OMEOPATIA E ANTROPOCENE

Nel foglietto illustrativo di un noto prodotto omeopatico è descritto cosa contenga ognuno dei globuli inclusi nella confezione, da assumere per via orale: “1 dose contiene 1 g di globuli di Anas Barbariae, Hepatis e Cordis extractum 200 K. Questo preparato contiene inoltre sostanze ausiliarie: saccarosio e lattosio”.

I termini “Anas Barbariae, Hepatis e Cordis extractum” sono latino e significano “estratto di fegato e cuore di Anas barbariae”, ovvero parti delle interiora di un’anatra.
Prima che vi prenda un conato di vomito, specialmente se siete vegani, non dovete temere, perché la dicitura continua con la terminologia “200 K”. Questo termine indica la procedura di diluizione in acqua del principio attivo (ovvero dell’estratto di fegato e cuore di anatra): 200K significa che ogni parte dell’estratto originario, puro, è stata diluita con 100 parti di acqua, e che questo processo di diluizione in acqua è stato ripetuto 200 volte.

In breve, al termine della diluizione, il preparato contiene solo 1/100 elevato a 200 di estratto originario (1 per 10 alla meno 400, ovvero, 0,000….[400 zeri]…00000000001!). Se non mi credete, fate il calcolo, e vedrete che 1/100 elevato a 200 è un numero talmente piccolo che in pratica equivale a zero.

E per “zero” intendo che è matematicamente certo che non ci sia più nemmeno una molecola del prodotto originario, ma solo acqua. Ovvero, il prodotto finale della diluzione, quello che viene effettivamente incluso nel prodotto omeopatico, contiene solo acqua, senza niente di remotamente residuale della parte di anatra.

Il foglietto illustrativo dice poi che il prodotto omeopatico contiene anche “sostanze ausiliarie: saccarosio e lattosio”. Quindi, vista l’entità della diluzione 200K, il noto prodotto è in definitiva composto solo da acqua, lattosio e saccarosio.
Acqua zuccherata.

Non ho svelato alcun segreto, è tutto ben noto ed esplicitamente dichiarato nello stesso bugiardino, e difatti chiunque lo può confermare: quindi non scandalizzatevi se non sapevate che nel foglietto è scritto esplicitamente che avete acquistato acqua zuccherata!

Non sono qui per fare una crociata contro i prodotti omeopatici. Ognuno è libero di acquistare i prodotti omeopatici e di consumarli, se pensa che siano utili per la propria vita privata.

Ben altro discorso è sostenere che quei prodotti siano dei medicinali o che contengano qualcosa in grado di curare delle patologie, perché il foglietto illustrativo scritto dalle case di produzione del prodotto omeopatico e incluso nella confezione, non lascia dubbi in proposito: quella è solo acqua zuccherata, e l’acqua zuccherata, anche quella venduta con un nome altisonante e corredata di bugiardino, non è un medicinale.

Ovviamente, per sapere che il prodotto omeopatico è solo zucchero diluito in acqua priva di alcuna traccia di cuore e fegato di anatra, occorre capire cosa significhi la dicitura che ho citato all’inizio.

Se acquistate il prodotto senza leggere il foglietto illustrativo o se non conoscete il latino né il significato di 200K, è difficile che cogliate il fatto che quel prodotto è una finta medicina e la procedura usata per produrlo è solo pseudo-medicina.

La pseudoscienza, difatti, si basa innanzitutto sull’ignoranza del consumatore. Se non conosci il significato dei termini usati, qualsiasi parolone che sembra “scientifico” sarà percepito come frutto di una solida base scientifica. Persino una scatola di palline di zucchero.

Con questo mi sono sicuramente attirato l’odio dei sostenitori dell’omeopatia, nonostante che io, lo ripeto, non abbia niente contro la vendita di palline di zucchero con nomi latineggianti. Se non viola la legge, ognuno può comprare palline di zucchero perché le ritiene una cura per i propri mali.

E se qualcuno mi accusa di denigrare l’omeopatia, io mi sono limitato a riportare quanto scritto dentro il foglietto illustrativo del prodotto omeopatico, spiegando il significato dei termini inclusi. Non ho inventato nulla.

Non mi faccio illusioni. Ci sarà sempre chi acquisterà una pillola di zucchero diluita illudendosi di acquistare un ritrovato della scienza. Anche perché esistono innumerevoli modi di addolcire la vita, di diluirne l’asprezza e di credere che ciò possa curare i nostri mali.

Prendete la scienza geologica. Essa ha dimostrato che la storia umana è una misera frazione della Storia Universale. Il posto centrale che avevamo dato a noi stessi nel Creato è stato scardinato dalla Geologia e dalla Paleontologia, che ci hanno scagliato in un eternità di milioni di anni in cui non solo non siamo stati protagonisti, ma non eravamo né attesi né previsti.

