Il giovane John Hinkley trova che in Taxi driver Jodie Foster sia bellissima. Il protagonista del film, impersonato da Robert De Niro, tenta di assassinare un candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Questa idea non sembra male a John: uccidere il presidente in carica sarebbe anche meglio, pensa, perché colpirebbe ancora di più il pubblico.
Per il giovane, un grandissimo fan di Jodie, vale la pena provare. Come potrà la famosa attrice non innamorarsi di lui, dopo questo grande gesto d’amore?

John Hinckley Junior nasce ad Ardmore (Oklahoma) nel 1955. Quando ha quattro anni la famiglia si trasferisce poco più a sud, a Dallas. Il padre gestisce un’azienda di ricerca di petrolio e di metano, e il Texas è proprio lo Stato americano che estrae più “oro nero”. A scuola, il piccolo John è un tipo tranquillo amico di tutti.

Crescendo nella bambagia con i due fratelli più grandi, Diane e Scott, pensa che con i soldi si possa avere tutto. Così, quando deve rinunciare a frequentare l’università perché i corsi sono troppo difficili per lui, a vent’anni parte per Los Angeles con l’intenzione di diventare cantautore. Non riesce nel suo progetto e scrive spesso a casa per farsi mandare il denaro.

Per fare contenti i genitori, parla loro della sua bella fidanzata Lynn che, in realtà, non esiste. Nel 1976, rimane folgorato da Taxi driver, un film che gli piace così tanto da rivederlo 25 volte. Soprattutto gli piace Jodie Foster, che a solo quattordici anni recita nel ruolo di una prostituta minorenne.

Quando, nel 1980, legge sui giornali che la giovane attrice si è iscritta all’università di Yale, anche John si trasferisce nello stesso stato, il Connecticut, per poterle stare vicino. Ispirato, scrive lettere d’amore e poesie, poi le infila sotto la porta di casa sua. Gli batte forte il cuore, quando pensa che quella celestiale creatura prenderà in mano i fogli e li leggerà.

Cosa Jodie Foster penserà di lui, a questo punto? Prova a cercarla al telefono, ma parlarle è praticamente impossibile. Però non si perde d’animo. Cosa potrebbe fare per stupirla? Ma stupirla veramente, lasciandola senza fiato? Dirottare un aereo, per esempio, o suicidarsi davanti a lei. No, la prima idea è troppo sfruttata e la seconda troppo radicale.

Siccome quell’anno ci saranno le elezioni, decide di seguire l’esempio del protagonista di Taxi driver. Meglio colpire Jimmy Carter, il presidente democratico uscente che tenta la rielezione, o Ronald Reagan, lo sfidante repubblicano? Nel dubbio, segue entrambi nelle loro tappe negli Stati Uniti. Poi si decide a uccidere Carter.

Per fortuna lo arrestano prima, a Nashville, mentre tenta di prendere l’aereo con tre pistole e cinquanta caricatori nella valigia. Basta un breve interrogatorio per capire che non ci sta con la testa, così la polizia lo rimanda dai genitori, con l’obbligo di sottoporlo a cure psichiatriche.

Gli viene diagnosticato uno “stato depressivo violento” causato dall’amore non ricambiato, se così si può dire. Ma i potenti farmaci che gli vengono somministrati non riescono a riportarlo nel mondo reale. Grazie alle permissive leggi americane, Hinckley riesce a comprare senza problemi due altre pistole nella prima armeria che incrocia per strada: è più che mai deciso ad agire.

