Ci sono alcune canzoni che sono immediatamente riconoscibili, così famose da trascendere il genere di appartenenza. Indipendentemente da chi le stia ascoltando generano una sorta di rispetto e ammirazione, obbligano ad alzare il volume, muovere la testa, battere il piede, roteare i fianchi.
Magari non se ne conosce il titolo o il nome di chi la esegue, ma sono praticamente nel “dna” di ogni persona.
A questa categoria appartiene senza timore di smentita una canzone dei Deep Purple datata 1972: Smoke on the Water.

 

Tutti gli ascoltatori di rock, specialmente se hard o metal, conoscono Smoke on the Water.
Prima di tutto perché quelle quattro note in sol minore in apertura danno vita a uno dei riff più indimenticabili e riconoscibili. In secondo luogo, perché praticamente ogni chitarrista e ogni band agli inizi (e non solo) si sono cimentati nell’esecuzione di questo brano.

Quello che molti non sanno, però, specialmente i più giovani, è la storia che ha ispirato e dato vita a questo incredibile pezzo di storia del rock e della musica moderna.

Montreux è una bella cittadina svizzera di poco più di 26mila abitanti, che si affaccia sul lago Lemàno, o se preferite lago di Ginevra. La città ospita alcuni eventi internazionali di un certo rilievo, tra cui il Freddie Mercury Memorial Day e, soprattutto, uno dei festival musicali più famosi e importanti al mondo: il Montreux Jazz Festival.

Nato nel 1967 per iniziativa del promoter e manager musicale Claude Nobs, conosciuto nell’ambiente con lo pseudonimo di Funky Claude, il Montreux Jazz Festival ospita performance di artisti di altissimo livello, non necessariamente jazz.

Per dare un’idea, sul palco si sono alternati una serie eterogenea di artisti che spaziano da Keith Jarrett a Phil Collins, dai Weather Report a Nina Hagen, da Bob Dylan a Jamiroquai. E, ancora, dai Soft Machine a Zucchero Fornaciari, da Santana a Van Morrison, Nina Simone, Frank Zappa, ZZ Top, Deep Purple, Marvin Gaye e tantissimi altri.

“Se vuoi la pace per la tua anima, vai a Montreux”, amava dire Freddie Mercury, che s’innamorò di quel luogo incantato e ne fece la sua dimora nell’ultimo anno di vita, prima di rientrare a Londra per morire nel 1991.
Qui i Queen possedevano un loro studio di registrazione, i Mountain Studios. A Winter’s Tale, secondo singolo dell’ultimo album della band, Made in Heaven, uscito nel 1995 a quattro anni dalla morte di Mercury, è un omaggio che il cantante fa proprio a quel luogo che lui riteneva “magico” e spirituale.

Quello che accadde il 4 dicembre 1971, però, non ha a che fare con la spiritualità e l’incanto del luogo. Quanto invece con la paura, il pericolo e il dolore.
Quel giorno, sul palco del Casinò, per il Montreux Jazz Festival si stavano esibendo Frank Zappa & The Mother of Invention. Affascinante mix di musica rock sfacciata e cerebrale, tipico dell’istrionico artista, sempre provocatorio e sopra le righe, il set dei Mother era stato “rovinato” da un inconveniente alla batteria di Ansley Dunbar, cosa che aveva indotto una parte degli spettatori ad abbandonare il concerto.

La band stava eseguendo il brano King Kong, quando, durante l’assolo di sintetizzatore di Don Preston, un fan, tale Zdenek Spieka, volle esprimere tutto il suo entusiasmo per l’esibizione sparando un mortaretto verso il soffitto in bambù del casinò, che prese fuoco immediatamente («Frank Zappa & the Mothers were at the best place around, But some stupid with a flare gun, Burned the place to the ground»).

Vista la reputazione da eccentrico del musicista americano, non furono in pochi a pensare che si trattasse di una trovata per rendere più strepitoso il finale dello show. Zappa ebbe la capacità di restare molto calmo e di invitare il pubblico a lasciare il teatro, poi con la chitarra e gli amplificatori infranse le finestre: molti si gettarono fuori da quelle aperture, saltando dal secondo piano a terra (la sala dei concerti aveva una serie di finestre che davano sulla piscina).

Anche Nobs, dal canto suo, si dette molto da fare aiutando attivamente i vigili del fuoco nel portare in salvo gli spettatori, andando avanti e indietro dal casinò con persone in difficoltà. Dopo che tutti furono tratti in salvo, il fuoco raggiunse il sistema di riscaldamento del casinò e le fiamme inghiottirono completamente lo stabile.

