In un articolo precedente abbiamo visto come la Marvel facesse fatica a imporre sul mercato una testata da solista dedicata alle sue eroine. Tali serie di norma chiudono dopo poco tempo, diversamente da quelle dedicate alle eroine della Dc come Wonder Woman, Supergirl, Batgirl e bad girl come Catwoman o Harley Quinn (che pure, per la verità, non navigano nelle pubblicazioni ad alte diffusioni).

Questo non significa che nell’universo Marvel manchino personaggi femminili di spessore e carisma, anche perché la maggior parte di loro sono spesso al centro di grandi saghe legate ai supergruppi.

È il caso di Tempesta (Storm in inglese), la splendida eroina degli X-Men, che tra 1975 ai primi anni novanta è stata la testata più venduta della Marvel.

TEMPESTA, NERA E FORTE

Tempesta esordisce sul famoso Giant-Size X-Men n. 1, albo di partenza della seconda formazione degli X-Men, che fino a quel momento non era certo stato tra le testate di punta della Marvel.

TEMPESTA NEL CUORE DEGLI X-MEN


I suoi creatori sono lo sceneggiatore Len Wein e il disegnatore Dave Cockrum, sebbene si debba a Chris Claremont la successiva caratterizzazione che renderà iconici i personaggi.

Tempesta nasce dalla fusione di due personaggi originariamente concepiti da Wein e Cockrum: una donna nera dai tratti felini chiamata Black Cat (anticipando di quattro anni l’omonima amica dell’Uomo Ragno) e un eroe maschio che controllava il clima chiamato Typhoon (Tifone in italiano).

TEMPESTA NEL CUORE DEGLI X-MEN
TEMPESTA NEL CUORE DEGLI X-MEN


Dato che la nuova generazione di mutanti doveva provenire da diverse parti del mondo, per il luogo di origine di Tempesta si scelse l’Africa, il Kenya per la precisione, facendo di lei la seconda eroina nera della Marvel dopo Misty Knight. Cockrum decise di caratterizzarla con una lunga chioma bianca, respingendo le obiezioni di chi temeva che invecchiasse il personaggio: “Fidati di me”, rispose, “non sembrerà una nonna”.

Il risultato finale fu quello di una splendida africana, fiera e potente, ancora oggi una delle X-Girl più apprezzate.

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La serie passò quindi rapidamente dalle mani di Len Wein a quelle dell’inglese Chris Claremont, che aveva una visione diversa di molti personaggi, in particolare di quelli femminili, che non voleva relegate al ruolo di spalle. Claremont si concentra molto sulla maturazione di Tempesta.

In Africa, Ororo, questo il nome originale di Tempesta, veniva venerata come una dea. Portata in America dal professor Xavier, all’inizio faceva fatica a integrarsi nella società occidentale. Per esempio, non aveva sviluppato il senso del pudore, tanto da fare spesso il bagno in piscina nuda. Ma ben presto Ororo/Tempesta si trasforma da ingenua a leader forte e capace di prendere decisioni difficili.

Stringe un forte legame con Jean Grey, che l’aiuta ad adeguarsi allo stile di vita americano, e in seguito lei stessa diventa una figura di riferimento per la giovanissima x-girl Kitty Pride, altra ragazza di spicco della serie.

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In seguito alla morte di Jean Grey/Fenice e al successivo abbandono del team da parte di Ciclope, Chris Claremont consegna la leadership proprio a Tempesta, facendo di lei la prima donna, per di più nera, a guidare un team di supereroi. Una nera importante che non si vedeva dai tempi del tenente Uhura di Stark Trek, prima donna di colore ad avere un ruolo di una certa importanza in una serie televisiva.

Il suo passato viene approfondito. Scopriamo che la ragazza è figlia di una principessa africana e di un fotografo americano rimasti uccisi durante un bombardamento. Ororo rimane sepolta viva tra le macerie, cosa che le procurerà una forte claustrofobia. In seguito diventa una ladruncola tra le vie del Cairo, capitale dell’Egitto, prima di tornare in Kenya e divenite una “dea” scoperta dal professor Xavier.

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Nelle prime storie Ororo è la “fanciulla da salvare”, venendo spesso catturata da nemici come Dracula e Emma Frost, ma a poco a poco esce da questa condizione rivelandosi una donna forte, come quando sfida Callisto, la regina dei Morlock (mutanti deformi che vivono nelle fogne di New York) in un duello all’arma bianca per la salvezza dell’X-Man alato Angelo, mostrandosi all’occorrenza anche spietata.

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UNA TEMPESTA DI CAMBIAMENTI

Negli anni ottanta Tempesta diventa uno dei personaggi più rilevanti della serie. Le trame incentrate su di lei, i cambiamenti che subisce sono tra gli elementi che maggiormente catturano l’attenzione del lettore.

Nel corso degli anni diventa sempre più dura e cinica. Viene indotta da Yukio, assassina giapponese amica di Wolverine, ad abbracciare il suo “lato oscuro”.

