“No, non ci sono scene con Nastassja Kinski. Lei non c’è”. Nel documentario What is Brazil?, girato da Rob Hedden dietro le quinte del film di Terry Gilliam Brazil, del 1984, uno degli interpreti, Michael Palin, risponde così a un fantomatico intervistatore telefonico. Tuttavia, pur ironizzando, Palin afferma una verità. Per almeno una decina d’anni (all’incirca dal 1976 al 1986) Nastassja Kinski è stata l’attrice europea più richiesta, la più apprezzata, e con un vasto seguito di ammiratori, sia nel continente d’origine sia negli Stati Uniti.

Come scrisse Franco La Polla nella scheda del film Maria’s Lovers (Cineforum n. 9, settembre 1984): “Nastassja è Nastassja, un must del cinema contemporaneo, non averla significa morte sicura al box-office”. Inoltre va rilevato che, oltre al successo personale, la Kinski in quei dieci anni o poco più può vantarsi d’aver girato almeno cinque capolavori con alcuni dei più grandi registi della storia e almeno il doppio di livello comunque notevole. Rendiamo quindi omaggio alla meravigliosa Nastassja focalizzando l’attenzione sul periodo d’oro della sua attività artistica.

Nata a Berlino il 24 gennaio del 1961, Nastassja Aglaia Nakszyński, per chi non lo sapesse figlia del grande attore Klaus Kinski, e della modella Ruth Brigitte Tocki, esordisce sul grande schermo grazie a Wim Wenders, che la vuole per Falso movimento (Falsche Bewegung), del 1975. Ispirato al romanzo “Gli anni dell’apprendistato di Wilhelm Meister”, di Goethe, racconta del viaggio del protagonista attraverso la Germania. A lui si uniscono altri personaggi, tra i quali l’anziano ex nazista Laertes e la giovane figlia Mignon.

All’epoca si faceva chiamare Nastassja Nakszynski. Aveva tredici anni. Non sapevo che il padre fosse Klaus Kinski quando la vidi per la prima volta. Non aveva mai recitato prima di allora. Era una bambina alla sua prima esperienza cinematografica. Dopo questo film decise di prendere lezioni di recitazione. Due anni dopo recitò in Tess di Polanski, il film che la fece conoscere al grande pubblico. Sono orgoglioso di essere stato io a scoprirla (…) Era una bambina, ma aveva già un grande carisma. Sapevo di aver fatto bene a scritturare quella ragazzina sconosciuta. Tra l’altro, era bravissima a ballare.
Wim Wender

https://vimeo.com/182554961

Il 1977 la vede partecipare all’episodio, intitolato Reifezeugnis, di una delle serie televisive tedesche poliziesche più longeve e di maggior successo, Tatort. Il film per la tv, distribuito poi anche sugli schermi cinematografici italiani con il titolo Solo per il tuo amore, diretto da Wolfgang Petersen, ha per protagonista Sina, una sedicenne che instaura una relazione con un suo insegnante. Un giorno un giovane innamorato di lei e che l’ha vista baciarsi con il professore, cerca di violentarla e lei per difendersi lo uccide.

 

Nello stesso anno partecipa come ospite allo show della tv tedesca Am laufenden Band, presentato da Rudi Carrell.

https://www.youtube.com/watch?v=5BBTmFc-Sow

 

Inizialmente il ruolo di Francesca nel film Così come sei (del 1978) doveva essere interpretato da Ornella Muti, che però rinunciò. Callisto Cosulich, nella sua monografia sul regista Alberto Lattuada (1985, Gremese Editore), sottolineò che per sostituire la Muti “a Lattuada tocca l’impresa, sempre felice per lui, di scovare una ragazza non usurata dalla fama”. Il regista, in una dichiarazione contenuta nello stesso libro, spiegò come giunse a scegliere la Kinski: “Ho scelto Nastassja attraverso una sua foto che mi ha folgorato. Una ragazza disciplinata sul lavoro e, insieme, un po’ folle che mi ha incuriosito al di là del set, tanto che le ho indirizzato una pubblica ‘lettera d’amore’”. Un brano della lettera recita così: “Certi lampi degli occhi, certe risate che suonano spensierate, certi guizzi del suo corpo hanno suoni e ritmi che sorprendono per la loro novità non classificabile” (pubblicata con il titolo “Lettera d’amore di Alberto Lattuada alla protagonista del suo film”, nel settimanale Domenica del Corriere n. 7, 16 febbraio 1978, poi “Lettera d’amore a Nastassja Kinski” in Alberto Lattuada, L’occhio di Dioniso, La Casa Usher, 1990). Da notare che, oltre alla Kinski, Lattuada lanciò in questo film altre due giovanissime attrici destinate a fare carriera: Barbara De Rossi e Anja Pieroni. Liberamente ispirato al romanzo di Max Frisch “Homo Faber”, Così come sei racconta la vicenda di un architetto cinquantenne, Giulio, che a Firenze conosce una studentessa, Francesca, e se ne innamora. Il sospetto che la ragazza possa essere sua figlia non gli impedisce di continuare la relazione.

