Neon Genesis Evangelion è una delle serie anime tra le più acclamate di sempre. Un’opera complessa e profonda che è divenuta un cult e ha generato una vera e propria venerazione tra i fan.

Prodotta dallo studio d’animazione Gainax e scritta e diretta da Hideaki Anno nel 1995, Neon Genesis Evangelion è un’opera di fantascienza che ha rivoluzionato il genere mecha, ma soprattutto ha toccato temi che per l’epoca erano rivoluzionari. In Italia è stata trasmessa nel 1996 su Mtv.

Nell’articolo non andremo a vedere in dettaglio tutti i riferimenti introspettivi, religiosi o filosofici, ma analizzeremo la struttura narrativa dell’opera e la sua evoluzione.

 

EVANGELION, UN OPERA NORMALE

La storia è ambientata in un futuro prossimo, all’epoca il 2015 (si tenga sempre presente che l’anime è stato trasmesso per la prima volta in Giappone nel 1995). A causa di un evento catastrofico chiamato Second Impact, avvenuto 15 anni prima, il mondo ha subito un profondo cambiamento climatico. L’umanità si trova ad affrontare delle pericolose creature chiamate Angeli che si sono risvegliate a causa dell’evento. Per combatterli viene formata l’organizzazione Nerv, che ha creato dei robot, le unità Evangelion (abbreviate spesso in Eva.

Per poter pilotare gli Eva occorrono degli adolescenti, ed è qui che entra in gioco il nostro protagonista, Shinji Ikari. Il ragazzo è stato abbandonato dal padre Gendo, oggi a capo della Nerv, quando era bambino, appena dopo la morte della madre. Il nostro si trova agli ordini di un genitore anaffettivo a dover pilotare un sofisticato mecha per difendere la terra.

Al suo fianco ci sarà Remi Ayanami, una ragazza anch’essa pilota di un Eva, fredda e distaccata, pare ricevere quelle attenzioni paterne che lui non ha mai avuto. Shinji si sente attratto, ma allo stesso tempo è geloso di lei.

Ai due si unirà in un secondo momento l’esuberante Asuka Soryu Langley (che, a dispetto del nome, è tedesca) anch’essa pilota di un’unità Eva, caratterialmente l’opposto dei due: aggressiva, sfacciata, presuntuosa, desiderosa di mettersi in mostra.

A queste due figure femminili si aggiunge la signorina Misato, tutrice di Shinji, figura a metà tra quella materna e quella della femme fatale.

I primi 16 episodi della serie sono principalmente concentrati sui patemi amorosi di Shinji e queste tre figure femminile, quella per natura simile a lui – Rei – quella opposta con cui è in contrasto – Asuka – e quella adulta e inaccessibile – Misato.

Molto risalto è dato alle scene ambientate al liceo, dove insieme ai compagni Toshi e Kensuke vive le tipiche dinamiche degli anime, un mix di commedia, avventura e romanticismo, con tante situazioni imbarazzanti, con un velo di erotismo, ricche di battibecchi e situazioni comiche, con i vari protagonisti che assumono le espressioni super-deformed tipiche degli anime giapponesi.

Questa in breve è la premessa iniziale di Evangelion, che sostanzialmente ricorda di base lo stesso plot di Mazinga ed altre opere di Go Nagai. È un ragazzo ai comandi di un robot per combattere una razza di invasori. La serie è infarcita però di equivoci romantici e situazioni comiche tipiche delle serie in onda in quegli anni, come Sailor Moon, per dirne una.

Sebbene nei primi episodi Evangelion presenti delle caratterizzazioni complesse dei personaggi (come l’animo ferito di Shinji, la cui sindrome dell’abbandono e la mancanza di autostima è evidente o l’emetismo emotivo di Rei, che ricorda quasi una sorta di autismo) abbandona quasi subito questi aspetti per concentrarsi sui combattimenti contro gli Angeli oltre che sul lato comico / rosa.

Anche il padre Gendo, in questa parte, appare pochissimo, così come viene messa un po’ in secondo piano Rei, probabilmente il personaggio più rappresentativo dell’anime.

Volendo semplificare, potremmo affermare che Evangelion è Orange Road con i robottoni. Come nell’opera di Izumi Matsumoto, infatti, c’è un protagonista timido e impacciato, Shinji, che al pari di Kyosuge Kasuga non sa districarsi tra i sentimenti che prova per la dolce Hikaru e la sensuale Madoka, così come Shinji è indeciso tra quello che prova per Rei e Asuka.

