Marmitta

La maggior parte delle persone non è consapevole di come funzioni tecnicamente il mondo che la circonda. La corrente elettrica esce dai buchi della presa, l’acqua dal rubinetto. L’asfalto è una roba nera che puzza e poi diventa dura, lo smartphone si collega alla rete (chissà poi che cos’è la rete), i lampioni a un certo punto si accendono, poi si spengono.

Tutto sembra accadere per conto suo e gli unici a occuparsene sono misteriosi omini detti tecnici, che ogni tanto si vedono scendere da un furgone. La pace sociale regna fino al giorno in cui dei facinorosi mettono in giro la voce che certi nuovi telefoni chiamati 5G provocano tumori, modificano i pensieri, spingono al turpiloquio; ed ecco che quella serena inconsapevolezza di come funzionano le cose lascia spazio in alcuni a una improvvisa angoscia.

I complottisti di professione in buona o mala fede, invece di cercare di capire, colgono al volo le nuove preoccupazioni che sono nell’aria e le amplificano cucinando facili minestroni nei quali onde radio, scie chimiche, radon, sommergibili nucleari dispersi, omeopatia, dati pseudoscientifici non verificabili, batterie degli smartphone che non si possono togliere, Alexa, e chi più ne ha più ne metta alimentano ulteriore ansia e producono un caos intellettuale che ottiene il nulla. Al massimo la derisione da parte di chi per principio o pavidità, o per evitare agitazione interiore dà sempre ragione a chi comanda.
A rimetterci sono i pochi o tanti fatti che, invece, andrebbero analizzati da vicino e con competenza, per la loro possibile pericolosità.

Vi siete mai domandati come fanno gli aerei a trovare l’aeroporto che devono raggiungere? Con la bussola? Osservando le luci delle città? Sì, una volta si faceva così, ma adesso anche in volo si usa il navigatore satellitare, Gps per gli amici, assieme ovviamente alle indicazioni dei controllori di volo. Tuttavia la radiolocalizzazione aerea è roba vecchia, risale al primo Novecento.

Avrete sentito certamente parlare dei radiofari, stazioni trasmittenti che emettono in continuazione semplici segnali radio allo stesso modo in cui un faro ottico emette in continuazione una semplice luce pulsante. Per decenni e decenni i velivoli si sono affidati ai radiofari, i quali a seconda della frequenza su cui operano e grazie a segnali identificativi emessi in codice Morse indicano la propria posizione e dunque fanno da riferimento per i navigatori dei cieli.

La prossima volta che andate a prendere un amico all’aeroporto, per ingannare l’attesa cercate i radiofari nei dintorni. Ce ne sono di forme e funzioni diverse (Ndb, Tacan eccetera), ma i più interessanti sono i Vor, acronimo di Vhf Omnidirectional Range, I quali oltre che essere riferimenti geografici permettono anche a un pilota di sapere con relativa precisione (circa un grado) in che posizione si trovi rispetto alla fonte del segnale, in alcuni casi consentendo anche di conoscere la distanza del velivolo dal radiofaro stesso.
Si tratta di uno strumento sviluppato negli anni Quaranta del Novecento: trovo che non solo la sua tecnologia sia molto elegante, ma anche la sua foggia fisica sia bellissima. Di base, la struttura visibile è la stessa in tutto il mondo, ma c’è una certa variabilità estetica.

Ecco il rosso Vor di Verona:

Il Vor dell’aeroporto di Verona (foto dell’autore)

Il Vor invia due segnali, uno comprensibile e destinato al pilota, ovvero il proprio identificativo in alfabeto Morse, e uno che deve invece essere decodificato dall’apposita strumentazione istallata a bordo.
Su come funziona un Vor vi rimando alla pagina di Wikipedia, mentre il messaggio sonoro lo potete ascoltare in questo mio breve video: si tratta del radiofaro di Lowenberg, a una cinquantina di chilometri a sud di Berlino. In questo caso non fa riferimento a un aeroporto, ma serve al pilota per essere sicuro di trovarsi lungo una delle rotte aeree (aerovie) più trafficate del nord della Germania.

Potrei passare le ore ad ascoltarlo. Le lettere trasmesse in Morse sono L-W-B (LoWenBerg):

https://youtu.be/vfaCDx7q0-g

La corona di oggetti dalla forma vagamente a fungo sono le antenne che irradiano il segnale di posizione in modo circolare, così:

VOR

Va be’, e quindi? Quindi al di là del piacere di conoscere le cose e capire meglio come funziona il mondo che ci circonda, è bene sapere che i Vor sono in corso di spegnimento, sostituiti da sistemi di navigazione satellitare certamente più precisi, ma che hanno il difetto di appartenere a poche mega-entità che possono disattivarli a piacimento, magari seguendo necessità fantapolitiche: il Gps è degli americani, l’equivalente Glonass è dei russi.

Per aggirare possibili cambi d’umore statunitensi, gli europei si arrabattano da anni con il loro Galileo, che forse comincia adesso a funzionare decentemente. Comunque, il giorno in cui per un qualsiasi motivo, compresi attacchi terroristici alle stazioni terrestri di controllo, i sistemi di navigazione satellitare andassero a ramengo, senza sistemi locali decentrati nessun aereo più grande di un Cessna potrebbe decollare.

È vero che i sistemi come il Vor saranno teoricamente conservati come backup, ma di solito dopo pochi anni si smantella comunque definitivamente il vecchio per il nuovo, adducendo problemi di bilancio. Complottismo spicciolo, quasi certamente, ma chissà. Questo del Vor è un piccolissimo ma interessante esempio di perché sia bene sapere da che cosa dipendono le nostre vite nella loro quotidiana concretezza, invece di farsi ammaliare da cosmici discorsi farraginosi che mischiano radiofrequenza e omeopatia, scie chimiche e irradiazioni che uccidono i diplomatici a distanza.

Anche se non possiamo quasi mai capire davvero dove vuole andare a parare chi manovra i grandi sistemi geopolitici ed economici, è importante essere in grado, perlomeno, di accorgerci quando vogliono farci su, e questa consapevolezza passa attraverso una pur minima comprensione di come funziona  la nostra attuale esistenza ipertecnologica.

In ogni caso, la felicità della conoscenza è alla fin fine uno dei pochi motivi per cui valga la pena vivere.

Non serve a niente seguire i discorsi di qualche esagitato su Facebook o YouTube, serve capire come funziona una presa di corrente e già che ci siamo, serve studiare la storia: possibile che nessuno si stia accorgendo che questi anni sono i primi in cui chi comanda apprezza e loda chi vuole sfasciare la società di chi comanda?

È una fatica, lo so. Tutto sommato senza crederci era bello credere a Carlo Torricelli, firma CT, che negli anni Settanta girava per Milano scrivendo sui marciapiedi che il Vaticano disseminava il mondo di onde che uccidono.

Il prossimo fine settimana andate a vedere un Vor vicino a casa vostra, gli elenchi sono disponibili in rete.

(Testo e foto Copyright © Andrea Antonini, Berlino, 2021. Animazione da Wikipedia. L’immagine di apertura non è un cannone fotonico, ma la marmitta di un grosso motore diesel istallato all’interno di un edificio).

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