Creato nel 1938 da Jerry Siegel e Joe Shuster, Superman ha dato il via al genere supereroistico, che ancora oggi è il più venduto nei fumetti degli Stati Uniti.

Ma Superman ha influenzato il mondo dei supereroi anche con la sua morte e la sua resurrezione avvenute nel 1992, uno spartiacque nel modo di scrivere storie di supereroi.

 

ANTEFATTO: LA FINTA MORTE DI SUPERMAN

Pubblicato ininterrottamente dalla Dc Comics, Superman è il personaggio con la più lunga vita editoriale alle spalle.
L’Uomo D’acciaio ha vissuto tutti i cambiamenti del mondo dell’editoria a fumetti, adattandosi ogni volta all’evoluzione del pubblico.

Nella prima metà degli anni ottanta, quando molti suoi “colleghi” raggiungono a stento i vent’anni di pubblicazione, Superman si avvicina al mezzo secolo di storia.
Nelle sue avventure, Superman è stato dipinto dagli autori come un eroe potentissimo, quasi invincibile: capace addirittura di spostare pianeti o di viaggiare nel tempo. L’espediente della kryptonite come unico tallone d’Achille era ormai abusato e prevedibile.

Per rendere il personaggio appetibile al nuovo pubblico di lettori, così diverso da quello che lo aveva visto esordire su Action Comics n. 1, occorreva fargli un restyling completo, rinnovandolo senza però intaccarne l’immagine.

Così nel 1985 la Dc Comics, quando decide di sfoltire e riordinare il proprio universo narrativo con il mega crossover Crisi sulle Terre Infinite, oltre a cancellare tutto ciò che c’è di superfluo e datato, pone le basi anche per un nuovo Superman più moderno. Prima però, occorre salutare degnamente quello vecchio.

Per farlo l’inglese Alan Moore scrive la storia “Cos’è successo all’Uomo del Domani?”, un episodio ambientato in un futuro in cui Superman è deceduto.
Per il decennale della sua morte Lois Lane, la cronista che per prima ha scritto di Superman e che era presente alla sua morte, viene intervistata da un giornalista.

Lois Lane, oggi sposata con un certo Jordan Elliot e madre di un bambino di pochi mesi, narra di come una volta che l’identità segreta venne divulgata da due suoi vecchi nemici, Superman avesse portato i suoi cari nella Fortezza della Solitudine, al Polo Nord, per proteggerli dalle ritorsioni dei vari avversari.

Qui ricevette la visita della Legione dei Supereroi proveniente dal 30° secolo, dalla quale seppe che sarebbe andato incontro alla più grande battaglia della sua vita, al termine della quale avrebbe cessato di esistere.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI

Sapendo di essere prossimo alla fine, Superman affrontò alcuni dei suoi peggiori nemici guidati dal computer alieno Brainiac, che aveva preso possesso del corpo di Lex Luthor, non riuscendo a impedire la morte di Lana Lang, Jimmy Olsen e del cane Krypto.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI

Superman e Losi infine scoprirono che dietro a tutti i problemi che si erano succeduti in quel periodo c’era il folletto della quinta dimensione Mr. Mxyzptik, non più rappresentato come un buffo ometto dispettoso, ma come un terrificante essere malvagio.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI

Superman riuscì a vincerlo solamente uccidendolo e l’aver infranto il suo rigido codice morale, che gli imponeva di rispettare sempre la vita dei suoi nemici, lo fece precipitare in uno stato di sconforto tale che, davanti a Lois Lane, si espose volontariamente alla Kryptonite d’oro (una sostanza che ne annullava completamente i poteri).
Poi uscì al freddo artico. Il suo corpo non venne mai trovato e da allora è considerato morto.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI

Una volta congedato il giornalista, scopriamo che il marito di Lois, Jordan Elliot, non è altri che lo stesso Superman sotto falsa identità, e che il loro bambino ha ereditato i suoi poteri, tanto da schiacciare I pezzi di carbone rendendoli diamanti.
Superman e Lois, così, continueranno a vivere il resto dei loro giorni lontani dagli occhi del mondo.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI
La storia, pubblicata originariamente nel 1986 in due parti su Superman n. 423 e Action Comics n. 583, è considerata l’ultima del Superman della Golden age. È una lettera d’addio in cui Alan Moore mette tutte le caratteristiche tipiche del Superman classico, tutti i personaggi di contorno, portando idealmente a conclusione il loro percorso narrativo in una sorta di testamento del vecchio eroe.
Non a caso come disegnatore è stato scelto Curt Swan, quello più legato all’immagine tradizionale di Superman.