Ma circa a metà della serie le cose cambiano.

 

EVANGELION, UN’OPERA RIVOLUZIONARIA

L’autore Hideaki Anno durante la fase di produzione dell’opera aveva sofferto di una profonda depressione, e aveva deciso di mettere nel lavoro i suoi sentimenti di quel periodo. Afferma di essere stato “un uomo distrutto, che non ha potuto far nulla per quattro anni” e di aver voluto “imprimere i miei sentimenti sulla pellicola” (fonte Wikipedia).

A partire dal 14esimo episodio Anno cambia le carte in tavola e il tipo di narrazione. Svaniscono le scene al liceo e le vicende umoristiche della storia, i ragazzi non vengono più deformati in espressioni buffe e divertenti, non si sorride più. La serie improvvisamente cambia pelle diventando più drammatica e introspettiva.

Le cose si fanno decisamente più mature e coinvolgenti. Vediamo il punto di vista diretto dei personaggi tramite introspezione, autoanalisi, flashback, e addirittura un attacco psichico di un angelo, e assistiamo ai traumi emotivi che ogni personaggio (anche quelli di supporto come la signorina Misato, la dottoressa Ritsuko e il sig. Kaiji) ha subito nella sua vita.

Sindrome dell’abbandono, mancanza di autostima, insicurezza, complesso d’Edipo, incapacità affettiva, desideri sessuali repressi, ansia da prestazione, complesso di Elettra… sono solo alcuni degli aspetti che l’autore ci rivela nei protagonisti, mostrandoceli fragili e sofferenti, in un’atmosfera cupa e violenta ben lontana dai primi episodi e dagli stereotipi dei prodotti di genere.

Shinji è depresso, insicuro, non ha mai superato l’abbandono da parte del padre, con cui è chiaramente in conflitto. Da una parte lo odia, ma dall’altra è bramoso della sua approvazione. Il ragazzo si isola e non riesce ad aprirsi con nessuno, se non con Kaoru (vedi sotto).

Asuka, così allegra e determinata nei primi episodi, si scopre essere anch’essa emotivamente fragile e insicura, a causa del trauma di aver visto la madre suicidarsi quando lei era piccola. Da allora cerca sempre di essere forte e perfetta, mostrandosi più dura di quello che in realtà è.

La stessa signorina Misato, così sexy ed esuberante in un primo momento, risulta essere stata in conflitto con il padre ed avere dei disturbi della sfera affettiva

La stessa Rei, che si scopre essere un clone della madre di Shinji e di un angelo, è incapace di vivere in mezzo agli altri, a causa del senso di alienazione e tristezza a causa della sua particolare condizione, anche se imparerà a provare delle emozioni e ad avere una certa consapevolezza di sé stessa grazie ai sentimenti che sviluppa per Shiji. Rei è il personaggio che si evolve maggiormente nel corso della serie, diventando il preferito dalla maggior parte del fandom.

Anche la storia inizia a farsi più misteriosa e intrigante. Scopriamo, attraverso le indagini della signorina Misato e dai flashback di Gendo Ikari, padre di Shinji, che Angeli e uomini sono discendenti di due primi angeli, Adam e Lilith, caduti sulla terra in epoca preistorica (il First Impact). Da Lilith è nata la vita sulla Terra, inclusi gli uomini, quando essa ha rilasciato LCL, una sorta di brodo primordiale. Adam invece è rimasto in stato comatoso in Antartide, fino a quando gli uomini hanno provato a risvegliarlo, dando vita al Secondo Impact della premessa e risvegliando gli Angeli, il cui scopo è ricongiungersi a Lilith, cosa che però scatenerebbe il Third Impact e con esso la fine della vita sulla Terra.

Scopriamo, inoltre, che Gendo Ikari, oltre ad essere a capo della Nerv, fa parte di una misteriosa organizzazione chiamata Seele (Anima in tedesco) che sta studiano un misterioso piano per il perfezionamento dell’uomo; tuttavia verso la fine della serie Gendo porterà avanti una propria personale versione di tale piano, tradendo la Seele.

Dunque a partire dall’episodio 14 sino alla conclusione della serie Evangelion cambia faccia, diventando l’opera di culto di cui ancora oggi tutto il mondo parla, ricca di quelle sfaccettature introspettive che l’hanno resa un capostipite di un nuovo genere degli anime.

