Thomas Alva Edison (1847-1931) viene ricordato come grande inventore e benefattore dell’umanità, anche se i suoi intenti non erano puramente filantropici.
Edison si specializzò nell’applicazione dell’elettricità in molti campi dell’attività umana: dalla sua società imprenditoriale vennero fuori il fonografo, che per la prima volta poteva registrare le voci e le musiche; la lampadina a filamento, che sostituisce le candele e le lampade a petrolio; la resistenza e il motore elettrico (quest’ultimo scoperto da Antonio Pacinotti in Italia) con le applicazioni come la stufa ed il ferro da stiro elettrici; il trapano e il rasoio elettrici, la lavatrice e il frigorifero.
Insomma, buona parte degli elettrodomestici in uso ancora oggi, che con la diffusione delle reti elettriche portarono cifre favolose nelle tasche di Edison.

Edison pensò anche di sostituire gli strumenti di esecuzione capitale come la forca, la ghigliottina e la fucilazione con un sistema che assicurasse una morte rapida, indolore e senza sangue mediante scariche elettriche. L’idea venne sviluppata dai collaboratori di Edison, e prese forma come una sedia con elettrodi, nella quale legare e fulminare il condannato.

Il congegno venne accettato dallo Stato di New York, che da pochi anni aveva installato l’illuminazione stradale e le linee telefoniche nella metropoli americana. La prima esecuzione con la sedia elettrica venne eseguita nel 1890. L’inventore nel 1901 filmò e rese pubblica una sequenza (tra l’altro Edison riteneva di aver inventato il cinematografo prima dei fratelli Lumiére) dove due attori riproducevano l’esecuzione di Leon Czolgosz (pron. Zolgos), l’anarchico che uccise il presidente americano William MacKinley.

MARTHA GARRETSON, LA PRIMA DONNA SULLA SEDIA ELETTRICA


Due anni dopo organizzò e riprese dal vivo il fulminamento di Topsy, un’elefantessa che aveva ucciso il suo guardiano che la maltrattava.
Il cortometraggio di Thomas Alva Edison che documenta l’uccisione dell’elefantessa Topsy circolerà per parecchi anni negli Stati Uniti e dovette influenzare anche i creatori degli studi Disney. Nel fumetto Bobo the Elephant del 1934, disegnato da Floyd Gottfredson, e nel cartone animato Dumbo del 1941 appare un’elefantessa incatenata per le zampe, come lo fu Topsy nella ripresa cinematografica della propria esecuzione.

Durante le dimostrazioni pubbliche dal vero sui poteri dell’elettricità, Edison applicava due elettrodi a un cane o un gatto, e premendo un bottone dava un diretto esempio concreto della potenza mortale della nuova energia.

Dal 1890 al 1898 furono sedici i condannati giustiziati con l’avveniristico congegno. La giustizia americana non mancava di emettere sentenze di morte per punire gli omicidi. Chi veniva giustiziato non era mai un boss delle organizzazioni criminali: l’80% delle esecuzioni riguardava uomini che avevano ucciso la propria moglie.

Nel 1898 avviene un delitto dalle caratteristiche inusuali: una matrigna strangola la propria figliastra. L’assassina si chiama Martha Garretson, è nata nel 1849 in un villaggio del New Jersey. Cresce forte e robusta, arrivando a misurare più di due metri di altezza. La sua mole probabilmente scoraggia i giovani maschi a corteggiarla e chiederla in sposa e forse qui ha inizio il suo carattere astioso.

Riesce a sposarsi solo a 35 anni, un’età considerata tarda per una donna, con un certo Wesley May, che la porta a vivere a New York. L’anno seguente nasce un figlio che viene chiamato Ross, ma tre anni dopo Wesley divorzia e parte per il West in cerca di fortuna. Tra il 1897 e il 1899 l’uomo partecipa alla corsa all’oro nel Klondike, resa famosa dai romanzi di Jack London.

MARTHA GARRETSON, LA PRIMA DONNA SULLA SEDIA ELETTRICA
Martha Garretson


Rimasta sola a New York, Martha Garretson deve dare il proprio figlio in adozione, non potendolo mantenere. Ross cambierà nome e cognome e non avrà più rapporti con sua madre. Martha viene assunta come domestica in casa di William Place, agente di una compagnia di assicurazioni, vedovo e con una figlia di nome Ida.

MARTHA GARRETSON, LA PRIMA DONNA SULLA SEDIA ELETTRICA
Ida Place



Attratto forse dal suo fisico massiccio, ma ancora gradevole, Place sposa Martha nel 1893 pensando di dare così una nuova madre a Ida. I rapporti tra le due si deteriorano quando la figlia, crescendo, diventa una bella ragazza corteggiata dai coetanei.

Un’insana gelosia divora Martha, scoppiano litigi sempre più frequenti. Infine, il 7 febbraio 1898 Martha lancia in faccia alla diciassettenne Ida una bacinella di liquido per sviluppare le fotografie, poi la soffoca con un cuscino premuto sul volto.

