Prevenzione del cancro colorettale: fattori di rischio e screening

Il cancro colorettale è una delle forme di tumore più diffuse nel mondo. In particolare, secondo il report I Numeri del Cancro in Italia, nel 2023 il cancro al colon-retto è stata la seconda forma di neoplasia più diagnosticata con 50.500 casi in un anno. Tuttavia, questa forma di tumore è anche una delle più prevenibili e curabili, se diagnosticata in tempo.

Per questo motivo, è fondamentale conoscere i fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo di questa patologia e sottoporsi regolarmente a test di screening, come l’esame della ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia, che possono rilevare segni della presenza di lesioni precancerose.

Per prenotare questi test di screening ci si può rivolgere ai laboratori di analisi, alla propria USL, oppure a piattaforme comparative di prestazioni sanitarie online come CupSolidale, dove è possibile scegliere la struttura in cui effettuare l’esame, prenotare la prestazione direttamente online o comparare i prezzi delle diverse strutture.

Fattori di rischio per il cancro al colon-retto

I fattori di rischio per il cancro al colon-retto aumentano la probabilità di sviluppare la malattia. Alcuni di questi fattori sono modificabili, cioè dipendono dalle scelte e dalle abitudini di vita, mentre altri sono non modificabili, pertanto dipendono da caratteristiche innate o ereditarie.

Tra i fattori di rischio modificabili troviamo un’alimentazione ricca di grassi animali, alcol e zuccheri raffinati. Al contrario, una dieta equilibrata varia e ricca di fibre e alimenti vegetali, può proteggere la mucosa intestinale e ridurre il rischio di cancro al colon.

Un altro fattore di rischio modificabile per il tumore del colon-retto è la sedentarietà. Questa, infatti, oltre a favorire l’obesità, può alterare il metabolismo favorendo la crescita delle cellule tumorali. Al contrario, l’attività fisica regolare e moderata può aiutare a mantenere un peso corporeo adeguato, a stimolare il transito intestinale e a rafforzare il sistema immunitario, riducendo il rischio di tumore al colon.

Anche l’abitudine al fumo è un fattore di rischio modificabile per il cancro colorettale, in quanto il fumo di sigaretta contiene sostanze cancerogene che possono favorire la formazione di cellule tumorali.

Per quanto riguarda i fattori di rischio non modificabili, tra questi si includono un’età superiore ai 50 anni, una familiarità con il tumore del colon-retto e la presenza di alcune patologie come la poliposi adenomatosa familiare, il morbo di Crohn, il diabete di tipo 2 e la sindrome di Lynch.

Programma di screening per il cancro colorettale

Lo screening per il cancro colorettale è un programma di prevenzione che, se effettuato attenendosi alle linee guida nazionali, permette di azzerare quasi completamente la possibilità di sviluppare il cancro colorettale.

Infatti, la maggior parte dei tumori al colon-retto deriva dalla trasformazione maligna di polipi, ovvero piccole escrescenze che si formano sulla mucosa intestinale. I polipi impiegano in media 7 anni per trasformarsi in tumore e, se individuati precocemente, possono essere asportati interrompendo la catena polipo-tumore, senza bisogno di ulteriori interventi chirurgici o altri trattamenti.

I test di screening raccomandati per la prevenzione del cancro al colon sono, come detto in precedenza, la ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia.

L’esame del sangue occulto rileva la presenza di tracce di sangue non visibili a occhio nudo nelle feci, che possono rappresentare un segno di lesioni del colon-retto. Questo test, in assenza di sintomi, va eseguito ogni 2 anni a partire dai 50 anni di età, salvo diversa indicazione medica.

In caso di risultato positivo, le linee guida indicano di procedere con la colonscopia, un esame che permette di visualizzare l’intero colon-retto e di rimuovere eventuali polipi o altre lesioni sospette. La colonscopia va eseguita ogni 10 anni, a partire dai 50 anni di età, salvo diversa indicazione del medico.

Va ricordato che un risultato positivo per l’esame del sangue occulto nelle feci non deve allarmare. Le condizioni che possono causare un sanguinamento intestinale, infatti, sono molte e spesso di poco conto, come emorroidi o ragadi.

Tuttavia, indagare cosa ha provocato il sanguinamento è necessario sia per diagnosticare e trattare gli eventuali disturbi, che per fare una corretta prevenzione.



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