In Evangelion ci sono numerosi riferimenti al filosofo Arthur Schopenhauer (il dilemma del riccio secondo cui più ci avviciniamo agli altri e più veniamo feriti) a Jean-Paul Sarte (il famoso “l’inferno sono gli altri” ossia la difficoltà di farci capire dal prossimo e il peso del suo giudizio) e alla poesia di John Donne, “nessun uomo è un’isola”. Il tutto a dimostrare quanto sia difficile e doloroso vivere in mezzo agli altri, ma anche comenon possiamo nemmeno isolarci, cosa che in Giappone è sempre più diffusa come dimostra il fenomeno sociale degli Hikikomori.

 

GLI EPISODI 24, 25 E 26

La serie Evangelion finisce dopo 26 episodi, a causa della crisi finanziaria che ha colpito lo studio Gainax. L’episodio 24 e i successivi rappresentano una sorta di “scissione” all’interno della narrazione. Il 24 è legato all’esordio di Kaworu Nagisa, personaggio che compare unicamente in questo episodio, ma che tuttavia è diventato immediatamente uno dei beniamini dai fan della serie.

A causa dello stato depressivo in cui è caduta Asuka dopo l’attacco psichico di un Angelo, che ne ha compromesso la capacità di guida dell’Eva, viene ingaggiato un nuovo pilota, Kaworu Nagisa.

Il ragazzo, estroverso, sicuro di sé e dichiaratamente omosessuale, si avvicina a Shinji non celando il suo interesse e, seppur non ricambiato, stringe un forte legame emotivo con lui. La sua empatia fa sì che Shinji per la prima volta si sente compreso da qualcuno e che abbassi quella barriera emotiva che ha complicato le relazioni con gli altri, arrivano a confidarsi, ad aprirsi e a fidarsi di Kaworu.

Il ragazzo però di rivela essere l’ultimo degli Angeli che, come un cavallo di Troia, si è “fatto uomo” per poter entrare alla Nerv e potersi avvicinare a Llilith. Tuttavia, piuttosto che causare l’estinzione della razza umana, e dunque la morte di Shinji, Kaworu preferisce suicidarsi, lasciandosi uccidere dell’Eva del suo amico, preferendo sacrificarsi che vedere morire l’amico.

La cosa, inutile dirlo, causa un profondo trauma nell’animo d Shinji, costretto a uccidere l’unica persona da cui si sentiva capito.

Tuttavia, dopo questo sconcertante finale, gli episodi successivi non affrontano le conseguenze di quanto avvenuto. Sebbene ci venga accennato di come Gendo Ikari abbia tradito la Seele per portare avanti il proprio piano di perfezionamento dell’uomo, il resto degli episodi avviene in una sorta di “stato onirico” in cui Shinji e le protagoniste femminili Rei, Asuka e Minato hanno una sorta di seduta di psicanalisi in cui affrontano le proprie paure e i propri traumi.

L’ultimo episodio in particolare è incentrato su Shinji che, in un a sorta di “viaggio nella propria psiche” circondato da tutte le persone a lui care – inclusi alcuni defunti – fa una profonda autoanalisi in cui capisce che non può continuare a isolarsi dal mondo, ma deve affrontare il dolore come una parte inevitabile della vita, imparando ad accettarsi per quello che è e ad uscire dal guscio emotivo che si era autoimposto. Tutti i suoi amici a questo punto si congratulano con lui.

Questa lunga sequenza onirica è indubbiamente ben fatta, ma si discosta totalmente dal tipo di narrazione che fino a quel momento aveva accompagnato lo spettatore, stravolgendone la prospettiva e soprattutto lasciano in sospeso parecchie sottotrame.

Gli spettatori rimasero assai delusi da questo finale affrettato e sconclusionato, tanto da diventare una sorta di “caso nazionale” con molti giornali che si interessarono alla cosa e dibattiti che hanno contribuito ad alimentare la fama della serie.

Nonostante le dichiarazioni di Anno, che si definiva soddisfatto di tal finale, era palese che questi in realtà fosse deludente e che qualcosa andava fatto in merito.

 

THE END OF EVANGELION

Nel 1997, a un anno di distanza dalla conclusione della serie, venne prodotto un film distribuito nei cinema, The End of Evangelion, che come dice il titolo diede una conclusione all’opera di Hideaki Anno. La Seele, in virtù del tradimento dei Gendo Ikari, manda il proprio esercito contro la Nerv allo scopo di impossessarsi delle unità Eva.

