Uno dei dischi inediti più famoso al mondo è senza ombra di dubbio SMiLE (scritto proprio così) dei Beach Boys. O meglio, sarebbe più corretto dire “era” visto che, dopo essere stato annunciato in uscita per l’inizio del 1967, poi per la fine dello stesso anno, spostato al 1972, slittato al 1989 e successivamente rinviato ancora al 1996, il disco è stato rilasciato ufficialmente a novembre 2011, a “soli” 44 anni dalla sua prima data d’uscita dichiarata.SMILE, I BEACH BOYS ATTESI PER 44 ANNI

Brian Wilson, era anima e mente dei Beach Boys, oltre a lui il gruppo comprendeva i suoi fratelli Dannis e Carl, suo cugino Mike Love e Al Jardine, amico dai tempi del college. Wilson non era mai troppo a suo agio con la pressione del pubblico; stanco sia fisicamente che mentalmente sul finire del 1964 decise, prima della data di Houston, di ritirarsi dal tour e di non partecipare più all’attività live della band.
Glen Campbell, che a quei tempi era già session man con il gruppo, lo sostituì per un breve periodo, prima di dedicarsi con successo alla sua carriera solista da cantante country e folk. Subito seguito nel 1965 da Bruce Johnston, che divenne uno dei membri effettivi dei Beach Boys e per loro scrisse numerosi successi.
Wilson voleva concentrarsi sulla creazione dei futuri dischi della band, renderli opere minuziosamente cesellate con fini orchestrazioni e raffinate produzioni in studio, sul modello di Phil Spector.

Quando i Beatles fecero uscire Rubber Soul (dicembre 1965) e Revolver (agosto 1966), Wilson concentrò tutta la sua attenzione sul prossimo lavoro dei Beach Boys. Il disco divenne una vera e propria fissazione per l’artista, che voleva superasse in tutto i due dischi degli eterni rivali inglesi, costringendo i tecnici dello studio di registrazione a estenuanti sessioni di lavoro per aiutarlo a mettere su vinile quelle che erano le sue idee e le sue concezioni di suoni.
Dal canto loro, anche gli altri membri della band non se la passavano bene in quanto a fatica e stress, poiché coinvolti in un processo creativo di cui non riuscivano a capire il punto d’arrivo. In ogni caso diedero fiducia a quello che, a tutti gli effetti, era il leader e l’anima del gruppo. Fiducia ripagata con quello che è ancora oggi definito come il migliore disco dei Beach Boys, nonché uno dei più importanti e influenti dischi di musica pop di sempre: Pet Sounds. Un disco molto più maturo dei precedenti, dai quali si discosta per la ricercatezza compositiva degli arrangiamenti, a partire dalle armonie dei cori, già complesse in passato, che ora vengono portate a un livello ancora superiore, ma anche per l’uso di una varietà di strumenti inusuali per il genere, dai più classici come trombone, clavicembalo, clarinetto, flauto e simili, ad altri ancora più particolari come il Theremin (il più vecchio strumento musicale elettronico di cui si ha notizia, inventato nel 1919 da Lev Sergeevič Termen, fisico e inventore sovietico), o decisamente  improbabili quali l’abbaiare di cani e i campanelli delle biciclette, cosa non da tutti i giorni per un famoso gruppo di surf music.
Pubblicato a maggio del 1966, pur contenendo successi come Wouldn’t It Be Nice e soprattutto God Only Knows, il disco non vendette come quelli precedenti. Tuttavia, il parere positivo da parte della critica, così come quello di molti artisti, tra cui gli stessi Beatles, che ne trassero ispirazione per la realizzazione di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band fu praticamente unanime. Paul McCartney non ha mai nascosto l’influenza di Pet Sounds sui successivi lavori dei Beatles e del fatto che fosse uno dei suoi dischi preferiti.

«Fu Pet Sounds che mi fece rimettere i piedi per terra. Adoro quell’album. Ne ho appena comprato uno ciascuno per i miei figli per la loro istruzione… Credo che nessuno sia musicalmente istruito finché non ha ascoltato quell’album»

Paul McCartney su Pet Sounds

Pet Sounds (1966)

La biblioteca del congresso (parlamento) degli Stati Uniti ha inserito Pet Sounds nella lista dei cinquanta dischi da preservare all’interno del National Recording Registry.
Sul finire delle registrazioni di Pet Sounds, Brian Wilson cominciò a pensare e creare quello che voleva essere la base del successivo lavoro del gruppo, che si concretizzò in una canzone che uscì come singolo nell’ottobre del 1966 e che si rilevò essere il più grande successo dei Beach Boys e anche una delle più famose canzoni pop di sempre: Good Vibrations.
La canzone è scritta da Wilson, che ne cura anche gli arrangiamenti e la produzione, su testi dello stesso musicista e di Mike Love, dopo che aveva scartato quelli del solito paroliere delle canzoni del gruppo, Tony Asher. Da quel momento le cose hanno iniziato a prendere una strana piega.

