In più di un caso per i propri film Carlo Verdone ha scelto l’attrice del momento, che poteva garantire un buon esito al box office. Non è stato l’unico, lo hanno fatto altri comici passati alla regia nello stesso periodo, come Francesco Nuti e Massimo Troisi.

La presenza femminile a fianco di Verdone ha quasi sempre funzionato. Tra le pellicole piazzatesi ai primi posti delle classifiche d’incasso troviamo Io e mia sorella con Ornella Muti, Maledetto il giorno che ti ho incontrato con Margherita Buy, Io, loro e Lara con Laura Chiatti, e soprattutto Viaggi di nozze con Claudia Gerini (addirittura primo nella stagione 1995-96). Verdone e la Gerini hanno poi replicato nel 1996 con Sono pazzo di Iris Blond e, soprattutto, con Grande, grosso e Verdone, del 2008.
Alcune attrici chiamate da Verdone erano già famose: Ornella Muti, Eleonora Giorgi, Laura Morante, Paola Cortellesi. Altre, per esempio Nancy Brilli, Claudia Gerini e Ilenia Pastorelli, si sono affermate in maniera definitiva grazie all’attore e regista.

Ci sono poi le attrici che hanno goduto solo di un breve periodo di popolarità o la cui carriera, quantomeno cinematografica, non è stata particolarmente brillante.
La più importante tra queste è Natasha Hovey, che nel volgere di un decennio ha abbandonato di propria iniziativa i set e il mondo dello spettacolo trasferendosi a Parigi, dove si dedica sporadicamente alla conduzione radiofonica.
Tuttavia la Hovey ancora oggi può contare su un consistente numero di ammiratori in virtù della partecipazione a due dei migliori film di Verdone.

Nata a Beirut, in Libano, da padre americano e madre olandese, Natasha Hovey all’età di sette anni si trasferisce con i genitori a Roma, sull’Aventino. Mentre ancora frequenta il liceo linguistico presso il Collegio Nazareno di Roma, nel 1982 partecipa a una serie di spot pubblicitari per il motorino Ciao della Piaggio.

 

Nel 1983 Carlo Verdone ha in mente di girare un film diverso dai precedenti, vuole “mettere da parte l’elemento dialettale e puntare di più alla costruzione di una storia ad ampio respiro”. Il personaggio femminile principale gli viene ispirato dal programma televisivo La fabbrica delle stelle, incentrato sulle adolescenti che negli Stati Uniti vengono lanciate come fotomodelle.
Una in particolare, come afferma lui stesso, lo colpisce in maniera particolare. “Dolce, timida, spaurita, quando veniva colta nell’intimità della sua stanza fatta di giocattoli, bambole e poster. Conturbante, perversa, vamp, quando era sotto le mani di abili ed esperti truccatori”.
Per trovare la protagonista gira l’Italia filmando centinaia di adolescenti. Alla fine la scelta cade su Natasha Hovey, perché è “un volto pulito, che con qualche ritocco può diventare intrigante”.
In Acqua e sapone, sceneggiato insieme a Enrico Oldoini e Franco Ferrini, Verdone è Rolando, laureato in lettere che fa il bidello in un collegio di suore e arrotonda con le lezioni private. Un giorno viene a sapere che una giovanissima top-model, Sandy Welsh, è arrivata a Roma. La madre sta cercando un precettore che le dia delle lezioni nei ritagli di tempo tra un servizio fotografico e l’altro.
Rolando, spacciandosi per il famoso gesuita padre Spinetti, viene assunto. La sedicenne Natasha Hovey (occhi verdi, capelli castano-biondi, alta 1 metro e 65) viene subito ribattezzata dalla stampa “la Brooke Shields all’italiana”. Lei non gradisce il paragone, e nonostante diventi improvvisamente famosa preferisce proseguire gli studi.

 

Per presentare il film, Verdone e Natasha Hovey vengono ospitati in una puntata dell’ottava edizione di Domenica In (su Rai 1 dal 25 settembre 1983 al 24 giugno 1984), condotta da Pippo Baudo.

https://www.youtube.com/watch?v=JJ_OJR1qF_M

 

Forse per una sorta di collegamento con il titolo del film di Verdone, nello stesso anno Natasha Hovey è la protagonista dello spot per l’acqua oligominerale Fiuggi. Mentre sta correndo in un parco, una voce maschile fuori campo la ferma per chiederle cosa le viene in mente se le dice Fiuggi.

