Avevo imparato a leggere all’età di tre anni, e cosa leggevo? Naturalmente fumetti. Posso ricordare testate e storie degli anni 1958-59. Apprendevo cose utili dai fumetti, ma altre mi creavano handicap. Per esempio andando a scuola in prima elementare feci molta fatica a imparare a scrivere in corsivo. Fino allora, imitando le scritte dentro le nuvolette, sapevo scrivere solo in stampatello.

All’età di 6-7 anni, quindi nel 1960-61 iniziai a leggere gli Albi del Falco, dove apparivano le avventure di Nembo Kid alias Superman; di Batman, di Flash e Lanterna Verde.

 


Rispetto ai fumetti per bambini a cui ero abituato, come Topolino e Corriere dei Piccoli, era uno stile e un ambiente diverso.
Nembo Kid aveva come alter-ego un occhialuto giornalista, ma quando era in versione super non aveva ostacoli, eccetto una sostanza verde chiamata kryptonite. Un suo amico giovane fotografo, Jimmi Olsen, aveva il privilegio di poterlo chiamare con una specie di allarme dentro un orologio da polso.
Non mancavano elementi comici, come il buffo ometto Mxyzptlk che si divertiva a burlare l’”uomo d’acciaio”, ma spariva se per caso pronunciava il proprio nome all’incontrario.
Il cane di Nembo Kid, Krypto, era uguale a Brick, che viveva presso un mio prozio del paesino di Carentino (provincia di Alessandria). Purtroppo, alla morte del suo padrone Brick non sopravvisse.

Brick, incarnazione del cane Krypto di Superman


Un’altra variante era il mondo alla rovescia, dove Nembo Kid e gli altri personaggi avevano la faccia quadrata e parlavano sgrammaticati.
Le due donne di Nembo Kid erano la biondina Lana Lang, nella serie delle storie giovanili, e la brunetta Lois Lane nelle vicende recenti, probabile futura moglie del superuomo.
Nembo Kid aveva un nemico fisso, lo scienziato Lex Luthor, intelligente ma sfortunato nelle sue iniziative criminali sempre sventate dal superuomo.

Batman e Robin combattevano sì dei nemici mostruosi e qualche extraterrestre, però non lo avevo ancora visto con gli avversari storici: il Joker (il Jolly in Italia), il Pinguino, Catwoman. Flash correva come un fulmine e Freccia Verde era una specie di Robin Hood con superpoteri.

La cosa durò per tre o quattro anni, alla fine mi stufai e lasciai perdere quei personaggi, che tutto sommato mi divertivano meno di Tiramolla e il lupo Pugacioff di Giorgio Rebuffi. Parecchi anni dopo scoprii che le storie sugli Albi del Falco venivano ampiamente taroccate nelle pubblicazioni italiane.

Da ragazzo ho partecipato al salone di Lucca come visitatore a caccia di autografi. Nel 1974 Luciano Secchi, direttore di Eureka, Kriminal, Satanik, Alan Ford, e delle serie Marvel (Fantastici Quattro, Thor, l’Incredibile Hulk, l’ Uomo Ragno eccetera), era riuscito a portare in Italia Stan Lee.

A dire il vero in quel periodo non mi interessavo dei fumetti della Marvel, ero troppo preso dal fumetto francese del settimanale Pilote. Tuttavia la presenza di “Bunker”, di Sergio Trinchero, critico dei fumetti e mio buon amico, e di una frotta di ragazzini fecero sì che mi mettessi in coda per ottenere l’autografo dall’autore americano.

 

Lucca 1974: ricevo l’autografo da Stan Lee


Quando, tempo dopo, lessi le creazioni di Stan Lee non le trovai entusiasmanti. I supereroi erano diventati insicuri e nevrotici, e allora, mi dicevo, perché non cambiano mestiere? La grafica era eccellente, ma mi sembrava sprecata per quei soggetti: uomini gonfi di muscoli in costume aderente e donne dalle lunghe gambe e dai grossi seni. A parte il costume niente di molto diverso tra tutti loro. Inoltre era faticoso leggere i dialoghi, verbosi e suddivisi in molte nuvolette. Il buon fumetto è come il cinema, le scene devono correre.

