Arrivano finalmente in Italia le avventure del fotografo Marc Jaguar creato da Maurice Tillieux, uno dei grandi della bande dessinée franco-belga. L’avventura originale e il completamento della seconda, rimasta incompiuta alla fine degli anni cinquanta, sono raccolti in un unico volume.

MARC JAGUAR ARRIVA FINALMENTE IN ITALIA



Il lago dell’uomo morto
(Le lac de l’homme-mort, 1957)

Per un articolo del giornale per cui lavora, al fotografo Marc Jaguar vengono richieste urgentemente alcune foto del Dead Man’s Lake. Quando torna a casa si accorge che le foto scattate sono sfocate e inutilizzabili, cosa che si ripete per due volte. Riesce a ottenere una nuova scadenza per la consegna e, accompagnato dal suo amico detective privato, va sul posto per fare nuove foto ma, diversamente dalle volte precedenti, la zona è circondata da cartelli di proprietà privata e divieto di pesca e anche di fotografare. Nonostante la sorpresa, Marc decide comunque di fare le foto richieste.

Tornato alla macchina per prendere un nuovo rullino, il fotografo viene aggredito da un misterioso individuo che si copre il volto con una sciarpa. Stufo di aspettare l’amico, il detective privato lo raggiunge alla macchina e lo trova a terra, svenuto. Perché Marc è stato aggredito e da chi? Che segreto nasconde il lago?

MARC JAGUAR ARRIVA FINALMENTE IN ITALIA


Dopo Felix, serie poliziesca realizzata per la rivista belga Héroïc-Albums (1945-1956 e brevemente nel biennio 1969-1970) di Fernand Cheneval per le edizioni Esso, pubblicata per 67 storie brevi di 12 pagine tra il 1949 e il 1956, e prima del famosissimo Gil Jourdan, pubblicato a partire dal n. 962 (20 settembre 1956) de Le Journal de Spirou edito da Dupuis, Maurice Tillieux creò il personaggio del fotografo francese Marc Jaguar per la rivista Risque-Tout, edita sempre da Dupuis e nata per affiancare la principale Le Journal de Spirou. In realtà, Tillieux nel 1953 aveva già utilizzato il nome per un altro personaggio, un agente dell’antidroga statunitense, protagonista in una storia breve pubblicata su Héroïc-Albums.
Purtroppo, a causa dello scarso successo della rivista, la nuova serie ebbe breve durata e dopo la pubblicazione della prima avventura, Le lac de l’homme-mort, venne interrotta quando la seconda storia, Les camions du diable, era da poco iniziata e ne erano state pubblicate solo poche pagine (otto tavole).

Vero e proprio ponte tra quanto realizzato per Esso (Felix) e i futuri lavori per Dupuis, sia come autore completo (Gil Jourdan e César su tutti) che come scrittore (tra gli altri Tif et Tondu e Marc Lebut et son voisin), è un fumetto particolarmente interessante, che dà la possibilità di ammirare Tillieux alle prese con la sua prima storia di più ampio respiro (44 pagine). I disegni sono già quelli che verranno affinati con Gil Jourdan e sfoggiano uno stile franco-belga che unisce l’energia del migliore Franquin con la linea chiara tipica di Hergé. L’intreccio giallo è ben congegnato e i dialoghi piacevoli, divertenti e non banali.
Si tratta quindi di una bédé irrinunciabile per ogni amante del genere e non solo per i fan di Maurice Tillieux, i quali non possono proprio esimersi dalla lettura di questo volume, che anticipa uno dei più interessanti personaggi della bande dessinée di genere.



Il lago dell’uomo morto
(Le lac de l’homme-mort, 1957)

Dopo l’avventura precedente, il fotografo Marc Jaguar e il suo amico detective Peter Lavolige decidono di concedersi una meritata vacanza in Bretagna. Mentre sono in viaggio, i due si imbattono in un incidente tra un’auto e un furgone, e decidono di fermarsi per aiutare i due sfortunati autisti.

MARC JAGUAR ARRIVA FINALMENTE IN ITALIA


Il conducente dell’auto, responsabile dell’incidente, si offre di risarcire tutti i danni in contanti e immediatamente. Un ladro di nome Lapuce, che sta passando da quelle parti, approfitta della situazione e, non visto, ruba una valigia che si trova nell’auto. Allontanatosi dal luogo del misfatto, apre la valigia per vedere l’entità del bottino ma, appena scorge il contenuto, molto spaventato la getta nello stagno li vicino. Quando il conducente dell’auto si accorge del furto, il fotografo e il detective si sono già allontanati da un po’, ma lui è convinto che il furto sia stato commesso dai nostri due eroi.


Quando Risque-tout, la rivista su cui era pubblicato, chiude a causa delle scarse vendite, come abbiamo detto della seconda avventura di Marc Jaguar erano state pubblicate solo otto pagine, lasciando i lettori in sospeso con una trama appena abbozzata ma, soprattutto, con un mistero non svelato: cosa contiene la valigia di tanto spaventoso?
I successivi molteplici impegni con l’editore Dupuis, come autore e come scrittore, allontanarono Tillieux dal personaggio e la sua intenzione di finire la storia lasciata incompleta nel 1957, così come quella di rimettere mano alle avventure di Gil Jourdan, viene purtroppo stroncata dalla sua prematura scomparsa: Maurice Tillieux muore il 2 febbraio 1978, dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale due giorni prima, dal quale non riprese mai conoscenza.

