L’edizione italiana di Marvelman, decisamente poco conosciuta, è uscita tra il 1965 e il 1966 per l’editore Edit Europa. Durata 8 numeri, di cui 4 di grande formato (33,5X24) e altri 4 più piccoli (29,5X22), presentava Marvelman, uno dei rari supereroi nati e prosperati in terra britannica.
La sua storia piuttosto singolare inizia negli Stati Uniti.

Negli anni quaranta a contendersi il primato di supereroe più amato dagli americani erano Superman (lanciato nel 1938) e Capitan Marvel (1940) della casa editrice Fawcett, e quest’ultimo era divenuto addirittura più popolare del personaggio fondatore del genere. La Dc Comics (che allora si chiamava National Periodicals Publications) decise di citarlo a giudizio per plagio di Superman.

Intanto, già nel 1942 la casa editrice L. Miller & Sons Limited ristampava il materiale della Fawcett in Inghilterra, ottenendo un grande successo. Continuava a vendere bene anche quando, nel dopoguerra, in America i supereroi iniziarono un declino che li portò alla chiusura salvo per una manciata di personaggi (Superman e Batman della Dc, Plastic Man della Quality e Capitan Marvel della Fawcett).

Quando la causa fu vinta dalla Dc nel 1954, la Fawcett dovette interrompere le pubblicazioni di Captain Marvel, peraltro ormai le vendite erano piuttosto basse. Nel gennaio 1953 chiuse, per ultimo, l’albo Marvel Family, che ospitava i parenti e amici superdotati di Capitan Marvel.

MARVELMAN NELL'ITALIA DEGLI ANNI SESSANTA
L’ultimo numero degli albi americani collegati al personaggio di Capitan Marvel

 

In Inghilterra l’editore Len Miller, vedendo in pericolo una sostanziosa fonte di guadagni, decise di rimpiazzare Captain Marvel con un eroe simile prodotto direttamente da lui che non avesse problemi di copyright, e quindi chiese aiuto allo studio di Mick Anglo.

Nel dicembre 1953, nelle serie inglesi di Capitan Marvel e dei personaggi a lui collegati, venne pubblicato un promo in cui si dichiarava che Billy Batson e Freddy Freeman (rispettivamente Captain Marvel e Captain Marvel Jr) si ritiravano a vita privata e lasciavano il compito di proteggere la terra a Marvelman e Marvelman Jr. Facendo così intendere ai lettori di essere di fronte ad altri membri della Marvel Family.

Il nome di Marvelman Jr comunque non sopravvisse a lungo, rimpiazzato in breve da Young Marvelman.
Mick Anglo non fece molte modifiche ai personaggi principali. A parte aspetti estetici come la scomparsa del mantello, il colore blu del costume (almeno per il personaggio principale) e i capelli biondi, quasi non c’era differenza con i vecchi supereroi.

MARVELMAN NELL'ITALIA DEGLI ANNI SESSANTA
l primo numero di Marvelman inglese, che segue la numerazione di Captain Marvel

 

Naturalmente cambiò tutti i nomi, a iniziare dalle identità segrete. Marvelman era il giovane Micky Moran, reporter del Daily Bugle. Diventava superpotente quando diceva la parola magica kimota (ovvero atomic a rovescio), come insegnatogli dall’astrofisico Guntag Barghelt. Mentre Billy Batson doveva gridare “shazam”.

La parola kimota provocava, anziché un lampo come in Capitan Marvel, una nuvoletta tipo “fungo atomico”, mentre i poteri ricevuti erano esattamente gli stessi del suo predecessore, ma originati, appunto, da cause “atomiche”.

Young Marvelman era invece Dicky Dauntless, e riceveva i poteri quando proferiva il nome del suo eroe Marvelman, proprio come faceva Captain Marvel Jr, mentre il costume era rosso (molto simile, quindi, a quello originale, mancanza del mantello a parte).
Qualche tempo dopo apparve anche Kid Marvelman, ovvero Johnny Bates, bambino di 9 anni con gli stessi poteri e un costume giallo.

