Quanto sappiamo del Ragnarok e degli altri miti nordici, che si tramandavano oralmente, lo dobbiamo soprattutto ai testi medievali trascritti dopo l’introduzione del cristianesimo tra i popoli scandinavi.
In particolare all’Edda in prosa, dell’islandese Snorri Stuurluson (1179-1241) e all’Edda poetica, una raccolta di poemi sulla mitologia norrena tratti dal manoscritto medioevale islandese Codex Regius.

I vichinghi, che solcarono i mari dal 750 al 1050, prima della loro conversione alla fede cristiana adoravano Odino, Thor, Balder e Loki, come i popoli più meridionali dell’attuale Germania (convertiti al cristianesimo secoli prima).
Per i vichinghi morire in battaglia era considerato un onore: le valchirie portavano i caduti nel Valhalla, dove avrebbero trascorso il tempo a battersi e a banchettare, in attesa del Ragnarǫk, la battaglia finale che si sarebbe svolta sulla pianura di Vigrid, come fu descritto nella storia del mondo contenuta nella Vǫluspá (La Profezia della Veggente), dell’Edda poetica.


Il Ragnarǫk è la battaglia che dovrebbe avvenire alla fine dei tempi, tra le forze dell’ordine guidate da Odino e Thor e quelle del caos capeggiate da Loki, dove moriranno tutti, compresi gli dei. Tutto il mondo sarà distrutto per rinascere a nuova vita.
La parola “Ragnarǫk” significa letteralmente “destino degli dei”: “ragna” indica il potere degli dei e “rǫk” il destino. In seguito “rǫk” fu interpretato anche come “røkkr” (crepuscolo), pertanto la traduzione diventò “crepuscolo degli dei”. Come rappresentato dall’opera di Richard Wagner, “Götterdämmerung”, il dramma musicale de “L’anello del Nibelungo”.


È Loki, il dio ingannatore, che dà inizio al Ragnarǫk: invidioso del successo di Balder, famoso per la sua bellezza e saggezza, mentre lui era sempre più disprezzato, scopre che solo il vischio può uccidere il dio invulnerabile. Con un inganno convince il dio cieco Hodr a colpire Balder con una freccia di vischio, guidandogli la mano. Dopo la morte di Balder inizia un lungo e terribile inverno. Tutti cedono alla follia e il mondo è afflitto da odio e delitti. Il Sole e la Luna sono divorati dai lupi (Skǫll e Hati), i giganti di fuoco calpestano il ponte-arcobaleno Bifrost, il guardiano Heimdall suona il suo corno chiamando alla battaglia Odino e i guerrieri del Valhalla. Tutti muoiono nell’immensa battaglia annientandosi a vicenda. Il lupo Fenrir uccide Odino che viene vendicato dal figlio. Il gigantesco serpente marino Jormungandr agita le profondità degli oceani e soffia nubi di veleno nel cielo: Thor lo uccide ma muore nel veleno del serpente. Heimdall e Loki si uccidono a vicenda. Infine arriva Surtur, il gigante di fuoco che emerge dalle profondità del Muspelheim, bruciando ciò che resta delle rovine. Ma la vita è destinata a rinascere: i figli di Odino e Thor diventano i nuovi dei, Balder ritorna dall’oltretomba. Due rappresentanti della razza umana, Líf e Lífbrasir, si salvano perché si erano nascosti nel bosco di Hoddmímir (o nel frassino Yggdrasill) e ripopolano Midgard (la Terra).


Il Ragnarok raccontato sui fumetti della Marvel di Thor è un po’ diverso. Nel corso delle sue avventure, più volte Thor affronta lo spettro del Ragnarok. Nella edizione italiana, l’Editoriale Corno lo mostra per la prima volta nella serie “I Racconti di Asgard”, storie brevi in appendice alle più lunghe avventure moderne del Mitico Thor, dal n. 02 del 27 aprile 1971 (Journey into Mystery n. 97 dell’ottobre 1963). Il Ragnarok è descritto per la prima volta nel “racconto di Asgard”, pubblicato su Thor n. 127 dell’ aprile 1966 (da noi su Thor n. 27 del 11 aprile 1972), in “Il significato di Ragnarok”, scritta da Stan Lee, disegnata di Jack Kirby e inchiostrata da di Vince Colletta.


