Anche se non apprezzato come meriterebbe, Luciano Bottaro (Rapallo, 1931-2006) è stato uno dei più importanti fumettisti italiani. Spiccava sui suoi colleghi grazie allo stile molto personale e raffinato, assolutamente folle a dispetto della regolarità apparente della geometria dei disegni.

1951 – Joe Polpetta

Luciano Bottaro non ha avuto eredi artistici: il suo stile di disegno è rimasto unico e non è mai stato imitato. Del resto come tutti i geni era inimitabile, come Jacovitti con cui condivideva la vena surrealista. I suoi disegni erano altrettanto assurdi delle storie che raccontava e insieme costituivano un meccanismo perfetto capace di trasportare i lettori in ambientazioni oniriche.

Con questo articolo vogliamo rendere omaggio a un poeta del fumetto dalla fantasia inesauribile che, oggi ricordato quasi solo per la sua produzione disneyana, ha partorito durante la sua lunga carriera decine di personaggi che hanno allietato generazioni di lettori.

Dal 1912 si stampa a Genova il settimanale educativo rivolto ai ragazzi delle scuole “Lo Scolaro”, che nei primi anni cinquanta apre le porte ai giovani autori di fumetti. Luciano Bottaro coglie l’occasione al volo riuscendo a pubblicare su quelle pagine uno dei suoi primi personaggi: Gio Polpetta (poi diventato Joe), un ingenuo clochard dalla sciccosa maglietta a righe.

TUTTI I PERSONAGGI DI LUCIANO BOTTARO



Lo stile, ancora acerbo, ricorda quello dei grandi disegnatori umoristici del Corriere dei Piccoli (il conterraneo ligure Antonio Rubino su tutti).



1951 – Tim e i pirati 

Giuseppe Caregaro, fondatore dell’Editoriale Alpe, fu il primo editore a intuire il talento di Luciano Bottaro, al quale volle commissionare delle tavole a tema piratesco. Il nostro creò il personaggio di Tim, che apparve per la prima volta su Gaie Fantasie n. 31, una rivista quindicinale di fumetti pubblicata dal 1949 al 1956 .

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Esordì in una storia intitolata “Tim e il fantasma”. Tim è un giovane mozzo dalla testa tonda con un improbabile copricapo a strisce, che gira il mondo in cerca di avventure.

1952 – Pepito

La prima storia di Pepito e della sua bizzarra ciurma di scalcinati corsari appare nel 1952, sul n. 3 del settimanale Cucciolo della Editoriale Alpe con il titolo “Pepito contro il governatore di Las Peras”.
Con Pepito, Luciano Bottaro ripropone con maggiore convinzione la sua passione per il mondo dei galeoni.

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Pepito è senza dubbio il personaggio più importante di Bottaro, soprattutto per il grande successo che gli arrise in Francia dove continuerà a essere pubblicato per anni. 


1952 – Maramao

Maramao è un gatto nero sempre alle prese con i suoi irriducibili nemici: Ruffo, Zuffo e Puffo, che non perdono occasione per giocargli qualche brutto scherzo. La sua prima avventura, “Gli uomini di neve”, apparve nel 1952 sul n. 2 di Gaie Fantasie.

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Dal punto di vista grafico il personaggio ricorda Felix the Cat di Pat Sullivan, la star dei cartoni animati muti degli anni venti. Il nome è invece preso dalla famosa canzone di Maria Jottini e del Trio Lescano: “Maramao perché sei morto?”. 

1952 – Pik e Pok

Nel 1952 Renato Bianconi, ex grafico delle edizioni Alpe da poco proprietario delle Edizioni il Ponte, chiede a Luciano Bottaro di “fargli qualcosa”. Bottaro gli confezionerà Pik e Pok, che faranno il loro esordio sul primo numero di Trottolino nel dicembre del 1952 con la storia ”Il brigante topone”.