Con Good Vibrations, Brian Wilson aveva dato inizio al suo nuovo progetto, che lo stesso musicista aveva definito «teenage symphony to God», una sinfonia adolescenziale a Dio. Per i testi decise di coinvolgere Van Dyke Parks, cantautore e compositore americano, già famoso come attore-bambino per avere interpretato programmi televisivi e film cinematografici negli anni cinquanta. Sarebbe poi diventato uno dei più innovativi autori di musica pop e collaborerà con Ry Cooder, Ringo Starr, The Byrds, Loudon Wainwright III e molti altri. Le sue nuove composizioni sono un mix di generi che passa, senza soluzione di continuità, dal pop al folk, dalla psichedelia al ragtime e altro ancora.
Brian Wilson stava creando qualcosa che non si era mai visto prima, una sorta di pop d’avanguardia. Per quasi un anno Wilson lavorò alla stesura del disco, componendo e stravolgendo più volte una ventina di canzoni, registrando ore e ore di materiale, che veniva poi editato in diverse versioni, registrato nuovamente con diversi arrangiamenti, accorciato, allungato, scartato, ripescato e mai completato.
Il perfezionismo che l’artista pretendeva per arrivare all’esatto risultato che aveva in mente cominciò a logorare i membri della band, non abituati a sessioni lunghe mesi per l’incisione di un disco, dove un giorno si mandava all’aria il lavoro del giorno precedente e rivoluzionando quanto prodotto poco prima. Tra l’altro, non erano neanche certi di cosa realmente avesse in mente Wilson per l’album e temevano che le molte “sperimentazioni” dell’artista con le droghe (specialmente l’Lsd) ne condizionasse il giudizio e il lavoro. Era tutto molto strano per loro e molto lontano da quello che avevano fatto fino a quel momento, lontano da hit come Surfin’ Usa.
Dopo più di un anno, intorno a maggio del 1967, la misura era colma. Tutti i membri dei Beach Boys erano esausti e anche preoccupati del fatto che, per via dell’atteggiamento maniacale di Brian Wilson, il materiale registrato fino a quel momento era inutilizzabile. Decisero di farla finita e “staccare la spina” al progetto SMiLE.
E iniziò la leggenda.

Alla fine, del disco originale fu recuperato il recuperabile. A settembre del 1967, utilizzando alcune canzoni e registrazioni scartate da Brian Wilson, i Beach Boys pubblicarono Smiley Smile. Altre furono invece inserite nel 1993 nel cofanetto Good Vibrations: Thirty Years of the Beach Boys. Altri brani furono riarrangiati e utilizzati in successivi dischi, o inseriti in raccolte. Altri ancora, eseguiti dal vivo e poi apparsi su vari bootleg. Nel 2004, Brian Wilson decise di rimettere mano al disco. Ancora una volta con l’aiuto di Van Dyke Parks, che scrisse i testi mancanti o che con il tempo erano andati perduti, e il sostegno dei membri della band che accompagnavano Wilson dal vivo, ne registrò una nuova versione: Brian Wilson Presents SMiLE.
Il disco ottenne un buon successo di pubblico in Usa e in Inghilterra, guadagnandosi ben 3 nomination ai Grammy Awards e aggiudicandosi, per il brano Mrs. O’Leary’s Cow, il premio come Best Rock Instrumental Performance. Il plauso della critica fu generale, ma lo ritenne comunque inferiore sia al “rivale” Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, che a Pet Sounds, allora come ora considerato il vero capolavoro di Brian Wilson e dei “suoi” Beach Boys.
Nell’anno successivo, il 2005, Mike Love fece causa al cugino Wilson, affermando che la nuova registrazione del disco con materiale precedentemente registrato dalla band aveva causato un danno d’immagine ai Beach Boys, ma la causa venne archiviata perché il giudice stabilì che non c’erano gli estremi per procedere.

