Red Sonja, la rossa diavolessa armata di spada, è uno dei personaggi più affascinanti e famosi dell’Era hyboriana. Robert Erwin Howard (1906 – 1936) inserì nel racconto ambientato nel XVI secolo, Shadow of the Vulture (pubblicato da The Magic Carpet Magazine nel gennaio 1934), una guerriera slava dalle trecce rosse di nome Red Sonya, con la ipsilon.

A sinistra Red Sonya del racconto originale di Robert Howard, nel centro la prima versione Marvel di Red Sonja, immaginata da Barry Smith, e a destra la versione definitiva dei fumetti realizzata da John Buscema (disegno di Frank Thorne)

 

Nel 1970, la Marvel aveva acquistato i diritti del personaggio più celebre di Howard, Conan il barbaro, e aveva cominciato a pubblicarlo con successo in albi curati da una brillante coppia di autori: lo sceneggiatore Roy Thomas e il disegnatore Barry Smith. A un certo punto, si pensò di introdurre nel fittizio universo del barbaro anche altri personaggi nati dalla fantasia dello scrittore. Roy Thomas riprese Red Sonya, personaggio del tutto secondario di “L’ombra dello sciacallo” nel numero 23 di Conan the Barbarian, del febbraio 1973. Venne apportata una modifica all’ortografia del nome (la i lunga al posto della ipsilon) e il personaggio fu trasformato in una spadaccina “barbara” contemporanea di Conan.

Red Sonja disegnata dal suggestivo Barry Smith

 

Sonja diventò l’archetipo di quello che è un punto fermo del genere “Fantasy”: la guerriera straordinariamente bella, aggressiva e poco vestita. Per la verità, nella sua prima storia, The Song Of Red Sonja, disegnata da Barry Smith, indossava una pudica cotta di maglia e dei pantaloncini rossi, inoltre la sua figura non era particolarmente sinuosa. Saranno, qualche numero dopo, John Buscema e Pablo Marcos a rivestirla con il suo celebre bikini in maglie di ferro.

Red Sonja, sempre accanto a Conan, del muscolare John Buscema

 

Red Sonja non passò inosservata: i lettori le tributarono immediatamente il loro favore, portandola ben presto a diventare non solo una comprimaria del Cimmero, ma un personaggio in grado di reggere una pubblicazione propria disegnata da Frank Thorne (che poi ne realizzò un clone, Ghita, per le riviste in bianco e nero della Warren).

La prima serie dedicata completamente a Red Sonja, scritta dal solito Roy Thomas e disegnata da Frank Thorne (un veterano proveniente dai fumetti avventurosi della Dc Comics), è uscita dal 1977 al 1979

 

Data la popolarità raggiunta dal personaggio, era necessario darle una storia personale che partisse dalle origini. La vita di Sonja è segnata da una tragedia: figlia di un soldato, la giovane hyrkaniana aveva sempre invidiato i suoi fratelli addestrati all’uso della spada, al punto di allenarsi di notte all’insaputa di tutti. Poco prima del suo diciottesimo compleanno, alcuni mercenari assalirono la sua casa uccidendo il padre Ivor, la madre e due fratelli più piccoli, mentre lei dovette subire una brutale violenza. Fuggita dall’abitazione in fiamme e ormai stremata, a Sonja apparve un essere androgino, la dea rossa Scathach, che le offrì una spada e la forza di un guerriero se avesse giurato di concedersi soltanto a chi l’avrebbe battuta in un leale combattimento. Da allora imparò a battersi per la sopravvivenza, non rimanendo mai troppo a lungo nello stesso posto, sia per le attenzioni indesiderate dei maschi (con relative risse, duelli e morti), sia per il carattere ribelle e contrario all’autorità. Nel frattempo, i continui viaggi di Conan lo avevano portato ad est, fino a Turan (la “proto-Turchia” del mondo di Howard), dove stava partecipando alla guerra del Tarim Vivente. Fu in quell’occasione che il giovane barbaro incontrò la “Rossa”, rimanendone subito attratto anche in virtù di quel suo codice etico che l’aveva portata a rifiutare le sue avances. Di fatto, Conan e Sonja divennero più alleati che amanti, anche se la passione tra i due continuava a rimanere nell’aria. Entrambi erano fieramente indipendenti, spesso in concorrenza per lo stesso premio, ma immancabilmente uniti al cospetto di un nemico comune. Per quanto ci è dato sapere, Conan non è mai riuscito a batterla e a farla sua: questo è un duro colpo al suo orgoglio virile, ma la tensione erotica tra i due non si è mai spenta. Conan e Red Sonja, vivendo le loro avventure in testate autonome, non rimasero comunque insieme a lungo, anche se ogni tanto tornarono a incontrarsi.

La popolarità delle testate tratte dai personaggi di Howard andò scemando dal 1981 a causa dell’abbandono di Roy Thomas, il quale lasciò la Marvel perché il nuovo direttore generale, Jim Shooter, gli aveva chiesto di scegliere tra il ruolo di sceneggiatore e quello di direttore (dato che ricopriva entrambi). Thomas andò alla Dc Comics dove creò Arak, un clone di Conan: si trattava di un pellerossa arrivato dall’America, ancora “non scoperta”, alla corte di Carlo Magno popolata dagli eroi dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto!