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Pik e Pok sono due topolini di campagna ispirati ai disneyani Gas e Giak di Cenerentola, che abitano in un paese dove tutte le notti i giocattoli prendono vita.

1952 – Papy Papero

Sul primo numero di Trottolino appare anche un altro personaggio di Luciano Bottaro, l’anticonvenzionale Papy Papero. Si tratta della versione  “bottariana”, quindi pazza e confusionaria, del Paperino della Disney.

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Un papero completamente libero da costrizioni che può permettersi tutto ciò che al più convenzionale Paperino è vietato. Qui il segno di Bottaro ricorda una versione semplficata del grande Basil Wolverton e del suo Powerhouse Pepper

1953 – Baldo

Il sergente Baldo delle mitiche giubbe rosse appare per la prima volta nel 1953, sul n. 9 di Gaie Fantasie, nella storia intitolata “La banda degli orsi”. Baldo combatte bellicosi pellirosse e irriducibili banditi con il suo sguardo ingenuo e il sorriso sulle labbra.

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L’ambientazione nel Grande Nord canadese dà a Bottaro la possibilità di dispiegare la propria arte costruendo affascinanti paesaggi innevati, che contribuiscono a mettere in rilievo l’atmosfera avventurosa delle storie. 

1954 – Zampino e Nerone 

Creati nel 1952 per il periodico Voci d’Oltremare, che l’editore Bianconi curava per un istituto missionario, Zampino e Nerone cominciano a essere pubblicati su Trottolino nel 1954.

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Zampino è un coniglietto bianco che abita in un grande bosco dove ogni giorno deve lottare con il dispettoso Nerone, un coniglietto nero che cerca di sottrargli le carote. Bottaro ne realizza soltanto pochi episodi, poi deve partire per il servizio militare ed è costretto a lasciare i due coniglietti nelle mani dei colleghi. 

1955 – Pon Pon

Nel 1955 il settimanale Lo Scolaro pubblica la prima avventura di Pon Pon, un candido e gentile funghetto umanizzato con il cappello rosso e il papillon giallo sempre pronto a dare una mano al prossimo. Pur essendo un personaggio riuscitissimo, Pon Pon era evidentemente in anticipo sui tempi.

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Lo si capisce dalla sua storia editoriale che, avara di successi nei primi anni, avrà una svolta a partire dal 1971, quando Pon Pon comincerà a essere pubblicato regolarmente e per molto tempo su Il Giornalino (nell’illustrazione sopra c’è questa ultima versione).

1955 – Pop e Fuzzy

La coppia di sgangherati banditi del Far West costituita da Pop e Fuzzy esordisce nel 1955, sul n. 4 di Pepito della Bianconi, con la storia “I buoni non picchiano i cani”. Le loro avventure sono ambientate in un west immaginario che presenta aspetti visivi originali e un’atmosfera decisamente surreale.

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Lo storytelling è caratterizzato da un tono giocoso e spensierato, che finisce per creare un senso di meraviglia e imprevedibilità.

1957 – I Postorici

Creata nel periodo di maggior tensione della Guerra Fredda, questa serie narra il regresso dell’umanità a un’era primitiva a causa di una catastrofe nucleare. I Postorici si basano sulla dicotomia tra la ragione, incarnata dal saggio e generoso Pitagora, e la irrazionalità del fatuo e godereccio professor Elia.

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L’ambientazione nel mondo del “dopobomba” da modo all’artista ligure di mettere in mostra la sua immensa capacità grafica.
La serie verrà ripresa negli anni settanta sul nuovo Corriere dei Piccoli (dal quale è stata presa l’illustrazione).

1960 – Oscar Nasolungo 

I personaggi di Luciano Bottaro attirano l’attenzione dell’editore Angelo Fasani (Pecos Bill, Piccolo Sceriffo), che nel 1960 gli pubblica sul tascabile Oscar n. 3 la prima avventura di Oscar Nasolungo intitolata “Non rubate le giraffe”, un simpatico elefante in divisa il cui compito è quello di mantenere l’ordine nella foresta.