Invece per narrare le avventure del nuovo Superman, ripartendo da zero, viene ingaggiato John Byrne, l’autore più in voga del momento, reduce dalle lunghe run sugli X-Men e i Fantastici Quattro.

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L’autore anglo-canadese, scrivendo e disegnando la miniserie The Man of Steel (“l’Uomo d’Acciaio”), modernizza l’eroe eliminando i riferimenti “infantili” come l’adolescenza a Smallville nei panni di Superboy, la cugina Supergirl e il cane Krypto.
Aggiorna Lex Luthor, il suo nemico principale, che non è più uno scienziato pazzo con un armatura sofisticata, ma un cinico e spietato uomo d’affari.

Se con la storia di Alan Moore si conclude il ciclo pre-Crisi, con la mini di Byrne nasce il Superman moderno, quello di cui leggiamo le storie anche oggi.
The Man of Steel si rivela uno dei fumetti più venduti del 1986 e di lì a poco le vicissitudini di Superman vengono pubblicate in tre albi mensili, Action Comics, Superman e Adventure of Superman, diventando quattro nel 1991 con Superman: Man of Steel.

Il cast di personaggi vede l’aggiornamento dei personaggi classici e l’ingresso di nuovi.
Superman è ancora il più potente degli eroi Dc, ma non è più invincibile come un tempo, rivelandosi non solo vulnerabile alla magia, ma avendo un’estensione dei poteri non più illimitata.
La sua invulnerabilità non lo rende immune al dolore, non può più viaggiare nel tempo e viene definitivamente stabilito che non è più veloce di Flash.

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Malgrado il rinnovamento, gli anni novanta non sembrano portar bene al vecchio Azzurrone.

 

1992: LA VERA MORTE DI SUPERMAN

All’inizio degli anni novanta ai primi posti delle vendite ci sono sempre saldamente i mutanti della Marvel ed eroi dark e violenti come Wolerine e il Punitore. I personaggi classici come Superman appaiono obsoleti ai lettori, che sembrano preferire eroi dai modi più spicci e la morale più elastica.

A complicare le cose c’è l’arrivo sulla scena di una nuova casa editrice, la Image Comics, che propone un parco di eroi nuovissimi che con i loro look e gli atteggiamenti aggressivi sembrano, almeno in un primo momento, riscuotere maggiori consensi.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI

La risposta dei dirigenti della Dc Comics è quella di far morire il loro iconico eroe di punta.
Inizialmente si pensava di organizzare il matrimonio tra Clark Kent e Lois Lane, ma dato l’uscita prossima in tv di Lois & Clark – Le nuove avventure di Superman (con Teri Hatcher e Dean Cain nei rispettivi ruoli) si decide di rimandare il lieto evento, che non troverebbe riscontro nella serie televisiva, preferendogli quello tragico.

Al termine di una riunione con il capo editor Mike Carlin e gli sceneggiatori delle quattro serie di Superman, Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel (John Byrne se ne era andato da tempo), si decide di stupire i lettori, che danno troppo per scontato Superman.

Per prima cosa viene deciso di creare un avversario che possa tenergli testa dal punto di vista fisico, l’unico forzuto in mezzo a tanti che sfruttavano tecnologia, intelletto o la magia per contrastarlo.

Dan Jurgens, che oltre a essere un sceneggiatore è anche disegnatore, ne concepisce il design. Sebbene il colosso di muscoli dalla pelle grigia ricordi un po’ il primo Hulk, la fonte d’ispirazione reale è il look aggressivo sfoggiato dai nuovi personaggi della Image.

Questo potentissimo avversario finisce per essere chiamato Doomsday perché Mike Carlin aveva scritto su una lavagna il tema della riunione: “the Doomsday of Superman” (in italiano Doomsday significa, biblicamente, “giorno del giudizio” o “fine del mondo”).

Non viene nemmeno presa la briga di delinearne la storia o la psicologia: questo Doomsday deve essere solo un mostro misterioso privo di punti deboli, una macchina di morte che neppure Superman riesce a contrastare.

