Original Cinema Quad Poster - Movie Film Posters

Il 15 giugno 1959, a tre giorni dal loro matrimonio, la signora Lenore Lemmon e l’attore George Reeves stanno festeggiando al ristorante con alcuni amici. George litiga con Lenore, non sembra allegro come dovrebbe. Lei fa spallucce e torna a ridere con gli altri.

La festa continua nella grande villa di Reeves. Il padrone di casa a un certo punto sale in camera. Poi ridiscende nel salone chiedendo di fare meno rumore, perché vorrebbe dormire. Gli altri gli dicono di non fare l’antipatico e lo trattengono per qualche altro drink. Reeves torna in camera poco dopo la mezzanotte. Verso l’una a mezza, risuona uno sparo.

Gli ospiti corrono di sopra, dove scoprono il corpo nudo e senza vita dell’attore. La testa è stata trapassata da un colpo della pistola Luger che ora si trova tra le sue gambe. Il proiettile gli ha trapassato il cranio per finire conficcato nel soffitto.

La polizia, chiamata con 45 minuti di ritardo, all’inizio tenta di trascrivere le deposizioni dei presenti, poi rinuncia perché Lenore e gli altri si contraddicono essendo tutti ubriachi fradici. Rimasti soli davanti al cadavere, gli agenti pensano che non avrebbero mai immaginato di vedere Superman morto.

Per comprendere il loro sgomento dobbiamo partire dal 1914, quando George nasce in una cittadina dello Iowa, uno stato agricolo degli Usa. Pochi mesi dopo, Don Brewer, il padre, abbandona la moglie, Helen Lescher. Helen si trasferisce con il piccolo nei pressi di Los Angeles, dove si risposa con Frank Bessolo.

Il piccolo George ha ancora pochissimi anni, quando il suo cognome diventa Bessolo. George non saprà mai che si era chiamato Brewer, sia pure per breve tempo, perché la madre gli racconta un sacco di bugie. Oltre a essere convinto che Frank sia il suo vero padre, una volta diventato adolescente, crede ancora alla mamma quando, di ritorno da una vacanza, gli dice che si è suicidato.

In realtà, Frank Bessolo è scappato di casa come il primo marito. La vita del ragazzo, comunque, riprende a scorrere come prima tra la scuola e il teatro amatoriale, dove recita nella speranza di diventare un attore.

La madre vorrebbe, piuttosto, che facesse il pugile, dopo essere stata impressionata vedendolo sfasciare un armadio a suon di pugni. Lui l’accontenta iscrivendosi a una palestra, e poi vincendo diversi incontri di boxe tra dilettanti. Mamma però cambia idea e gli fa abbandonare quello sport, perché ha un faccino troppo bello per essere continuamente ammaccato.

A questo punto, George va da un agente cinematografico, al quale, soprattutto per via del fisico atletico, fa buona impressione. Per prima cosa, l’agente gli toglie il cognome Bessolo, perché, dopo Rodolfo Valentino, a quei tempi nessun italoamericano ha avuto successo come attore. D’ora in poi sarà George Reeves.

L’esordio cinematografico è quanto mai promettente, dato che nel 1939 George Reeves partecipa al film più famoso di tutti i tempi, Via col vento, interpretando un corteggiatore di Rossella O’Hara. L’anno dopo sposa Ellanora Needles, una ragazza che aveva conosciuto nelle prime recite scolastiche: divorzieranno dieci anni dopo senza avere avuto figli.

George Reeves in realtà fatica a decollare come attore, ma ha successo con le ragazze, malgrado ora sia sposato. All’aspirante attrice Constance Ockelman, dopo una notte di fuoco, consiglia di cambiare nome come ha fatto lui: che ne dice di Veronica Lake? Lei gli dà retta e diventerà una delle dive di Hollywood.

Nel 1943, George Reeves parte per la Seconda guerra mondiale come membro della “First motion picture unit”, una squadra specializzata nelle riprese delle battaglie per i cinegiornali. Tornata la pace, riprende l’attività di attore di seconda fila. A volte gli capita di recitare con Ronald Reagan, anche lui attore poco dotato: lo sarà di più come politico, diventando presidente degli Stati Uniti.

La grande occasione per George arriva nel 1951, quando viene scelto per un film su Superman, il famoso eroe dei fumetti. Superman e gli uomini talpa non ha successo, ma la rete televisiva Abc commissiona una serie di episodi.

SUPERMAN ERA GEORGE REEVES ED È MORTO NEL 1959


All’inizio Reeves è titubante, perché per un attore cinematografico passare alla televisione è sempre umiliante, ma ben presto rimane stupito dall’incredibile successo che lo travolge. La sua scarsa espressività è diventata un pregio, perché lo rende credibile come superuomo.

