pittura con soggetto i cavallucci marini.

Il capo dei pirati chiamato Diacono, invece, sarebbe dovuto essere effeminato e con il vezzo di travestirsi come Re Tritone, il padre della Sirenetta. Inoltre, per punire i suoi subordinati qualora avessero fallito in un compito assegnato, avrebbe dovuto schiaffeggiarli con un pesce. Ok.

 

Bene, direi che con questo è tutto.

Stay Tuned, e soprattutto Stay Retro.

 

 

 

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