Inoltre, un paio di infelici trasposizioni cinematografiche, dopo il primo film di Conan diretto da John Milius, di certo non favorirono il successo della versione a fumetti di Conan e soci.

Brigitte Nielsen nel film di Red Sonja

 

Anche Red Sonja venne presa da Hollywood per un clamoroso flop interpretato dalla pettoruta Brigitte Nielsen. Il titolo del film, “Red Sonja”, in Italia è diventato “Yado”.
Forse una eco di Red Sonja, in un live action, l’abbiamo avuta con la più fortunata serie televisiva di Xena, la principessa guerriera.

Dopo che la Marvel decise di rinunciare ai diritti di pubblicazione dei personaggi di Howard, a causa del continuo calo delle vendite, la giovane casa editrice Dynamite Entertainment riuscì ad ottenere quelli della bella Red Sonja (mentre i più pregiati diritti di Conan finirono alla Dark Horse). La Dynamite partì tornando a narrare le origini del personaggio: dalla storia della Marvel vennero rimossi gli elementi soprannaturali, come l’incontro con la dea Scathach. La piccola Sonjita era la figlia di un capo villaggio in Hyrkania (una regione che, sia nella realtà storica e sia in quella fantastica di Howard, corrisponde alle steppe settentrionali della Persia). Quando i predoni attaccarono il minuscolo villaggio tutti gli abitanti furono uccisi, ma Sonjita, datasi alla fuga, riuscì miracolosamente a scamparla. Come si vede, dalla vicenda spariva anche l’elemento fondamentale dello stupro. Ripresasi, la ragazza usò le proprie abilità di caccia per rintracciare e uccidere i predoni uno a uno. Successivamente, venne catturata da una banda di schiavisti e costretta a combattere tre anni per la propria vita in un’arena. Fu quello il periodo nel quale maturò l’abilità di combattimento, diventando popolare tra gli spettatori dei giochi. Da allora è stata la protagonista di diverse serie sotto l’egida Dynamite.

Il comic book della Dynamite Entertainment

 

In conclusione, Sonja è l’alter ego di Conan più ancora di Belit e di Valeria (ne abbiamo parlato qui). Avventuriera come il cimmero, privilegia la libertà su ogni altra cosa. Roy Thomas creò questo personaggio ammiccando al femminismo dei primi anni settanta, probabilmente con l’intento di attirare alle avventure di Conan anche un pubblico femminile che avrebbe potuto identificarsi nell’eroina. Benché, come era prevedibile, sia stato soprattutto il tradizionale pubblico maschile di Conan ad apprezzare la fulva hyrkanyana per gli abitini striminziti e il suo bikini in maglie di ferro.

 

 

4 pensiero su “SONJA LA ROSSA, UNA DIAVOLESSA CON LA SPADA”
  1. Non ho modo di chiedere a Roy, ma non credo credesse davvero che la serie disegnata da Frank Thorne – fisicamente un clone di Gandalf che disegna come un emulo di Alex Toth – avrebbe potuto avvicinare un pubblico femminile. Moderno x il tempo, il serial era action tanto quanto quello di Conan, ma poteva contare su di un segno di sintesi e non così pre-raffaellita come quello di Barry ( non ancora Windsor ) Smith e non così michelangiolesco come quello di Big John Buscema. Un Jordi Bernet prestato alla fantasy. Non male.

    Ho sbirciato le previews delle varie miniserie della Rossa del Diavolo nel sito della Dynamite e qualche volta anche qualche volume in fumetteria, ma confesso che non ne sono rimasto colpito. Sarà che ormai sono nella Fase Prostamol. Disegno iperrealista e statico – troppo tavolo luminoso e foto di pin up o un software al posto della matitina – riversate in una serie di vignettone non particolarmente coinvolgenti. Ricordo anche un team up con Spidey per le matite del mercuriale Mel Rubi davvero molto diverso da quello del Grifter/Rapace della Image dei nineties. Opinione personale, of course, ma direi che è stato + fortunato Conan alla Dark Horse con team composti da autori come Busiek, Nord, Lansdale, Truman etc.
    Nel crepascoloverso Red Sonja è scritta e disegnata da Beto Hernandez o dai cartoonists spagnoli Marti o Miguel Angel Martin. In b/n. E’ una guerriera con un passato misterioso. Probabilmente matta. Ha le visioni e dialoga con la Grande Madre che le fornisce ogni volta un indizio utile a completare un percorso di illuminazione. Il maschio è il nemico di cui diffidare e turlupinare considerato la sua minor intelligenza. Miniserie di dodici mensile. Per la Dark Horse.

  2. Il Conan della Dark Horse e la Red Sonja della Dynamite sono, come tu mi confermi, dei fotoromanzi privi di fantasia. Come quasi tutta la produzione fumettistica odierna, anche se Peter Zerell non è d’accordo.

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