Il mostro semplicemente si libera da dove è stato rinchiuso e inizia la sua marcia di morte e distruzione per l’America.
Niente e nessuno riesce a fermarlo, neppure gli sforzi dell’intera Justice League (all’epoca composta da Guy Gardner, Fire & Ice, Booster Gold, Blue Beetle e il misterioso Ventosangue), che viene letteralmente spazzata via.
Superman cerca in più riprese di bloccarlo, inutilmente.

MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA RIPETUTA DA TUTTI
Arrivati alle soglie della città di Metropolis, Superman e Doomsday si scambiano ripetutamente colpi, fino a quando entrambi cadono a terra privi di vita.
Così Superman muore salvando la propria città sotto gli occhi dell’amata Lois, immortalato da una foto dell’amico di sempre Jimmy Olsen.

La storia inizia su Action Comics n. 684 per proseguire su Adventure of Superman n. 497, Justice League America n. 69, Superman: Man of Steel n. 18-19, e concludersi su Superman n. 74-75. Tutti gli episodi sono pubblicati tra il dicembre 1992 e il gennaio 1993.

La “Morte di Superman” è un evento che suscita interesse in tutti i mass media: i telegiornali ne parlano riportando l’interesse su Superman.
Al funerale partecipano i supereroi più importanti in un corteo colorato, e l’elogio funebre, nel fumetto, è affidato a Bill Clinton, all’epoca presidente degli Stati Uniti.
Nei mesi successivi si narrano le conseguenze che la morte ha sull’uomo comune e nella comunità dei supereroi.

Intanto compaiono altri quattro eroi con il logo di Superman decisi a prenderne il posto. Un Superman in armatura, chiamato Steel; il Superman adolescente, Conner Kent, il nuovo Superboy; un Superman Cyborg e un misterioso e silenzioso Superman che indossa un visore.

Per tutto il 1993 le storie negli albi dedicati a Superman si intersecano le vicende di questi quattro misteriosi sostituti apparsi dal nulla, soffermandosi particolarmente sulla reazioni dei personaggi legati a Superman, come Lois o Luthor.
Questo arco narrativo, sempre suddiviso sulle quattro testate, viene intitolato Reign of Supermen.

Verso la fine del 1993 scopriamo che il corpo di Superman è stato portato alla Fortezza della Solitudine e messo in una camera di rigenerazione, in attesa che guarisca dalle ferite riportate nello scontro con Doomsday.

A farlo è stato l’Eradicatore (alias il Superman con il visore), una automa dotato di intelligenza artificiale kryptoniana con il compito di preservare la cultura del pianeta natale di Superman.
Su Superman: Man of Steel n. 25 ritorna quindi l’originale Superman, che sfoggia per l’occasione un nuovo look: un costume completamente nero con l’iconica “S” di metallo, e i capelli lunghi.

Nell’arco di storie conclusivo scopriamo che il Superman Cyborg, il quale fino a quel momento si era spacciato per l’originale, è in realtà Hank Henshaw, al soldo del conquistatore intergalattico Mongul. Un conquistatore che distrugge la città di Coast City, fatto che avrà enormi conseguenze per Lanterna Verde (che vi abitava), e cerca di fare lo stesso con Metropolis.

Il redivivo Superman si unisce a Steel e a Superboy per sconfiggerlo, grazie anche al sacrificio dell’Eradicatore, tornando infine a essere il solo e unico Uomo d’Acciaio.

 

CONSEGUENZE E CRITICHE

La Morte di Superman ha avuto il merito di riportare in auge il personaggio (anche in Italia la Play Press riprese a pubblicarne le storie), benché questo arco narrativo abbia ricevuto diverse critiche.

Molti hanno trovato la storia piuttosto fiacca, buona soprattutto come trovata pubblicitaria.
Doomsday è considerato piatto e banale, messo lì al solo scopo di eliminare Superman: non dice una sola battuta, non si sa nulla di lui (chi lo ha rinchiuso e perché?), e di fatto muore alla fine della storia. Passeranno anni prima che qualche autore decida di riprenderlo e svilupparne i trascorsi e le caratteristiche.

Lo sceneggiatore Ed Brubaker (che 13 anni dopo firmerà la morte di Capitan America della Marvel) sostiene che la morte di Superman sarebbe dovuta avvenire per mano di Lex Luthor o di un altro celebre avversario, non di un illustre sconosciuto.

