Freccia Verde (Green Arrow) è passato dall’essere un personaggio semisconosciuto a uno degli eroi più celebri della Dc Comics, grazie al successo avuto dalla serie televisiva Arrow trasmessa dal canale The Cw, da noi da Italia 1, dove il nostre eroe è interpretato da Stephen Amell.

MIKE GRELL CREA IL FRECCIA VERDE DEFINITIVO
La serie televisiva “Arrow” iniziata nel 2012

Si tratta di uno degli eroi più antichi creati dalla casa editrice di Superman e Batman, e sicuramente uno dei personaggi meglio definiti.
Gli autori che meglio hanno caratterizzato l’arciere sono lo sceneggiatore Denny O’Neil con il disegnatore Neal Adams, tra gli anni sessanta e settanta, e lo sceneggiatore-disegnatore Mike Grell, tra gli anni ottanta e novanta.

 

Un Robin Hood dei tempi nostri

Creato dallo sceneggiatore Mort Weisinger e dal disegnatore George Papp su More Fun Comics n. 73 del 1941, Freccia Verde all’inizio è un incrocio tra Robin Hood e Batman: come il primo è un arciere infallibile che combatte i malvagi, sia pure con frecce speciali di ogni tipo (freccia rete, freccia boomerang, freccia esplosiva eccetera). Al pari di Batman agisce in una città fittizia, Star City, ha un giovane assistente mascherato di nome Speedy e un arsenale a tema: la frecciacaverna, il frecciaplano per gli spostamenti e il frecciasegnale per venire contattato. Sempre come Bruce Wayne, il suo alter ego Oliver Queen è un miliardario che vive in una lussuosa villa.

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Il primo Freccia Verde (Green Arrow) disegnato da George Papp, insieme a Saetta (Speedy). In basso, la “frecciamobile”

L’intento di Weisinger è evidentemente quello di ricalcare e bissare il successo del popolare Batman.
Anche Jack Kirby, il co-creatore dell’Universo Marvel, si ritrova a lavorare su qualche episodio del personaggio. Queste prime storie sono pubblicate in Italia dal settimanale Nembo Kid della Mondadori, dove Speedy viene chiamato Saetta.

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Freccia Verde di Jack Kirby

 

Freccia Verde di Denny O’Neil

Nel 1969 Freccia Verde subisce un restyling integrale da parte dello sceneggiatore Denny O’Neil e del disegnatore Neal Adams, coppia che aveva già rivoluzionato Batman in senso realistico.
Mettendo da parte ogni analogia con il vecchio Batman, danno a Freccia Verde una personalità e un look totalmente nuovi. Per cominciare, gli fanno perdere tutta la sua ricchezza, poi sul volto gli aggiungono il pizzetto, gli fanno indossare un nuovo costume e, soprattutto, lo dotano di una coscienza sociale in linea con la Contestazione giovanile di quegli anni, trasformandolo in un difensore della classe lavoratrice, degli emarginati e delle minoranze etniche.

In queste nuove avventure Freccia Verde viene affiancato al più popolare Lanterna Verde, sin dalla testata del comic book.
O’Neil lo lega anche sentimentalmente all’eroina femminista Black Canary, alias Dinah Drake Lance.

Il comic book dedicato ai due “eroi verdi” scritto da Denny O’Neil e disegnato da Neal Adams
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Black Canary, fidanzata di Freccia Verde

Freccia Verde viene rilanciato in una sequenza di storie dove si affrontano temi come il razzismo, l’inquinamento, la droga e la corruzione.
Attraverso i due supereroi vengono mostrati due punti di vista molto differenti: mentre Lanterna Verde è una sorta di sbirro interstellare che cerca di cambiare le storture sociali all’interno del “sistema”, collaborando con il potere politico, Freccia Verde sostiene invece che le cose possono essere cambiate solo dal basso, combattendo chi opprime il popolo.

Il predicatore nero Martin Luther King e il candidato presidenziale Robert Kennedy, entrambi assassinati, indicati come esempi dei “tempi nuovi”

O’Neil rende quindi Freccia Verde un eroe paradossale, un ex “capitalista” diventato portavoce degli ultimi, con un modo di fare grintoso e irascibile, tipico di chi si sente ai margini dalla società.
Il contrasto tra i due eroi sui temi sociali è una delle componenti che hanno portato alla serie Green Lantern/Green Arrow il successo della critica, anche se non quello di pubblico.