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Il tratto di Bottaro diventa sempre più geometrico e personale: spesso presenta l’elefantino in pose dinamiche dalle espressioni esagerate e fantasiose che contribuiscono all’atmosfera surreale delle storie.


1960 – Piper Maiopi

Su Oscar n. 4 appare la prima avventura dello sceriffo Piper Maiopi, nell’epiosdio “Il furto alla banca”. Le gag di Piper Maiopi si basano principalmente sulla marcata miopia che lo affligge, sulla falsariga di Mister Magoo il fortunato personaggio protagonista di una serie di cortometraggi animati della Upa prodotti dal 1949 al 1959.



Per aumentare ulteriormente la vis comica della serie, Luciano Bottaro affianca al personaggio “cieco come una talpa” l’assistente “sordo come una campana” Mac Namara.

1960 – Lola e Otello

Su Oscar n. 5, sempre nel 1960, appare la prima avventura di Lola e Otello dal titolo: “Lola e Otello”, appunto. Si tratta di una buffa coppia costituita da una simpatica bambina e dal suo inseparabile gattino nero.



Lola tende spesso e volentieri ad addormentarsi per avventurandosi nel mondo dei sogni un po’ come faceva Little Nemo. La serie permette al maestro di Rapallo di dare sfogo alla sua irrefrenabile fantasia esplorando mondi fantastici. 

1961 – Whisky e Gogò

Whisky è un orso furbacchione il cui nome ci rivela quale sia la sua bevanda preferita. Insieme a Gogò, un cacciatore di pellicce che lo ha adottato in tenera età, forma un’inconsueta coppia che si muove in un Far West immaginario, insieme a una varietà di ben studiati comprimari: il capo indiano Occhio di Bue, il temutissimo cacciatore Spaccalorso e Haustero il pistolero.



La coppia esordisce nel 1961, sul n. 17 del settimanale Cucciolo con l’episodio “Rincasare tardi sì, ma con prudenza”.


1969 – Re di Picche

Dopo la metà degli anni sessanta, l’arte di Bottaro fa un salto di qualità decisivo. Il segno tendenzialmente morbido delle opere precedenti diventa sempre più geometrico e stilizzato, e la cura del particolare lascia il posto alla ricerca dell’essenzialità.



Tutto questo si nota in particolare nel riuscito personaggio di Re di Picche, ispirato ad Alice nel Paese delle meraviglie. Re di Picche debutta nel 1969 su una rivista che porta il suo nome pubblicata dalla casa editrice Agis, la stessa dello Scolaro. 

1969 – Le Mattaglie

Con le battaglie matte (o mattaglie) l’arte di Bottaro raggiunge una splendente maturità. Un universo dove, come dice il critico Ferruccio Giromini, “il disordine appare meravigliosamente ordinato”. Qui Bottaro utilizza, come ebbe a rilevare Luca Boschi, una “linea chiara encomiabile che ha qualche punto in comune con Mort Walker”.



Bottaro inizia a disegnare le sue medievaleggianti risse nel 1967, con l’intenzione di pubblicarle sulla nuova rivista che uscirà due anni dopo: Re di Picche. 

1969 – Big Tom

Anche Big Tom è uno dei personaggi che fanno parte del ricco parterre di Re di Picche. Si tratta di un omino basso e sovrappeso, caratterizzato dall’immancabile sigaro in bocca e dalla bombetta in testa, egoista, astuto e senza cuore.



Dopo la precoce chiusura del bimestrale Re di Picche (durato soli quattro numeri), le avventure di Big Tom riappariranno a partire dal 1973 sul Corriere dei Piccoli in una serie ribattezzata Fort Express. 



1970 – Leonio

Un leone che di professione fa il cameriere è una delle mille stranezze che rendono magiche le storie di Bottaro. Se poi pensiamo che Leonio non perde occasione di sottolineare la sua inferiorità nei confronti dei clienti, si capisce perché fosse uno dei personaggi preferiti dall’autore.



