Cerchiamo di capire perché Slam Dunk è considerato uno dei migliori spokon, manga di genere sportivo. Scritto e disegnato da Takehiko Inoue, Slam Dunk è ambientato nel mondo della pallacanestro liceale, sport che lo stesso autore ha praticato da ragazzo e di cui è rimasto appassionato.
Il fumetto è stato pubblicato in Giappone dal 1990 al 1996, durante il boom dell’Nba dovuto ai successi di Michael Jordan, quando il basket era diventato lo sport più popolare del mondo dopo il calcio.

La particolarità che ha reso Slam Dunk un successo non è solo aver trattato uno sport che di rado abbiamo visto in un manga (ricordiamo Dash Kappei, in Italia noto come Gigi la Trottola), ma soprattutto averlo descritto in modo realistico, sia pure intervallato da spassosi momenti comici.

Sebbene i protagonisti siano dei liceali con fisici e talento da professionisti, in Slam Dunk non assistiamo a colpi irrealistici e fantasiosi come in altri manga sportivi. Quindi niente “tiro della tigre”, “goccia di ciclone” o allenamenti al limite delle condizioni umane, ma prestazioni sportive reali che richiamano agli atleti veri.

HANAMICI SAKURAGI E LO SHOHOKU

Il protagonista di Slam Dunk è Hanamici Sakuragi, un teppista al primo anno di liceo presso l’istituto Shohoku. Alto 1.89 cm e con i capelli rossi, a causa della sua eccessiva esuberanza, della sua goffaggine e del suo scarso acume è continuamente respinto dalle ragazze.

Passa il tempo a bighellonare con gli amici, che spesso e volentieri lo sfottono per i suoi insuccessi amorosi. Sakuragi si avvicina al basket per caso, inizialmente per fare colpo sulla graziosa Haruko Akagi, grande appassionata di questo sport, che vede nel nostro protagonista un potenziale campione, vista la statura e l’incredibile potenza nel salto.

SLAM DUNK E IL REALISMO DEL BASKET


Sakuragi però è un totale dilettante di questo sport, non ne conosce le basi ed è tutt’altro che incline alla disciplina, oltre a essere immaturo, rissoso, arrogante e pure parecchio ignorante. Una combinazione di difetti che stride con la ferrea disciplina che il capitano del club di basket, Takenori Akagi, il fratello maggiore di Haruko, esige dalla squadra.

Eppure nella sfida “uno contro uno” che avviene tra i due è inaspettatamente Sakuragi a vincere, riuscendo a segnare un canestro contro l’impenetrabile difesa di uno dei migliori giocatori della prefettura (distretto amministrativo giapponese che corrisponde alla nostra provincia).

Questa vittoria permette ad Hanamici Sakuragi di venire incluso nella squadra, dove però dà parecchi grattacapi per la sua poca voglia di allenarsi nei fondamentali.

Siamo dunque lontani dagli atleti predestinati come Holly Hutton, in grado di vincere quasi da solo le partite. Hanamichi Sakuragi è sì un atleta superbamente dotato, ma un totale dilettante che deve imparare uno nuovo sport dalle basi.

Questo sarà motivo di frustrazioni che daranno vita a momenti esilaranti, spesso disegnati in maniera super deformed.

SLAM DUNK E IL REALISMO DEL BASKET


Ad aumentare il malcontento di Sakuragi è la presenza in squadra di Kaede Rukawa, vera promessa di questo sport, dotato di un incredibile talento. Oltre a essere l’asso della squadra è pure oggetto delle attenzioni di Haruko Akagi, dando al nostro eroe una doppia motivazione per detestarlo (abbiamo parlato di Rukawa nell’articolo dedicato agli antieroi dei manga).

Probabile ispirazione di Takehiko Inoue potrebbe essere il manga del 1985 F-Motori in pista ambientato nel mondo della formula 1: Slam Dunk non ha né la drammaticità né l’erotismo, ma il protagonista Gunma Akagi, oltre ad avere lo stesso cognome del capitano dello Shohoku, ha il medesimo carattere di Sakuragi e assomiglia incredibilmente a Rukawa.

SLAM DUNK E IL REALISMO DEL BASKET
SLAM DUNK E IL REALISMO DEL BASKET


La prima parte di Slam Dunk alterna le vicende sportive a quelle private del protagonista, spesso invischiato in risse con i teppisti. Inoue è molto bravo a passare dai momenti buffi a quelli di alta tensione.