Passano venti anni, ora sono io un autore di fumetti, e pure direttore artistico della rivista di gioco di ruolo Rune. Naturalmente tutto in piccolo. Faccio il talent scout per trovare dei giovani talenti del disegno che possano illustrare le pagine della rivista, sia con immagini nel testo, sia con pagine intere di fumetti.

Trovo una ragazza milanese, Isabella Dalla Vecchia, ottima disegnatrice con uno stile tutto suo, che non prende né dai comics né dai manga.

Discutiamo lungamente, non voglio imporre qualcosa che non sia sentito dall’artista che lo deve creare. Isabella vorrebbe cimentarsi con un supereroe. Scrivo per lei la storia di una insignificante nana, una specie di hobbit, che non conta nulla nel mondo fantasy del gioco di Dungeons & Dragons, ma trova un’arcana scritta in lettere runiche. Leggendola, per magia si trasforma in donna-drago di primo livello, grande, sexy e con super poteri come volare, lanciare fuoco, formulare incantesimi, sviluppare una forza invincibile e mantenere un altissimo punteggio di gioco. In realtà ciò che causa la trasformazione è la fiducia in sé stessi.

Runa, così si chiama la nuova eroina in onore alla rivista dove compare, preferisce ritornare nel precedente aspetto umile, poiché come tutti i supereroi, anche lei deve possedere una doppia identità.

Cerca allora di aggregarsi ad una compagnia di avventurieri tipici del gioco di ruolo: un guerriero, un nano, una maga ed un elfo, ma viene respinta come inutile. Tuttavia per inesperienza costoro si cacciano nei guai e Runa ritrasformandosi li salva.

Nelle seguenti avventure, Runa combatte contro gli orchetti, ritrova i suoi compagni spariti, affronta il mostro computer tiranno, rende umano un androide e gli trova una compagna con la quale ricostruirà l’umanità distrutta dallo spietato computer.

Non basta. Le arti magiche-tecnologiche creano i compagni di genere per sé stessa e gli altri personaggi; una pagina coinvolgente in uno stile art déco.

Purtroppo, le vicissitudini già spiegate in un altro mio articolo, porteranno alla chiusura della rivista di giochi di ruolo. Però la creazione delle storie di una superwoman mi hanno avvicinato, anche se per poco, alle performances di Stan Lee.

Ed ecco la mia storia disegnata da Isabella Dalla Vecchia.

Come dicevo, nella mia ricerca di giovani talenti grafici per la rivista Rune, Isabella dimostrò subito il suo talento. Essendo lei di madre rumena aveva assimilato forse per istinto uno stile orientale-bizantino, che nel fumetto si sviluppò in maniera ottimale.

Negli ultimi anni Dalla Vecchia è stata autrice del portale “Luoghi misteriosi” e di diverse pubblicazioni sul tema. In radio e tv ha collaborato con la trasmissione di Italia 1 “Mistero”, ha partecipato a “Sì viaggiare” rubrica del Tg2 ed  a “Linea verde orizzonti” di Rai 1, a “Città misteriose” di Focus Tv. Ha partecipato come ospite a radio Deejay, a Rai radio 2, a radio Kiss Kiss, ha tenuto una rubrica su radio Capital e radio Bau. A Roma ha presentato “King Arthur il potere della spada” di Guy Ritchie.

Ha scritto articoli per una ventina di giornali e riviste.

 

 

Giornale POP (https://www.giornalepop.com/) vorrebbe presentare i nuovi talenti del fumetto pubblicando direttamente i loro lavori. Meglio se sono inediti, ma vanno bene anche fumetti non inediti che hanno “girato poco”. Non prendetevela se non verrete scelti per la pubblicazione: probabilmente i vostri fumetti andranno bene in altre situazioni.
In seguito potremmo realizzare una pubblicazione digitale e una cartacea (tipo Amazon) che ne raccolga una selezione. Magari la chiameremo “antologia del fumetto”, a metà strada tra la rivista e il libro. Gli eventuali guadagni, che immaginiamo comunque molto limitati, potranno arrivare solo dalla vendita (ovviamente tutti i diritti rimarranno agli autori).
Il formato ideale delle tavole è A4. I file vanno inviati come jpg. L’unico limite creativo è che i disegni potranno contenere situazioni erotiche solo decisamente soft, sempre se le si vogliono mettere.
Se siete interessati, inviate i vostri lavori a info@giornalepop.com insieme a quattro righe di presentazione.

 

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