ROBERT STROUD, IL KILLER CHE CURAVA I CANARINI

Un certo Charlie Von Dahmer, di 28 anni, decide di andare a salutare una vecchia amica. È il 18 gennaio 1919 e siamo a Juneau, la capitale della fredda Alaska, un territorio ancora troppo selvaggio per poter entrare a far parte degli Stati Uniti, che comunque lo amministrano.

L’amica del giovanotto si chiama Kitty O’Brien ed è una prostituta. Von Dahmer approfitta del fatto che il suo fidanzatino (che ha diciotto anni meno di lei), disperato perché non riesce a trovare lavoro, sia andato a pescare per portare a casa almeno la cena.

Probabilmente, dopo aver consumato il rapporto, Von Dahmer ritiene di non dover pagare la donna, in nome della vecchia amicizia che li lega. Kitty non la pensa allo stesso modo: vuole il dovuto. Lui, allora, la riempie di botte e se ne va.

Poco dopo torna il giovane Robert Stroud, il fidanzato. Tra le lacrime, Kitty gli racconta quello che è successo. Robert si sente bruciare dentro: nessuno può picchiare così la sua donna. Dopo aver scoperto dove abita, va da Von Dahmer e gli spara un colpo di pistola a bruciapelo, uccidendolo. Poi si costituisce alla polizia.

Robert Stroud nasce a Seattle nel 1890, nello stato di Washington. I suoi genitori, Benjamin ed Elizabeth, provengono da paesi europei di lingua tedesca. Il padre, alcolizzato, è un violento. La madre, religiosa fino al fanatismo e molto amorevole, non riesce sempre a fermarlo quando picchia il figlio.
Per non prendere altre botte, a soli 13 anni Robert fugge di casa dirigendosi a nord, in un villaggio dell’Alaska. Facendo lavoretti, guadagna abbastanza per mangiare tutti i giorni.

Nel 1908, quando ha 18 anni, Robert inizia una relazione con Kitty O’Brien, una prostituta di 36 anni (il doppio dei suoli) che lavora in sale da ballo molto simili ai saloon dei film western.
Insieme si trasferiscono a Juneau, dove sperano di fare affari migliori. Non è così. Lei, pur di guadagnare qualche soldo, continua a prostituirsi. Finché succede quel fattaccio con Von Dahmer.

Elizabeth, la madre di Robert, leggendo sui giornali che suo figlio è finito in prigione per omicidio, gli cerca un buon avvocato. Il difensore riesce a ottenere una pena detentiva di 12 anni per omicidio colposo, cioè involontario, da scontare nel penitenziario dell’isola di McNeil.

In carcere, Robert Stroud cerca di convincere un inserviente a vendergli un po’ di morfina conservata in infermeria. La morfina è la droga più diffusa dell’epoca, oltre che un farmaco usato per lenire il dolore. L’inserviente si rifiuta e va a denunciarlo in direzione. Appena se lo ritrova tra le mani, lo riempie di pugni.

Alla fine, l’irrequieto Stroud trova uno spacciatore tra i detenuti, ma per motivi di soldi finisce con l’accoltellarlo. Non avendolo ucciso, se la cava con sei mesi aggiuntivi alla pena e con il trasferimento nel lontano carcere di Leavenworth, in Kansas.

Nel cortile di questo penitenziario, durante l’ora d’aria, Robert Stroud trova un nido caduto da un tetto. Dentro ci sono tre passerotti destinati a morte certa, ma lui decide di prendersene cura.

Nel 1916, dopo aver scontato la maggior parte della pena, gli viene accordato il permesso di incontrare il fratello minore che non vede da otto anni. Negli stessi giorni, a causa del suo comportamento violento, il secondino Andrew Turner gli fa rapporto.
Temendo di perdere l’occasione di incontrare sua madre per questo motivo, in un accesso di rabbia Robert Stroud lo uccide con una coltellata.

Nei quattro anni successivi, si susseguono ben tre processi per questo omicidio, che gli abili avvocati pagati dalla madre riescono a far annullare per motivi procedurali.
Nel primo, Robert viene condannato all’impiccagione per l’uccisione del secondino, nel secondo all’ergastolo e nel terzo ancora a morte.

Essendo il delitto avvenuto in un penitenziario federale, il destino di Robert Stroud non è nelle mani del governatore del Kansas, ma in quelle del presidente degli Stati Uniti. Questa è una fortuna, perché il mite Thomas Woodrow Wilson accoglie la supplica di mamma Elisabeth e commuta la condanna capitale in ergastolo.

Gli anni di carcere, però, non sono solo negativi. Nella sua cella singola, essendo tenuto sempre in isolamento a causa della sua pericolosità, Robert Stroud riesce, in tempi diversi, ad allevare e a rivendere 300 canarini che studia con attenzione.

Gli interessano soprattutto le loro malattie e come curarle. Il direttore della prigione, credendo nella riabilitazione dei detenuti, gli consente di tenere gabbie, prodotti chimici e quaderni per condurre le ricerche. Questo rende la cella un luogo ben poco igienico a causa delle deiezioni che gli animali, svolazzando qua e là, depositano in ogni dove.