Peraltro l’aumento di vendite degli albi della Morte di Superman era dovuto anche alla speculazione dei collezionisti tipica degli anni novanta: molti compravano numerose copie sperando di rivenderle tempo dopo a prezzi alti.

In ogni caso, l’operazione si è rivelata un successo per la Dc, tanto da essere sostanzialmente replicata tra il 1993 e il 1994 con Batman nella celebre Knightfall.
Nelle testate dedicate all’Uomo Pipistrello fa l’apparizione un nuovissimo avversario, Bane, che spezza la schiena a Batman costringendolo su una sedia a rotelle.

Il manto del Cavaliere Oscuro passa a un altro uomo, Jean Paul Valley, che però si rivela indegno, costringendo Bruce Wayne, una volta guarito dalla ferite fisiche e psichiche, a battersi con il suo sostituto per riprendersi ciò che è suo.

Di nuovo l’operazione si rivela un successo e la Dc la ripropone con altri personaggi, eliminando la Lanterna Verde – Hal Jordan e l’arciere Freccia Verde – Oliver Queen per sostituirli con due personaggi nuovi di zecca: Kyle Rainer e Connor Hawke, stavolta in via definitiva o quasi (occorreranno infatti anni, e non mesi, per far ritornare in vita gli eroi originali).

Anche in casa Marvel si prova qualcosa del genere sostituendo l’Uomo Ragno nella famigerata Saga del Clone, che contrariamente alla Morte di Superman e Knightfall si rivela un flop clamoroso, facendo crollare le vendite anziché incrementarle e costringendo gli autori a tornare immediatamente sui lori passi.

Far morire per poi resuscitare un eroe sembra comunque una strategia di successo, del resto non era la prima volta che accadeva qualcosa del genere.
La Marvel aveva fatto risorgere Fenice nel 1986 e la Dc stessa aveva già ucciso Flash II, Barry Allen, durante Crisi sulle Terre Infinite, ma non lo si era mai fatto su un personaggio di prima fascia come Superman.

Con il tempo, però, questo stratagemma si è rivelato un’arma a doppio taglio: molti autori ne hanno abusato, tanto che quasi tutti i supereroi più importanti di entrambe la case editrici sono stati uccisi, sostituiti e poi resuscitati.

Si pensi a Thor, morto nel 2004 e fatto resuscitare nel 2006; a Capitan America, ucciso nel 2007 e tornato nel 2009; e a Wolverine tra il 2014 e il 2018.
I lettori ormai si sono assuefatti a questo stratagemma, che di fatto ha perso di efficacia.

La Morte di Superman ha fatto da base anche ai recenti film della Warner Bros Batman vs Superman e Justice League, diretti da Zack Snyder. Hanno come tema la morte e la resurrezione dell’eroe kryptoniano, in entrambe le pellicole interpretato da Henry Cavill.

 

ALL STAR SUPERMAN

Va citata infine anche la celebre All Star Superman scritta da Grant Morrison e disegnata da Frank Quitley, una miniserie in 12 numeri uscita dal 2005 e il 2008 che ha come tema l’ultimo anno di vita di Superman.

A causa di un avvelenamento da radiazioni solari, causato dal salvataggio di una navetta spaziale sabotata da Lex Luthor, a Superman rimane un solo anno di vita.
Il nostro eroe lo trascorre facendo le proverbiali “dodici fatiche” per chiudere tutti i conti sospesi prima della propria dipartita. Dalla sua relazione con l’amata Lois Lane fino all’ultimo, inevitabile, scontro con Lex Luthor.

Ispirata con tutta probabilità dall’episodio “Che cos’è successo all’Uomo di Domani?” di Alan Moore che abbiamo visto all’inizio, All Star Superman ha riscosso grande successo di pubblico e di critica, venendo definita da alcuni come una delle più belle storie di sempre sul personaggio.

La Morte di Superman è un’idea che continua a incontrare l’intessere dei lettori…

 

 

 

Un pensiero su “MORTE DI SUPERMAN, UNA TROVATA COPIATA DA TUTTI”
  1. È vero: la morte di Superman è una storia insulsa, affatto epica, persino stupida. Eppure subito dopo le cose migliorano e tutto il ciclo dei 4 Superman è decisamente avvincente e ben realizzato.
    Per quanto riguarda le “clonazioni” della morte di Superman, vorrei ricordare la morte del Punitore, ciclo che ha una struttura spudoratamente uguale a quella dell’azzurrone.

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