Scrive una lettera, l’ultima: “Cara Jodie, è possibilissimo che io rimanga ucciso nel tentativo di colpire Reagan. Come ormai ben sai, ti amo tanto. Negli ultimi sette mesi ti ho lasciato un’infinità di poesie, lettere e bigliettini, nella tenue speranza che ti interessassi di me. Benché ci siamo parlati per telefono un paio di volte, non ho mai avuto il coraggio di avvicinarti e di presentarmi. A parte la mia timidezza, onestamente non ho voluto infastidirti con la mia presenza. So che i molti messaggi lasciati sotto alla tua porta e nella cassetta delle lettere sono stati un fastidio, ma ho ritenuto che fosse il modo meno doloroso per me di esternare il mio amore. Gironzolando intorno al posto in cui vivi, ho potuto capire che sono oggetto di non poche chiacchiere, anche se in tono divertito. Quanto meno, ora sai che ti amerò sempre. Jodie, io abbandonerei subito la mia decisione di uccidere Reagan se potessi vivere con te per il resto dei miei giorni. Sacrificando la libertà e forse la vita, spero di poter cambiare i tuoi sentimenti nei miei confronti. Scrivo questa lettera un’ora prima di uscire per andare all’Hilton”.
Dopo averla terminata, la lascia sul tavolo senza spedirla.

È il 30 marzo 1981, da un paio di mesi l’ex attore Ronald Reagan è diventato, un po’ a sorpresa, il nuovo presidente degli Stati Uniti a 70 anni. Aveva tutti contro anche nel suo stesso partito, dove uno sfidante nelle primarie, George Bush, aveva definito “vudù” (cioè magia nera) la politica economica che propone per risollevare il Paese in crisi. Reagan, senza battere ciglio, si era alleato proprio con Bush offrendogli la vicepresidenza e aveva poi battuto facilmente il presidente Carter.

Arrivato alla presidenza, Reagan si appresta a cambiare radicalmente la politica americana, senza immaginare che un giovanotto potrebbe mandare a monte i suoi piani. Quando, con i collaboratori e la scorta, Reagan esce dall’albergo Hilton di Washington, dove ha partecipato a una conferenza, ad attenderlo c’è proprio John Hinckley. A sette metri di distanza, spara diversi colpi con una pistola calibro 22 senza nemmeno prendere la mira.

UCCIDERE RONALD REAGAN PER AMORE DI JODIE FOSTER


Quattro persone vengono ferite, compreso il presidente, raggiunto al polmone sinistro da un proiettile che ha rimbalzato sulla portiera di un’auto. Due centimetri più in là, gli avrebbe centrato il cuore. Sul momento, Reagan non si accorge di essere stato ferito, tanto che protesta quando viene rudemente infilato in un’auto da un agente della scorta.

Un altro agente porta via la valigetta nera del presidente che contiene i codici necessari per dare il via alla guerra atomica, facendo partire i missili armati di testate nucleari verso l’Unione Sovietica. Verrà recapitata al vicepresidente George Bush.

L’attentatore non ha fatto in tempo a scappare, perché numerosi agenti lo hanno subito immobilizzano sul terreno. Le ambulanze raccolgono gli altri feriti: l’agente di polizia Thomas Delahanty, l’agente dei servizi di sicurezza Timothy McCarthy e James Brady, portavoce del presidente. Quest’ultimo è quello più grave, dato che una pallottola gli ha attraversato il lato destro della testa, paralizzando per sempre la parte sinistra del corpo (finirà su una carrozzella).    

Il presidente Reagan, dal momento dell’attentato fino al suo ingresso nella camera operatoria del George Washington Hospital, non perde mai conoscenza. Ha anche la forza di scherzare con la moglie Nancy, subito accorsa, scusandosi di non essere riuscito a schivare la pallottola come faceva nei film western, e con i medici: «Spero che siate tutti repubblicani».

Gli fanno una trasfusione, dato che perduto quasi la metà del sangue. Nancy, ex attrice anche lei, piange sommessamente mormorando «avrei dovuto essere vicino a lui in quel momento». La donna, quando Ronald era governatore della California negli anni Sessanta, teneva sempre una pistola nella borsetta per essere pronta a difendere il marito in caso di pericolo.

L’intervento per estrarre il proiettile dal polmone dura circa tre ore e riesce perfettamente, il presidente non conserverà lesioni permanenti. Esaminando la pallottola, gli esperti notano che si tratta di una “dumdum”, cioè di un proiettile esplosivo. Una tipologia vietata dalle leggi di guerra perché considerata disumana. Per fortuna, non è scoppiata essendosi deformata mentre rimbalzava.  

