La “narrativa sequenziale” d’Oltralpe sembra passarsela abbastanza bene. Almeno è quanto si desume dal rapporto annuale della Acbd, l’associazione di critici e giornalisti della bande dessinée (“striscia disegnata”, come viene chiamato il fumetto in Francia) o bédé.

Anche se non ci sono significativi exploit nelle vendite, il mercato dei volumi disegnati francesi non registra neppure crolli quali se ne sono visti in anni precedenti. Si potrebbe dire che il 2016 è stato l’anno della stabilizzazione. In un mondo in costante mutamento, editori, autori e distributori sembrano avere trovato, almeno per il momento, un punto d’equilibrio che viene da “politiche editoriali efficaci”. A parlare sono i numeri: circa 5300 libri a fumetti pubblicati, 4000 dei quali di materiale inedito, con quasi l’1% di aumento rispetto al 2015. Gli editori in Francia sono quasi 400, anche se circa il 70% della produzione è in mano a 3 soli gruppi importanti a cui si aggiunge una dozzina di altre realtà significative. Se le grandi compagnie hanno dimostrato di volere “viaggiare sul sicuro”, non rischiando con prodotti innovativi ed evitando operazioni finanziariamente azzardate, le sperimentazioni che impediscano una pericolosa “mummificazione” del settore sono garantite dal gran numero di piccole realtà costrette a tentare nuove vie per conquistare il proprio spazio vitale.

Per quello che riguarda la pubblicazione di opere estere, quasi tre quarti sono di provenienza asiatica, e un quarto viene dagli Stati Uniti; tutti gli altri paesi, insieme raggiungono a malapena il 9% del totale. Importante anche il settore delle ristampe, spesso in forma di “integrali”, che vede quasi 1000 volumi andati in stampa. Un segnale della poca voglia di rischiare viene pure dal numero delle “riprese” di personaggi i cui autori sono scomparsi o li hanno abbandonati: sono ben 57 le “vecchie” serie proseguite o recuperate.

Nonostante i continui cali di vendite (e relativi incassi), sono ancora 70 le riviste specializzate del settore che mantengono viva la presenza della Bande Dessinée nel circuito delle edicole e delle “maisons de la presse”, così come l’informazione e la critica sono tenute in vita da ben 24 riviste cartacee, 44 siti specializzati e quasi novanta volumi di saggistica sulla Nona Arte.

Le possibilità di lettura offerte dalle nuove teconologie si dimostrano tuttora poco attrattive. A fronte della disponibilità dell’80% delle novità e del 70% dei classici in forma digitale, il relativo mercato non decolla in alcun modo.

Interessanti anche i dati sul fronte degli autori, protagonisti nei mesi passati di proteste e “grida di dolore” per la crisi del settore. Sono poco più di 1400 gli artisti-professionisti che, nel territorio francofono europeo, riescono a vivere realizzando fumetti, e meno di 1600 gli sceneggiatori o disegnatori che nel corso dell’anno sono riusciti comunque a vedersi pubblicare almeno un album.

In un mondo che sembra premiare sempre più la multimedialità, infine, sono state 23 le serie di produzione franco-belga approdate a una versione cinematografica, con attori dal vero o in forma animata, oppure a produzioni televisive, mentre sono state 184 le opere nate su altri media e 97 quelle realizzate su licenza di altri settori che hanno alimentato la produzione fumettistica.

5 pensiero su “IL 2016 DELLA BÉDÉ IN CIFRE”
  1. interessante,i francesi sembrano resistere meglio di altri all’ avvento della digitalizzazione,ma anche lì non si sa come far fruttare quest’evento epocale.

  2. I Francofoni sono mummie viventi in fatto di fumetti…Ciò che sostiene il mercato é lo spirito nazionalistico, non altro

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