 

Nel vacanziero Giochi d’estate (1984), regia di Bruno Cortini, si intrecciano le vicende sentimentali di alcuni villeggianti, giovani e meno giovani. A differenza del precedente e nostalgico Sapore di mare, ambientato a Rimini negli anni sessanta, qui siamo a Porto Rotondo e negli anni ottanta. Natasha Hovey è Ale, che stringe una relazione con Gianni (Mauro Di Francesco).

 

Nel 1984 entra a far parte del cast della serie tv I figli dell’ispettore, realizzata in dodici episodi di trenta minuti ciascuno, che Rai 2 manda in onda nel preserale nel 1985.
In ogni episodio assistiamo a un’indagine dell’ispettore di polizia Folco Magrini (Fabio Testi) e dei suoi tre figli, tra cui Natasha Hovey/Fabi.
Ambientata a Verona e diretta da Aldo Lado, come ha scritto Fabio Melelli la serie è “un esperimento interessante, con poco seguito, atto a creare un corrispettivo nazionale delle serie poliziesche anglosassoni, realizzato con mezzi non ingenti ma con efficace resa drammatica e spettacolare”.

 

L’horror Dèmoni, prodotto da Dario Argento e diretto da Lamberto Bava, si rivela un sorprendente successo al botteghino del 1985.
Natasha Hovey interpreta Sharon, una ragazza che riceve, da un uomo misterioso incontrato in metropolitana, due biglietti per la prima di un film dell’orrore al cinema Metropol di Berlino.
Il film nel film narra di come Nostradamus avesse previsto l’avvento dei dèmoni sulla Terra.
Sia nella pellicola proiettata sullo schermo che nella sala cinematografica, qualcuno si punge con una maschera demoniaca e dà il via al contagio. Solo Sharon e George (Urbano Barberini) riescono a uscire dal cinema. Ma scoprono che fuori è peggio: la città è infestata dai dèmoni.

 

Nel poco visto film per la tv Domani, diretto nel 1986 da Marcello Fondato, Natasha Hovey interpreta Julie, una pianista di talento. La ragazza si innamora di un compositore che soffre di una grave malattia.

 

La Hovey torna a recitare in un film diretto e interpretato da Carlo Verdone nel 1988, con Compagni di scuola.
Dopo quindici anni, un gruppo di compagni del liceo fa una rimpatriata nella villa di una di loro.
Natasha Hovey è protagonista della parte forse più drammatica del film, che riprende alcune situazioni e caratteristiche del personaggio di Acqua e sapone.
Qui interpreta Cristina, allieva e amante di Piero Ruffolo (Verdone), soprannominato Er Patata, insegnante in un liceo privato. La ragazza, invitata alla festa, viene violentata da Mauro Valenzani (Massimo Ghini), diventato un uomo politico cinico e cocainomane, a cui Piero ha chiesto una raccomandazione.

https://www.dailymotion.com/video/x7rkjhw

 

Nel gennaio del 1989 Rai 1 trasmette il film per la tv in due puntate Uomo contro uomo, diretto da Sergio Sollima.
È la vicenda di due fratelli, Nico e Maria, sullo sfondo di una Calabria tragica, dominata dalla ‘ndrangheta. Natasha Hovey ha il ruolo di Daniela, fidanzata di Nico.
Nell’articolo Uomo contro uomo una storia del Sud, di Paolo D’Agostini (La Repubblica, 29 gennaio 1989) viene riportata una dichiarazione del regista: “Non ho voluto raccontare una storia di buoni e di cattivi ma di personaggi”.

 

Sempre del 1989 è lo spot Barilla diretto da un prestigioso regista come il russo Nikita Mikhalkov, facente parte di una serie che ha come slogan “dove c’è Barilla c’è casa”.
In una Mosca innevata, due fidanzati italiani vanno in un ristorante elegante. Non comprendendo la lingua, cercano di spiegare a gesti al cameriere che vogliono mangiare gli spaghetti.

 

Ancora l’acqua segna la carriera di Natasha Hovey, anche se sono trascorsi dieci anni da Acqua e sapone.
Tra il 1994 e il 1995 Natasha Hovey è infatti Cristina in altri due celebri spot, quelli per l’acqua (liscia o gassata) Ferrarelle. Accanto a lei Riccardo Rossi, mentre la regia di entrambi è di Daniele Luchetti.

 

 

 

2 pensiero su “NATASHA HOVEY, ACQUA E VERDONE”
  1. E non dimentichiamo il brano musicale del film “Acqua e sapone”, scritto da Vasco Rossi e cantato dagli Stadio, oggi odiatissimo e criticato da femministe e buonisti vari perché considerato un “inno alla pedofilia” o qualcosa del genere…

    1. La sensibilità era tutta diversa. Non credo che si potrebbe riportare una storia simile con gli stessi toni.

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