La caratterizzazione di Freccia Verde risulta particolarmente azzeccata nell’episodio in cui Roy Harper alias Speedy, la sua storica spalla con il costume rosso, scivola nella tossicodipendenza. Nel suo continuo preoccuparsi dei grandi problemi dell’America, Oliver ha trascurato il suo giovane protetto, che, in preda alla depressione dovuta al senso di abbandono, diventa schiavo dell’eroina.

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Speedy tossicodipendente

Il senso di colpa verso Roy arricchisce ulteriormente il personaggio, mostrando un eroe tutt’altro che infallibile.

 

Crisi sulle terre infinite

Gli anni ottanta sono un decennio di grandi cambiamenti nel mondo del fumetto. La cosiddetta British Invasion fa arrivare autori che portano a quella rivoluzione stilistica definita oggi revisionismo supereroico o decostruzione del supereroe, ovvero all’introduzione di atmosfere più cupe, drammatiche e realistiche. E a personaggi eticamente più “grigi”, dove la divisione tra buoni e cattivi è meno netta che in passato.
In questo decennio, del resto, vedono la luce capolavori come Watchmen e Batman The Killing Joke di Alan Moore, Sandman di Neil Gaiman e Rinascita di Frank Miller.

Se la Marvel Comics fin dalle origini è in qualche modo proiettata verso le terre di confine, con i suoi “supereroi con superproblemi”, per la Dc Comics si tratta di un vero e proprio terremoto.

Dopo il rilancio di Flash avvenuto nel 1958, la Dc Comics ha creato due linee narrative distinte di un multiverso: Terra 1, dove agiscono gli eroi contemporanei e Terra 2, in cui sono ambientate le storie dei supereroi creati negli anni trenta e quaranta.

Questo significa che da quel momento esistono due Superman, due Batman, due Flash e anche due Freccia Verde. Inoltre, a Terra 1 e Terra 2 si erano aggiunte nuove terre alternative con altri supereroi.

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Tra il 1985 e il 1986, con il maxi crossover Crisi sulle Terre Infinite la Dc fa ordine nella propria confusa continuity eliminando ciò che è superfluo, tra cui i doppioni dei suoi celebri eroi, per rilanciare i personaggi in chiave “moderna”.

Per fare ciò la Dc ingaggia alcuni dei migliori autori del settore: John Byrne su Superman, Frank Miller (per il tempo di una sola miniserie) su Batman, George Perez su Wonder Woman e Mike Grell su Freccia Verde.

 

Freccia Verde di Mike Grell

In un clima di totale innovazione, Mike Grell scrive una serie che si discosta dallo stile e dall’universo Dc, pur facendone parte.
Inizia con una miniserie, Cacciatori dall’arco lungo, che sfocia in una serie regolare pubblicata tra il 1987 e il 1993.

Mike Grell riprende la linea tracciata anni prima da Denny O’Neil, ma la sua versione del personaggio è meno ideologica, più realistica e dura.

Per cominciare, l’ambientazione si sposta dalla fittizia Star City alla reale Seattle, una metropoli a nord della costa americana sul Pacifico.
Oliver Queen apre un negozio di fiori insieme all’amata Dinah Lance/Black Canary chiamandolo “La foresta di Sherwood”, ovviamente.

Mike Grell elimina tutti i riferimento al fantastico, e pure i disegni tendono allo stile fotografico.
Non appaiono i supereroi della Justice League o Lanterna Verde. Spariscono tutte le frecce truccate con le (per niente aerodinamiche) punte speciali, fornisce all’eroe una faretra convenzionale molto più pratica. Scompaiono di scena anche i supercriminali mascherati e dai costumi colorati.

Il Freccia Verde di Mike Grell combatte la criminalità vera: rapitori, serial killer, gang, mafiosi, yakuza e terroristi. Un contesto dalle atmosfere urbane che più che un fumetto Dc ricorda film come Taxi Driver.