Come quando introduce altri due protagonisti: Ryota Myagi, piccolo di statura ma abilissimo playmaker, che condivide con Sakuragi l’arroganza e la sfortuna in amore (i due diventeranno grandi amici), e soprattutto Hisashi Mitsui.

Quest’ultimo ai tempi delle medie era un Mvp, acronimo di Most Valuable Player, ossia giocatore di maggior valore, titolo che si dà al miglior giocatore di una partita o di una stagione sportiva. Il quale sarebbe dovuto diventare l’asso dello Shohoku sotto la guida dell’allenatore Anzai, ex severissimo coach di squadre universitarie divenuto un bonario allenatore di liceo.

A causa di un infortunio e poi nel vedere riposte le speranze del club su Akagi, Mistui ha mollato lo sport e ha iniziato a frequentare i teppisti, assieme ai quali attacca briga con la squadra di basket.

Il tema del bullismo e delle gang giovanili è spesso ripreso nei manga: un’altra ispirazione per Slam Dunk di Takehiko Inoue potrebbe essere il manga del 1988 Kyō kara ore wa!!, in Italia noto come Due come noi, in cui due teppisti del liceo fanno una rissa dopo l’altra, passando da situazioni comiche a pestaggi all’ultimo sangue, in un’alternanza che assomiglia molto a quella che Inoue ha dato a questa prima parte del manga.

SLAM DUNK E IL REALISMO DEL BASKET



IL VERO BASKET

Nella seconda parte di Slam Dunk la narrazione si concentra più sulla dimensione sportiva. Dopo aver risolto le proprie divergenze e aver incluso in squadra Ryota e il “perdonato” Mistui (che si rivela ancora un’eccellente cestista specie nei tiri da tre punti), lo Shohoku si appresta a qualificarsi al campionato nazionale.

Le sfide che aspettano questi giovani ci vengono mostrate come spettacolari scontri Nba, resi ancora più simili dai colori delle divise (di cui il lettore però può godere soltanto nelle copertine, essendo il manga in bianco e nero).

Lo Shohoku ha i colori sociali dei Chicago Bulls (rosso e nero), i rivali del vicino liceo Ryonan hanno quelli degli Orlando Magic, il fortissimo liceo Shoyo il verde dei Boston Celtic e i campioni regionali del Kainan, la squadra più forte della prefettura, hanno i colori dei Los Angeles Lakers.


Le gare per qualificarsi al campionato nazionale sono vere e proprie battaglie sportive, in cui assistiamo ai progressi di Hanamichi Sakuragi, che migliora di partita in partita, e alle prodezze dell’asso Rokawa, vera e propria superstar del basket liceale.

Inoue ci fa appassionare alle sfide approfondendo anche il passato dei rivali, che vengono mostrati per quello che sono: ragazzi con ambizioni sportive, con i sacrifici, le debolezze e l’impegno necessario per raggiungere certi traguardi. Personaggi realistici e umani con cui è facile empatizzare e immedesimarsi perché in Slam Dunk il mondo del basket è il vero protagonista.

Non mancano i riferimenti ai giocatori Nba, moltissime vignette delle partite sono riprese da momenti reali. Lo stile di gioco di Sakuragi ricorda quello di Dennis Rodman, di cui condivide la capigliatura colorata, l’egocentrismo e soprattutto l’abilità nel rimbalzo sottocanestro. Altro riferimento a un giocatore realmente esistitente è Rick Barry, di cui Sakuragi copia la posa nel tiro libero (eseguito con entrambe le mani dal basso verso l’alto).


Per la sua predisposizione al gioco, all’eseguire canestri impossibili, all’abilità nel palleggio Rukawa è senza dubbio ispirato a Michael Jordan, di cui ha anche il polsino nero portato sull’avambraccio. In una partita esegue un tiro libero a occhi chiusi, cosa che Jordan fece realmente contro i Denver Nuggets nel 1991.


Tra partite vinte contro avversari impossibili, infortuni, risse e sconfitte inaspettate. Takehiko Inoue con Slam Dunk è stato capace di portare il vero basket Nba su carta, facendo innamorare di questo sport milioni di lettori giapponesi.




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