UCCIDERE RONALD REAGAN PER AMORE DI JODIE FOSTER


In prigione, dopo essersi vantato di aver fatto la più grande dichiarazione d’amore della storia, John Hinckley si dice deluso perché Jodie Foster non è rimasta ammirata come lui sperava. «Mi aveva mandato lettere appassionate», spiega l’attrice diciottenne in una conferenza stampa, «ma non contenevano minacce. Quanto alle sue telefonate, le avevo troncate subito. Sono molte le persone che mi cercano, e circa 3000 mi scrivono ogni mese. Non mi sento responsabile di questo gesto folle, anche se lui teneva le mie foto nel portafogli e ha sparato per farsi notare da me. Voglio dimenticare tutto al più presto».
Jodie Foster pensa di lasciare lo spettacolo, anche se poi cambia idea e prosegue senza interruzioni la sua brillante carriera.

Alla fine del processo, nel 1982, John Hinckley viene riconosciuto non colpevole per incapacità di intendere e volere. Soffre di schizofrenia e di depressione. Di conseguenza, viene rinchiuso nel manicomio criminale St. Elisabeths di Washington.

Un sondaggio stabilisce che l’83% degli americani trova la sentenza scandalosa, perché Hinckley potrebbe essere liberato in qualsiasi momento, se gli psichiatri riterranno che le sue condizioni mentali siano migliorate.

Di conseguenza, il parlamento abolisce la legge sulla non imputabilità: se fosse processato adesso, probabilmente Hinckley verrebbe condannato a morte. Invece, l’attentatore passa tranquillamente le giornate con la sua terapista che gli somministra i farmaci, strimpellando la chitarra e guardando la televisione.

Nel 1999 viene autorizzato a lasciare ogni tanto il manicomio per andare in casa dei genitori. Quando viene sorpreso a portare del materiale su Jodie Foster in cella, i permessi vengono revocati fino al 2005. Due anni dopo, gli psichiatri dichiarano che la sua pericolosità è cessata, ma il giudice, per sicurezza, stabilisce che debba rimanere dietro le sbarre.

Solo nel 2009 ottiene una semilibertà a intermittenza, e la possibilità di guidare l’auto sotto il controllo del telefono satellitare Gps (con il quale può essere sempre rintracciato). A causa dei suoi precedenti, deve dichiarare tutti i suoi rapporti sessuali. Per la cronaca, in questi anni li ha avuti con una divorziata e con una donna disturbata psicologicamente che ha scontato una condanna per aver ucciso la figlioletta di 10 anni.

Ha anche inciso la sua prima canzone, intitolata “Ballad of an Outlaw” (Ballata di un fuorilegge). Sembra che abbia dimenticato Jodie Foster, la quale, del resto, ha dimostrato di non essere interessata agli uomini: non si conosce il padre biologico dei suoi due figli e ha avuto lunghi legami sentimentali solo con donne.   

Nel 2022, all’età di 67 anni, il mancato assassino di Reagan è tornato definitivamente libero essendo stato riconosciuto guarito dall’infermità mentale.

Qualcuno sostiene che John Hickley avesse avuto dei complici. Secondo una teoria complottista, ha agito sotto influenza, nientemeno, del vicepresidente George Bush. Il padre del mancato assassino, infatti, è amico e finanziatore di Bush (entrambi sono petrolieri texani). Inoltre Scott Hickley, il fratello maggiore di John, era un caro amico dei figli del vicepresidente, e proprio il giorno della sparatoria avrebbero dovuto pranzare insieme a loro. Secondo questa tesi, George Bush avrebbe organizzato tutto per diventare automaticamente presidente alla morte di Reagan. Naturalmente è un’assurdità e, comunque, sia George Bush sia il figlio George W. Bush sono diventati presidenti nel 1989 e nel 2001 con regolari elezioni.



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Di Sauro Pennacchioli

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