Questo cambiamento interiore si riflette anche sul look di Ororo che, sorprendendo tutti, compagni e lettori, adotta un taglio da “mohicano” e degli abiti in pelle.

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In un’intervista pubblicata da Star Magazine, Chris Claremont commenterà così questo drastico cambiamento avvenuto su Uncanny X-Men n. 173 nel 1983.

“Paul Smith”, il disegnatore della serie di quel periodo, “e io eravamo convinti che il suo costume, rimasto identico per dieci anni, fosse diventato troppo… vecchio. Nei fumetti non si fanno mai cose del genere, non cambi mai l’aspetto dei personaggi così drasticamente … Cosi ci siamo detti: scuotiamo i lettori, potremmo anche perderli tutti, ma cambiamo gli aspetti fondamentali del carattere del personaggio. Abbiamo sempre cercato di far capire ai lettori che gli X-Men non sono dei manichini, dei cyborg, ma degli esseri umani, che quindi cambiano naturalmente come gli uomini. Questo a volte significa anche che facciamo ai personaggi cose che noi stessi vorremmo fare, ma che non facciamo perché non ne abbiamo il coraggio”.

Invece il pubblico reagisce benissimo e il look punk di Tempesta con la cresta risulta uno dei più iconici del periodo.

Un secondo, drastico cambiamento coinvolge ancora Tempesta. In una storia del 1984 rimane colpita da un’arma in grado di togliere i poteri mutanti. Viene salvata e curata da Forge, un mutante pellerossa in grado di creare tecnologia avanzata, di cui Ororo si invaghisce, ma che lascia quando scopre che è stato lui a creare l’arma anti-mutanti che l’ha privata dei poteri.

Questo avviene in un celebre racconto intitolato “Vitamorte” (Lifedeath), per l’occasione illustrato dal geniale disegnatore britannico Barry Windsor-Smith, autore di alcune tavole entrate nell’immaginario collettivo, in particolare quella iniziale dove Tempesta dorme in posizione fetale coperta solo da un lenzuolo.

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L’episodio è una vera e propria presa di coscienza di Ororo, che passa dalla disperazione all’accettazione della perdita dei poteri, e che vive le gioie di un sentimento romantico per Forge che viene bruscamente sostituito dalla rabbia quando scopre del suo tradimento. Un’altalena di emozioni che fanno di “Vitamorte” uno dei capolavori della produzione di Claremont.

Anche se priva dei poteri Ororo non è meno agguerrita, e resta alla guida degli X-Men dopo aver battuto Ciclope in un duello nella Stanza del Pericolo dimostrando, malgrado tutto, di non essere affatto indifesa.

Altra vicenda legata alla mutante africana è quella di quando Claremont manda gli X-Men e i Nuovi Mutanti su Asgard. Tramite un lavaggio del cervello, Loki, il dio dell’inganno, fa per breve tempo di Ororo la nuova dea del tuono al posto del fratello Thor, con tanto di martello e di armatura da Valchiria.


Nella saga “La caduta dei mutanti” Ororo si riavvicina a Forge e torna in possesso dei propri poteri. Quindi lei e gli X-Men vengono dati per morti nella città di Dallas, in Texas, mentre chiudono un portale mistico per salvare la terra (Uncanny X-Men n. 224/227): in realtà si trasferiscono segretamente in Australia.


I cambiamenti a cui Chris Claremont sottopone Tempesta non sono finiti: dopo averla cambiata nella mente e nel corpo, dopo averle fatto perdere e riacquistare i poteri, lo sceneggiatore inglese la fa regredire all’età adolescenziale, poco più che una bambina, che torna a fare la ladruncola come un tempo.

In questo periodo viene presa sotto la protezione di un altro esperto ladro mutante, un personaggio destinato a diventare importante nelle trame mutanti: il cajun Gambit, con cui in breve si riunirà agli X-Men.


Siamo negli anni novanta, ormai, ai disegni arriva Jim Lee, che dona a Tempesta, tornata adulta e con il pieno controllo dei suoi poteri, un costume color argento che l’accompagnerà per tutto il decennio.


La sua relazione con Forge finisce di nuovo dopo l’arrivo tra le file degli X-Men di Alfiere: credendo che Ororo provi del tenero per il nuovo membro e che intenda rifiutare la sua proposta di matrimonio, Forge lascia il team per prendersi cura di Mistica, spezzandole così il cuore.


Ororo viene lasciata sola dal suo amante e anche dal suo autore: Chris Claremont abbandona Tempesta e gli X-Men nel 1991, dopo ben 17 anni, a causa di dissapori di natura creativa con l’editor Bob Harras.

