I prodotti del Made in Italy sono sempre più richiesti all’estero. Tra questi, quelli che probabilmente più ci rappresentano in tutto il mondo appartengono alla tradizione enogastronomica.
L’Italia è il paese del mangiare bene e del buon vino, un riconoscimento che nessuno oserà mai contestare. Infatti, quando si parla di enologia siamo subito presi come riferimento dall’estero. Vuoi per tradizione e cultura, vuoi per la conformazione del territorio italiano, particolarmente favorevole alla coltivazione della vite soprattutto per i fattori climatici che ne favoriscono la crescita. Qui i vini buoni trovano ampio terreno fertile.

 

La tradizione dei vini in Italia

Da Nord a Sud la scelta è vasta e articolata: elencare tutti i vini è praticamente impossibile. L’Italia è il primo paese produttore in Europa, con una percentuale annua pari a 51 mhl (unità di misura utilizzata nella viticoltura). Ci sono alcune aree geografiche che sono diventate famose per per le sue viti, al punto che nell’immaginario collettivo vengono affiancate proprio a uno specifico vino.
Si pensi alla zona del Chianti, da dove nascono forse i rossi più famosi al mondo. Lo stesso si può dire per il Barolo o per il Montepulciano.
Ci sono poi nomi diventati eccellenze strada facendo, come nel caso del Sassicaia Bolgheri che nel 2018 è stato eletto miglior vino al mondo da Wine Spector, una sorta di Bibbia per quanto riguarda l’enologia. Grazie a quel riconoscimento equivalente a un premio nobel, il prezzo del Sassicaia è letteralmente schizzato in alto con crescite che hanno anche fatto triplicare il prezzo di una singola bottiglia.

 

Vino rosso ed estate

Una nuova filosofia del bere porta i consumatori a essere sempre più orientati verso prodotti di qualità, meno dozzinali, e ha provocato il cambiamento di vecchie idee radicate. Come, per restare sul vino rosso, la leggenda relativa alla sua scarsa adattabilità ai mesi estivi.
Secondo le nostre attuali conoscenze non ci sarebbe niente di più falso, e negli ultimi anni questo preconcetto ha ceduto il passo a consuetudini più razionali, al punto che oggi un vino rosso servito fresco dopo qualche ora di frigorifero nei mesi estivi non è più considerato un sorta di sacrilegio, né una “mancanza di rispetto” verso la bottiglia stessa.

 

 

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