Volla, la profetessa di Asgard, prevede la venuta di Ragnarok, il crepuscolo degli dei. Odino convoca tutti i guerrieri di Asgard affinché ascoltino la profezia. Volla dice: “Nel giorno del Ragnarok le stelle iniziano a svanire, gelo e tempeste spazzano tutta Asgard, spinto da un cieco terrore, l’amico si rivolge contro l’amico, il fratello contro il fratello. I più terrorizzati si uniscono all’esercito del male guidato da Loki invadendo il regno attraverso il ponte dell’Arcobaleno. I più fedeli, vedendo l’orda dilagare su Asgard, abbattono il Bifrost. Heimdall li affronta per primo dopo avere suonato il corno per dare l’allarme. Guidati da Odino, i nobili anziani contrattaccano. Infine Thor conduce l’assalto degli ultimi guerrieri. Il dio del tuono e il principe del male Loki si battono fino alla fine, mentre tutto crolla intorno a loro. Facendo tremare la terra e sollevando gli oceani sorge il serpente di Midgard. Mentre la furibonda battaglia continua a dilaniare l’universo, un’immane esplosione distrugge Asgard. Alla fine restano silenzio e desolazione e dagli innominabili abissi si erge Surtur, il demone del fuoco, che in un gesto di furia incendia ciò che rimane. Dopo molte ere, tornano lentamente i mari, si riformano i continenti. Sorgono nuovi giovani dei, una nuova civiltà, una nuova era di progresso e benessere. Questa è la lezione da ricordare: tutto ciò che vive muore, e tutto ciò che muore torna a vivere”.
Al termine della profezia, che vediamo per immagini nei disegni di Kirby, nessuno ha il coraggio di parlare, salvo Loki che monta in collera dichiarando di aver ascoltato solo folli vaneggiamenti di una vecchia. Odino lo interrompe difendendo Volla: sarà effettivamente lui il responsabile della fine, e lo condanna ad essere isolato nel “pozzo del sonno eterno”.


Un’altra storia con accenni al Ragnarok inizia in Thor n. 154, del luglio 1968 (da noi Thor n. 52 del 27 marzo 1973). Ma è causata dall’invasione del Mangog (figura biblica che non ha niente a che fare con la mitologia nordica), il quale vuole estrarre la spada gigante di Odino per causare la fine del mondo. Quindi non riguarda esattamente il mito norreno.


Il Ragnarok è illustrato ancora e più dettagliatamente in Thor n. 200 del giugno 1972 (da noi Thor n. 105 del 22 aprile 1975), storia scritta da Stan Lee con i disegni John Buscema e le chine di John Verpoorten. Le Norne (versione nordica delle parche) osservano un inerme Thor che sta morendo per mano di Plutone (il dio romano), in una saga iniziata qualche numero prima.


Ma il suo destino è scritto diversamente: prima di morire deve affrontare il Ragnarok e le Norne ricordano, quindi, la storia del crepuscolo degli dei (un po’ diversa da come la Marvel l’aveva raccontata nei “Racconti di Asgard” visti in precedenza).

Odino convoca gli dei per ascoltare il racconto di Volla la profetessa, che mostra una Asgard immersa nel ghiaccio e spazzata da venti gelidi. Una strana paura si diffonde nei cuori, e fratello uccide fratello. Nel panico in molti si rivolgono a Loki, che li guida contro Asgard, aggregando nell’avanzata troll, giganti e mostri vari. Heimdall infrange il Bifrost per impedire l’invasione, suona il corno per dare l’allarme e si getta da solo contro l’orda. Cade per primo, mentre Odino e Thor guidano il contrattacco alla testa dei valorosi guerrieri di Asgard. Loki e Thor si affrontano, ma la loro lotta è interrotta dal sopraggiungere del serpente Midgard. Loki fugge in preda al terrore, rendendosi finalmente conto che nessuno vincerà la battaglia. Balder, Fandral e Hogun affiancano Thor, il quale più volte colpisce il gigantesco serpente che alla fine muore. In realtà tutti cadono e sulle rovine si erge Surtur che brucia tutto.


