Avrei voluto scrivere un articolo sul luogo incantevole in cui vivo, un articolo che avrebbe ammaliato i turisti, li avrebbe stregati, fatti venire nella mia isola a milioni. Avrebbero condiviso le loro fotografie su Whatsapp e su Facebook. Altri sarebbero venuti, il sorriso stampato sulle labbra…

Il destino, però, ha deciso diversamente.

Ho rinunciato a descrivere il mio mare, la laguna di Mistras, lo stagno di Cabras, quello di Sale ‘e Porcus, lo stagno di Santa Giusta, lo stagno Pauli Maiore e il vicino stagno Pauli Figu. Ho abbandonato l’idea di fare una carrellata fino allo stagno di San Giovanni, di parlare dei numerosi corsi d’acqua che attraversano l’oristanese tra cui, il più importante, il fiume Tirso.

Mi sono astenuto di presentare i miei amici fenicotteri, gli aironi, i cormorani, le avocette, i cavalieri d’Italia.

Perché?

La ragione di tutto questo è che, mentre svolazzava su Google maps, lo sguardo, questo moscone blu, si è posato su un nome, quello di un rio che si getta nello stagno Pauli Maiori e, in uscita, lo collega a quello di Santa Giusta: Riu Merd ‘e Cani.

In un attimo sono passato dal sacro al profano.

Tradotto, Riu Merd ‘e Cani dovrebbe significare…

Non è il caso. Mi sembra che la traduzione sia ovvia.

Ho subito pensato che si trattasse di un errore. Può sempre capitare. Non sarà, per caso, che, in buona fede, qualcuno abbia scritto Merd ‘e Cani anziché Merdegani? chiedo a Google. Il motore di ricerca mi restituisce la parola Merdegani accompagnata da alcuni nomi: Isa, Mohamed, Mosa… Niente a che vedere col nostro rio.

Cerco allora Merdecani, con la C, sempre su Google. Questa volta, ho dei risultati interessanti. Scopro, in un documento che tratta di attraversamenti di corsi d’acqua, che nella zona di Pabillonis, paese a sud di Oristano, il termine di Merdecani ricorre ben tre volte: Roia Merdecani, Riu Merdecani e affluente Merdecani.

In un secondo documento, che tratta di metanizzazione della Sardegna, leggo, sempre riferito a Pabillonis: Rio Merdecani.

Il terzo documento appartiene al Consorzio di bonifica oristanese. Leggo che in località Merdecani, nel comune di Palmas Arborea, nei pressi di Oristano, c’è un impianto corrispondente al ridente nome di Merd ‘e Cani.

Vicino a Carbonia abbiamo, infine, il ponte Merd ‘e Cani.

La rete non mi dà altre informazioni.

Sempre sul famoso motore di ricerca scrivo allora il nome del rio in italiano omettendo “cane” e, paradossalmente, mi ritrovo davanti a una pagina Wikipedia francese. Leggo: “(Per derisione) soprannome dato a diversi corsi d’acqua la cui qualità dell’acqua è dubbia“. A complemento, alcune righe tratte da un romanzo di Claude Rank dall’eloquente titolo di Rio Merda: “Il rio Merda, dicevano i nervosi, era quel pezzo di porcheria di canale che un ex governatore che si credeva più furbo degli altri aveva fatto scavare anni addietro, ai tempi dei forzati, con l’intento di bonificare, così credeva quell’imbecille, Cayenna“.

Sempre nella stessa pagina leggo che Rio Merda è il soprannome del Lafond, fiumiciattolo che attraversa la città di La Rochelle e in cui non è consigliato fare il bagno.

Rimango perplesso. A chi potrebbe interessare un articolo che parla di…? Che faccio, mi sono chiesto, faccio finta di niente e torno al mare, agli stagni, alla laguna e agli uccelli?

Ma sì! Scriviamolo quest’articolo! Vedrai come saranno contenti i turisti!

Ma lo sguardo, come ho scritto più su, è un moscone blu. Questa volta si posa sul nome di un rio affluente del Riu Merd ‘e Cani.

È il Riu Pisce ‘e Mulleri.

Che tradotto dà: Rio piscio di moglie.

Ora, i turisti, se vogliono venire, vengano pure. Non mi opporrò. Anzi, sarò il più contento degli uomini. Sappiano, però, che quell’odore caratteristico che sentiranno nei pressi di Santa Giusta, in corrispondenza del ponte romano, non è esattamente odore di stagno.

 

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