Il 31 ottobre 2011, Capitol Records pubblica The SMiLE Session (sul modello di The Pet Sounds Sessions, uscito nel 1997, su 4 dischi), disponibile in più versioni: un doppio CD, un doppio LP in vinile, un box set in edizione limitata e una speciale in digitale.
Il doppio CD contiene 19 brani (tra cui Heroes and Villains, Surf’s Up e una versione alternativa di Good Vibrations) che costituiscono una versione “possibile” di quello che avrebbe potuto essere il disco SMiLE, così come ideato nel 1966 e ricostruito sulla base delle registrazioni originali, avendo come riferimento anche la versione incisa nel 2004 da Brian Wilson.
In più ci sono 22 bonus tracks, composte da diverse sessioni in studio registrate tra il 1966 e il 1967, compresi passaggi strumentali, outtakes e “chiacchiere da studio”, per un totale di 41 tracce. Lo stesso Wilson ha avuto modo di dire che in effetti si tratta di una ricostruzione molto vicina a quello che aveva in mente, ma che comunque preferisce la sua versione del 2004.
La versione su doppio LP contiene le 19 canzoni di SMiLE su tre lati, più 5 bonus sul quarto.
Il box-set, invece, è costituito da cinque CD, due LP in vinile con una copertina apribile, due EP da 7’’, sempre in vinile, contenenti uno Heros & Villains Part One e Part Two e l’altro Vege-Tables e Surf’s Up, un porta foto, una riproduzione del libretto originale con l’inserto Smile, un poster della copertina realizzata da Frank Holmes.
Completa il tutto un libro di 60 pagine, rilegato a mano, che contiene le note di copertina dei Beach Boys – Brian Wilson, Mike Love, Alan Jardine e Bruce Johnston – oltre ai contributi artisti quali Frank Holmes, Peter Reum, Craig Slowinski, Tom Nolan, Dominic Priore, Marilyn Wilson-Rutherford, Diane Rovell, Dean Torrence, Mark Volman, Michael Vosse, David Anderle, Danny Hutton. In più, ci sono anche testi, illustrazioni (sempre di Frank Holmes), foto inedite, una completa e approfondita sessionografia e molto altro.

The SMiLE Sessions Box Set

 

The Smile Sessions, che nel 2013 si è guadagnato un meritatissimo Grammy come Best Historical Album, racconta quella che è stata la strada per la creazione del disco nel disco abbandonato alla fine degli anni sessanta. Su ogni edizione del disco le “canzoni chiave” ci sono tutte, ma è lampante che sia il box-set la versione più interessante. Un documento unico, sia sonoro che visivo, della creatività di un artista fuori dal comune, di un’epoca e della genesi di un disco che, probabilmente, se pubblicato nel 1967 come previsto avrebbe cambiato più di una cosa nel mondo della musica pop.
Non si tratta di un disco sempre semplice da ascoltare, anzi, a tratti è decisamente difficile, tanto da lasciare sconcertati e confusi in più di un’occasione. SMiLE è un disco perfetto nella sua imperfezione, che suona potente nella sua creatività, nella sua ricerca spasmodica della perfezione e che, ancora oggi, a più di 50 anni da quel 1967 che ne avrebbe dovuto vedere l’uscita sul mercato, risulta altrettanto importante per il panorama musicale pop (e rock).
Come molte delle creazioni di Brian Wilson, il disco era certamente in anticipo per i tempi, ma anche ora si percepisce un certo “spostamento” che non lo identifica con un’epoca temporale precisa, passata o presente, come se la musica pop non fosse in realtà ancora preparata per questo disco.
In ogni caso, una cosa è certa: le registrazioni di The SMiLE Session costituiscono la base e il modello di quello che il disco avrebbe potuto essere, qualora fosse stato pubblicato nel 1967, mettendo definitivamente la parola fine sull’argomento SMiLE.

SMiLE: un gioiello perduto e ritrovato


The Beach Boys
The SMiLE Session

Capitol Records
31-10-2011

48:24 Standard Edition
143:55 2 CD Edition
396:28 Box set

 