Dopo secoli, nasce un nuovo mondo, una nuova razza umana e una nuova Asgard. Il racconto termina, Loki si ribella dicendo che non si macchierà mai di tale infamia. Odino gli risponde che non ha colpa di quello che succederà e conclude dicendo: “… Deve venire il momento in cui tutto cadrà e solo alcuni risorgeranno. Coloro che si saranno mostrati degni…”.


L’ultima saga dedicata al Ragnarok che voglio segnalare è quella scritta e disegnata da Walter Simonson. Iniziata in Thor n. 350, del 12/1984: “Ragnarok and Roll!” (pubblicata da noi su Silver Surfer n° 14 della Marvel Play Press del 11/1990), proseguita su Thor n° 35 del gennaio 1985, “Ragnarok and Roll Too!”  (Thor n. 1, Play Press del febbraio 1991), e i successivi due numeri con la grande guerra scatenata da Surtur che coinvolge anche la Terra.


Odino raduna tutti i guerrieri del Valhalla e di Asgard, sul campo di battaglia di Vigrid, chiamando in aiuto anche Beta Ray Bill, l’alieno che è stato in grado di impugnare il Mjolnir e che ha lottato con onore a pari valore contro Thor in una precedente storia. La quale aveva segnato il debutto di Simonson sulla testata dedicata a Thor e in cui, in realtà, già era partita la saga del Ragnarok, con quel “doom” (rumore ma anche “destino” in inglese) del martello che batte sull’incudine di un misterioso e gigantesco “fabbro”. Fabbro che forgia ciò che resta del nucleo di un’antica galassia (The Mighty Thor n. 337 del novembre 1983). Mentre il “fabbro” distruttore di stelle batte sempre più forte sul suo incudine, Thor affronta altri problemi e combatte altre battaglie. Racconto dopo racconto, quel “doom” ci tiene compagnia, ricordandoci che qualcosa di terribile si sta preparando. Preceduto dal lungo inverno scatenato da Malekith, che ha portato il caos sulla Terra, Surtur ha radunato le sue orde e da Midgard cerca il passaggio per il ponte dell’arcobaleno. Proprio sulla Terra, Thor, Beta Ray Bill e altri guerrieri lo affrontano per primi. Loro alleati i Vendicatori e i Fantastici Quattro. Ma in questo Ragnarok Loki non combatte con le forze del male, anzi, si schiera a fianco di Thor e Odino nello scontro finale.


Surtur aveva già provato a distruggere Asgard su Thor n. 175 dell’aprile 1970 (da noi Thor n. 75 del 26 febbraio 1974), storia scritta da Stan Lee con i disegni di Jack Kirby: “La Caduta di Asgard”, che occupa gli altri due numeri successivi: “Inferno” e “La fine in Fiamme”. Mentre Odino è impegnato nel suo “sonno rinvigorente”, Loki ne approfitta per riunire le forze del male (Giganti, Troll, Demoni) e scatenarle contro Asgard, dove riesce ad assumere il comando. Ma un nemico ben più terribile si è liberato dalla sua lunga prigionia: il gigante di fuoco Surtur brama dal desiderio di spazzare via l’intero universo.

Ora vedremo come sarà la versione cinematografica del Ragnarok nel nuovo film di Thor.
Nella pellicola avrà un ruolo importante Hela, la dea dei morti, rappresentata con il suggestivo costume disegnato a suo tempo da Jack Kirby per i comic book di Thor.

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