La Kinski ha una fotogenia attraente ma (occorre dirlo?) non è ancora un’attrice.
Tullio Kezich

Il ritratto di Francesca è il più evanescente, il più “alla moda” tra quelli finora proposti, ma conserva un attributo tipico (…) La spontaneità del desiderio sessuale inscindibile dalla legittimità della sua soddisfazione, la forza dirompente dell’erotismo, la non dipendenza da regole o misure.
Claudio Camerini

 

Tratto dal romanzo di Thomas Hardy del 1891, il film di Roman Polanski Tess (1979) racconta le vicissitudini di una giovane donna che viene condannata a morte per aver ucciso l’uomo che l’ha sedotta e abbandonata.

 

Nel rifacimento di uno dei più importanti film dell’orrore degli anni quaranta (prodotto da Val Lewton e diretto da Jacques Tourneur nel 1943), Il bacio della pantera (Cat People, 1982), di Paul Schrader, Nastassja Kinski interpreta Irena, una ragazza che, giunta a New Orleans e accolta dal fratello che non ha mai conosciuto, scopre di essere la discendente di una stirpe di uomini-pantera.

L’orrore risiede in quei brevi momenti, quando Irena, non più donna, non è ancora pantera. Nei quali vediamo deturparsi il bellissimo volto della Kinski.
Filippo D’Angelo

 

Nastassja Kinski non può certo essere considerata un’attrice dal talento cristallino, probabilmente non voleva esserlo e non era importante che lo fosse. I migliori registi con cui ha lavorato hanno saputo però sostanziarne pregi e difetti. In questo senso il capolavoro kinskiano è senza dubbio Un sogno lungo un giorno (One from the Heart), del 1982, un’opera ambiziosa e fantasmagorica nella quale Nastassja non sembra recitare né tanto meno sembra ballare e cantare. Il regista Francis Coppola la fa stare in equilibrio sul filo delle sue sublimi (in)capacità, e la Kinski dona all’aura che circonda il suo personaggio l’erotismo, che più erotico non si può, di una visione carnale.

Bellissima la notte, tra sogno e realtà “virtuale”, che l’uomo passa con l’acrobata, un’incantevole Nastassja Kinski.
Vito Zagarrio

 

Star’s Lovers (1983), intitolato in originale Exposed, dimostra quanto contasse in quegli anni il nome della Kinski per decretare il successo (per lo meno potenziale) di un film. Girato da James Toback, viene distribuito in Italia sulla scia dei buoni incassi fatti registrare da Maria’s Lovers. Una cover girl conosce un violinista che la coinvolge in una vicenda terroristica. La sensualità della Kinski emergeva sempre, anche nelle pellicole degli autori più cupi e raffinati.

Film postpostnouvellevague, sicuramente maledetto disfatto rifatto strafatto, dove Nastassja Kinski non è mai stata così bella.
Enrico Ghezzi

https://www.youtube.com/watch?v=_Jb1NVCBUu8

 

È interessante notare come la Kinski abbia dato il meglio di sé in un’epoca cinematografica nella quale produttori e registi erano alla spasmodica ricerca della bellezza visiva pura, che poteva essere ottenuta attraverso un’immagine estremamente elaborata ma anche con il contributo tutt’altro che accessorio della bellezza femminile. Lo dimostra (oltre a Un sogno lungo un giorno e Il bacio della pantera) lo sfortunato e irrisolto film di Jean-Jacques Beineix Lo specchio del desiderio (La Lune dans le caniveau), del 1983. Tratto dal romanzo “C’è del marcio in Vernon Street”, scritto dal maestro della narrativa noir David Goodis, vede la Kinski nel ruolo della ricca Loretta che Gérard, un portuale ossessionato dalla ricerca dell’uomo che ha violentato e provocato il suicidio della sorella, incontra durante i suoi vagabondaggi notturni.

