The Regime – Il palazzo del potere è una miniserie americana targata Hbo piacevole e carina: vale la pena vederla. Ha come protagonista Kate Winslet (quella di Titanic) che, non più fanciulla, dà una notevole dimostrazione di capacità recitative interpretando Elena, la amata cancelliera di un anonimo paese dell’Europa Centro Orientale.

The Regime ono sei piacevoli puntate di humor nero, con sprazzi di psichedelica allucinazione che ci fanno seguire proprio la vita di Elena.

Questa… questa… questa psicopatica ipocondriaca ha ereditato il potere più o meno assoluto dal padre, il Fondatore della Patria. Alla salma mummificata del padre, conservata in un mausoleo, la protagonista Elena parla con lunghi monologhi.

Elena governa il paese con pugno di ferro, godendosi il lusso più sfrenato in un enorme palazzo presidenziale e arricchendo i suoi conti cifrati in Svizzera, una vita felice e “abbastanza” tranquilla per lei e per il grasso cerchio magico che la circonda.

Fino a che questo equilibrio viene disturbato dall’entrata in scena di un rozzo soldato, soprannominato “il Macellaio” per aver partecipato alla cruenta repressione di alcune proteste popolari. Sarà lui il nuovo incaricato di controllare la qualità dell’aria respirata dalla cancelliera paranoide.

Ma non si limiterà a questo, il Macellaio, sfruttando con rozza malizia le fragilità psichiche della cancelliera, la dominerà legandola a sé, e trasformandosi in una specie di Rasputin.

Tra intrighi di corte per abbattere il Macellaio, decisioni politiche fuori di senno e soprattutto tanta tanta violenza, la situazione scivolerà fuori controllo fino alla conclusione, che non vi deluderà. Si tratta di solo sei puntate splendidamente autoconclusive, per cui non si corre il rischio di veder maciullate trame, personaggi e idee per cavar soldi da infinite nuove serie.

Interessante, affascinante è il tratteggio del funzionamento di un regime autoritario, che trae evidentemente ispirazione dalla “estetica” della famiglia romena dei Ceausescu.

La megalomania e il delirio di potenza di Elena, unito al suo bisogno di sentirsi “amata” dal popolo che opprime, creano una bolla di falsità dorata che la circonda e che nessuno riesce a rompere. Non manca l’uso dei media e della sfrontata distorsione della realtà.

Piacevoli i richiami di The Regime a tutti i topos tipici dei regimi dittatoriali

Per esempio la propaganda sulla riunificazione con i “fratelli separati” del Corridoio di Faben, che, ovviamente, non sarà “invaso”, ma di cui verrà semplicemente accolto il grido di dolore e si provvederà a liberare un popolo oppresso…

C’è anche la fiera battaglia antiglobalista contro l’America e l’Occidente, che sfruttano e non portano il dovuto rispetto. Non mancano i conseguenti fallimentari tentativi di sostituire gli odiati predatori capitalisti con i cinesi altrettanto capitalisti.

I richiami mitici alla storia ancestrale della nazione e alla sua unità etnica e religiosa, con adeguata reliquia del primo missionario cristiano miracolosamente ritrovata a Feben, a testimonianza dell’appoggio divino alla riunificazione… ricorda qualcosa?

Insomma, The Regime è un pacchetto ben costruito, anche se con qualche difetto.

Il primo, di trama, è legato ad alcuni archi narrativi veramente sfruttati male, il secondo è dovuto alla ormai insopportabile mania inclusivista woke di certe produzioni americane…

Siamo in uno stato nazionalista dell’Europa centro orientale sotto una dittatura altrettanto nazionalista… che cavolo c’entrano gli equilibri multietnici del casting, con comparse di colore o asiatiche tra la folla? Magari vestite in costume tradizionale pseudo-baverese?

Ma a parte questo, la miniserie vi farà ridere tristemente, perché riflette bene la follia del nostro mondo.

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