Inizia così una sorta di guerra civile all’interno della base, in cui la signorina Minato cerca di mettere in salvo Shinji e Asuka, il primo caduto in depressione acuta dopo la morte di Kaworu e la seconda che si trova in una sorta di stato vegetativo.

La ragazza si riprende in tempo per poter difendere la base dagli attacchi della Seele a bordo della sua unità Eva, ma verrà gravemente ferita dagli attacchi dei cloni di Angeli creati alla Seele.

Nel frattempo Gendo dà vita al proprio piano per il perfezionamento dell’uomo, spingendo Rei a fondersi con un embrione dell’angelo Adam. Il suo scopo è la fusione di tutte le anime della terra in un unico essere, in modo da porre fine a tutti i malesseri, alla solitudine e alle paure che attanagliano gli uomini, in questo modo lui potrà ricongiungersi con l’anima dell’amata moglie che, scopriamo, essere rinchiusa dentro l’unità Eva di Shinji.

Rei però rifiuta l’ordine di Gendo, decidendo di sua spontanea volontà di fondersi con Lilith trasformando se stessa in un Angelo gigante, simile a quella del First Impact, espandendo per il mondo tutto il suo LCL. Le anime dell’umanità vengono fuse tutte insieme nel liquido primordiale, diventando una sorta di coscienza collettiva dove “non si sa dove inizia uno e finisce l’altro”. La Rei gigante dà a Shinji la possibilità di scegliere il destino dell’umanità, se trascendere oppure tornare a essere singole unità.

Shinji fa profonda analisi interiore, interrogandosi sul senso della vita e sui rapporti umani, arrivando a una sorta di autoconsapevolezza e di non aver più paura di rimanere ferito dai rapporti umani. Dunque decide di “vivere in un mondo dove ci sono gli altri” (dunque questo finale non invalida quello della serie tv, semplicemente ce lo mostra da una prospettiva diversa, non più interna ma esterna).

La Rei gigante collassa e crolla su se stessa, l’umanità viene ripristinata e Shinji si ritrova disteso su una spiaggia, davanti i resti della Rei gigante, con Asuka al suo fianco.

Senza alcuna ragione inizia a strangolare la ragazza, che davanti al suo goffo tentativo risponde con una inaspettata carezza. Shinji a questo punto scoppia in pianto disperato, mentre Asuka esclama “che schifo”.

FINE.

Sebbene in film sia stato un successo di incassi e critica, questo finale criptico ha diviso i fan, dando vita a diverse interpretazioni su quella particolare scena. Pare che Anno si sia ispirato a un fatto che accadde a una sua conoscente, la quale scampò a una violenza dando un’inaspettata carezza al suo assalitore, rimasto sorpreso dal gesto e dandole così il tempo di sfuggirgli.

Per 10 anni The End of Evangelion è rimasta la sola conclusione dell’Anime, fino a quando, nel 2007, è uscito Rebuild of Evangelion, una tetralogia di film che è una sorta di soft-reboot della saga.

 

REBUILD OF EVANGELION: REBOOT, REMAKE O SEQUEL?

Dopo essersi occupato di altri progetti, nel 2006 Hideaki Anno decide di tornare sulla sua opera più famosa, formando un nuovo studio di animazione e creando una nuova serie di film dai titoli un po’ criptici:

  • Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone
  • Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance
  • Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo
  • Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time

I film sono usciti rispettivamente nel 2007, 2009, 2012 e nel 2021. Se i primi due film sono grossomodo un sunto dei primi 15 episodi della serie, resi accessibili anche a chi si approccia per la prima volta alla serie, con in più l’introduzione di un nuovo personaggio, la pilota inglese Mari Illustrious Makinami (più per motivi commerciali che narrativi) è dal terzo film che Evangelion presenta una nuova storia, con uno skiptime di 14 anni rispetto al capitolo precedente.

Nel tentativo di salvare Rei dalla fusione con un Angelo, Shinji rischia di scatenare il Third Impact, scongiurato dal tempestivo intervento di Kaworu. Il protagonista e i piloti non sono invecchiati, a causa del particolare legame con le loro unità Eva (metafora di come, secondo Anno, anche i fan della serie tendono “a non voler crescere”) e Shinji, risvegliatosi da un lungo coma, è trattato da tutti con astio per aver quasi distrutto la terra solo per salvare Rei. In questo lasso di tempo la Nerv si è divisa in due fazioni, una guidata da Gendo Ikari, sempre più alienato e deciso a portare avanti il proprio piano di perfezionamento dell’uomo, e un’altra guidata da Misato e rinominata Wille (volontà in tedesco), dedita alla salvaguardia dell’umanità.