The Beach Boys
Al Jardine: lead, harmony and backing vocals, vegetable chomping (on “Vega-Tables”)
Bruce Johnston: harmony and backing vocals
Mike Love: lead, harmony and backing vocals, vegetable chomping (on “Vega-Tables”)
Carl Wilson: lead, harmony and backing vocals; electric guitar (on “Child Is Father of the Man”, “Wind Chimes” and “Good Vibrations”), Fender bass (on “Vega-Tables”, “Holidays” and “Wind Chimes”), acoustic guitar (on “Cabin Essence”), castanet (on “Child Is Father of the Man”), shaker (“on Good Vibrations”), vegetable chomping (on “Vega-Tables”)
Dennis Wilson: lead, harmony and backing vocals, drums (on “Vega-Tables” and “Holidays”), percussion (on “Vega-Tables”), Hammond organ (on “Good Vibrations”), xylophone (on “Vega-Tables”), vegetable chomping (on “Vega-Tables”)
Brian Wilson: lead, harmony and backing vocals; grand piano (on “Child Is Father of the Man”, “Surf’s Up”, “Vega-Tables”, and “Wind Chimes”), harpsichord (on “Do You Like Worms?” and “Wonderful”), tack piano (on “Heroes and Villains”, “Child Is Father of the Man”, “Wind Chimes”, and “Good Vibrations”), Baldwin organ (on “Heroes and Villains”), electric harpsichord (on “Heroes and Villains” and “Vega-Tables”), temple blocks (on “Love to Say Dada”), tambourine (on “Good Vibrations”), vegetable chomping (on “Vega-Tables”)

Guest
Gene Gaddy: “You’re under arrest!”
Van Dyke Parks: piano with taped strings (on “I’m In Great Shape”, “Do You Like Worms?”, and “Holidays”), upright piano (on “Cabin Essence”), tack piano (on “Heroes and Villains”, “Barnyard”, and “Do You Like Worms?”), marimba (on “Wind Chimes”)

Guest musicians
Charles C. Berghofer: upright bass – Hal Blaine: drums, percussion
Jimmy Bond, Jr.: upright bass – James Burton: dobro
Frank Capp: percussion, bongos, drums, glockenspiel, hi hat, stick, tambourine, temple blocks, vibraphone
Jerry Cole: guitar – Al De Lory: piano, tack piano
Joseph DiFiore: viola – Jesse Ehrlich: cello
Gene Estes: percussion, Hammond organ, marimba, percussion, recorder, shaker, triangle, piano,vibraphone, whistle
Carl Fortina: accordion – Sam Glenn: saxophone
Jim Gordon: drums, conga drums, tambourine
William Green: clarinet, flute, alto flute, piccolo, bass saxophone, tenor saxophone, whistle
Jim Horn: clarinet, flute, kazoo, piccolo, slide whistle, percussion
Armand Kaproff: cello – Alfred Lustgarten: violin
Arthur Maebe: French horn – Carol Kaye: bass guitar, banjo
Larry Knechtel: grand piano, organ – Jay Migliori: saxophone
Oliver Mitchell: trumpet – Tommy Morgan: harmonica, bass harmonica, jew’s-harp
Bill Pitman: guitar – Ray Pohlman: bass guitar
Don Randi: piano, harpsichord – Dorothy Remsen: harp
Lyle Ritz: upright bass – Billy Strange: guitar
Paul Tanner: Electro-Theremin
Don Randi: celeste, electric harpsichord, grand piano, tack piano
Tommy Tedesco: guitar, bouzouki – Alan Weight: trumpet

 

CD 1
01 Our prayer
02 Gee
03 Heroes and villains
04 Do you like worms (Roll Plymouth Rock
05 I’m in great shape
06 Barnyard
07 My only sunshine (The old master painter/You are my sunshine)
08 Cabin essence
09 Wonderful
10 Look (Song for children)
11 Child is father of the man
12 Surf’s up
13 I wanna be around/Workshop
14 Vega-tables
15 Holidays
16 Wind chimes
17 The elements: Fire (Mrs. O Leary’s cow)
18 Love to say dada
19 Good vibrations
Bonus tracks
20 You’re welcome
21 Heroes and villains (stereo mix)
22 Heroes and villains sections (stereo mix)
23 Vega-tables (demo)
24 He gives speeches
25 Smile backing vocals montage
26 Surf’s up 1967 (solo version)
27 Psycodelic sounds – Brian falls into a piano
28 (hidden track) Smile Retail Promo Advertisement

CD 2
01 Our prayer dialog (9/19/66)
02 Heroes and villains: Part 1
03 Heroes and villains: Part 2
04 Heroes and villains: Children were raised (1/27/67)
05 Heroes and villains: Prelude to fade (2/15/67)
06 My only sunshine (11/14/66)
07 Cabin essence (10/3/66)
08 Surf’s up: 1st movement (11/4/66)
09 Surf’s up: Piano demo (12/15/66)
10 Vega-tables: Fade (4/12/67)
11 The elements: Fire sessions (11/28/66)
12 Cool, cool water (version 2) (10/26/67-10/29/67)
13 Good vibrations sessions highlights

 

 

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