A riguardo dirà: “Non era una questione di soldi. Piu semplicemente mi sono trovato in una situazione in cui non avevo scelta, in cui non c’erano vie di mezzo. O facevo come voleva Bob Harras o niente. E io ho deciso di andarmene. Non c’è niente che la Marvel possa fare per cancellare 10 anni di successo degli X-Men. Io c’ero. Erano le mie storie. Non volevo rovinare ciò che avevo fatto in tanti anni per scrivere le storie come le voleva qualcun’altro. Tutto qui. Voglio poter rileggere quello che ho scritto ed esserne orgoglioso … C’è un controllo totale sulle storie e sui personaggi perché la maggior parte di questi ha una sua testata o perché appaiono in mille altre… e devi stare lì a preoccuparti tutto il giorno perché non sai cosa sta facendo Wolverine in quel momento oppure perché è in un posto in cui non potrebbe essere secondo la storia che stai scrivendo tu. In una delle storie che avevo scritto, programmata per il n. 300, Wolverine combatteva contro Lady Deathstrike e veniva ucciso. La Mano lo resuscitava. Questo, ovviamente, avrebbe significato avere un Wolverine malvagio o comunque nemico degli X-Men. Avevo in mente di costruire una storia che sarebbe durata un annetto. In questo modo avrei potuto affrontare Wolverine da un punto di vista completamente diverso, analizzare la sua natura e contemporaneamente spiegare perchè Wolverine fosse così importante per gli X-Men è perché fosse stato uno dei primi ad essere contattato da Xavier. Sarebbe stato magnifico. Avremmo risolto un sacco di cose: con Xavier, Magneto, gli stessi X-Men, il rapporto fra Jean e Wolverine. Ho proposto il tutto a Bob Harras. Mi ha detto che era una bellissima storia, ma che avrebbe creato dei problemi a Larry Hama (lo scrittore della serie Wolverine). Insomma, capisci che così non potevo più andare avanti”.

Nel 2009 Claremont torna a scrivere X-Men Forever, una miniserie in cui narrerà le vicende dei mutanti come le aveva pensate prima di abbandonare la serie.

Tra le idee che all’epoca non vennero accettate dagli editor ce n’è una che riguarda proprio Tempesta. Con un colpo di scena viene rivelato che la donna adulta tornata nel gruppo non fosse la vera Ororo, ma un clone, mentre l’originale è rimasta adolescente. Il clone di Ororo si rivela essere una antagonista legata a una società nemica dei mutanti nota come il Consorzio. La falsa Ororo viene scoperta da Wolverine, che però rimane ucciso dai suoi fulmini. Il posto del mutante canadese viene preso da Sabretooth, che nelle idee di Claremont era suo padre biologico.


Nonostante che, in effetti, non sia mai stato un personaggio stand alone, Tempesta risulta essere una delle eroine più note della Marvel, tanto da essere una delle principali rappresentanti della casa editrice nello scontro con gli eroi della rivale Dc avvenuto nel 1996

In Marvel vs Dc, Tempesta sfida la più importante supereroina di sempre, Wonder Woman. In uno scontro i cui esiti vengono decisi dai lettori tramite un sondaggio, Ororo risulta essere la favorita dai fan, aggiudicandosi l’incontro.


Quindi i due personaggi vengono brevemente fusi in un unico essere nella miniserie Amalgam, dove Ororo e Wonder Woman danno vita all’ibrido Amazon.




IL MATRIMONIO CON LA PANTERA NERA

Tempesta rimane una delle colonne portanti degli X-Men fino all’inizio degli anni 2000, con l’arrivo di Grant Morrison alla guida della serie, che preferisce puntare su altre figure femminili di rilievo, come Jean Grey ed Emma Frost, relegando Ororo ai margini.

La stessa cosa farà il suo successore Josh Whedon, che punta sempre su Emma Frost e sul ritorno di Kitty Pride.
La sensuale e controversa Ororo, perfettamente delineata da Claremont, viene quindi messa in secondo piano.

Ma il cambiamento più importante per Tempesta nel nuovo millennio arriva nelle pagine di Pantera Nera: prendendo spunto da una vecchia storia degli anni ottanta pubblicata su Marvel Team-Up n. 100, in cui Ororo e T’Challa si incontravano da adolescenti vivendo un amore giovanile, lo sceneggiatore Eric Jerome Dickey rinnova l’amore tra i due personaggi, facendoli sposare tra loro e facendo di Ororo la regina di Wakanda (Black Panther vol. 4 n. 14 e 15, 2006).


In questa nuova veste la coppia prende parte alla Guerra Civile tra i supereroi che sta devastando l’America, parteggiando per Capitan America, per poi sostituire brevemente Reed e Susan Richards nelle fila dei Fantastici Quattro, mentre la “fantastica coppia” parte per una vacanza con l’intento di riconciliarsi dopo un periodo separazione.


Tempesta, dunque, diventa più presente in altre serie che in quelle mutanti. Ma a seguito del maxi evento del 2012 Avengers vs X-Men, ritorna negli X-Men separandosi dal regale consorte.

Ancora oggi Tempesta milita tra le fila degli X-Men, risultando sempre tra le figure più popolari della serie.


SUL GRANDE SCHERMO

Essendo una delle più rilevanti figure degli X-Men, Tempesta è apparsa in molte delle pellicole sul gruppo di mutanti.


Nella prima trilogia è stata interpretata da Halle Berry, mentre nei prequel da Alexandra Shipp, che per l’occasione sfoggia il celebre look punk degli anni ottanta.






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