Captain Tsubasa di Yoichi Takahashi è un manga del 1981 da cui, dall’anno successivo, è stato tratto un anime di successo distribuito in tutto il mondo, compresa l’Italia, con il nome di Holly e Benji.

Si tratta di un manga rivoluzionario non soltanto perché tratta uno sport, il calcio, in un periodo in cui in Giappone è praticamente sconosciuto, ma anche perché ha fatto appassionare al gioco un’intera generazione, tanto da spingere il paese del Sol Levante a istituire una lega professionistica, la J. League.

Chi è nato in Italia tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta non può non conoscere quest’opera, trasmessa da Italia 1 nel 1986. Tutti i ragazzi dell’epoca hanno provato a ripetere con il pallone tra i piedi le incredibili prodezze dei protagonisti di questa serie.

Anche calciatori come Alessandro Del Piero, Thierry Henry e Andreas Iniesta si sono definiti fan del cartone tratto dal manga, che, sebbene in patria sia precedente, in Italia è stato pubblicato solamente nel 1998 dalla casa editrice Star Comics.

 

LA NASCITA DI TSUBASA OZORA ALIAS HOLLY HUTTON

Nel 1979 il Giappone ha ospitato la seconda edizione del campionato giovanile di calcio under 20.
Il torneo fu vinto dall’Argentina trascinata dal giovane Diego Maradona, che da lì a pochi anni conquisterà il mondo del pallone, lasciando un segno indelebile nella storia di questo sport.

A rimanere colpito dalle prodezze del futuro Pibe de oro c’è un giovane aspirante mangaka di nome Yoichi Takahashi, che prende appunti per la creazione del protagonista del suo fumetto.
Un anno dopo, nel 1980, appena ventenne, Takahashi pubblica sul vendutissimo settimanale Shonen Jump una storia autoconclusiva chiamata Captain Tsubasa. Nel fumetto si parla della sfida tra un ragazzo, Tsubasa Taro, e un formidabile portiere, Genzo Wakabayashi, per vincere il campionato e ottenere il cuore di una ragazza contesa tra i due.

La storia piace, tanto da vincere un premio e spingere la casa editrice Shueisha a pubblicare un’intera serie sul tema calcistico l’anno successivo, nel 1981.
Takahashi, apportate diverse modifiche alla storia pilota, inizia a raccontare le vicende di Tsubasa Ozora (Holly Hutton in Italia), ragazzo all’ultimo anno delle scuole elementari appassionato di calcio, che si è appena trasferito nella città di Nankatsu.

TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA
Tsubasa Ozora, da noi Holly Hutton
TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA
A sinistra Genzo Wakabayashi (Benji Price), il portiere imbattibile

Tsubasa incontra Genzo Wakabayashi (Benji Price in Italia), ragazzo ricco, un po’ snob e formidabile portiere, tanto da essere considerato imbattibile.

Incontra anche Roberto Hongo (ribattezzato Sedinho in Italia), ex centravanti del Brasile, giunto in Giappone nella speranza che un intervento impedisca il distacco della retina che da lì a poco lo costringerà ad abbandonare l’attività agonistica. Dettaglio ispirato a un fatto realmente accaduto al giocatore brasiliano Tostao, campione del mondo nel 1970 e costretto al ritiro per questo problema.

Entrambi sono di stimolo al giovane Tsubasa: il brasiliano lo prende sotto la propria ala, insegnandogli la sua arte, mentre Wakabayashi gli lancia una sfida sul rettangolo verde che il nostro non si lascia sfuggire.

Se i primi episodi riprendono il tema trattato nel fumetto “di prova”, ossia la sfida tra l’attaccante “popolare” e il portiere “dei quartieri alti”, nel proseguo del manga incontriamo altri personaggi.
Come Ryo Ishizaki (in Italia Bruce Harper), goffo terzino e grande amico di Tsubasa; Taro Misaki (in Italia Tom Becker), ala destra di grande talento tanto da diventare il partner d’attacco preferito dal nostro protagonista; e Sanae (Patty in Italia), ragazza dai modi da maschiaccio che inizia a fare un tifo scatenato per il talentuoso Tsubasa (anche perché se ne innamora).