L’arcinemico era il Dr. Gargunza, a emulazione del Dr. Sivana di Capitan Marvel, che diversamente da lui era completamente calvo. Gargunza apparve moltissime volte nelle storie della nuova Marvelman Family.

Mentre la nemesi con i superpoteri era Nastyman, un supercattivo vestito di nero, controparte del  Black Adam di Capitan Marvel.

Queste storie della durata di 6-10 pagine non differivano molto da quelle contemporanee di Superman e compagni. Erano spesso molto ingenue, chiaramente destinate a un pubblico infantile, ma tutto sommato simpatiche.

Anche i disegni della bottega di Mick Anglo, pur essendo per l’epoca un accettabile prodotto seriale, non sono particolarmente esaltanti a parte qualche rara eccezione, e, anzi, a volte sono senz’altro mediocri.
Marvelman era un eroe che andava piuttosto per le spicce e non si dispiaceva troppo se il cattivo di turno ci lasciava le penne.

Oltre a combattere criminali, minacce dallo spazio e perfino divinità, Marvelman si dilettava a viaggiare nel tempo. Parecchie avventure sono ambientate nella appena conclusa Seconda guerra mondiale, un periodo molto sfruttato dai fumetti inglesi in generale.

Marvelman

Entrambe le collane di Marvelman terminarono dopo ben 370 numeri, nel febbraio del 1963, soccombendo alla crescente ondata dei supereroi statunitensi. Forse il colpo di grazia è venuto proprio da quelli della neonata Marvel, che aveva lo stesso nome.

 

La versione moderna di Alan Moore

Quasi venti anni dopo, nel 1982 l’inglese Quality Comics (da non confondere con l’omonima casa editrice americana della Golden age) riprese Marvelman sulle pagine della nuova rivista Warrior, realizzato da due autori allora semisconosciuti: Alan Moore e Alan Davis (anche se i primi episodi sono disegnati in tutto o in parte da Gary Leach).

Marvelman

La storia che ne risultò, con la trasformazione di Marvelman in un personaggio estremamente realistico, è una delle più belle pagine del fumetto supereroico degli anni ottanta, è stata pubblicata pochi anni dopo in Italia dalla Max Bunker Press, sulla rivista SuperComics.

Pare che la paura di querele da parte della Marvel verso un personaggio che si chiamava Marvelman, anche se era preesistente alla casa editrice stessa, fecero desistere la Quality Comics dopo 21 episodi.

L’americana Eclipse Comics decise comunque di importarlo nel 1995, cambiando però il nome in Miracleman. Gli episodi, dopo quelli di Alan Moore, vennero proseguiti da Neil Gaiman e da altri.

 

Cronologia dell’originale Marvelman in Italia

Come dicevamo, in Italia l’unica pubblicazione del Marvelman classico è avvenuta nel 1965-1966, quindi quando le testate inglesi erano già chiuse, per l’editore Edit Europa. In una collana durata 8 numeri, di cui 4 di grande formato ed altri 4 più piccolo, contenenti mediamente 5 storie.

N. 1 – Dicembre 1965 (L. 150, 33,5X24)
Il fantastico pianeta Bleep

N. 2 – Gennaio 1966
La minaccia subacquea

N. 3 – Marzo 1966
In Utopia

N. 4 – Aprile 1966
Il pericolo subacqueo

N. 5 – Maggio 1966 (L. 150, 29,5X22)
Marvelman a Blackpool

N. 6 – Giugno 1966
L’uomo rana

N. 7 – Agosto 1966
La maledizione

N. 8 – Dicembre 1966
Marvelman e l’uglisauro

 

 

 

 

2 pensiero su “MARVELMAN NELL’ITALIA DEGLI ANNI SESSANTA”
  1. Ho la serie completa di BHANG e, salvo miei errori, non mi pare che qiesto personaggio sia stato pubblicato. Potresti indicare i numeri? O forse intendevi SUPER COMICS, altra rivista dello stesso editore?

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