L’Uomo Ragno nasce nel 1962 negli Stati Uniti grazie a Stan Lee e Steve Ditko. Importato con scarso successo in Giappone, il Tessiragnatele ha in seguito una edizione realizzata completamente da autori locali.
Così, nel 1969, anche i nipponici hanno il loro Spider-Man.

Pop Corn
Una delle riviste antologiche con i fumetti Marvel originali pubblicate in Giappone con scarso successo

L’UOMO RAGNO NEI MANGA

L’Uomo Ragno made in Japan è stato scritto da Kosei Ono e Kazumasa Hirai, con i disegni del giovane Ryoichi Ikegami, autore noto in Italia per le opere più mature come Mai, Crying Freeman e Sanctuary (dove usa uno stile esplicitamente alla Neal Adams).

Dopo essere stato pubblicato a puntate sul mensile Shonen Magazine, lo Spider-Man manga viene raccolto dalla casa editrice Kodansha in cinque corposi volumi di oltre 300 pagine ciascuno.

L’Uomo Ragno disegnato dal giovane Ryoichi Ikegami

In Italia il manga dell’Uomo Ragno arriva solo nella primavera del 1998, grazie alla Planet Manga (divisione della Marvel Italia). Alle stampe viene dato solo il primo tankobon, peraltro suddiviso in tre volumetti.

Se qui non ha avuto successo, essendo percepito semplicemente come una curiosità esotica, in patria è un piccolo cult nato dai tiepidi riscontri dell’originale americano tradotto in giapponese.
Gli sceneggiatori di Ikegami (che già disegnava le cover rifatte apposta per l’edizione giapponese dello Spider-Man americano) rielaborarono la storia di Peter Parker nella città di Tokyo al posto di New York.

Le allucinazioni indotte da Mysterio perseguitano l’Uomo Ragno della versione nipponica esattamente come in quella originale americana

La storia del manga

Yu Komori (controparte nipponica di Peter Parker) è un liceale sognatore e studioso che, partecipando a un esperimento, viene morso da un ragno radioattivo.
Affronta quindi le versioni nipponiche di Electro, Lizard, Kangaroo eccetera (tutti disegnati in maniera fedele agli originali).
Appassionato di fotografia, Yu collabora con un giornale della città.

Elektro contro L’Uomo Ragno: i costumi seguono fedelmente gli originali americani

La cosa che salta all’occhio è il senso di cupezza che incombe sulla storia. Un vero e proprio sentore di morte, di tristezza tipico di molti manga di quell’epoca. I nemici muoiono (e male), mentre Komori si domanda spesso il motivo delle situazioni atroci che sta vivendo. D’altra parte, neppure le prime storie originali co-sceneggiate e disegnate da Steve Ditko erano allegrissime. Le cose diventeranno più solari per il Ragno sotto la gestione di John Romita, sempre con Stan Lee ai testi.

A venti anni di distanza dall’edizione italiana, l’opera risulta ancora interrotta e forse i fan italiani non sapranno mai come terminano le avventure dell’Uomo Ragno dei manga.

L’UOMO RAGNO ALLA TV GIAPPONESE

E così, se i giapponesi hanno avuto già nel 1969 la loro versione manga del mito dell’arrampicamuri, nel 1978 arriva anche un telefilm dedicato al personaggio.

Lo Spider-Man americano viene fuso alla tradizione tokusatsu/sentai, ossia dei robottoni e delle squadre in costume sul tipo dei futuri Power Rangers, per creare Supaidaman: questa è la pronuncia locale di Spider-Man.
Diversamente da noi italiani, i giapponesi pronunciano le parole straniere come suonano nella loro lingua. E ci scherzano su in questo brano intitolato “Makudonarudo”, ossia McDonald’s, dedicato proprio alla pronuncia giapponese delle parole inglesi (leggete i divertenti sottotitoli).

La storia del telefilm

Il giovane centauro Takuya Yamashiro ottiene dall’alieno Garia i poteri per diventare Spider-Man, un supereroe che difende la città dalle mire della Iron Cross, un esercito segreto fatto di mostri.
Garia inietta nel ventiduenne un siero che gli permette di acquisire le abilità di un ragno.
Per continuare a combattere i malvagi emissari del Dr. Monster e della sua Iron Cross, Spider-Man può contare sull’aiuto del robot gigante Leopardon. Tra i nemici i tipici footsoldier chiamati qui Ninders, e le guerriere del male Amazoness, Rita e Bella.
I “mostri della settimana” sono chiamati Machine Bem.

Uomo Ragno giapponese
L’Uomo Ragno dei telefilm giapponesi

La realizzazione

Andata in onda in 41 episodi (più un film) tra il 1978 e il 1979, la serie di Spider-Man è stata prodotta dalla Toei Animation.
Inizialmente, la storia avrebbe dovuto vertere su tutt’altro, con il vero Uomo Ragno (il personaggio dei fumetti americano) che appariva ogni tanto come spalla o aiuto. Poi si decise di dare a Spider-Man una identità giapponese e di farlo diventare l’effettivo protagonista della vicenda.

La Toei era intenzionata a realizzare anche una serie tv similare dedicata di Captain Japan, ispirato a Captain America (che in realtà i giapponesi li ha combattuti durante la Seconda guerra mondiale), ma non se ne fece niente.

Ammiriamo ora l’opening in stile tutto seventies di Supaidaman!

Alcune curiosità

L’Uomo Ragno del telefilm porta con sé il costume custodendolo all’interno di un bracciale: viene indossato semplicemente sovrapponendosi al protagonista in borghese.

Leopardon, il robottone dell’Uomo Ragno

I robot giganti, che provengono dai cartoni animati di Go Nagai come Mazinga, sono una variante introdotta in questo genere di telefilm proprio nella serie dell’Uomo Ragno: ebbe talmente successo che la Toei introdusse i robottoni anche nelle successive serie super sentai.

In pratica, se i Power Rangers hanno i loro Megazord, lo devono a Leopardon!

 

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