Sul bootleg live di Frank Zappa intitolato Swiss Cheese/Fire!, è reperibile una registrazione del momento dell’annuncio dell’incendio e un’esplosione.
Zappa e i Mother lasciarono il casinò correndo attraverso le cucine e poi utilizzando le scale laterali. Il pullman li portò di corsa in albergo, situato dalla parte opposta del lago, da dove poterono vedere il casinò bruciare con tutta la loro attrezzatura rimasta all’interno.

Il fatto che il concerto fosse iniziato nel pomeriggio, che alcuni spettatori se ne fossero andati in anticipo per il problema alla batteria di Dunbar e che non ci fossero sedie, contribuì a far si che nessuno rimanesse ucciso: la maggior parte dei feriti avevano semplici graffi e solo poche persone ebbero necessità di essere portate in ospedale.
“Erano molto ben organizzati”, disse in seguito Zappa. “Sono stato fortunato che molti fossero in grado di parlare inglese, perché non sapevo cosa dire loro in francese”.

In quei primi giorni di dicembre, una delle più importanti band del rock, i Deep Purple, si trovava a Montreux per registrare il nuovo album.
Il progetto era di sistemarsi nel teatro del casinò, che dopo il concerto di Frank Zappa & Mothers of Invention avrebbe chiuso fino alla stagione successiva, e di utilizzare lo studio di registrazione mobile noleggiato dai Rolling Stones («We all came out to Montreux, on the Lake Geneva shoreline, To make records with a mobile, We didn’t have much time»).
Le cose, però, non andarono così.

Dall’hotel in cui alloggiava, posto sul lato del lago opposto al casinò, la band inglese poté osservare quello che accadde. In un primo momento non sembrava nulla di grave, ma quando le fiamme divennero alte, la portata dell’incendio divenne chiara.

Con sgomento videro il casinò andare completamente in fiamme e, quando l’incendio fu domato, il lago di Ginevra era ricoperto da un denso strato di fumo.
Fu Roger Glover, bassista della band, ad avere l’idea per il titolo di una canzone. Glover raccontò che lo spunto gli venne in sogno, qualche giorno dopo l’incendio, quando vide il fumo che dal casinò si riversava sulle acque del lago: fumo sull’acqua, Smoke on the Water Smoke on the water a fire in the sky»).
Glover aveva qualche dubbio in merito al titolo, perché poteva far venire in mente una canzone sulla droga, ma tant’è.

Lo studio mobile affittato dagli Stones non era economico e i Purple dovettero trovare velocemente una nuova location per le registrazioni. Una prima opzione fu il teatro The Pavilion, ma le lamentele dei vicini per il volume elevato fecero si che venissero sfrattati immediatamente.

La band si trasferì allora nel Grand Hotel di Montreux, dove portò a termine la maggior parte di quello che sarebbe diventato una delle pietre miliari nella discografia rock: Machine Head.
Qui Smoke on the Water, abbozzata nelle precedenti sessioni di registrazione, viene completata dall’accurato ed evocativo testo scritto dal cantante Ian Gillan e dalla chitarra di Ritchie Blackmore, con uno dei riff più famosi e travolgenti di tutti i tempi.

Quattro note che Blackmore disse in seguito essere una libera interpretazione di un brano tratto dalla Sinfonia n. 5 di Ludwig van Beethoven.
L’organo di Jon Lord, la batteria di Ian Paice e il basso di Roger Glover, completarono il tutto in modo praticamente perfetto.

Non c’è nulla fuori posto, niente di esagerato o sottotono nel brano. In un’intervista pubblicata dalla rivista inglese Classic Rock n. 234 dell’aprile 2017, Ian Paice afferma: “Quello che è sorprendente della canzone, in particolare del riff di Ritchie, è che nessuno l’aveva mai fatto prima, perché è così gloriosamente semplice e meravigliosamente soddisfacente”.
Proprio così: una canzone “perfettamente” semplice e travolgente, facile da eseguire e da tenere a mente, perfettamente equilibrata, che va dritta al punto per non lasciarti più.

La band inglese non era convinta della bontà della canzone, anche per il testo particolarmente descrittivo. Fu Nobs a convincerli a inserire Smoke on the Water nel disco.
I Deep Purple erano a cena dall’impresario e gli fecero ascoltare il brano che parlava anche di lui («Funky Claude was running in and out, pulling kids out of the ground»).
Dopo averla ascoltata, Claude Nobs gli disse che la canzone era assolutamente da incidere, cosi decisero di fidarsi del giudizio del manager svizzero e di inserirla all’interno della track list di Machine Head.

