Christopher Lee (1922-2015) è stato una leggenda dell’horror, di cui però era solo la metà: l’altra metà era costituita da Peter Cushing (1913-1994).

Nato nel Surrey (Inghilterra), Peter Wilton Cushing si appassionò alla recitazione malgrado l’opinione contraria della famiglia.

Dopo una fortunata gavetta teatrale Peter Cushing si trasferì negli Stati Uniti, dove esordì al cinema ne La Maschera di Ferro (1939) di James Whale, già regista del Frankenstein (1931) con Boris Karloff: ironia della sorte, il ruolo del dottor Frankenstein sarà determinante nella sua carriera, come vedremo più avanti.
Recitò anche con Stanlio e Ollio nel loro film classico Noi Siamo le Colonne (1940).

Al termine della Seconda guerra mondiale abbandonò la carriera hollywoodiana per tornare in patria, dove lavorò in molti sceneggiati tv (tra cui uno tratto dal romanzo 1984 di George Orwell), tanto che una battuta in voga era “Sai cos’è la tv? È Peter Cushing con due manopole sotto”.
L’amico Laurence Olivier gli diede il ruolo di Osric, nel suo Amleto cinematografico (1948) premiato con l’Oscar.

Fu sul set di Amleto che conobbe Christopher Lee, il quale divenne suo amico e nemesi cinematografica quando (diretti perlopiù da Terence Fisher) formarono la coppia d’assi della Hammer, la mitica casa di produzione inglese che, tra la fine degli anni cinquanta e i primi settanta, realizzerà i primi film horror a colori.
Il capostipite del filone Hammer fu La Maschera di Frankenstein (1957).

 

La sceneggiatura di Jimmy Sangster è troppo diversa dal romanzo: Lee nei panni della Creatura perde in carisma e make-up, rispetto al vecchio Boris Karloff. Ma fortunatamente il film poggia sulle spalle di Cushing, che interpreta un dottor Victor Frankenstein molto più ambizioso, cinico e spietato rispetto al romanzo di Mary Shelley, tanto da arrivare a uccidere pur di procurarsi “materia prima” per i suoi esperimenti. Nei film della Hammer il vero mostro è il dottore.

PETER CUSHING, AMICO-NEMICO DI CHRISTOPHER LEE
Ritratto di Peter Cushing come dottor Frankenstein

La Maschera di Frankenstein compì negli anni cinquanta la stessa operazione di Scream nei novanta: catturò i nostalgici dell’horror di dieci-venti anni prima, facendo al contempo appassionare al genere tutta una nuova generazione.

Ma il vero capolavoro arrivò l’anno dopo con Dracula il Vampiro.
Se tutti sanno che Lee è il miglior Dracula di sempre, Cushing non gli è certo da meno: ci regala l’unico vero Van Helsing. Perfetto gentleman, uomo di scienza in un saggio equilibrio tra fede e illuminismo, determinato nella sua missione, ma in grado di provare sincera pietà per le vittime del vampirismo, il che impedisce al personaggio di finire nello stereotipo dell’inquisitore fanatico (in cui cadrà in pieno Anthony Hopkins nella versione di Coppola).

Sempre diretto da Fisher, nel 1959 il duo Lee-Cushing girò La Mummia (Cushing nella parte dell’archeologo, Lee in quello della mummia) e La Furia dei Baskerville (con Cushing/Sherlock Holmes e Lee/lord Henry Baskerville).

In totale (tra sequel, spin-off apocrifi eccetera), Cushing interpretò sei volte il dottor Frankenstein, cinque volte Van Helsing, due volte Doctor Who (nei film Dr. Who e i Daleks e Daleks: il futuro tra un milione di anni), e Sherlock Holmes in due film e sedici episodi tv prodotti dalla Bbc.

PETER CUSHING, AMICO-NEMICO DI CHRISTOPHER LEE
Peter Cushing nei classici panni di Sherlock Holmes

George Lucas lo volle a tutti i costi nel primo Guerre Stellari, anche per attirare al cinema il suo zoccolo duro di fan.
Peter Cushing interpretò il governatore imperiale Moff Tarkin recitando in pantofole, poiché la produzione non aveva trovato un paio di stivali della sua taglia.

Peter Cushing nel set di Star Wars

Negli anni ottanta scrisse anche due commoventi e apprezzate autobiografie, Peter Cushing-an autobiography e Past Forgetting (focalizzato sul periodo alla Hammer).

Benché fossero grandi amici, Christopher Lee e Peter Cushing erano tanto diversi nella vita reale quanto sullo schermo.
Lee era un badass anche nella realtà, tanto che durante la guerra militò nei servizi segreti.
Cushing, invece, malgrado fronte spaziosa, guance scavate e labbra sottili che sprizzavano freddezza british da tutti i pori, fu uomo di grande bontà e un cattolico fervente, che lasciò un bellissimo ricordo in chiunque l’avesse conosciuto.

Molti colleghi illustri, non solo Christopher Lee, ma anche Vincent Price, Laurence Olivier e Peter Ustinov, lo soprannominarono Saint Peter (San Pietro) e parlarono di lui come di una persona incapace di provare sentimenti negativi nei confronti di chicchessia.

 

Cushing fu sempre perseguitato da un’ossessiva insicurezza, tanto da avere spesso attacchi di panico prima di andare in scena. Per girare la sequenza dello stupro di Veronica Carlson, nel sequel Distruggete Frankenstein! (1969), fu costretto a prendere dei tranquillanti.
Il fatto che in scena rendesse benissimo personaggi, buoni o cattivi, sempre impeccabilmente controllati conferma la sua grandezza d’attore.

Quando nel 1971 rimase vedevo dell’amata moglie Helen, Peter non fu più lo stesso. Smise quasi del tutto di dipingere e collezionare soldatini (sue grandi passioni), perse ogni interesse nella vita e si raccolse in una religiosità profonda, attendendo il giorno in cui si sarebbe ricongiunto a lei.

Nel 1989 fu nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico (un riconoscimento too little, too late, a detta dell’amico Lee).

Morì per un cancro alla prostata l’11 agosto 1994 a Canterbury, non prima d’aver fatto in modo che una varietà di rose inglese portasse il nome dell’adorata Helen.

 

Riassumendo

 

(Immagini trovate su internet: © degli aventi diritto).

 

 

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