Rimini Rimini (1987) di Sergio Corbucci è una commedia di ambientazione vacanziera che collega tra loro diversi episodi facendo riferimento alla nota località balneare romagnola.
Il film è scritto e sceneggiato da ben otto autori: Sergio e Bruno Corbucci, Mario Amendola, Massimo Franciosa, Maurizio Micheli, Marco Risi, Gianni Romoli e Bernardino Zapponi.
Il titolo ricorda il romanzo di Pier Vittorio Tondelli del 1985 (Rimini), ma non ha niente in comune.

 

Il film asseconda il mito della località balneare non idonea al turismo da famiglie, ma con vocazione notturna. Le storie non s’intrecciano (se non in minima parte nel finale), ma sono unite dal comun denominatore della location e sono sceneggiate con un contenuto erotico.

Serena Grandi, proprietaria di un locale notturno, circuisce e si vendica di un pretore moralista e imbranato come Paolo Villaggio.
Laura Antonelli è una triste riccona che si invaghisce di Maurizio Micheli, in assenza del rozzo compagno Adriano Pappalardo.
Eleonora Brigliadori è una ragazza a caccia di avventure, ma resta delusa da tutti, persino dal figlioletto dell’amica che si fa pagare la prestazione sessuale.
Andrea Roncato è un prete che incontra a bordo di un motoscafo la sexy suora Elvire Audray.
Jerry Calà assolda la prostituta Livia Romano per spacciarla come moglie disponibile e firmare un contratto con un ricco imprenditore.

SERENA GRANDI E LAURA ANTONELLI IN RIMINI RIMINI

Rimini Rimini è commedia balneare a tutti gli effetti, colonna sonora composta da un puzzle di brani in voga nel periodo, così intensa e pervasiva da trasformare il film in una sorta di musicarello erotico.
Commedia sexy che risente del passare dei tempi e dei ritmi televisivi, spicca in un ruolo patologico Serena Grandi, stemperato dall’ironia di Paolo Villaggio, imbranato seduttore, e da un finale in salsa gay con Maurizio Micheli.
Serena Grandi va ricordata per lo strip stile Nove settimane e mezzo, pervaso di comicità pura, ma comunque intenso.
Non dimentichiamo una sexy Eleonora Brigliadori, prima impegnata in palestra con un culturista e subito dopo a letto con un dodicenne.

Laura Antonelli è la mattatrice di un episodio nei panni di Noce, rozza teledipendente che parla come se interpretasse una fiction televisiva, accudita da tre massicci fratelli dopo la scomparsa in mare del compagno. Noce è una ricca proprietaria di una catena di macellerie, ma ha perso il sorriso che ritrova solo grazie a Maurizio Micheli quando canta per lei Champagne di Peppino Di Capri.
L’episodio si ricorda per la sequenza della carriola, davvero poco erotica, perché i due attori la interpretano più che vestiti. Per il povero Micheli finisce male, con il ritorno di Pappalardo dalle acque, la bella Noce sceglie un uomo ben più virile.

SERENA GRANDI E LAURA ANTONELLI IN RIMINI RIMINI

Il segmento migliore del film resta quello interpretato dalla coppia Grandi-Villaggio, con incursione finale di Micheli, pervaso da un mix interessante di erotismo ai limiti del trash e di comicità stile Fracchia-Fantozzi.
I due attori ottengono un buon successo, al punto che a loro interpretazione comico-erotica viene replicata in altre apparizioni cinematografiche e televisive. Indimenticabile il tango ballato in balera da Villaggio (in abiti femminili) e Micheli, che termina con un bacio rivelatore.

