In un precedente articolo, Elsa Muller ha esaminato il carattere delle eroine create dalla fantasia di Emilio Salgari, che naturalmente sono figure di finzione romanzesca. Esiste però un’eccezione, un personaggio storico femminile di Salgari che è esistito realmente.

La persecuzione dei cristiani da parte degli islamici risale al Corano, dove viene prescritta la jihad, la “guerra santa” contro chi non è musulmano. All’epoca i cristiani non erano da meno in fatto di intolleranza, anche se, a differenza degli estremisti islamici odierni, hanno smesso di perseguitare gli appartenenti alle altre religioni.

Alla fine dell’Ottocento Mohammed Ahmed detto il Mahdi, cioè il “ben guidato da Allah”, riuscì a far ribellare la parte arabizzata del Sudan contro il dominio congiunto dell’Egitto e dell’Inghilterra, creando un califfato che durò dal 1883 al 1898.

Il Mahdi (1840-1885)


Una brutta sorte toccò ai missionari cristiani, sia cattolici sia protestanti, stabiliti nel paese africano, e in particolare a coloro che seguendo le tracce di Daniele Comboni (1831-1880), uno dei primi missionari e vescovo dell’Africa centrale, avevano i loro insediamenti nelle regioni più arretrate del Sudan, il Darfur e il Kordofan, ancora oggi tormentati dalla guerra civile, dalla fame e dalle malattie.

Nella città di El Obeid, capolugo del Kordofan, si era stabilita una importante missione comboniana composta da quattro sacerdoti e otto suore. La suora più esperta e attiva era Teresa Grigolini, nata il 14 maggio 1853 a San Martino Buon Albergo presso Verona.

TERESA GRIGOLINI, UNA VERA EROINA RICORDATA DA SALGARI
Teresa Grigolini (1851-1932)


In Sudan dal 1877 con Comboni, Teresa Grigolini viene presa prigioniera dai seguaci del Mahdi, i dervisci, alla fine del 1882. Subisce minacce, umiliazioni e maltrattamenti di ogni genere, ma non si converte all’Islam come vorrebbero i mahdisti.
Alla fine, per evitare di essere uccise o violentate, le suore vengono sposate a forza con alcuni prigionieri cristiani indigeni.

Mercato arabo di schiave, dipinto di Jean Leon Gerome. Pure le comboniane furono schiave dei dervisci (anche se non sessuali)


Inoltre viene preteso che nascano loro dei figli, così in pochi anni Teresa ha due maschi e una femmina, la quale non sopravvivrà. I missionari e le suore in gran parte riescono a fuggire, ma Teresa Grigolini rimane ostaggio dei dervisci.

TERESA GRIGOLINI, UNA VERA EROINA RICORDATA DA SALGARI
Due suore comboniane e un sacerdote missionario sfuggiti dalla prigionia dei dervisci nel 1890


Da notare che due dei sacerdoti simularono la conversione all’Islam per non essere più maltrattati, invece nessuna delle suore cedette, dimostrando maggior forza morale.
Il gruppo di religiosi comboniani preso prigioniero dai dervisci verrà ricordato dal loro concittadino Emilio Salgari nel romanzo La favorita del Mahdi, pubblicato nel 1884.

TERESA GRIGOLINI, UNA VERA EROINA RICORDATA DA SALGARI
Una copertina dal sapore decisamente moderno del romanzo di Emilio Salgari


Liberata alla caduta del califfato nel 1898, Teresa Grigolini ritorna in Italia, ma la sua maternità la fa escludere dall’ordine comboniano. Da allora in poi, la ex suora si occuperà del marito e dei due figli, che si adatteranno in Italia diventando professionisti nel commercio.

Diventata anziana sarà ospitata da don Luigi, il suo fratello prete. Nei suoi ultimi anni scriverà la propria biografia descrivendo le sue disavventure e come riuscì a superarle con la fede. Muore a Mambrotta sull’Adige il 21 ottobre 1931, a 81 anni. Solo di recente è stata avviata la causa di beatificazione.

Nella sua vita, Teresa Grigolini è andata in Africa nei posti più poveri e scomodi, l’hanno sposata a forza, ha fatto tre figli, è rimasta schiava per quindici anni. Tutto questo senza mai cedere ai suoi padroni, né mai ammalarsi malgrado il caldo, le mosche, la sporcizia e la poca acqua. Era fortissima sia di fisico sia di carattere, una donna eccezionale… e pensare che la veronese più famosa è Giulietta Capuleti!

Dopo essere stata dimenticata per tanto tempo, Teresa Grigolini merita in pieno di essere proclamata l’unica reale eroina salgariana.

La versione a fumetti del romanzo di Emilio Salgari realizzata da Raffaele Paparella



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