Il disco, registrato tra il 6 ed il 21 dicembre 1971, vede come ingegnere del suono il veterano Martin Birch, che già aveva lavorato con i Deep Purple e che sarà con la band in quasi tutti i loro dischi fino a fine anni settanta.
Lo possiamo trovare anche con Fleetwood Mac, Wishbone Ash, Rainbow, Whitesnake, i dischi da solista di Jon Lord, i Black Sabbath, Roger Glover, i primi dieci anni di produzione degli Iron Maiden, Jeff Beck, Gary Moore. Michael Schenker Group e tantissimi altri.

Viene pubblicato il 25 marzo 1972, ma Smoke on the Water continua a essere un pezzo in cui la band non crede particolarmente e non si aspetta possa essere un successo, tanto che anche live non viene eseguita molto spesso.

Le cose cambiano l’anno successivo, quando il 21 maggio del 1973, la canzone viene pubblicata come terzo singolo dell’album (Never Before e Highway Star erano stati il primo e il secondo).

Da quel momento la canzone ha scalato le hit parade di tutto il mondo, diventando uno dei maggiori successi rock raggiungendo, in America, il quarto posto della Bilboard Hot 100 e il secondo su Record World.
Con Hush, del 1968, divenne il maggior successo americano dei Deep Purple, guadagnandosi il Disco d’Oro nel Regno Unito, Italia e Stati Uniti.
Machine Head, invece, riuscì a entrare all’interno della Top 10 degli album più venduti e diviene doppio Disco D’oro in Francia, Disco D’oro in Italia, Regno Unito, Giappone e doppio Disco di Platino negli Stati Uniti.

I Deep Purple sono tornati a Montreux due anni dopo, nel 1973, con una nuova formazione che vedeva al posto della voce acuta e potente di Ian Gillan, quella più roca, impastata e blues di un altro grande del rock come David Coverdale e il basso (e voce) funky/blues di Glen Hughes al posto di Roger Glover, per registrare un altro masterpiece della band e del rock: Burn.

Nel 1975, quattro anni dopo l’incendio, il casinò è stato riaperto e le note del famoso riff di Smoke on the Water fanno da decorazione alla balaustra della terrazza che si affaccia sulla sala da gioco. Lungo la riva del lago è stato collocato un monumento ora rimosso (probabilmente perché bruttino) con il nome della band, il titolo della canzone e (ancora una volta) le note del riff.

Smoke on the Water è ancora oggi, a distanza di quasi cinquant’anni, uno dei momenti cardine nei concerti dei Deep Purple. Entusiasma e scatena i fan di allora come quelli di oggi. Una vera istituzione del rock, capace di far esplodere le arene di tutto il mondo quando eseguita.


Smoke on The Water

B-side
Smoke on the Water (live)

Deep Purple
EMI (UK)
Warner Bross (USA)
1973

Deep Purple
Machine Head

 Martin Birch: engineering,
mixing with Deep Purple

Purple Records (UK)
Warner Bros (USA)
1972

 

Side one
1 – Highway Star
2 – Maybe I’m a Leo
3 – Pictures of Home
4 – Never Before

Side two
1 -Smoke on the Water
2 – Lazy
3 – Space Truckin

 

The band
Ian Gillan: vocals, harmonica
Ritchie Blackmore: guitar
Roger Glover: bass, cori
Jon Lord: piano, keyboards, organ, cori
Ian Paice: drums, percussion


The song
(Smoke on the Water)

We all came out to Montreux
On the Lake Geneva shoreline
To make records with a mobile
We didn’t have much time
Frank Zappa and the Mothers
Were at the best place around
But some stupid with a flare gun
Burned the place to the ground

Smoke on the water, a fire in the sky
Smoke on the water

They burned down the gambling house
It died with an awful sound
Funky Claude was running in and out
Pulling kids out the ground
When it all was over
We had to find another place
But Swiss time was running out
It seemed that we would lose the race

Smoke on the water, a fire in the sky
Smoke on the water

We ended up at the Grand hotel
It was empty cold and bare
But with the Rolling truck Stones thing just outside
Making our music there
With a few red lights and a few old beds
We make a place to sweat
No matter what we get out of this
I know we’ll never forget

Smoke on the water, a fire in the sky
Smoke on the water

 

 

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