SERENA GRANDI E LAURA ANTONELLI IN RIMINI RIMINI

Il cast femminile è eccellente, anche Livia Romano nei panni di Marisa delle tre fontane, la più giallorossa delle puttane, non è niente male.
Sylva Koscina compare per poche sequenze nell’episodio con protagonista assoluto Jerry Calà, che ricordiamo per la battuta-citazione: “Saran pure belle di notte ma di giorno fanno schifo!”.
L’episodio interpretato da Calà, Romano, Bonacelli e Koscina è un remake (rivisto in salsa Calà) del segmento Eritrea, tratto dal film La mia signora, interpretato da Alberto Sordi e Silvana Mangano.
Bene Monica Scattini, amica matura di Eleonora Brigliadori, intenta a consigliarle uomini da portarsi a letto per scacciare la depressione da divorzio.

SERENA GRANDI E LAURA ANTONELLI IN RIMINI RIMINI

Camillo Milli è il medico pacioso che cura Villaggio ogni volta che si caccia nei guai e funge da confidente per i problemi di natura erotica. Gigi Sammarchi è uno degli amanti imbranati della Brigliadori, pessimo in tutti i sensi, valido solo come guida turistica de L’Italia in miniatura.
Molto meglio Andrea Roncato nei panni di un prete che si concede un’avventura erotica con una suora (Audray) che poi ritrova a bordo dell’aereo, futura collega di una missione (poco) spirituale. Sebastiano Somma è un altro amante decorativo della Brigliodori e pure come interprete non lascia il segno.

Rimini Rimini è un grande successo della stagione cinematografica. Il film si presta anche per una visione sul piccolo schermo e gode di diverse versioni di durata variabile, introvabile la più lunga da 220’. Le altre sono: 170’ (integrale), 143’ (parzialmente integrale), 114’ (cinema, vhs e dvd).
Il film in alcuni casi passa in televisione senza l’episodio interpretato da Andrea Roncato. La versione consueta è quella da 114’. Quella lunga tagliata, da 143’, è stata trasmessa da Rete 4 nel maggio 2012 e ad agosto 2012 su Iris: gli episodi non sono intrecciati tra loro e sono molte le scene aggiuntive.
La versione lunga da 170’ è passata in due serate su Canale 5 a fine anni ottanta ed è stata replicata su Italia 1 nell’ottobre del 1991.

La critica è stata come sempre inflessibile con il comico in generale e con Sergio Corbucci in particolare.
Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): “Gli ultimi scampoli della commedia all’italiana moribonda si incrociano con la nascente commedia vanziniana, complice nel celebrare i nuovi ricchi e succube di una mitologia consumistica. Ma non mancano figurine azzeccate come quella di Micheli, ed è quasi profetica l’anticipazione del clima cafone degli anni a venire”.
Morando Morandini (una stella): “Si sono messi in 9 a scrivere il copione di questa episodica commediaccia balneare: tette al vento, cosce lunghe, corna, facezie da spiaggia, barzellette sceneggiate”. Morandini è molto caustico ma non ha visto il film e non ha contato bene gli sceneggiatori, che sono otto invece di nove.
Pino Farinotti, il più buono con due stelle, definisce il film “farsesco e costellato di tipi pittoreschi”.
Piace molto a Marco Giusti (Stracult): “Notevolissimo movie-movie vacanziero con un cast di star di tutto rispetto. Grandi gag coatte. L’episodio migliore è quello di Villaggio, ma è bello anche quello della famiglia burina di macellai. Moscio l’episodio di Calà. Grande spreco di battute sciatte tutte giocate sui claim degli spot televisivi ed esordio della ballerina di gamba lunga, ma non di grande fortuna, Livia Romano, che prende il posto di Giuliana De Sio come coprotagonista dell’episodio”.

