Il trading online

Il trading online, da realtà confinata nel settore della finanza, è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. Sempre più persone, grazie alle promesse di guadagni consistenti, si stanno avvicinando a questo mondo con tutto ciò che ne consegue anche in termini di rischi.

 

Il trading online può diventare una opportunità di guadagno a patto che si sappia muovere bene. Su questa attività così ampiamente praticata ancora oggi ci sono aspetti non noti presso il grande pubblico. Vediamo quali sono.

 

Nascita

Come nasce effettivamente il trading online e dove ha avuto origine? Interessante appurare come una sorta di proto trading online venne sperimentato proprio in Italia nel 1993, anno in cui la Borsa Italiana introdusse per la prima volta la connessione SIM necessaria per interfacciare tra di loro vari calcolatori ed elaboratori.

 

Il trading online come oggi lo conosciamo, però, nasce negli Stati Uniti e venne importato in Italia alla fine degli anni ’90. L’avvento delle tecnologie successive e della recente rivoluzione digitale ha favorito il suo consolidamento.

 

Colui che concretamente esegue tale attività viene chiamato trader e il suo scopo è quello di effettuare compravendita di asset differenti, tra cui materie prime, criptovalute, azioni eccetera, cercando di ricavarne un guadagno.

 

Il trading può nascondere diversi rischi e si rende quindi necessaria una formazione costante sull’argomento, che è possibile raggiungere mediante apposite guide e articoli presenti su siti specializzati.

 

Prima piattaforma

Oggigiorno esistono diverse piattaforme su cui poter fare del trading online, ma la prima ad aver fatto la sua comparsa è stata la completamente italiana Directa Sim nel 1995.

 

Ovviamente all’epoca forniva solo delle funzionalità basiche in un settore ancora acerbo, ma nel corso degli anni ha saputo ritagliarsi una nicchia di mercato via via più estesa con l’orgoglio di essere la capostipite di tutti i suo i vari competitor.

 

Prima crisi

La prima crisi del trading online si registrò nell’anno 2000 a causa dello scoppio della bolla sui mercati finanziari di tutto il mondo. In particolare fu il settore tecnologico ha subire l’impatto più devastante. Dopo anni in cui era stato quello trainante, ricco di opportunità di guadagni e investimenti, improvvisamente smise di crescere e andò incontro a un crollo che portò notevoli perdite agli investitori.

 

Primi broker

Lo sviluppo del trading online inevitabilmente causò un incremento costante delle piattaforme su cui poterlo eseguire. Si è trattato di un processo biunivoco in cui una realtà non poteva esistere senza l’altra e la crescita delle varie piattaforme si è registrata dapprima sul mobile intorno al 2003, per poi coinvolgere anche le web app negli anni successivi.

 

Basti pensare che nel 2018 la Consob aveva autorizzato 132 broker online, numero che nel 2019 è passato a 232 con un trend di crescita dell’83%. Sui broker è possibile negoziare diversi asset, ma nel caso si sia interessati al settore delle criptovalute, e in particolare alla valuta digitale più nota, scegliere siti autorizzati dove comprare Bitcoin è fondamentale.

 

Trading online in Italia

Quante sono effettivamente le persone dedite al trading online in Italia? Sebbene non si possa avere una cifra precisa, sorprende comunque apprendere che solo nel 2018 c’erano ben 6 milioni di trader e tra questi coloro che effettivamente gestivano un portafoglio online erano poco più di 2 milioni.

 

Nel 2019 si è stimato che poco più di 200 mila persone fossero configurabili come heavy trader, cioè utenti che eseguivano operazione di trading almeno una volta a settimana. Mentre coloro che erano responsabili di uno o più ordini di trading a settimana o addirittura al giorno, si attestava intorno ai 15 mila individui.

 

 

 

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