Intrepido era un settimanale storico della Casa Editrice Universo.
Fondato nel 1935 da Cino Del Duca e dai suoi fratelli Alceo e Domenico, Intrepido fu una delle primissime pubblicazioni a proporre fumetti avventurosi italiani. Nelle sue pagine esordirono disegnatori come Walter Molino, poi illustratore della Domenica del Corriere, e Galep, il creatore grafico di Tex Willer.


Intrepido è stata la rivista di fumetti più diffusa dopo Topolino, arrivando a vendere 600mila copie nei primi anni settanta.
In seguito, però, la crisi fu inarrestabile. Dell’apocalisse del fumetto scoppiata nei primi anni ottanta parlo, indicando i dati delle vendite, nell’articolo “I fumetti italiani erano i più venduti del mondo”.
A me Intrepido non piaceva, anche se per questo settimanale avevo scritto alcune sceneggiature.

Locandina de “L’Intrepido” (2013), il film diretto da Gianni Amelio e interpretato da Antonio Albanese che omaggia l’omonima rivista

 

Nel 1991 proposi alla Casa Editrice Universo un nuovo periodico di fumetti in linea con i tempi, dato che Il Monello (altra testata storica) era stato appena chiuso e Intrepido stava per fare la stessa fine perché era sceso a 20mila copie e perdeva molti soldi.
La testata della nuova pubblicazione che proponevo sarebbe dovuta essere Alcatraz. L’editore e il direttore generale mi dissero di realizzare i fumetti per Alcatraz, poi si sarebbe visto cosa farne.

A quel punto telefonai a Michelangelo La Neve, che abitava a Roma, e ci vedemmo a Milano, nella redazione dove curavo alcune serie di libri per ragazzi della De Agostini.
Siccome avevo apprezzato La Neve nelle storie sentimentali di Rosa Shocking della Play Press e in quelle horror di Splatter della Acme, gli proposi una serie con personaggi dotati di poteri telepatici, che riunissero gli elementi sentimentali con quelli horror.
Nacque così Dipartimento Esp, poi semplicemente Esp, per i disegni di Giancarlo Caracuzzo e altri autori, tra i quali Mario Alberti.

Copertina di Giancarlo Caracuzzo dedicata a Dipartimento Esp
La Dernière Reine, serie ambientata nell’antico Egitto, disegnata da Caracuzzo per la Dupuis nel 2007

 

Caracuzzo era già noto, Alberti disegnavae per la prima volta a livello professionale. Gli lasciai le briglie sciolte perché era un grande creativo, in seguito collaborerà con Les Humanoïdes Associés e la Marvel americana.

Dipartimento Esp di Mario Alberti
L’Uomo Ragno e gli X-Men disegnati da Alberti nel 2009

 

Leggendo una specie fanzine, ero rimasto folgorato dalle sceneggiature di Giuseppe De Nardo, del gruppo dei salernitani (dei quali conoscevo già alcuni, a partire da Giuliano Piccininno e Luigi Siniscalchi, che in precedenza avevano disegnato alcune mie storie).
De Nardo mi propose il personaggio di Billiteri, disegnato da Bruno Brindisi. Anche con Brindisi avevo lavorato, lo ricordavo soprattutto per la sua totale fedeltà a una mia sceneggiatura. Il che non è affatto scontato, dato che al giorno d’oggi i disegnatori in genere ricalcano foto o disegni di fumetti altrui e così non aderiscono mai bene alla sceneggiatura (spesso manco leggono le descrizioni delle scene: ne ho parlato qui). Per questo il redattore, a volte, deve riscrivere i dialoghi per renderli coerenti con i disegni.

Billiteri (in seguito Billi Band) disegnato da Bruno Brindisi
I personaggi di Bonelli che Brindisi ha disegnato successivamente

 

Quando le storie di Billiteri uscirono, la redazione di Diabolik mi chiese gentilmente se potevano utilizzare Brindisi. Ovviamente risposi no, ma intanto Brindisi era già finito alla Bonelli (solo nel 2012 Brindisi realizzerà un Diabolik).
Per le storie successive lo sostituii con Luca Vannini, un altro grandissimo.