Quarant’anni dopo la sua morte, a raccogliere il testimone “accettando” la non facile sfida di dare una continuazione  — e un finale —  alla storia, lasciata incompiuta nella seconda metà degli anni cinquanta, sono Étienne Borgers (sceneggiatore di alcune avventure di Natacha), che scrive per i disegni di Jean-Luc Delvaux (Les Aventures de Jacques Gipar) e François Walthéry (il creatore di Natacha) e i colori di Béatrice Constant.

Marc Jaguar


La storia è densa di azione ed ha un buon ritmo. Un ottimo cast, sparatorie e inseguimenti su sfavillanti automobili contribuiscono a rendere l’azione e la trama densa di eventi, ma lo stile di un gigante della nona arte come Tillieux è difficile (impossibile) da replicare e la sua capacità di rendere tutto chiaro e scorrevole, anche nelle fasi più concitate e mozzafiato, rende la sua arte ineguagliabile.
In questa nuova avventura siamo abbastanza lontani dalla fluidità della narrazione di Tillieux e non sono pochi i momenti caotici, di non facile leggibilità.
Walthéry e Delvaux creano tavole dallo stile retrò che si avvicinano a quello di Maurice Tillieux di metà anni cinquanta, anche se a prevalere è il tratto di Jean-Luc Delvaux, che, nonostante le incertezze, rende un riuscito tributo al creatore di Gil Jourdan, con disegni efficaci.
Gli anni cinquanta sono ben inquadrati e l’artista è a proprio agio nella realizzazione delle auto d’epoca e nelle scene di inseguimento, decisamente riuscite.
Da notare che i due artisti, al fine di preservare una continuità nel tratto per tutto il fumetto (e come ulteriore omaggio), hanno ridisegnato le prime otto pagine della storia, totalmente identiche alle originali. Funzionali e ben riusciti i colori di Béatrice Constant, che si rifanno anch’essi all’estetica degli originali.

La trama, portata avanti dall’originale da Borgers propone una storia piena di trovate e strani personaggi, come piaceva a Tillieux, è divisa in due momenti distinti. Nel primo, i due protagonisti sono in balia degli eventi e cercano di capire cosa stia accadendo. Nel secondo, dopo avere scoperto la verità, Marc e Peter passano all’azione affrontando i pericoli. La trama è forse un po’ troppo densa di colpi di scena e seriosa per il personaggio. I troppi dettagli tecnici la rendono più simile a un’avventura “dell’agente con licenza di uccidere” e portano a perdersi per strada. È innegabile che i momenti umoristici e l’azione ben congeniata che Maurice Tillieux mixava così sapientemente, in questa nuova avventura del fotografo fanno solo una timida comparsa. Lo stesso Marc Jaguar risulta cambiato nel carattere: più duro e serio, meno propenso alla simpatia, dà l’impressione di aver sostituito la sua macchina fotografica con un’arma da fuoco, che usa senza problemi.

In breve, si percepisce la passione che gli autori hanno messo nella realizzazione de I camion del diavolo: la storia è piacevole e la parte grafica, molto ben riuscita, si dimostra un ottimo omaggio. Ma la prima manca di quell’efficacia e di quell’equilibrio di cui il creatore di Gil Jourdan era maestro indiscusso e la seconda è comunque inferiore a quella di Tillieux.
Resta comunque una bella sorpresa, che i fan apprezzeranno, non escludendo un possibile ritorno degli autori per altre avventure.

Questo Integrale di Marc Jaguar è un volume particolarmente importante perché porta, per la prima volta in Italia il personaggio di Marc Jaguar.
Maurice Tillieux, uno dei maestri indiscussi della bande dessinée, con Marc Jaguar getta le basi per il futuro di uno dei più importanti personaggi nel fumetto di genere franco-belga, Gil Jourdan, che da troppo tempo è assente dall’editoria del no!stro paese (tre volumi dell’integrale sono stati pubblicati da Planeta-De Agostini tra il 2010 e il 2011).

Comunque imperdibile!


Marc Jaguar



Marc Jaguar — Integrale
(Marc Jaguar –  Intégrale, 2018)

contiene

Il lago dell’uomo morto
(Le lac de l’homme-mort, 1957)

storia e disegni: Maurice Tillieux

I Camion del diavolo
(Le camions du diable, 2018)

storia: Maurice Tillieux,
Étienne Borges
disegni: Maurice Tillieux,
Jean-Luc Delvaux
François Walthéry
colori: Bèatrice Constant

Nona Arte

cartonato
colore
pag. 136

2018

Marc Jaguar



2 pensiero su “MARC JAGUAR ARRIVA FINALMENTE IN ITALIA”
  1. Condivido il giudizio sul valore dell’opera. Tuttavia, il cartonato di Nona Arte/Cosmo è del 2021, non del 2018. Pubblicato anche dall’Anafi in un volume riservato ai soci per l’anno 2021.

  2. Ciao, ma allora non è una nuova uscita. E’ il vecchio cartonato della Nona Arte, praticamente introvabile. Grazie

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