L'Uomo Mascherato

La seconda metà del 1936 e il 1937 segnano probabilmente il vertice del settimanale L’Avventuroso, per la qualità e la quantità delle serie a fumetti pubblicate e per il gran fascino dell’allestimento: ciò benché si tratti di un giornale che certo non brilla per la fedeltà della resa tipografica.

 

Molte luci e qualche ombra

Tanto per cominciare, imperversano le censure, di cui cadono vittima soprattutto le irresistibili femmes fatales di Alex Raymond nelle tavole di Flash Gordon.


Poi c’è il problema delle approssimative riproduzioni fotografiche e della ricolorazione delle Sunday pages (le tavole domenicali a colori dei quotidiani). In un passaggio dalla corrispondenza di Guglielmo Emanuel, nel dopoguerra direttore del Corriere della Sera e in questo momento agente per l’italia dei fumetti della King Features Syndacate, sono elencati i modi in cui vengono forniti gli impianti per la stampa agli editori:

A) Tavola in nero su carta patinata e tavola a colori su carta patinata.
B) Flani dei quattro colori e pagina in nero su carta patinata oltre ad un foglio di giornale sul quale è stata stampata a colori la stessa pagina.
C) Progressive dei quattro colori più la stessa pagina di giornale stampata.

L’editore Mario Nerbini, come è evidente dall’esempio riportato sopra, utilizza la tavola in nero, che fotografa e ricolora in tricromia: il tratto di Raymond si ingrossa, molti particolari vengono persi e si rimedia alla meglio con alcuni ritocchi. Ciò non toglie che il giornale sia magnifico e che si sia fatto ben poco di meglio dagli altri editori, in seguito.


Caratteristica da non sottovalutare è il formato: in una stampa così grande (L’Avventuroso degli anni d’oro misura ben 43×32 cm!), i difetti suddetti si stemperano. Inoltre la qualità della carta e degli inchiostri, a cui certo queste immagini non rendono giustizia, è superlativa. Questi giornali sono appena ingialliti, dopo oltre settant’anni, freschi e… croccanti come appena stampati.


Mandrake
di Lee Falk e Phil Davis prosegue con le sue esotiche avventure, in miracoloso equilibrio tra dramma e autoironia: gli elegantissimi anni trenta in tutto il loro splendore. Cos’altro ci può essere di meglio, nella vita? Vengono a mente i versi di una canzone di Paolo Conte, Pretend, pretend”.

 

Pretend, pretend, pretend
what are you asking from life?
the ship flows smoothly on the sea
the Thirties run on the century
you read a smile
printed on somebody’s story
walking on somebody’s dream
just called from somebody’s wish
what you want…


Il successo de L’Avventuroso, con questi pezzi da novanta di grandissimo impatto, è travolgente: le leggende parlano di 500mila copie settimanali di tiratura, ma abbiamo trovato documentazione attendibile di almeno 300mila. Mario Nerbini, in questi mesi, è già sottoposto a forti pressioni, da parte del potere politico e della casta degli educatori, che lo attaccano sulle riviste letterarie e librarie. Senza contare le invidie degli altri editori: i piccoli, naturalmente, che vorrebbero strappargli singole serie americane, ma soprattutto i grandi, a cui fa gola proprio il giornalone dal successo stellare. Arnoldo Mondadori, d’altra parte, sta già tramando per appropriarsene…
Ancora per poco, L’Avventuroso pubblica le tavole di Jim della Giungla, il topper di Flash Gordon.


Lo stile glamorous e floreale di Raymond ha come perfetto contraltare il realismo di Radio Patrol di Eddie Sullivan e Charlie Schmidt.


Non ci sono solo meraviglie, su L’Avventuroso 1936. L’Agente segreto X-9 è passato dalle magiche mani di Raymond a quelle del legnoso Charles Flanders.


Il resto è mero riempitivo, come i racconti in testo o le storie a fumetti di produzione italiana.


Ma sta per giungere un altro gigante, che darà un impulso ancora maggiore al giornale: anzi, sarà capace di scalzare Flash Gordon dalle preferenze dei lettori.

 

Ecco l’Uomo Mascherato

 

Sul numero 101 de L’Avventuroso, del 13 settembre 1936, Mario Nerbini annuncia trionfalmente ai lettori il nuovo acquisto, fatto lo stesso giorno dell’uscita della serie negli Stati Uniti.

Nell’ultima pagina appare la prima mezza tavola del personaggio.


Si tratta delle prime due strisce, allungate e rimontate, della nuovissima serie Phantom di Lee Falk (autore anche di Mandrake) e Ray Moore, uscita negli Stati Uniti il 17 febbraio 1936.