SUPERMAN ERA GEORGE REEVES ED È MORTO NEL 1959
George Reeves nei panni di Clark Kent, l’alter ego di Superman


Dal lontano Giappone, dove la mania di Superman impazza anche nei fumetti, perfino l’imperatore Hiro Hito gli scrive per complimentarsi con lui. In Italia la serie non viene presentata, forse perché i dirigenti Rai trovano assurda l’idea di un uomo in grado di volare (arriverà solo decenni più tardi).

Dato che è diventato l’idolo dei bambini, in pubblico George si comporta in maniera esemplare. Non si fa mai vedere mentre fuma o beve alcolici, pur avendo entrambi i vizi. Rifugge dalla vita mondana e dai gossip.

Inizia a frequentare i ricevimenti per beneficienza, in uno dei quali incontra Toni Lanier, ex ballerina otto anni più grande di lui. La donna è sposata con Eddie Mannix, chiacchierato dirigente della compagnia Mgm. Ben presto diventano amanti.

Se i giovani fan vedessero i festini sfrenati che George Reevers organizza nella sua nuova grande villa nel quartiere di Benedict Canyon, con Toni, gli amici del mondo dello spettacolo e molte aspiranti attrici, non lo troverebbero più così ben calato nella parte di Superman.

SUPERMAN ERA GEORGE REEVES ED È MORTO NEL 1959


Nel 1958, dopo sette anni, la serie di Superman viene interrotta perché Reeves, ormai 44enne, ha una pancetta troppo pronunciata per essere credibile come superuomo. L’attore spera di poter tornare a recitare nel cinema, ma i produttori gli spiegano che ormai per il pubblico è il vero Superman e non lo accetterebbe in altri ruoli.

In questo periodo amaro frequenta Lenore Lemmon, un’avvenente trentacinquenne sempre presente nei giornali di gossip, anche se non svolge alcuna attività nel mondo dello spettacolo. Lei gli chiede di sposarla e George risponde sì. Alla fine gli arriva anche la proposta per girare una nuova serie di Superman e pure un film: buone notizie perché, avendo le mani bucate, Reeves ha sempre bisogno di soldi.

La notte del 16 giugno 1959, George Reeves muore in camera da letto mentre nel piano di sotto si svolge una festa. Secondo la polizia, si tratta di un suicidio dovuto alla depressione di cui l’attore soffriva per gli insuccessi professionali. La madre della vittima, Helen, ingaggia un detective privato perché non crede a questa versione.

Alcuni elementi anomali, in effetti, saltano fuori. A ben guardare, Reeves era stato disoccupato solo per pochi mesi, in quanto aveva appena ricevuto un paio di offerte interessanti. Venendo alla scena del delitto, sulla mano della vittima che avrebbe premuto il grilletto non è stata trovata polvere da sparo. Quelli della scientifica ribattono che esistono precedenti simili.

Come spiegare, allora, che sulla pistola non ci siano le impronte digitali dell’attore? Anche questo si spiega, dice sempre la scientifica: l’arma era appena stata oliata, e quindi le impronte sono “scivolate via”. Sarà, ma è strano lo stesso.

Se si tratta di omicidio, chi può essere stato? Alcuni giorni prima, George aveva incontrato la bella Toni. C’è chi dice per lasciarla in vista del matrimonio, chi solo per andarci a letto. In ogni caso, George ha lasciato in eredità tutti i suoi averi proprio a lei. Questo fatto orienta i sospetti sul marito, Eddie Mannix, un uomo peraltro notoriamente legato alla mafia.

Anche Lenore Lemmon è tra i sospettati. Il litigio, avvenuto poche ore prima al ristorante, potrebbe avere indotto l’attore a non volerla più sposare e la donna si sarebbe vendicata. Di certo ai soldi lei ci tiene, dato che fa inutilmente causa a Toni per impossessarsi dell’eredità. Alla fine Lenore si trasferisce a New York, dove l’alcolismo la porterà alla demenza.

La magistratura getta la spugna dopo tre anni di indagini, confermando l’ipotesi del suicidio, mentre Mamma Helen continuerà a sostenere fino alla fine dei suoi giorni che si è trattato di un omicidio ordinato da Mannix.

Nel 1996, un libro intitolato Hollywood Kryptonite, di Sam Kashner e Nancy Schoenberger, punta l’indice accusatorio su Toni, fino a quel momento poco sospettata. La donna avrebbe assoldato un killer per uccidere colui che l’aveva lasciata per una donna più giovane. Nel 1999, invece, un noto giornalista scrive che Mannix, in punto di morte, avrebbe confessato a un sacerdote di essere stato lui a farlo ammazzare. Anche in questo caso, però, mancano le prove.


Nel 2006, questa storia piena di punti interrogativi senza risposta ha ispirato il film Hollywoodland, con Ben Affleck (in apertura dell’articolo una locandina del film).



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Di Sauro Pennacchioli

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