Siti, testate e giornali di tutto il mondo hanno pubblicato articoli per celebrare il periodo in cui si sarebbe svolto Blade Runner: il novembre 2019 di un futuro piovoso e inquinato secondo le visioni del regista Ridley Scott e del concept artist Syd Mead nel 1982.

La maggior parte si è soffermata sugli sviluppi tecnologici previsti nel 1982, analizzando quanto di ciò si sia avverato o meno. Il succo di questi articoli è: le previsioni non si sono realizzate e per fortuna non viviamo in un mondo tanto brutto e inquinato.
Forse si sbagliano.

Prendo spunto da un particolare di una scena iniziale: il giornale che sta leggendo Deckard.

Ecco, così è più leggibile.

IL NOVEMBRE 2019 È PEGGIO DI BLADE RUNNER?

Trattandosi di narrazione distopica, le notizie sono da intendersi in senso negativo. La prima fa riferimento al sempre maggiore fabbisogno di cibo per il problema del sovrappopolamento, la seconda alla creazione del World Wide Web, ed è questa la cosa che davvero si è realizzata.

L’interconnessione tramite i social network è stata la vera rivoluzione di questi decenni, un treno in corsa che ha cambiato il modo di rapportarsi tra gli uomini.

Nel 2019 reale non occorre estorcere le informazioni (come in 1984 di Orwell), ma basta indurre la gente a fornirle spontaneamente tramite i social network. La privacy non solo non esiste più, ma in un mondo sempre più esibizionista non se ne percepisce nemmeno il valore.

Non occorre bruciare i libri, come in Fahrenheit 451 di Bradbury, basta bombardare la gente di immagini e informazioni a ritmo frenetico per far perdere la voglia di leggere un testo lungo e pieno di contenuti.

L’arma finale, poi, è già ampiamente conosciuta.

Gli zombie sono tornati in auge come metafora della massificazione del pensiero operata dai media.

I social hanno plasmato una società narcisista la cui forma espressiva principe è una diffusione ininterrotta di foto di viaggi e cibo (inframmezzata da gatti) per ottenere like, la propria piccola dose di stima quotidiana nella società liquida descritta da Baumann.

Una società dove niente è stabile, ma mutevole e con una data di scadenza breve, come le vite dei replicanti nell’obsolescenza programmata dal loro creatore.

IL NOVEMBRE 2019 È PEGGIO DI BLADE RUNNER?

Lo youtuber, l’influencer, il tronista sono i profeti di oggi. Chi ha molti follower diventa autorità e modello da seguire. Nella società odierna conta solo l’apparire.

Il giornalismo mondiale orienta l’informazione come l’occhio di Sauron, che dall’alto della sua Torre proietta luce solo su ciò che osserva e lascia nell’oscurità tutto il resto.

Se in Blade Runner i replicanti sono definiti spregiativamente “lavori in pelle” (skin jobs), nel mondo di oggi ogni azienda ha un reparto “risorse umane”, dove già dalla denominazione l’essere umano viene considerato al pari dei macchinari e degli immobili.

 

Il mondo di oggi sembra migliore di quello di Blade Runner perché nelle esigenze narrative dei film alla bruttura estetica corrisponde una bruttura etica, mentre nel mondo reale l’orrore è spesso mascherato dalla bellezza e da un design pulito.

Le fotografie, tanto preziose per i replicanti del film, nulla hanno a che vedere con esibizione e ostentazione, sono piuttosto una testimonianza della memoria, del ricordi, dei legami, di ciò che ci rende umani.

I replicanti sono metafora dell’uomo stesso, un espediente per parlare di cosa è realtà e cosa è finzione, dell’esistenza. Cose che la nostra società è riuscita a confondere.

In una narrazione fantascientifica, cyberpunk e distopica, non può mancare l’amore salvifico con una controparte femminile molto diversa dal protagonista, se non addirittura opposta. Deckard si innamora di Rachel, la replicante che avrebbe dovuto “ritirare”; Montag si innamora della perspicace e gioiosa Clarisse, antitesi di sua moglie Mildred. In Avatar, Jake Sully, disabile e senza prospettive nella vita reale, si innamora della principessa Na’vi Neytiri. Ne L’Esercito delle dodici scimmie il grezzo e sopravvissuto Cole si innamora della psichiatra. In Zero Theorem Qohen si innamora di Bainsley. In Brazil Sam si innamora di Jill. Sempre una coppia di novelli Adamo ed Eva con lo scopo di rifondare un mondo troppo brutto, spesso senza riuscirvi.

 

Detto questo, due bonus.
Il primo è una foto di Carrie Fisher sul set del film


Il secondo è per i più attenti che ricordano gli accenni a un quinto e sesto replicante nel film. Il quinto replicante (Mary) avrebbe dovuto essere interpretato da Stacey Nelkin, che in questo video si può vedere mentre prova la parte di Pris, andata poi a Daryl Hannah.

 

Infine, alla domanda “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” (titolo del racconto di Philip Dick da cui è stato ispirato il film), possiamo rispondere che Rachel in ebraico significa proprio “pecora” e siamo certi che Deckard la stia ancora sognando. Insonne, malgrado tutto.

 

“A volte se ami una persona… devi diventare un estraneo”.

(Rick Deckard, Blade Runner 2049)

 

 

 

2 pensiero su “IL NOVEMBRE 2019 È PEGGIO DI BLADE RUNNER?”
  1. “Il mondo di oggi sembra migliore di quello di Blade Runner…” tratto dal bellissimo articolo appena letto e scritto pochi mesi prima che il virus cambiasse tutto. Chiedo all’autore se oggi lo riscriverebbe così, oppure se è proprio vero che oggi il mondo previsto allora è peggio di quello immaginato nel film.

  2. Gentile Fabio, sono contento che l’articolo Le sia piaciuto. Se l’evenienza di una pandemia non era certo nelle mie previsioni, la deriva profondamente autoritaria e tecnocratica che questa ha portato è incredibilmente in linea con le forme di narrazioni distopiche citate e, in un certo senso, ne conferma la bruttura. Ne L’esercito delle 12 scimmie e nel film di V for Vendetta si accenna al virus che avrebbe causato la situazione disastrosa da cui partono entrambe le narrazioni (e in V for Vendetta con tanto di Inghilterra fascista e mai entrata in Europa!). Se la realtà ha – come spesso accade – superato la finzione, non saprei dirlo, ma proprio per questo non rivedrei l’articolo alla luce dei fatti recenti.

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