Prima delle miniserie alla Bonelli c’erano gli Speciali.
Gli Speciali della Bonelli sono nati proprio con Cico, la spalla di Zagor, e poi sono stati fatti propri da altri personaggi come Martin Mystère e Dylan Dog.

La caratteristica degli Speciali Cico è di escludere Zagor (assente o semplicemente ascoltatore) e concentrarsi sulle vicissitudini della “spalla comica”, spesso legate al suo passato, a racconti dei suoi antenati o a storie particolari vissute dal personaggio nel suo presente.

La serie “Zagor presenta… Cico” è iniziata nel 1979 con l’episodio “Cico story” e, andando avanti con cadenza annuale, si è conclusa nel 1983, con “Fantacico”.


L’editore Sergio Bonelli, che era anche l’autore dei testi con lo pseudonimo Guido Nolitta, non aveva più tempo per portare avanti la serie e il disegnatore Gallieno Ferri era troppo occupato sulla serie principale.

Così nel 1990, sette anni dopo l’interruzione, gli Special ripresero le pubblicazioni grazie ai testi di Tiziano Sclavi e i disegni del bravo Francesco Gamba con “Horror Cico”.


Le cose andarono molto bene: “Cico” vendeva più dell’albo mensile di Zagor.
Successivamente fu Moreno Burattini, nuova leva dello staff di sceneggiatori ed esperto conoscitore del personaggio, a scrivere gli Special.
Burattini recuperò in parte la continuity della serie con “Cico Trapper”, dove il messicano raccontava i suoi trascorsi da mountain-man vagamente accennati precedentemente in una storia della serie regolare intitolata “Magic-Bat”.
Se questi nuovi episodi avevano una notevole verve umoristica, a Cico veniva a mancare la dimensione quasi disneyana che contrassegnava le storie di Guido Nolitta/Sergio Bonelli. Forse è per questo che l’editore-autore commissionò alcune storie di Cico a Tito Faraci, un autore che aveva scritto anche per Topolino. E la prima storia di Tito Faraci, “Un’eredità per Cico”, era fortemente disneyana.

La serie tuttavia non si salvò dalla chiusura, sia perché le vendite ormai erano scese sotto il livello di guardia (20mila copie vendute per numero) sia perché l’autore dei disegni, Francesco Gamba, andò in pensione, e l’editore ritenne che nessuno fosse in grado di sostituirlo.

La voglia di riportare Cico alla ribalta era però sempre forte, e Burattini e Faraci ci sono riusciti, grazie anche all’apporto di sei nuovi disegnatori che, disegnando un albo a testa, hanno permesso di realizzare una mini-serie in soli sei mesi.


La serie, intitolata “Cico a spasso nel tempo”, vede il nostro messicano alle prese con i viaggi nel tempo a causa di un antico manufatto Maya rinvenuto tra i reperti archeologici dell’amico Mac Leod.
In ognuno dei sei albi, Cico si sposta in un periodo storico diverso.

Nell’antica Atene incontra Socrate e, invitato a un banchetto, riesce a bloccare (involontariamente) un sicario arrivato da Sparta. Trasportato in un’altra epoca, incontra Attila, il re degli unni: dovrebbe unirsi a lui per combattere i romani.


In Francia, alla corte di Filippo il Bello, viene “assoldato” come giullare. Nella Firenze di Leonardo da Vinci si diletta con la pittura inventando il cubismo. Coinvolto poi nella Rivoluzione francese, viene invitato a un banchetto come console spagnolo da Luigi XVI. Nell’ultima avventura diventa attore in una comica del cinema muto, dietro la regia di un regista del periodo: dormirà accanto a un famoso, molto famoso, attore dell’epoca.


La miniserie si è rivelata piuttosto fiacca, soprattutto perché non fa ridere.
Nel primo episodio, per esempio, il messicano viene invitato a un simposio. Possibile che non ci fosse di meglio da fargli fare? In più fa delle cose completamente assurde (o che forse sono state interpretate male dal disegnatore). In questo primo episodio, oltre a incontrare Socrate e a partecipare a un banchetto, Cico che fa? Ben poco.
Non va meglio nel secondo episodio: ci può stare che incontrare Attila sia già un evento, ma poi?

Forse questa miniserie avrebbe avuto qualche fortuna in un formato Maxi, anzi, forse era nata come Maxi ed è stata divisa in sei parte per accelerarne l’uscita nelle edicole (6 albi divisi per 6 disegnatori vengono realizzati prima). L’inizio infatti è lento, ma negli ultimi episodi c’è qualche scena più movimentata (il Cico che si finge ambasciatore alla corte del re di Francia).
Così com’è, però, la serie è tecnicamente mal realizzata soprattutto per i testi.


I disegnatori a rotazione sono Walter Venturi, Giorgio Sommacal, Stefano Voltolini, Luca Pozza insieme a Luca Corda, Oskar e Giuliano Piccininno.

Sui disegni bisogna premettere che raggiungere i livelli di Gamba era difficile, anche perché l’autore era uno pochi disegnatori realistici, insieme a Ferri, capace di cambiare registro passando dal dramma al comico rimanendo se stesso.
Alcuni disegnatori, però, se la sono cavata egregiamente, Voltolini in primis, e possiamo dire che si sono rivelati più bravi dei disegnatori “ufficiali” che disegnano per la serie regolare.

Peculiarità finale di questa mini-serie cichiana è il formato, non più di 128 pagine in bianco e nero, ma di 62 a colori. La miniserie è divisa in 6 albi, prezzo 3,50 euro l’uno. Cofanetto omaggio a chi acquista l’ultimo numero direttamente dallo shop della Bonelli.

 

 

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