“Paratevi, Michele!”. È una delle più celebri battute delle “traduzioni” nerbiniane: rileggendo le storie de L’Avventuroso non si resiste alla tentazione di immaginarsi i dialoghi pronunciati con uno spiccato accento fiorentino. Ricordo un’irresistibile “atto unico”, ambientato nella redazione di Nerbini, scritto da Carlo Pedrocchi, figlio del grande Federico. Il titolo era Chiappate il filantropista! Ed era fatto praticamente solo di “perle” pescate nelle traduzioni di cui sopra, involontariamente comiche.


Queste strisce originali sono tratte dalla (discutibile) edizione americana della Hermes Press.

Lee Falk sfodera in Phantom tutto il suo talento di raffinato e ironico storyteller: le trame avventurosissime dell’Ombra che cammina sono infatti piene di un humour che non si trova negli altri fumetti del periodo, nemmeno in Mickey Mouse, e difficilmente in quelli posteriori.


Ray Moore
è un disegnatore dal talento tutto particolare, dotato di uno stile, come dicono gli anglosassoni, “atmosferico”, pieno di fascino, anche se a tutta prima può sembrare fin troppo essenziale. Non abbiamo mai avuto dati biografici certi di Raymond S. Moore, nato (forse) nel 1905 e morto nel 1984: è stato quindi tra noi fino a tempi tutto sommato assai recenti e ci mordiamo le mani per non aver nemmeno cercato di metterci in contatto con lui. D’altra parte lo stesso Lee Falk, che invece è venuto spesso in Italia, ha contribuito ad alimentare l’aura di mistero che ha sempre circondato questo autore. Fu lui a mettere in giro la voce che avesse problemi di salute. Di certo sappiamo solo che Moore ha disegnato solo il periodo iniziale della serie, fino più o meno al 1942, lasciando poi strisce e tavole nelle mani di Wilson McCoy.

Phantom/L’Uomo Mascherato è un personaggio di statura mitica. È ancora oggi popolare in tutto il mondo, specie in Scandinavia e in Australia, dove è oggetto di un autentico culto. Viene spesso citato, per lo più a sproposito, come iniziatore dei supereroi: certo è fra i primissimi a indossare una calzamaglia e una maschera, e i suoi umanissimi “poteri” somigliano a quelli del Batman di Bob Kane. Ma Phantom appartiene a un universo totalmente diverso: è un tipico prodotto di altissimo livello della syndication, che obbedisce a criteri assai diversi da quelli che governano l’editoria dei comic book.

 

Il periodo d’oro

Dicevo che Nerbini acquista Phantom lo stesso giorno in cui la serie giornaliera esce negli Stati Uniti, il 17 febbraio 1936.


Le ricerche condotte da me, da Fabio Gadducci e da Sergio Lama per il libro “Eccetto Topolino”, hanno appurato che poche settimane dopo la serie era stata (inutilmente) richiesta anche da Lotario Vecchi, l’editore de L’Audace.


All’inizio, Lee Falk pensa di dotare il suo personaggio di un’identità segreta: è questo probabilmente il ruolo del personaggio di Paolo Rosi (nell’originale Jimmy Wells), nella tavola qui sotto, messa a confronto con la striscia originale. Ma non rivedremo mai più il simpatico playboy, perché – giustamente – Falk preferirà lasciare al suo eroe la massima aura di mistero, presentandocelo sempre con il suo inconfondibile costume o con un improbabile soprabito per tutte le stagioni. Al pubblico femminile il rapporto dell’Ombra che Cammina con la frizzante Diana Palmer/Palmesi resta particolarmente congeniale.


Con il numero 113, del 6 dicembre 1936, L’Avventuroso dedica tutta l’ultima pagina a L’Uomo Mascherato: diverranno due (il prestigioso paginone centrale) di lì a poche settimane, con interventi decisamente poco corretti sulle strisce.


La mia personale preferenza va comunque a Mandrake, sempre di Falk e disegnato da Phil Davis, l’elegantissimo e autoironico Mago che (mi sorprende) oggi è considerato corny (banale) dal pubblico anglosassone, che invece ancora ama The Phantom. Mah, sono i misteri del comicdom, come si diceva una volta…


L’Avventuroso archivia così il 1936, con tutti i suoi principali personaggi in posizione.
Seguirà un altro anno glorioso, ma con l’approssimarsi della Seconda guerra mondiale tutto andrà perduto…

 

(Gli altri articoli di Giornale POP dello stesso autore, dedicati ai fumetti pubblicati in Italia negli anni trenta e oltre, li trovate cliccando QUI).

 

 

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