Shinji verrà rapito e portato dal padre, e si unirà a Rei, che però appare fredda e distacca rispetto all’ultima volta in cui si sono parlati, e a Kaworu, con cui stringe un forte legame di amicizia e fiducia.

Sebbene la storia racconti eventi diversi, molte degli avvenimenti sono gli stessi che abbiamo visto nel corso della serie precedenti, come le manipolazioni di Gendo, le origini di Rei (che non ricorda gli eventi del film precedente in quando è un clone) e il sacrificio di Kaworu.

Questo perché Anno semina diversi indizi che lasciando intendere, pur non dicendolo esplicitamente, che la storia di Evangelion è un ciclo che si ripete, un loop continuo. La realtà di Rebuild non è altro che il mondo che si è riformato al termine di The End of Evangelion e la storia si sta ripetendo, sebbene in modo diverso. Questo rende Rebuild una sorta di remake (la prima parte) di reboot (il terzo film) e anche un sequel, con il quarto film che dà agli spettatori, vecchi e nuovi, un finale definitivo e completo.

Nel film Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time, infatti, Anno ci mostra cos’è successo ai comprimari dei primi episodi, quei vecchi compagni di liceo che non apparivano da circa metà della prima serie, personaggi a cui Anno non aveva dato alcuna conclusione e che recupera mostrandoceli adulti. La conclusione di questo quarto film dà modo all’autore anche di chiudere un aspetto della sua storia rimasto aperto nei precedenti finali che aveva girato, ovvero il confronto da Shinji e suo padre Gendo. I due non avevano mai avuto un vero e proprio confronto; sebbene Shinji maturasse e riuscisse a superare tutte le sue insicurezze arrivando all’autoaccettazione, il suo conflitto col padre non era mai stato affrontato.

In questo film Gendo cerca di resettare il mondo andando ai confini dell’universo, dove l’uomo ha uno scontro fisico e psicologico con il figlio; appurato che non può sconfiggerlo fisicamente Shinji, ora finalmente maturo e consapevole di sé, fa la cosa più difficile che può fare un adolescente con un genitore: si parlano.

Shinji riesce a vedere i ricordi di suo padre da ragazzo, come fosse simile a lui (e allo spettatore stesso) ovvero incapace di avere rapporti con gli altri, di comunicare, che si autoisolava fino a quando non conobbe sua moglie Yui, unica persona con la quale era stato in grado di aprirsi. Ma alla morte di lei non riuscì a accettarne la perdita e traumatizzato, ha abbandonato il figlio, incapace di amarlo, e ha cercato un modo di ricongiungersi con lei attraverso il piano di perfezionamento dell’uomo. Per la prima volta nella loro vita padre e figlio comunicano realmente, capendosi e accettandosi. Adesso però è la volontà di Shinji a prevalere e a modellare la nuova realtà, un mondo com’era prima del Second Impact, una Neo Genesis… ma senza gli Evangelion. Shinji si confronta e si congeda con Asuka, Rei e Kaworu, per poi riformare la realtà spezzando il ciclo degli eventi.

Nel finale un Shinji ormai adulto è seduto in una stazione ferroviaria, dove osserva gli altri 3 piloti vivere un’esistenza normale. Viene raggiunto da Mari, e poi insieme escono verso l’uscita, con l’anime che diventa un live action, ambientato nella città reale di Ube, dove è nato lo stesso Hideaki Anno.

Un finale questa volta soddisfacente, non criptico, dove il messaggio di Anno è comunque lo stesso che aveva mandato anche nei finali precedenti, ossia dire agli otaku giapponesi che chiudersi in sé stessi, sfuggendo dalle responsabilità e isolandosi, non è una soluzione: solo imparando a stare con gli altri e accettando i propri difetti è possibile uscire dalla depressione.

Per tutti questi motivi Evangelion è ritenuto uno dei più importanti anime giapponesi di sempre, un’opera che ha rivoluzionato il genere diventando il capostipite di un nuovo stile di narrazione.

 

Un pensiero su “NEON GENESIS EVANGELION, UN ANIME COMPLESSO”
  1. Un lavoro valido ed esemplare ( a dirlo è un appassionato di animazione che ha sempre giudicato Neon Genesis Evangelion un’opera cupa e pesante, e che considera Gendo Ikari “una versione anime del proprio padre”, inaffettivo e chiuso in una corazza di egosimo)!

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