La Scienza ha detronizzato l’uomo, scacciando l’antropocentrismo (l’idea che l’uomo sia al centro dell’universo – NdR) dalla nostra vita, spingendolo a forza fuori dalla Casa del Sapere.

Come sarebbe bello se la Scienza potesse invece ristabilire il nostro ruolo centrale e dominante, se essa potesse dimostrare che l’Uomo è pur sempre il Centro del Creato, che la sua vita e le sue azioni hanno un impatto e una valenza universale, che la nostra esistenza non è effimera e superficiale, bensì funge da fulcro degli eventi.
Forse non degli eventi del passato, ma sicuramente di quelli del Futuro.

Il Futuro è dell’Uomo. Egli, nel Bene e nel Male, è artefice del suo destino. Una Nuova Era, l’Età dell’Uomo, si affaccia davanti a noi. Lo abbiamo scoperto, purtroppo, dai segni della malattia globale che abbiamo innescato, della Febbre planetaria che abbiamo acceso.

L’età umana, in cui il nostro impatto sul pianeta si appresta a stravolgere e condizionare il futuro, ha quindi bisogno di un nome, un nome scientifico, che sia analogo e in continuità con le Epoche della Terra Passata.

Ecco come nasce il bisogno dell’Antropocene (“l’epoca umana” – NdR). L’Antropocene è la Stratigrafia piegata all’Antropocentrismo, la nostra eterna ossessione autoreferenziale, che si auto-proclama Età del Mondo.

Inutile rimarcare quanto detto tante volte: l’Antropocene non è un termine geologico valido, sia sul piano pratico sia teorico, e pertanto non è in alcun modo un termine valido per definire una fantomatica età dell’Uomo in fieri.

Anzi, l’Antropocene è persino dannoso, perché riporta in auge una visione del mondo che colloca l’uomo al centro dell’universo. L’errore di base del concetto di “Antropocene” è l’illudersi che gli eventi attuali di natura antropoGenica siano sufficienti per giustificare una nuova età geologica definita dall’azione umana.

Purtroppo per noi, alla scala dei tempi geologici, è improbabile che gli eventi di questo secolo (o dei prossimi) possano incidere in modo duraturo sulla dinamica a larga scala dei processi geologici, quelli che normalmente consideriamo per definire le età della Terra.

Nella più ottimistica (per la nostra arroganza) o pessimistica (per la nostra sopravvivenza) prospettiva, la serie di fenomeni, geologici e climatici, indotti dall’attività umana, porterà a cambiamenti ambientali di durata compresa tra qualche centinaio e qualche decina di migliaia di anni.

Dopo di che, è plausibile che il sistema Terra tornerà a seguire le normali dinamiche tipiche dell’Olocene e del Tardo Cenozoico. Ovvero, anche ammettendo qualche decina di migliaia di anni di “mondo antropocenico”, il sistema tornerà naturalmente alle condizioni tipiche degli ultimi 1-2 milioni di anni.

Ha senso battezzare una nuova epoca per qualcosa che al massimo durerà qualche migliaio di anni? No, altrimenti dovremmo riempire la cronologia della Terra di molte centinaia di mini-epoche di durata comparabile.

Come faccio a saperlo? Perché episodi di intensità e durata analoghi a quelli che stiamo innescando sono avvenuti innumerevoli volte nella Storia della Terra. A questi fenomeni diamo il nome di eventi, ma non li consideriamo sufficienti per definire delle epoche.

Non abbiamo creato un’epoca per i vari eventi di optimum climatico cenozoici e mesozoici, perché quello in atto dovrebbe essere speciale? Solo perché è opera nostra? Allora è vero che agiamo spinti dall’antropocentrismo più che dalla logica e dalla ragione.

In conclusione, l’Antropocene è Omeopatia Stratigrafica, è l’eterno ritorno dell’Antropocentrismo, diluito per entrare fluidamente dalla finestra dopo che lo avevamo fatto uscire dalla porta. Ma anche in forma diluita, esso è pur sempre un prodotto pseudo-scientifico privo di consistenza e solidità scientifica.

 

(Da Theropoda).

 

2 pensiero su “OMEOPATIA E IMPORTANZA DELL’UOMO NELL’UNIVERSO”
  1. Interessante il parallelismo tra l’impatto dell’uomo sulla storia della Terra e quello del fegato d’anatra sulla soluzione omeopatica. Commento solo che il primo è reale, per quanto effimero, il secondo è un falso. La Terra ha memoria, l’acqua no.

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