In particolare, Robert scopre una cura efficace per la setticemia emorragica che colpisce i volatili. Pubblica le sue osservazioni in due libri di ornitologia, la scienza che studia  gli uccelli.
Il primo volume, per specialisti, si intitola “Diseases of Canaries” (“Malattie dei canarini”) e l’altro, per il pubblico generico, “Stroud’s Digest on the Diseases of Birds” (“Compendio di Stroud sulle malattie degli uccelli”).

I due libri sono ben accolti dagli studiosi e dagli amici degli animali. Tanto che, quando ormai gli uccelli cominciano a essere troppi e il direttore pensa di mandarli via, gli ammiratori ornitologi di Robert Sroud raccolgono 50mila firme che inducono il presidente Wilson, ancora una volta, a intercedere per lui.
Così Robert può inventare nuovi farmaci per uccelli grazie a un distillatore, facendoli poi produrre e commercializzare da una sua società esterna.

Per il direttore del carcere si sta veramente esagerando: Stroud ha trasformato una parte della pigione in una voliera. Così cerca di farlo trasferire nel carcere di un altro Stato, ma Robert, sapendo che in Kansas non si possono allontanare i detenuti dalla residenza delle loro mogli, nel 1931 sposa Mae Jones, la sua socia in affari nella vendita di farmaci per uccelli.

Questo matrimonio di interesse disgusta profondamente la religiosissima madre diRobert Stroud, al punto che la donna decide di non avere più nulla a che fare con lui. Elisabeth rifiuterà ogni ulteriore contatto con il figlio fino alla sua morte, avvenuta nel 1936.

Nel 1942, le autorità riescono a trasferire altrove l’ormai scomodo detenuto ornitologo. Smontando il suo laboratorio di veterinaria, i secondini scoprono che, con il distillatore, l’uomo produceva anche wisky per proprio conto!

Intanto Robert Stroud è arrivato ad Alcatraz, il famigerato penitenziario di massima sicurezza che sorge su un’isola nella baia di San Francisco. Molti hanno tentato la fuga da questa prigione, finendo annegati a causa delle fortissime correnti intorno all’isola.
Per l’acustica perfetta, nelle celle si sente perfino il tintinnio dei bicchieri sui tavolini all’aperto nei  bar di San Francisco che si affacciano sulla baia: una tortura in più per i detenuti.

Con profondo dolore, Robert Stroud apprende che qui non potrà prendersi cura dei suoi amati volatili. Neanche di uno solo.
Decide allora di passare il tempo nella ben fornita biblioteca del carcere, studiando giurisprudenza e scrivendo altri due libri: un’autobiografia e la descrizione di quanto avviene nella famosa prigione. I quali, a causa del severo regolamento del penitenziario, potranno essere pubblicati solo dopo la sua morte.

Dopo averlo esaminato attentamente, lo psichiatra del carcere stabilisce che Stroud è un pericoloso psicopatico, benché abbia un elevato quoziente d’intelligenza. Per questo motivo viene prolungato il suo isolamento.

Malgrado tutto, Robert Stroud chiede più volte di tornare libero a causa delle gravi malattie legate all’età che ormai lo affliggono. Ottiene solo nel 1959 il trasferimento nella prigione-ospedale di Springfield, in Missouri. Dove, per combattere la noia che lo assilla sempre, impara il francese.

Robert Stroud muore il 21 novembre 1963, a 73 anni, il giorno prima dell’omicidio di John Kennedy. Uno dei tanti presidenti che gli avevano negato la grazia.
Ha trascorso 54 anni carcere, 42 dei quali in isolamento: un autentico record.

Nel 1955 lo scrittore Thomas Gaddis aveva scritto un libro sulla storia del detenuto ornitologo, dal quale, nel 1962, è stato tratto il famoso film L’uomo di Alcatraz, diretto da John Frankenheimer.

Robert Stroud, interpretato da Burt Lancaster, viene rappresentato come un uomo tranquillo e mite, anche se per le autorità carcerarie, che hanno contestato duramente il film quando è uscito, si trattava di un assassino pericolosissimo.
Di certo, al contrario di quanto si vede nel film, Stroud ad Alcatraz non aveva potuto godere della compagnia dei canarini.

Per una curiosa coincidenza, Alcatraz, considerata una prigione troppo dura, viene chiusa lo stesso anno della morte di Robert Stroud.
Oggi i turisti la raggiungono numerosi, prendendo il traghetto che parte da San Francisco, per una visita guidata all’interno del penitenziario, trasformato in monumento nazionale.

 

(Immagine in apertura dell’articolo tratta dal film “L’uomo di Alcatraz”)

 

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Di Sauro Pennacchioli

Contatto E-mail: info@giornale.pop

Un pensiero su “ROBERT STROUD, IL KILLER CHE CURAVA I CANARINI”
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