Apparso per la prima volta nel 1970 sul n. 1 della rivista Whisky e Gogò: forse per via del bianco e nero o forse per le troppe stranezze non piacque all’editore Cenisio che dopo breve tempo ne sospese la pubblicazione. 

1974 – Il paese dell’Alfabeto

Quando poteva, Luciano Bottaro tornava a rifugiarsi negli universi fantastici dei fumetti che aveva letto da bambino, quelli di Antonio Rubino.


Nel 1974 il Corriere dei Piccoli commissionò a lui e al suo sceneggiatore principe Carlo Chendi (rapallese pure lui) una serie per bambini, e i due proposero “Il paese dell’alfabeto”, storielle in cui le lettere antropomorfe si combinavano a costruire parole. La serie era diretta a un pubblico di giovanissimi che potevano così imparare le parole.

1981 – Pinocchio

Dando una sua personale interpretazione del personaggio di Pinocchio sulle pagine de Il Giornalino, Luciano Bottaro si misura con uno dei suoi autori preferiti, l’unico italiano che poteva superarlo nell’invenzione di gag surreali: Benito Jacovitti.



Il disegno di Bottaro è ormai all’apice: le figure sono sempre più geometriche e spesso danno origine nei loro movimenti a divertenti giochi grafici. Il tratto è naturale e i colori incantevoli, una vera festa per gli occhi. 

1992 – Culumbu 

Nel 1992 cadeva il cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America e, nell’ambito delle iniziative culturali organizzate per festeggiare la ricorrenza, la pubblicazione Giornale dei liguri nel mondo chiese a Luciano Bottaro di creare un nuovo personaggio per la rivista.



Bottaro sforna allora Columbu, un Colombo che parla dialetto genovese. La serie permette al maestro rapallese di omaggiare il suo mai sopito amore per il mare e per la sua terra natia.



1998 – Il castello dei sogni

Ideata nel lontano 1959, questa miniserie viene pubblicata su Il Giornalino soltanto nel 1998.
Storia medievale di fantasia sfrenata, ambientata in una successione di paesaggi inimmaginabili popolati da personaggi variegati ognuno caratterizzato non solo da particolarità fisiche, ma anche linguistiche.



Una libertà nei contenuti e nella grafica mai vista prima, una narrazione che abbraccia scenari assurdi e colpi di scena giocosi creando un senso di meraviglia e imprevedibilità.

(Per la cronaca abbiamo omesso da questo elenco solo alcuni personaggi dalla storia editoriale breve e spesso travagliata, come Aroldo il bucaniere e Capitan Bomba). 


2 pensiero su “TUTTI I PERSONAGGI DI LUCIANO BOTTARO”
  1. Mi fa molto piacere vedere che Luciano Bottaro non è stato dimenticato. Ero molto suo amico, non mancavo di fargli visita quando mi trovavo a Rapallo. Aveva una fornitissima biblioteca di fumetto e grafica, con pubblicazioni risalenti anche a 80-90 anni prima. Lui stesso era una infallibile memoria storica di ciò che era successo nel campo del fumetto nel passato mezzo secolo.
    Per contro, Luciano soffriva di una fragilità psicologica che lo faceva soffrire per le avversità e gli insuccessi, come quando un incendio distrusse il cartone animato su Pepito che in Francia si stava realizzando. Il suo stress si trasformava in mostri, come quelli che spesso disegnava a contorno nelle sue storie.
    Finì poi per litigare con il suo soggettista e sceneggiatore Carlo Chendi, accusandolo di certe arbitrarie attribuzioni di personaggi e scene, non tenendo conto di quanto aveva ricevuto da lui, specie nelle storie create per la Disney (ci vorrebbe un articolo apposito su quest’ultima attività: forza dottor Trogii !)

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