Mike Grell descrive Oliver Queen come un uomo non più giovane (nel primo episodio afferma di avere 43 anni) desideroso di quella stabilità che comporterebbero il matrimonio e la paternità, ma la sua voglia di normalità non viene esaudita. Anzi, con il proseguo della serie il suo equilibrio emotivo viene messo a dura prova.

La narrazione di Grell, asciutta e cruda, porta Freccia Verde ad affrontare il peggio che l’animo umano può produrre, portando un eroe ormai cinico a mettere a dura prova la propria sanità mentale e il rapporto con l’amata Black Canary.

Nella prima run, Black Canary viene rapita e torturata da un maniaco, e Freccia Verde non esita a uccidere il suo aguzzino tradendo il proprio codice etico.

Freccia Verde e Black Canary portano a lungo i segni di questa disavventura. Le ferite subite privano la donna della capacità di procreare, provocandole traumi e sensi di colpa che le impediscono per un po’ di tempo di avere rapporti con Oliver. Mentre il nostro eroe non esita più a uccidere.

La serie, composta da 80 episodi, vede Freccia Verde, sempre in bilico tra la legalità e l’illegalità, affrontare situazioni sempre più violente, in una guerra dove non sempre vince. Una guerra fatta anche di sconfitte che mettono a dura prova i suoi nervi, dove la gente finisce ammazzata in putridi magazzini, e il sangue scorre a fiumi. Siamo ben lontani dai combattimenti tra mantelli colorati.

Il lato emotivo e psicologico è il vero segreto della serie di Grell: il Freccia Verde descritto nelle sue pagine è ben diverso dagli eroi tutti d’un pezzo come Superman e Batman. È un uomo buono e fragile, a tratti irresponsabile e tendente all’autodistruzione.

Un Oliver Queen sensibile e generoso, ma anche un amante infedele e inaffidabile, caratteristica non certo diffusa fra i supereroi. Tradisce più volte Dinah, prima con Shado, una killer della yakuza con cui concepisce un figlia. Poi con Marianne, una ragazza scappata di casa che Oliver e Dinah hanno preso in casa loro.

Tradimenti che logorano il rapporto, tanto che Dinah si vede costretta a lasciarlo nonostante ne sia ancora innamorata, ma sapendo di non poter contare sulla sua affidabilità come partner.
L’abbandono mette Oliver davanti alla consapevolezza di rischiare di “diventare un vecchio solo”, regalandoci l’immagine di un uomo distrutto dal senso di colpa e dalla propria fallibilità, sempre più lontana da quella dell’eroe tutto d’un pezzo.

Nei numeri 19 e 20 assistiamo al crollo nervoso di Oliver, dovuto a un tragico incidente. Nel corso di una ronda notturna scambia un ragazzo che gioca a paintball per un criminale e lo colpisce con una freccia.
Processato, viene riconosciuto innocente, ma il senso di colpa lo fa sprofondare nell’autocommiserazione e nell’alcol.

Per aiutarlo a uscirne viene in suo soccorso Hal Jordan, privo del costume e dei poteri di Lanterna Verde. La loro scazzottata chiarificatrice, che finisce in un pianto liberatorio, mostra un Oliver Queen fragile e sofferente come un qualunque altro uomo.

Dopo questi avvenimenti Oliver viene messo in prigione con l’accusa di favoreggiamento al terrorismo. Scappa per provare la propria innocenza, scende a compromessi con Cia, intraprende un lungo viaggio in cerca della pace interiore… in un continuo mettersi in discussione e vedere crollare le proprie certezze.

Mike Grell ci ha dato il Freccia Verde definitivo. Il suo lavoro diventa pietra di paragone per ogni sceneggiatore che si cimenta nelle storie dell’arciere, in un lavoro di consacrazione del personaggio che potremmo paragonare a quanto fatto da Frank Miller su Devil.

Autori di cicli successivi, come Kevin Smith e Brad Meltzer, non hanno potuto tralasciare il lavoro di caratterizzazione di Mike Grell, delineando Oliver Queen come un uomo coraggioso e altruista, ma pieno di difetti, che commette errori come ognuno di noi.

Un uomo, prima che un supereroe.

 

 

 

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