Quando viene formata la squadra che rappresenta tutta la regione per l’imminente campionato nazionale, Tsubasa, Genzo e Taro si ritrovano a giocare insieme con l’ambizione di vincere.
Per motivare ulteriormente Tsubasa, il mentore Roberto gli promette che in caso di vittoria lo porterà con sé in Brasile, una delle patrie del calcio.

A ostacolare il sogno do Tsubasa ci sono ovviamente le altre squadre, ognuna delle quali ha un giocatore o due in grado di rivaleggiare con lui.
I gemelli Tachibana (Derrick in Italia) sono in grado di compiere combinazioni degne degli acrobati circensi. Hikaru Mastuyama (Philip Callaghan in Italia), è un tenace e coriaceo centrocampista che non molla mai. Ken Wakashmazu (Ed Warner in Italia), è un portiere agilissimo e imbattibile quanto Benji.

Sopratutto Tsubasa deve affrontare Jun Misugi (Julian Ross in Italia) e Kojiro Hiyuga (Mark Lenders).
Il primo dei due è addirittura più bravo di Tsubasa dal punto di vista tecnico. Gioca con la sapienza tattica del professionista, ma a causa di un problema cardiaco congenito può essere impiegato solo part time.

TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA
Jun Misugi, il “campione di vetro”
TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA
Kojiro Hyuga ossia Mark Lenders, il rivale di Tsubasa

Tsubasa e i suoi riusciranno a battere Jun Misugi in semifinale dopo una durissima partita sotto la pioggia, terminata 5 a 4 per la squadra del nostro.
Kojiro Hyuga invece è a tutti gli effetti l’antagonista.

Prepotente e dotato di una forza fisica impressionante per un ragazzo della sua età, gioca a calcio soprattutto per ottenere una borsa di studio che gli permetta di proseguire gli studi ed elevare il proprio stato sociale. Povero, in quanto suo padre è morto quando era piccolo, deve fare diversi lavori dopo l’orario scolastico per sostenere la famiglia.
La sua motivazione e la sua determinazione non sono inferiori a quelle di Tsubasa, e i due si fanno la guerra nella finale del torneo.

La forza del manga di Takahashi sta nell’avere caratterizzato molto bene tutti i calciatori, conferendogli tratti umani che catturano la simpatia del lettore. Inoltre ha dato loro delle tecniche di gioco uniche e particolari.

Come in tutti i fumetti di combattimento, i personaggi di Captain Tsubasa, dopo estenuanti allenamenti e grandi sacrifici, concepiscono colpi unici che rendono i loro attacchi imparabili.
I ragazzini di tutto mondo in quegli anni hanno provato a replicare la catapulta infernale dei gemelli Derrick, il tiro della Tigre di Lenders o il Tiro incrociato eseguito Holly e Tom. Per quanto improbabili.

TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA

La prima serie del manga, stampata in 13 volumetti dopo la serializzazione per capitoli sul settimanale, vede Holly vincere la sfida finale. Ma Roberto decide di partire per il Brasile senza di lui, ritenendolo troppo giovane e non volendolo separare dagli amici che si è fatto in quel periodo.
Il manga sarebbe effettivamente terminato con la partenza del ragazzo, ma l’autore ha dovuto cambiare idea a causa del successo ottenuto.

Così, per la gioia dei fan, Takahashi racconta le vicende di un altro campionato, quello della fine delle scuole medie, a tre anni dall’ultimo episodio.
In questo periodo, Tsubasa viene arretrato alla posizione di trequartista dietro le punte (come si addice a un numero 10 classico). Dopo aver vinto tutti i campionati delle medie vede gli amici Wakabayashi e Misaki lasciarlo, il primo trasferito in Germania per diventare un professionista nelle giovanili dell’Amburgo, il secondo in Francia al seguito del padre pittore.