 

Maria’s Lovers, diretto nel 1984 da Andrej Konchalovski, ha per protagonista Maria, una ragazza contesa tra tre uomini che sposa il primo amore, Ivan, reduce dai campi di prigionia giapponesi. Ivan, forse per il troppo desiderio e per i terribili ricordi di guerra che lo tormentano, la prima notte di nozze si scopre impotente. Siccome però gli succede solo con Maria, dopo qualche tempo se ne va di casa.

Interpretato da una Nastassja Kinski che finalmente dà prova di bel talento col suo volto mobilissimo, aderente all’inquieto personaggio.
Giovanni Grazzini

Nastassja Kinski, una bambola finalmente di carne e ossa, capace a tratti di imbruttirsi per la parte, sicuramente una rivelazione.
Alberto Crespi

 

Dopo essere stato per disperso, Travis viene ritrovato dopo anni dal fratello, che lo porta a casa con lui. Qui Travis può riabbracciare il figlio Hunter, che la moglie Jane (la Kinski) ha affidato ai cognati prima di scomparire anch’ella. Un giorno Travis, insieme al figlio, parte alla ricerca della donna e la trova che lavora in un peep-show. Accade nello straordinario Paris, Texas (1984), per il quale la Kinski tornò a lavorare con Wim Wenders. Registra l’ingresso nell’universo wendersiano di un personaggio, quello femminile, fino a ora rimosso, o soltanto vanamente cercato (Alice nelle città, Nel corso del tempo), del suo cinema, ed è sintomatico che ciò avvenga mediante il recupero di un volto, quello di Nastassja Kinski, legato in modo indelebile a un irrisolto “sogno femminile” del passato (la Mignon di Falso movimento).
Filippo D’Angelo

Per me era una giovane donna proveniente, forse, dall’Europa, che incontra qualcuno. E quando si incontrano certi “qualcuno”, tutto sembra all’improvviso divenire possibile, succedono cose buffe, proprio quelle cose che non ci si aspetterebbe potessero accadere mai.
Nastassja Kinski

https://www.youtube.com/watch?v=hFO1cQx9LkE

 

La Kinski è stata anche la protagonista, nel 1986, di una serie di spot pubblicitari per il sapone Lux.

 

Nel 1987, oltre a tornare sul set per interpretare Voglia d’amare (Maladie d’amour) di Jacques Deray, la Kinski incrocia un maestro come Federico Fellini, regista con il quale da sempre avrebbe desiderato recitare. Secondo alcune fonti, doveva essere la protagonista di Intervista. Invece l’attrice si limita ad accompagnare, da compagna del produttore Ibrahim Moussa, il regista al gala organizzato per la presentazione della pellicola al Festival di Cannes. La mancata partecipazione al film del Maestro riminese chiude in un certo senso la parte migliore della carriera di Nastassja Kinski.
Nello stesso anno rilascia un’intervista a Giovanna Grassi nella quale dichiara: “Per anni sono sta una diva-ninfetta. Molte cose hanno concorso ad accentuare l’immagine di una Nastassja sexy, tentatrice, abituata a spogliarsi, ambigua e insinuante nella sua sensualità (…) La sensualità per anni ha nutrito i miei personaggi, la mia immagine e io, in tutto quel periodo, ho lasciato che una parte della mia doppia natura venisse fuori”.

 

 

2 pensiero su “NASTASSJA KINSKI, NINFA DEGLI ANNI OTTANTA”
  1. Amo immensamente “Così come sei” (1978) di Alberto Lattuada, uno dei miei cult-movie assoluti. Lo conosco quasi a memoria. Locations incluse. Tanto che ogniqualvolta che mi capita di recarmi a Firenze, non posso fare a meno di andarmi a prendere una cioccolata calda e/o qualcos’altro al Caffé Rivoire, in Piazza della Signoria n. 5/r, lo stesso locale dove all’inizio del film di Lattuada si ritrovavano Marcello Mastroianni, Nastassja Kinski e Francisco Rabal.

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