Regia: Sergio Corbucci. Soggetto e Sceneggiatura: Mario Amendola, Bruno Corbucci, Sergio Corbucci, Massimo Franciosa, Maurizio Micheli, Marco Risio, Giovanni Romoli, Bernardino Zapponi. Coreografie: Franco Miseria. Costumi: Nicoletta Ercole. Scenografia: Marco Dentici. Montaggio: Tatiana Casini Morigi. Direttore di Produzione: Valentino Signoretti. Fotografia: Danilo Desideri. Aiuto Regista: Mauro Cappelloni. Operatore alla Macchina. Pino De Biase. Maestro d’Armi: Clemente Ukmar. Fotografo di Scena: Enrico Appetito. Mixage: Danilo Moroni. Produttore Esecutivo: Francesco Casati. Distribuzione: Medusa. Produttore: Augusto Caminito. Casa di Produzione: Scena Film Production, in associazione con Reteitalia spa. Teatri di posa. De Paolis – Incir (Roma). Pellicola: Kodak. Colore: Telecolor. Colonna Sonora – Canzoni: Rimini splash down (Righeira), Champagne (Peppino Di Capri), Concerto popolare (Raul Casadei), Con te (Giuni Russo), Così non va, Veronica (Edoardo Bennato), Duetto (Pippo Caruso), E la luna bussò (Loredana Bertè), Il clarinetto (Renzo Arbore), Innamorarsi in Riviera (Raul Casadei), Kangarù (Lorella Cuccarini), Love and sunshine (Time Out), Nell’aria c’è (Umberto Tozzi), Pagaia (Tony Esposito), Showing out (Mel & kim), Sinuè (Tony Esposito), Sole, sole (Eugenio Bennato), Splendido (Raul Casadei), Touch me (Samantha Fox), The captain of her heart (Double), Valzer naif (Raul Casadei), Waves (Schirone). Sequenze aeree: Folco Quilici “L’Italia vista dal cielo – Emilia Romagna e Marche”. Esterni: Rimini, Cesenatico, Gabicce Mare, Riccione, Ravenna (Discoteca Ca’ del Liscio).
Interpreti: Laura Antonelli, Elvire Audray, Eleonora Brigliadori, Jerry Calà, Serena Grandi, Maurizio Micheli, Livia Romano, Andrea Roncato, Monica Scattini, Arnaldo Ninchi, Sylva Koscina, Giuliana Calandra, Adriano Pappalardo, Pierluigi Sammarchi, Paolo Bonacelli, Paolo Villaggio, Enrico Appetito, Andrea Azzarita, Giovanni Febbraro, Lidia Mancinelli, Girolamo Marzano, Camillo Milli, Guido Monti, Mario Pedone, Sebastiano Somma, Natale Tulli, Alex Vitale, Gian Fabio Bosio.

 

Rimini Rimini – Un anno dopo (1988) va ricordato come stanco sequel diretto da Sergio Corbucci insieme a Giorgio Capitani. Il risultato è modesto pure in termini di pubblico. Corbucci gira quattro episodio su cinque: Il nipote del vescovo (Andrea Roncato, Isabel Russinova, Petra Scharbach, Dario Salvatori e Loredana Romito); La legge del taglione (Maurizio Micheli, Maria Rosaria Omaggio, Adriano Pappalardo e Tosca D’Aquino); La scelta (Renzo Montagnani, Eva Grimaldi e Sabrina Ferilli); un ultimo episodio non firmato che racconta la voglia di una ragazza di trasgredire alle regole.
Giorgio Capitani dirige soltanto Vu cumprà (Gianfranco D’Angelo, Gastone Moschin e Corinne Cléry). D’Angelo interpreta un finto venditore ambulante marocchino e finisce per andare a letto con Corinne Cléry, la bella moglie di Moschin, cornuto beffato secondo le regole della commedia sexy.
La sceneggiatura è di Mario Amendola e Bruno Corbucci. Capitani ci finisce dentro, ma non è un suo film.

Sono film che partono da Sapore di mare, ma anche dalla commedia balneare classica, per arrivare poco lontano, strappano qualche leggero sorriso e mostrano un pizzico di nudità femminile. Ma tutto sommato si rivedono volentieri.

 

Gordiano Lupi, autore dell’articolo, ha scritto “Gloria Guida, Il sogno biondo di una generazione”, La cineteca di Caino

 

 

 

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