Al marito, quando rincasa, spacca la testa con l’ascia che serve per tagliare la legna per la stufa. All’arrivo della polizia la donna viene trovata in cucina svenuta. Ha tentato di suicidarsi aprendo i rubinetti del gas, ma viene salvata.

Trasferita nel carcere di Sing Sing, al processo viene condannata a morte. Il suo avvocato prova una scappatoia. Riesce a dimostrare che all’età di 23 anni Martha è stata colpita alla testa da una slitta, e da allora non sarebbe più da ritenere pienamente responsabile dei suoi atti. L’infermità mentale ha già salvato diversi condannati dal patibolo, la più recente è un’emigrata italiana…

Maria Barbella è nata nel paese di Ferrandina, in Lucania (l’attuale Basilicata). La sua famiglia di contadini emigra a New York nel 1892. L’anno seguente Maria, a 25 anni, lavora per pochi dollari in una fabbrica di abiti.

Conosce per strada Domenico Cataldo, lustrascarpe anche lui lucano, e tra loro nasce l’amicizia, forse anche perché entrambi sono bassi e cicciotti. Un giorno lui l’attira nella modesta pensione dove vive, qui la fa ubriacare, la spoglia e avviene un rapporto sessuale.

Maria Barbella e Domenico Cataldo


Maria torna altre volte nel letto di Domenico e gli dice che vuole sposarlo, ma il lustrascarpe ha già famiglia in Italia. Per delusione e vendetta, Maria va a sgozzare il suo seduttore con un rasoio mentre è in una bettola intento a giocare a carte.

Arrestata e processata viene condannata a morte, ma la sua storia mette in moto le suffragette, le femministe dell’epoca, che la indicano come vittima dell’ignoranza e della propria miseria, e soprattutto dell’inganno del suo “violentatore”. Il processo viene rifatto e sull’ondata dell’opinione pubblica, specialmente femminile, Maria viene assolta per “infermità mentale” e ritornerà presso la sua famiglia.

Non sarà così per Martha Garretson, gigantessa energumena che ha ucciso una ragazza indifesa: non essendoci di mezzo un uomo, le suffragette si disinteressano di lei. Inoltre, per sua sfortuna, il governatore dello stato di New York, Frank Black, un giornalista portato alla clemenza, viene travolto da uno scandalo e sostituito da Theodore Roosevelt, un politico spregiudicato che aveva assoldato un proprio reggimento d’assalto, i Rough Riders (“rudi incursori”) formato da cowboy e avventurieri, per portarlo a combattere a Cuba nella guerra contro la Spagna del 1898. Il posto di governatore per lui è un trampolino che userà per diventare prima vicepresidente e poi presidente degli Stati Uniti.
Thoedore Roosevelt, per dare un esempio di severità, rifiuta la grazia o una commutazione della pena per Martha, segnando così il suo destino.

La città che è teatro della tragedia di Martha Garretson, New York, alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento è la porta di tutti gli Stati Uniti. Qui arrivano le navi cariche di emigranti provenienti da ogni paese del mondo, sono centinaia ogni giorno.

Chi occupa la terza classe sui piroscafi viene fatto scendere sull’isolotto di Ellis Island nella baia davanti a Manhattan, e qui tenuto in quarantena per verificare eventuali malattie. Viene schedato ed esaminato, se emergono a suo carico delle condanne nel paese d’origine viene rifiutato e reimbarcato a forza alla destinazione di origine. Lo stesso se vengono trovati difetti fisici o mentali. L’America ha bisogno di manodopera per le sue industrie e per l’agricoltura, ma esige gente che non procuri problemi.

Malgrado ciò, chi sbarca non sempre trova un impiego adatto. C’è molto sfruttamento da parte dei padroni e qualcuni rimane disoccupato a lungo. Chi campa di espedienti spesso scivola nella malavita e la giustizia americana, come abbiamo visto, non è tenera.

Una testimonianza vivace del mondo dell’emigrazione è dovuta al disegnatore Richard Felton Outcalt (1863-1928) che sui giornali di fine ottocento disegna le tavole dei protofumetti di Yellow Kid, un piccolo irlandese che capeggia una banda di ragazzini abitanti nelle baracche delle periferie.

Una tavola di Richard Felton Outcalt



Alle ore undici del 20 marzo 1899 Martha Garretson si incammina con la Bibbia in mano e gli occhi chiusi, facendosi guidare dai secondini. Le celle del braccio della morte sono coperte con alcune tende, in modo che nessuno degli altri condannati, tutti uomini, possa vederla e rivolgerle la parola. A legarla sulla sedia non saranno i secondini, ma la dottoressa della sezione femminile del carcere di Sing Sing.

Il boia sprecherà poca energia elettrica perché Martha muore dopo pochi istanti, e i testimoni oculari potranno riferire ai giornalisti che questa è stata l’esecuzione con la sedia elettrica “meglio riuscita”.

Il corpo di Martha Garretson viene sottoposto ad autopsia. Come accade per tutti i giustiziati e i criminali morti uccisi, viene estratto il cervello dalla scatola cranica, dove peraltro non si scorgono tracce del colpo ricevuto in gioventù dalla slitta.





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