Ancora una volta il cammino verso la terza finale consecutiva è duro e pieno di agguerritissimi rivali, tra cui il più motivato è, neanche a dirlo, sempre Kojiro Hyuga.
Il ragazzo, grazie alle sue prestazioni sul campo, è riuscito a ottenere la borsa di studio tanto ambita, ma il vedersi arrivare sempre secondo dietro Tsubasa ne stuzzica l’orgoglio: pur di batterlo almeno una volta, Kojiro si sottopone a uno spietato allenamento in montagna.

I due ragazzi si incontrano di nuovo nella finalissima, dove un Tsubasa infortunato e al limite delle forze si batte contro un Hyuga tirato a lucido e motivato al massimo.
La sfida senza esclusione di colpi si conclude in parità, e la lega decide di assegnare il titolo ex equo a entrambe le squadre.

Ancora una volta, l’autore ottiene consensi e successi e dopo questi altri volumetti (dal numero 13 al 25) decide di proseguire ancora.
Stavolta ha la brillante idea di unire tutti i personaggi visti fino a ora in un’unica squadra, la Nazionale giovanile giapponese, con la quale Tsubasa deve confrontarsi con rivali a livello internazionale.

TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA

Yoichi Takahashi, ormai più avvezzo con la tecnica del calcio, prende ispirazione dai mondiali del 1982, usando a modello diversi protagonisti del panorama calcistico dell’epoca.

Ecco quindi il Giappone scontrarsi con l’Italia capitanata da Gino Hernandez (Dario Belli nella serie italiana, formidabile portiere ispirato da Dino Zoff). Con l’Argentina di Juan Diaz (che, come lo stesso Tsubasa, è ispirato a Diego Maradona). Con la Francia del calcio-champagne di El Chid Pierre (ribattezzato Pierre LeBlanche in Italia, dotatissimo numero 10 come Michel Platini). E in finale con la temuta Germania di Karl Heinz Schneider, il più forte calciatore giovane d’Europa (ispirato al centravanti Rumenigge).

Questo torneo giovanile, tenutosi a Parigi, che vede il Giappone laurearsi campione, conclude la prima serie pubblicata tra il 1981 al 1989 su Shonen Jump, arrivando a 37 volumetti complessivi.

 

CAPTAIN TSUBASA: WORLD YOUTH

Agli inizi degli anni novanta, come detto all’inizio, il Giappone sta scoprendo il calcio. La neonata Lega giapponese inizia a reclutare giocatori anche dai campionati esteri, come i nostri Totò Schillaci e Daniele Massaro. Stelle del calcio come Roberto Baggio e Ruud Gullit vanno a Tokyo per girare spot.

Nel 1994 si tengono i Mondiali in Usa. I tempi sono maturi affinché Takahashi torni a mettere le mani sull’opera che gli ha dato successo.
L’autore decide di passare a una narrazione dal triplice punto di vista: quello del protagonista Tsubasa, diventato professionista nel San Paolo; quello della nazionale giovanile, alle prese con le qualificazioni al mondiale, ricche di difficoltà e ostacoli; e quello di un nuovo protagonista, Shingo Aoi, un’ala dotata di velocità e tecnica che decide di affinare il proprio talento nel nostro paese nelle file delle giovanili dell’Inter, dove deve scontrarsi con il nostro pregiudizio nei confronti dei giocatori del Sol Levante.

Ancora una volta i protagonisti buttano l’anima per superare i propri limiti, perché lo sport è una metafora della vita, e raggiungere il traguardo che si sono prefissati. Ovvero dare al Giappone un posto di prestigio nel calcio che conta.