Billiteri di Luca Vannini
Particolare di una copertina di Vannini per Intrepido
Nel 1998, Luca Vannini disegna il primo numero di Julia. Successivamente, per dei disaccordi, lascia la Bonelli: una perdita enorme per il fumetto
Illustrazione non canonica di Tex Willer in un bordello, ad opera di Vannini

 

Luca Enoch arrivò poco più tardi, indirizzato come Alberti da Marcello Toninelli, allora direttore della rivista di critica fumettistica Fumo di China, nonché collega di redazione quando lavoravamo allo Staff di If di Gianni Bono (e ora colleghi qui a Giornale POP).
Presi subito Enoch come disegnatore per lo stile mangoso-americano-magnusiano che tanto mi piace, anche se lui di persona sembra disegnato piuttosto da Vittorio Giardino. Mi disse: “Ti realizzo una storia completa dal testo ai disegni, se poi non ti piace non la pubblichi”.
Mi piacque e gli diedi qualche indicazione per il suo nuovo personaggio, Sprayliz, disobbedendo solo su un punto: ha utilizzato l’ambientazione americana mentre io volevo che tutte le storie si svolgessero in Italia (cosa rara nel fumetto di quei tempi).
Per Intrepido, Enoch crea anche il porno-coniglio Piotr.

Una raccolta delle prime storie di Sprayliz uscite nell’Intrepido

Le tre serie create da Luca Enoch per la Bonelli: Gea (1999), Lillith (2008) e Dragonero (2007), quest’ultimo insieme a Stefano Vietti (collaboratore del mio Intrepido per un sola storia, credo)

 

L’editore della Universo aveva deciso di fare confluire il progetto Alcatraz nell’Intrepido, perché altrimenti avrebbe dovuto chiuderlo subito, mentre, invece, voleva che quella testata storica rimanesse in edicola.
Io avevo cercato di fargli cambiare idea, il direttore generale pure, ma non ci fu niente da fare. Il rischio, molto probabile, era che i lettori giovani non si sarebbero avvicinati a una testata ormai datata.

A mio fratello Gabriele, che all’epoca disegnava Dylan Dog, realizzò la nuova veste grafica della rivista e disegnò qualche copertina.

La copertina disegnata da Gabriele Pennacchioli del primo numero del nuovo Intrepido, divenuto quattordiciale perché non c’era il tempo materiale per produrre abbastanza fumetti per un settimanale

In seguito Gabriele si trasferisce a Los Angeles diventando uno dei responsabili dei cartoni animati della Dreamworks: lavora su personaggi come Shrek e Kung Fu Panda

 

Tra gli altri copertinisti di Intrepido scelsi Manlio Truscia, dallo stile di illustratore classico.


Riassumendo, tra gli autori del nuovo Intrepido mi vengono in mente alla rinfusa Giuseppe De Nardo, Michelangelo La Neve, Luca Enoch, Mario Alberti, Giancarlo Caracuzzo, Alessandro Baggi (anche le sue lettere scritte a mano erano opere d’arte), Loredano Ugolini (con un disegno più accurato del solito), Bruno Brindisi, Luca Vannini, Giuliano Piccininno, Luigi Simeoni, Giancarlo Olivares, Davide Toffolo (forse l’unico con il quale non riuscii mai a parlare direttamente), Milo Manara, Nestore Del Boccio, Luigi Di Giammarino, Marcello Toninelli, Gabriele Pennacchioli, Manlio Truscia, Lucia Arduini, Massimo Cavezzali, Oliviero Grammacioni, Paolo Aleandri, Massimo Vincenti, Luigi Siniscalchi, Paolo Morales, Fabio Valdambrini, Sergio Muratori, Stefano Santarelli, Maurizio Di Vincenzo, Carmelo Gozzo, Federico Memola, Ade Capone, Mauro Muroni, Sebastiano Vilella, Alessandro Bignamini, Giampiero Wallnofer, Patrizia Mandanici, Gianni Salvagnini, Giovanni Brusca, Marta Cerrini, Moreno Burattini, Majo (Mario Rossi), Mario Addis, Stefano Vietti e altri ancora. Diversi di loro erano esordienti, o quasi esordienti.

