Nel settembre del 1977, in un condominio di Filadelfia, Holly Maddux sta riflettendo sul da farsi. La bella trentenne è arrivata alla conclusione che deve dare un taglio netto al passato, perché Ira Einhorn, l’uomo che credeva di amare, si è rivelato un egocentrico sempre più brutale nei suoi confronti.

Dopo aver raccolto lo stretto necessario, la donna approfitta dell’assenza del compagno per andare da un amico a New York. Quando il giorno dopo torna a casa, Ira Einhorn legge con un moto di stizza il biglietto d’addio lasciatogli dalla donna.

Cerca di calmarsi, alza la cornetta e fa il numero di quell’amico di New York che conosce anche lui. Quando Holly risponde, le chiede gentilmente di tornare a riprendersi le sue cose. Lei si dice d’accordo, non può lasciare tutto lì. Torna nell’appartamento di Filadelfia la settimana successiva, e da quel giorno scompare nel nulla.

Ira Einhorn nasce a Filadelfia nel 1940 in una famiglia ebraica molto religiosa. Sin da piccolo si fa chiamare “l’Unicorno” perché il suo cognome di origine tedesca significa “un corno” (“ein horn”) e ricorda quindi l’animale mitologico con il corpo da cavallo e lungo corno in mezzo alla fronte.

A 18 anni si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Univesità della Pennsylvania. Non è particolarmente alto, con il suo metro e 75, ma sembra comunque un colosso perché pesa più di un quintale. Inoltre si è fatto crescere una folta barba che gli conferisce l’aspetto di un guru, un profeta moderno.

Negli effervescenti anni sessanta diventa famoso nel movimento hippy per la sua risata fragorosa e per le iniziative in campo ecologista. Oltre all’ambientalismo, l’antimilitarismo e l’amore libero, gli hippy promuovevano l’ide pericolosa che le droghe possano “aprire la mente”. A questo proposito, l’Unicorno afferma: “La mia nuova consapevolezza deriva dall’Lsd”, un potente allucinogeno, “dalla marijuana e da tutto il sesso che faccio”.

Amico fraterno dei principali leader della Contestazione giovanile, nel 1970 l’ormai avvocato Ira Einhorn combatte per le cause ambientaliste ed è tra i promotori della “Giornata della Terra”, un’iniziativa volta a sensibililizzare l’opinione pubblica sul tema dell’ambiente.

L’Unicorno si interessa anche di teorie stravaganti che cercano di unificare la Fisica con le cosiddette scienze parapsicologiche come la telepatia (la lettura del pensiero). Organizza seminari universitari di “controcultura”, cioé alternativi alla scienza ufficiale, ricevendo finanziamenti dalla parte del mondo imprenditoriale più sensibile alle nuove mode.

Inoltre, Ira Einhorn si dice convinto che il governo americano abbia da tempo realizzato armi “psicotroniche”, cioè a base di particolari droghe, e le abbia usate negli anni cinquanta per “riprogrammare” la mente dei pochi comunisti americani, considerati potenziali spie dell’Unione Sovietica.

Queste teorie astruse vengono prese sul serio da alcuni ex hippy che, dismessi gli abiti a fiori e indossata la cravatta dopo la laurea, stanno avviando le loro carriere nel mondo professionale.
Se l’Unicorno rimane al centro della scena “alternativa”, dal punto di vista sentimentale le cose non gli vanno altrettanto bene.

Da cinque anni sta insieme a Holly Maddux, una bella biondina più giovane di sette anni. Lui è grosso e dai movimenti pesanti, lei è esile e si muove leggera come una farfalla. Litigano continuamente, ma finiscono sempre per fare pace.

Un giorno, Holly decide di presentarlo ai genitori, una ricca famiglia texana, ma papà Fred e mamma Elizabeth ne ricavano una pessima impressione. Sono degli ultraconservatori tutti casa, chiesa e famiglia, ciononostante si sforzano di rispettare la scelta della loro primogenita (hanno altri quattro figli) e accolgono gentilmente quell’estremista grasso e peloso vestito come un barbone.

Da parte sua, l’Unicorno fa di tutto per apparire antipatico e scorbutico. La famiglia lo guarda allibita mentre a tavola, quando non hanno ancora termnato le preghiere, si avventa sul cibo con l’avidità di un cavernicolo. Ira ignora deliberatamente i familiari della compagna, a meno che non lo ascoltino in silenzio mentre fa i suoi interminabili discorsi politici. Sempre davanti a loro, tratta Holly come una serva dandole continuamente ordini.

Poco dopo il ritorno dal Texas, Holly arriva alla decisione di piantare Ira. Poi accetta il suo invito a tornare a casa per prendere le proprie cose. Passano alcune settimnane e i genitori, preoccupati di non sentire più Holly per telefono, si rivolgono alla polizia.

Agli agenti che gli chiedono informazioni sulla sua compagna, Einhorn risponde che Holly gli aveva detto che sarebbe andata in erboristeria a comprare tofu e germogli di soia per il pranzo, ma poi non si era fatta più vedere. Gli agenti ignorano che l’Unicorno non è mai stato capace di accettare l’idea di essere lasciato da una donna.

Quando era stato abbandonato due volte negli anni sessanta non si era comportato bene: aveva tentato di strangolare la sua prima ragazza, che si era salvata solo perché lui pensava fosse morta mentre era solo svenuta. Alla seconda fidanzata aveva rotto in testa una bottiglietta di Coca-Cola.

Lasciato in pace dalla polizia, l’Unicorno torna alle sue iniziative. Ha saputo riciclarsi per l’ennesima volta come consulente di aziende finanziarie, alle quali espone le teorie che saranno alla base della New Age, un movimento di “rinascita spirituale”. Spiega che usando i soldi per finanziare iniziative positive si potrebbe migliorare il mondo, invece di distruggerlo.

Intanto, i coninquilini del piano di sotto cominciano a preoccuaprsi del fetore che proviene dal soffitto di legno di casa sua. Un odore che non viene cancellato nemmeno dai disinfettanti che cospargono insieme a qualche mano di vernice. Chiamano l’amministratore del condominio perché trovi una soluzione, ma Einhorn non lo autorizza a entrare in casa.

I vicini espongono il loro problema anche a Bob Stevens, un detective privato assunto dai genitori di Holly che gironzola nella zona con le orecchie ben aperte. Stevens apprende anche un’altra cosa interessante: alcuni giorni dopo la scomparsa di Holly, l’Unicorno aveva inutilmente chiesto ad alcuni amici di aiutarlo a sbarazzarsi di un baule che, a suo dire, conteneva documenti segreti.

Sono passati diciotto mesi senza che Holly Maddux si sia fatta sentire, quando la polizia, dopo aver avuto le informazioni dall’investigatore Stevens, decide di procurarsi un mandato di perquisizione. Entrano nell’appartamento di Einhorn e, dopo una breve esplorazione, trovano un baule chiuso con il lucchetto in un grande armadio.

Dentro ci sono i poveri resti di Holly Maddux. Agli agenti, che si voltano verso di lui, l’Unicorno dice enigmaticamente: “Avete trovato quello che volevate trovare”. I giornali del giorno dopo ironizzano sul vecchio guru degli hippy accusato di omicidio, definendolo “Signor pace in Vietnam”, “Signor potere dei fiori”, “Signor salviamo la Terra” e “L’uomo che aveva battezzato Filadelfia la Città dell’amore fraterno”.

Incarcerato, Einhorn torna a piede libero dopo il pagamento dei 40mila dollari di cauzione, eseguito da una donna canadese che condivide con lui l’interesse per il paranormale. Malgrado le prove schiaccianti, l’Unicorno gode ancora del sostegno di coloro che lo seguono dagli anni sessanta.

“È una brava persona”, assicura un dirigente d’azienda con il quale Ira Einhorn aveva organizzato una raccolta di fondi; “Ha un alto livello di integrità”, spiega un docente universitario; “Ha un’ottima reputazione”, chiosa un economista di Wall Street.

Unicorno



La cauzione viene di norma restituita, ma la benefattrice canadese non vedrà più i suoi soldi perché, nel 1981, pochi giorni prima del processo per omicidio, l’Unicorno fugge in Europa, Gli investigatori sanno che sarà difficile riacciufarlo, a causa delle protezioni di cui gode. Ma l’invio degli assegni in suo favore da parte degli ammiratori lascia delle tracce per gli inquirenti.

A occuparsene per conto della polizia è il nipote di un carabiniere italiano, il detective Richard Di Benedetto. L’uomo, dalla sua scrivania di Filadelfia, braccherà l’Unicorno per 16 lunghi anni.

Nel 1985 il fuggiasco viene individuato in Irlanda, dove ha preso il nome di Ben Moore, ma scompare nuovamente. Attraversando il continente, finisce per sposare la svedese Annika Flodin, una donna ricca e bionda come piacciono a lui, per di più appassionata di New Age. Lo ritrovano a Stoccolma, ma lui scappa ancora.

Nel 1988 Fred Maddux, disperando di ottenere giustizia per sua figlia, si suicida. Due anni dopo, muore di crepacuore anche mamma Elizabeth. Il detective Di Benedetto va vanti: “Avevo giurato ai genitori della ragazza uccisa che l’avrei preso”.

Nel 1993, Einhorn viene processato in contumacia a Filadelfia: la Pennsylvania è uno dei pochi stati americani dove è possibile giudicare un imputato in sua assenza. L’Unicorno viene condannato al carcere a vita, senza la possibilità di ottenere la libertà condizionata perché era fuggito dopo essere stato rilasciato su cauzione.

Nel 1997, a 57 anni, l’Unicorno viene infine arrestato a Champagne-Mouton, un paesino della Francia, dove viveva con la moglie svedese sotto il nome fittizio di Eugene Mallon. All’inizio nega di essere il famoso assassino americano e quasi quasi gli credono. Ira Einhorn è infatti irriconoscibile: ha perso cinquanta chili di peso e ha tagliato i capelli corti.

La gente del posto non sembra gradire il suo arresto, un vicino dice: “Non ha ucciso nessuno per venti anni, lasciatelo in pace”. Le pratiche per l’estradizione sono lunghe e difficili. Gli agguerriti avvocati dell’Unicorno puntano sul fatto che in America il loro assistito potrebbe essere condannato a morte, una pena inaccettabile per gli europei. Le autorità della Pennsylvania chiariscono che nel loro stato, all’epoca dell’omicidio di Holly, non vigeva la pena capitale, e infatti era stato condannato all’ergastolo.

Nel frattempo i fratelli Maddux vengono a Parigi per farsi ospitare dalle televisioni francesi, dove mostrano in pubblico le foto della loro sorella chiedendo giustizia. Ira Einhorn, affermano, non è un personaggio romantico accusato ingiustamente, ma un volgare assassino che deve essere punito.

I legali dell’Unicorno cambaino tattica: sostengono che il loro cliente non può essere estradato perché condannato in contumacia: non ha potuto difendersi personalmente. Sicomme in Francia, diversamente da altri paesi come l’Italia, non è possibile fare un processo senza l’imputato, l’estradizione verso gli Stati Uniti viene respinta dalla magistratura.

Nel 1998, la Pennsylvania approva appositamente una legge secondo la quale i condannati in contumacia hanno diritto a un nuovo processo. Ottenuto il via libera della magistratura francese, l’ultima parola tocca al primo ministro Lionel Jospin che, malgrado l’opposizione degli esponenti dei Verdi, dà a sua volta l’autorizzazione all’estradizione, che avviene il 20 luglio 2001.

A Filadelfia, nel nuovo processo del 2002, l’Unicorno accusa dell’omicidio di Holly gli agenti della Cia, il servizio segreto americano. Lo avrebbero incastrato, dice, per bloccare le sue indagini sulla Guerra Fredda, quando gli oppositori sarebbero stati sottoposti al “condizionamento psicotronico”.

I giurati non credono a queste teorie fantasiose e, il 17 ottobre, confermano la condanna all’ergastolo. Non ci avrebbe scommesso più nessuno, salvo il detective Di Benedetto, ma alla fine l’Unicorno è finito in gabbia.

Il 3 aprile 2020 Ira Einhorn muore in carcere a 79 anni.



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Di Sauro Pennacchioli

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