Il mondiale U-20 giovanile trae ispirazione dai Mondiali statunitensi del 1994. Da cui vengono presi personaggi come il giocatore dell’Arabia Saudita Mark Owairan, omonimo di un calciatore arabo messosi in luce proprio al mondiale americano. Il portiere/attaccante messicano Espadas, ispirato a Campos, giocatore che sa realmente ricoprire entrambi i ruoli. Il temibile Levin, capitano della Svezia, che proprio in quel mondiale arriva sul podio. Il libero italiano Salvatore Gentile, capitano della Juventus (ma ispirato da Franco Baresi).

Soprattutto Carlos Santana, il “cyborg del calcio”, un fortissimo attaccante brasiliano che è il perfetto connubio tra Tsubasa e Hyuga. Il quale gioca per il Brasile come Romario, ma che nella finalissima con il Giappone esibisce il codino come Roby Baggio.

Purtroppo la serie subisce una brusca accelerazione sul finale. Alcuni dissidi tra la casa editrice e l’autore fanno sì che il fumetto sul mondiale, accuratamente preparato, venga concluso in modo frettoloso: molti giocatori presentati all’inizio della storia non scendono mai in campo, come l’asso olandese Brian Krayfort e lo stesso Gentile.

Dopo essersi focalizzato dettagliatamente sulle partite di qualificazione, Takahashi non mostra neppure le due semifinali tra Giappone-Olanda e Brasile-Germania. Partite che avrebbero meritato spazio e approfondimenti, e invece liquidate con semplici didascalie in cui ci viene mostrato il risultato.

Anche la finale viene raccontata in un unico volume: Tsubasa si confronta sul campo con Santana e indirettamente con il suo mentore Roberto, che siede sulla panchina dei verdeoro.
Sebbene la partita non sia avara di colpi di scena, come la discesa in campo di un giocatore addirittura più dotato di Santana, il numero 10 Natureza, il Giappone riesce a laurearsi campione del mondo.

Questa seconda serie, durata tre anni, dal 1994 al 1997 per un totale di 18 volumetti, si conclude con il matrimonio tra Tsubasa e Sanae. La quale, come Penelope nell’Odissea, ha atteso con pazienza che l’amato realizzasse il proprio sogno.

 

ROAD TO 2002

Dopo che la Fifa ha deciso che il primo mondiale del nuovo millennio sarà ospitato congiuntamente da Giappone e Corea nel 2002, la Shueisha chiede nel 2001 a Yoichi Takahashi di cogliere l’occasione per narrare l’ennesima stagione calcistica nella carriera di Tsubasa e compagni.

A vent’anni dal suo esordio, dunque, Captain Tsubasa torna a essere pubblicato: il calcio nel frattempo ha preso piede in Giappone, non è più una passione amatoriale. Tanto che anche alcuni atleti giapponesi, nella realtà come nel manga, hanno sfondato nel calcio che conta, vedi i successi raccolti in Europa da Hidetoshi Nakata, Shunzuke Nakamura o Shinji Ono.

Yoichi Takahashi decide quindi di dare un taglio più realistico alla sua opera.
Dopo la vittoria nel World Youth, i protagonisti sono diventati pezzi pregiati del mercato e molte squadre accorrono per fargli firmare un contratto.

Il più richiesto di tutti è, inutile dirlo, Tsuabasa, che si vede conteso da diverse società.
Dopo aver visitato il Camp Nou, lo stadio del Barcellona FC, decide di firmare per la squadra catalana, nonostante questa abbia tesserato nel suo ruolo il più forte giocatore del mondo: Rivaul.
Anche Kojiro Hyuga è stato messo sotto contratto da una squadra europea, la Juventus, e si appresta a esordire in serie A.

Wakabayashi diventa il portiere titolare dell’Amburgo e punta a vincere la Bundesliga.
La narrazione anche in questo caso è triplice, narrandoci le difficoltà d’ambientamento che i tre assi nipponici hanno nel palcoscenico europeo.