L’unica copertina umoristica di Intrepido, disegnata da Massimo Cavezzali
Alessandri Bignamini, uno dei tanti autori scoperti da Intrepido, ha poi disegnato per Bonelli le serie di Mister No e Orfani
Sergio Zaniboni, disegnatore storico di Diabolik, collaborò con una sola copertina

 


Milano 25/6/92
Alla Procura della Repubblica di Milano
p.c. Procura della Repubblica del Tribunale dei Minorenni
p.c. Federazione Giornalisti
Oggetto: Denuncia contro il Direttore Responsabile del quattordicinale “Intrepido”.
L’Assemblea dei Genitori del Liceo Scientifico “B. Pascal” , ubicato in via A. Caro 16, riunitesi il giorno 8/5/92 presso i locali della scuola stessa per una Conferenza Dibattito sui problemi giovanili e delle devianze che ne possono conseguire, ha avuto modo di esaminare, su segnalazione di alcuni genitori presenti, i contenuti dei numeri 1-4 del periodico “INTREPIDO”.
I genitori presenti, concordemente, hanno ritenuto di segnalarli alla MAGISTRATURA COMPETENTE perché individui i reati eventualmente commessi con la loro pubblicazione e distribuzione sollecitando eventuali interventi per il sequestro degli stessi.
I genitori hanno constatato che in queste pubblicazioni si suggeriscono modelli di comportamento deviati, antisociali ed autolesionisti. Infatti hanno ravvisato che sono considerati normali:
–    l’omicidio;
–    l’ottenimento di soldi con azioni illecite;
–    il consumo di droga;
–    il suicidio individuale e collettivo;
–    ed altri comportamenti non socialmente accettabili.
Questi “suggerimenti” sono pericolosissimi perché indirizzati ad una fascia di età a rischio, facilmente suggestionabile.
I genitori sono a disposizione per ogni chiarimento e approfondimento necessari.

Il quotidiano romano di destra “Il Tempo” sparò la notizia della denuncia all’Intrepido su tutta la prima pagina. Il giornale di sinistra “Il Manifesto” pubblicò un articolo scandalizzato e di dura condanna dei fumetti violenti, firmato dal mio vecchio professore di filosofia (nonché parente e ghost writer di Adriano Celentano).

Purtroppo non potevo nemmeno difendere la mia opera perché formalmente il direttore era l’editore, mentre io, non ancora giornalista professionista, firmavo come “consulente per i contenuti”. Quindi legalmente non esistevo.

Il processo agli autori si concluse in primo grado con l’assoluzione.

Gli albi in formato bonelliano di Esp (Dipartimento Esp), con le copertine di Marco Soldi

 

Nel 1993 lasciai “Intrepido”, che continuò a uscire fino al 1998, per fare il giornalista. Consigliai comunque all’editore di pubblicare degli albi nel formato bonelliano dedicati a Sprayliz, Dipartimento Esp e Billiteri.
Ma Enoch, a quanto mi disse il direttore generale, aveva proposto un personaggio fantasy con una ragazza che cavalcava una specie di gallina gigante e alla fine, diversamente da La Neve e De Nardo, preferì pubblicare con un altro editore, la Star Comics.
In ogni caso io non seguii queste nuove pubblicazioni.

Ah, per la prima volta avevo convinto la Universo a lasciare i diritti dei personaggi dell’Intrepido agli autori.

Due pagine dell’albo Billi Band (Billiteri) disegnate da Luca Vannini

 

 


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Di Sauro Pennacchioli

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4 pensiero su “SPRAYLIZ NEL MIO INTREPIDO”
  1. […] Non ero neppure d’accordo sul fatto che Balboa dovesse essere un avvocato ricchissimo, con una bella macchina eccetera: io l’avrei preferito sfigato e pieno di debiti. Il peggio è stato dover discutere su ogni storia, da ricondurre ai canoni tradizionali del genere. Dopo avere scritto una ventina di episodi decisi che era meglio lasciar perdere, anche perché ero stato chiamato a occuparmi dell’Intrepido. […]

  2. Sono onorato e orgoglioso di aver avuto l’opportunità di partecipare all’avventura dell’intrepido di Pennacchioli . Meritava maggior attenzione
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