Quando nel 1962 sulla rivista mensile V-Magazine apparve per la prima volta Barbarella, protagonista con il volto di Brigitte Bardot dell’omonima serie a fumetti fantascientifica creata da Jean-Claude Forest, il personaggio creò un certo scandalo per via delle sue storie erotiche che sfidavano un certo moralismo ancora in voga.

Barbarella, proponendosi come una donna finalmente protagonista, che ha coscienza di sé e delle sue capacità, padrona del proprio corpo e libera da qualsiasi limitazione, divenne in brevissimo tempo una icona della “rivoluzione sessuale” che investì gli anni sessanta. Portò all’avvento del fumetto erotico, a cui l’Italia contribuì con svariate produzioni, tra cui l’iconica Valentina (1965) di Crepax e prima ancora la sadica Satanik (1964) di Max Bunker e Magnus.

Nel 1968 uscì l’omonimo film diretto da Roger Vadim interpretato da Jane Fonda (all’epoca moglie del regista), che ottenne il ruolo dopo l’abbandono di Virna Lisi e il successivo rifiuto da parte della Bardot e della Loren. Nel cast anche la presenza di attori come Ugo Tognazzi, Marcel Marceau, Giancarlo Cobelli, Anita Pallemberg e John Phillip Law.


In un lontano futuro navi spaziali da combattimento terrestri giungono nell’orbita del pianeta Parosia e immediatamente si trovano ad affrontare una flotta Parosian che, tecnicamente superiore, le sconfigge in breve tempo. A questo punto compare sulla scena la piccola nave di Barbarella, la quale viene immediatamente catturata. Religiosi fondamentalisti, i Parosian aborrono e disprezzano qualsiasi forma di piacere. Per questo hanno eliminato il sesso e tutto quello ad esso collegato, organi genitali compresi. Barbarella, accusata di essere una prostituta per il solo fatto di possedere un organo riproduttivo perfettamente funzionante, viene condannata al carcere e alla rimozione del suo apparato genitale.

In questi mesi la casa editrice americana Dynamite Entertainment ha deciso di rilanciare il personaggio con una nuova serie affidata alla penna di Mike Carey (già sceneggiatore di Lucifer, Unwritten, X-Men, Ultimate Fantastic Four) e alle matite del disegnatore turco Kenan Yarar.


Carey riesce a delineare una società che risulta essere interessante e credibile, ma allo stesso tempo scellerata e disprezzabile. Ne è un esempio il medico incaricato di eseguire il trattamento di rimozione su Barbarella, che esprime tutta la sua felicità ed eccitazione per il fatto di poter finalmente operare su di un paziente adulto, dotato di un apparato riproduttivo pienamente cresciuto e sviluppato.

Nella seconda parte del primo numero assisteremo alla detenzione della protagonista in un carcere femminile, dove la nostra eroina incontra una spia terrestre, la cinica Quire, con la quale ha un momento saffico. Una sorta di autodeterminazione femminile per mostrare alle altre detenute cosa voglia dire provare piacere.

L’albo termina con le due che tentano la fuga, finendo però in una situazione che pare essere senza via di scampo: nel prossimo numero si saprà come va a finire.


I disegni di Kenan Yarar ricordano il tratto del grande Jean Giraud (ai più conosciuto come Moebius). Il disegnatore turco riesce a passare dalle scene spaziali a quelle di ambientazione terrestre con risultati piacevoli e soluzioni grafiche efficaci. La sua è una Barbarella giustamente sensuale ma, al tempo stesso, esprime la determinazione che ci si aspetta da un personaggio carismatico.

Carey mette in evidenza le sue idee progressiste, utilizzando la società Parosian come parodia di quanto accade nella nostra e per imbastire un discorso stimolante sulla sessualità e le libertà in genere, modernizzando il personaggio senza discostarsi dallo spirito originario.

Barbarella n. 1

Testi: Mike Carey
Disegni: Kenan Yarar
Colori: Mohan
Copertine: Kenneth Rocafort, Joe Jusko, Joseph Michael Linsner, Robert Hack, Annie Wu, Kenan Yarar, Valentine DeLandro, Veronica Fish, Roberto Castro, Jean-Claude Forest, Jim Balent

Dynamite Entertainment
Comic Book
32 pagine
Colore
Uscito in Usa il 6 dicembre 2017 (ancora inedito in Italia)

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