La particolarità di questa terza serie del manga è la presenza di federazioni calcistiche reali e personaggi direttamente ispirati a giocatori esistenti, come Rivaul (Rivaldo, all’epoca stella del Barcellona) Inzars (Inzaghi, in quel periodo tesserato dalla Juventus) e Thoram (Thuram, difensore centrale del Parma).

Tutto questo porta alcuni problemi legali dovuti alle licenze di utilizzare nomi, sponsor e marchi, di conseguenza il manga è ancora inedito in Italia e nel resto del mondo occidentale.

Per fortuna, invece, la serie anime tratta da questa serie è stata trasmessa anche da noi, con il nome di Holly e Benji Forever. Alcuni nomi famosi sono stati modificati per non avere noie legali. Quindi la Juventus è il Piemonte, il Barcellona è il Catalunya e il Bayer Monaco è il Grunwald.

Road to 2002 è stato pubblicato per tre anni, dal 2000 al 2004 per un totale di 15 volumetti.
Ma le avventure di Tsubasa e della squadra giapponese sono proseguite fino a oggi, tra rallentamenti, ritardi e rinvii.
Tra il 2005 e il 2008 è stato pubblicato, sempre dalla Shueisha, Golden 23, che oltre a proseguire le partite di Tsubasa nella Liga spagnola, narra le vicende della nazionale alle qualificazioni per le Olimpiadi.
Dopo 12 volumi, la narrazione ha proseguito con Risin Sun, in cui Tsubasa, al termine del vittorioso campionato, si unisce ai compagni per partecipare le Olimpiadi.

La popolarità di Captain Tsubasa non accenna a diminuire. Dopo una sospensione di alcuni mesi, nell’aprile del 2020 il manga Risin Suna riprende a essere pubblicato (almeno in patria, visto che i problemi legali di cui abbiamo parlato ne impediscono la pubblicazione in Occidente). Mentre tra il 2018 e il 2019 è stato fatto un reboot della serie animata originale tratta dalla prima serie del manga, uguale nella trama ma aggiornato al nuovo millennio con i personaggi che fanno uso di internet e smartphone.
Inoltre, nel gennaio 2020 la Bandai Namco Entrertainment ha annunciato l’imminente uscita del videogame per Play Station 4 Captain Tsubasa: Rise of New Champion.

A dimostrazione del grande apprezzamento che il pubblico ha ancora oggi verso l’opera di Yoichi Takahashi, Tsubasa Ozora è presente nel video promozionale delle Olimpiadi del 2020 di Tokyo (rinviate di un anno causa l’emergenza sanitaria del Coronavirus).
E durante l’ultima edizione dei Mondiali di calcio, nell’ottavo di finale tra Belgio e Giappone, i tifosi nipponici hanno esposto uno striscione raffigurante Tsubasa con la maglia della nazionale che solleva la coppa del mondo.

Ancora oggi, dunque, Captain Tsubasa è il fumetto di calcio per antonomasia, e il suo protagonista è senza dubbio il giocatore giapponese più famoso del mondo.

Un successo impensabile quarant’anni fa, quando il calcio in Giappone era un sport per pochi. Ma come molti sognatori, Yoichi Takahashi ha saputo immaginare quello che nessun altro aveva visto prima di lui…

 

 

 

Un pensiero su “TSUBASA (HOLLY) È ISPIRATO AL GIOVANE MARADONA”
  1. Ho vissuto in pieno la prima ondata di entusiasmo per il cartone animato in Italia e da piccolo me ne ero appassionato. Ma leggendo anni dopo il manga sono rimasto molto deluso, specie per la parte “internazionale”, col Giappone e i giapponesi che non solo vincono sempre, ma in più insegnano la filosofia del calcio a tutto il resto del mondo, con una boria e un marcato nazionalismo che mi ha lasciato davvero basito. Il meglio della serie rimangono i due campionati giovanili, per quanto mi riguarda, il resto è trascurabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *