“Quando ho inventato Mafalda erano anni in cui sembrava che il mondo stesse per cambiare. Non solo non è cambiato niente, ma tutto è peggiorato tantissimo”.

Quino, da un’intervista del 1994

MAFALDA LA CONTESTATRICE
Autoritratto di Quino

 

Nel 1964 tre strisce di prova di Mafalda, ideate da Quino senza fortuna l’anno precedente per un’agenzia pubblicitaria (come visto nel primo articolo), escono sulla testata Gregorio, un supplemento umoristico della rivista Leoplán diretto da Miguel Brascó, il collega cartoonist che ha fatto da tramite con l’agenzia.

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Le striscie di prova di Mafalda pubblicata su Leoplàn nel 1964

 

Lo stesso anno Primera Plana, il più importante settimanale argentino d’informazione, chiede a Quino una collaborazione che sia “satirica, ma non la solita vignetta”.

Lui ricicla l’idea, rivedendo l’aspetto dei personaggi e concentrandosi sulla bambina titolare della serie. La proposta è accettata e le prime due strisce della produzione regolare escono il 29 settembre 1964. Mafalda appare sulla rivista al ritmo di due strip a numero fino al 9 marzo 1965, per poi interrompersi per una controversia legale.

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La prima striscia di Mafalda su Primera Plana, 1964

 

Questo primo breve ciclo ricorda molto i Peanuts di Schulz, sia nell’aspetto grafico sia nello stile delle battute, con una Mafalda un po’ arcigna simile alla scorbutica Lucy Van Pelt.

Forse per questo Quino lo vede come un periodo di rodaggio e non lo includerà nelle raccolte in volume, benché vi esordiscano fin dall’inizio i genitori del ceto medio, seguiti a inizio 1965 dal suo distratto e svogliato amico Felipe.

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La pigrizia congenita di Felipe, 1965

 

Dal 15 marzo 1965, con il passaggio dal settimanale Primera Plana al quotidiano El Mundo di Buenos Aires, inizia la produzione della Mafalda definitiva, di cui su questa testata le strisce escono a ritmo giornaliero: sei alla settimana, per quasi tre anni.

Dopo una decina di giorni appare un altro amico di Mafalda, Manuel Goreiro, detto Manolito, un piccolo aspirante capitalista, per molti versi ottuso ma dotato di senso pratico.

In una dozzina delle prime strisce, Mafalda e i suoi amici Felipe e Manolito giocano al governo, con allusioni politiche evidenti, e almeno metà di esse (tra cui una in cui si accenna a certi “colonnelli”) saranno poi escluse dalla numerazione ufficiale e dalle ristampe in volume…

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Il gioco del governo, 1965

 

Dopo tre mesi si aggiunge ai comprimari la superficiale e conservatrice Susana Chirusi, detta Susanita, e a inizio 1966 il sensibile Miguel Pitti, detto Miguelito.

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L’amica superficiale Susanita, 1965

 

Miguelito è un bambino conosciuto al mare durante l’estate, che nelle strisce di Mafalda segue il Capodanno poiché nell’emisfero sud cade tra gennaio e marzo.

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L’incontro con Miguelito, 1966

 

Mafalda mette in discussione con candore e arguzia le ipocrisie e le ingiustizie su cui si basa la società degli adulti. Critica sia l’eccessivo divario tra ricchi e poveri, sia i regimi dittatoriali d’ogni colore: due mali particolarmente sentiti nel suo paese.

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Mafalda preoccupata per il mondo, 1966

 

I fumetti di Mafalda, che fa domande scomode su tutto e non esita a farsi sentire, sono presto pubblicati anche da quotidiani di altre città iniziando a diffondersi a livello nazionale.

La serie si svolge in una cittadina argentina in cui può riconoscersi qualunque paese latino. Le idee sono ispirate “dai giornali, dalle pagine di politica e di costume”, ma anche dalle esperienze di un autore dotato di grande autoironia.

La praticità affaristica di Manolito (garzone nella drogheria di suo padre don Manolo) può essere ispirata al padre di Quino, che era impiegato di commercio. Infatti è il personaggio che l’autore ama di più, insieme al poetico Miguelito.

L’insofferenza verso la scuola del sognatore Felipe, timidissimo con le belle ragazze, deriva certo dalle angosce d’infanzia vissute da Quino. E appartiene a Quino anche la passione per i Beatles di Mafalda e i suoi amici, tranne il reazionario Manolito, perché “allora rappresentavano una speranza di cambiamento”.

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Mafalda sfegatata fan dei Beatles, 1966

 

Un piccolo editore di Buenos Aires, Jorge Álvarez, propone di raccogliere in volumi le strisce di Mafalda. La prima edizione di 5000 copie del primo libro, uscito a fine 1966, va esaurita in due settimane.
Seguiranno altri 9 volumi che, in una decina d’anni, venderanno in totale circa 5 milioni di copie.

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Mafalda si prende cura del mondo nel suo primo libro argentino,1966

 

Le affermazioni di Mafalda su pacifismo, antimilitarismo, democrazia, giustizia sociale, ecologia e femminismo, possono essere espresse in modo esplicito sulle situazioni internazionali, ma non altrettanto sulla scottante politica interna.

Mafalda si dà al canto di protesta, 1968

 

Soprattutto dopo il golpe militare del 1966, su certe cose in Argentina non si può scherzare e Quino deve autocensurarsi.
Il suo disgusto per la situazione politica del paese è rappresentato dalla minestra odiata da Mafalda, che anche Quino rifiutava da piccolo. Come dichiarerà poi, nelle sue strisce “è una metafora del militarismo”.

Mafalda si oppone all’imposizione della minestra, 1969

 

A un certo punto, i genitori di Mafalda le annunciano la prossima nascita di un fratellino, ma prima del lieto evento, il 22 dicembre 1967 il quotidiano El Mundo chiude per fallimento.

Quino concede allora l’esclusiva della sua striscia al popolare settimanale Siete Días Ilustrados, che pubblicava già le sue tavole autoconclusive mute e senza personaggio fisso.
Dal 2 giugno 1968 ospita in ogni numero anche quattro strisce di Mafalda.

Piccoli propositi di Mafalda per il 1969

 

La serie di Mafalda è ormai un grande successo in lingua spagnola, uscendo anche su giornali di altri Stati sudamericani (ma sarà vietata nel Cile oppresso da Pinochet e nella Bolivia di Barrientos).

Intanto è nato il fratellino di Mafalda, Guille (diminutivo di Guillermo, ribattezzato in Italia Nando), che Quino introduce neonato nel nuovo corso ed è l’occasione per ironizzare sui conflitti generazionali del 1968.

Primo moto di ribellione del fratellino di Mafalda, 1969

 

Quell’anno l’Italia è il primo paese europeo, e l’italiano la prima lingua, in cui la serie di Mafalda è tradotta. Una trentina di strisce sono incluse con il titolo Mafalda la contestataria in un’antologia di testi e disegni umoristici pubblicata dalla Feltrinelli, Il libro dei bambini terribili per adulti masochisti, a cura di Marcelo Ravoni e Valerio Riva.

“Il libro dei bambini terribili per adulti masochisti”, Feltrinelli 1968

 

Umberto Eco, folgorato dal personaggio, chiede all’ediore Bompiani di acquistarne i diritti e nel 1969 ne cura il primo libro in italiano, che è anche il primo in Europa, mantenendo come titolo Mafalda la contestataria e definendola nell’introduzione “un eroe del nostro tempo”.

Primo volume italiano di Mafalda, 1969

 

Dall’anno seguente Mafalda esce ogni giorno sul quotidiano romano del pomeriggio Paese Sera, mentre la Bompiani ne prosegue l’edizione italiana in volumi, sempre tradotti da Marcelo Ravoni.

In pochi anni le sue strisce appaiono su diversi quotidiani, da Il Giorno di Milano a Il Messaggero e Il Tempo di Roma.
Oltre che su pubblicazioni periodiche come il settimanale femminile Grazia, i romanzi tascabili Segretissimo e la rivista a fumetti Il Mago, tutte edite dalla Mondadori.

Al cast della strip si aggiunge nel 1970 un ultimo personaggio, la piccola Libertad (Libertà), la cui minuscola statura è la chiara metafora di quanta libertà ci sia.

Primo volume italiano in cui appare Libertà, 1972

 

Figlia di genitori di sinistra, Libertà mette tutti in imbarazzo ripetendo con disincantato candore le idee socialiste ascoltate in famiglia, soprattutto dal papà.
Con il suo nome emblematico è il personaggio più intellettuale e aggressivo, portatrice di ideali politici e utopie.

Principi dell’uguaglianza secondo Libertad, 1971

 

Tra 1970 e 1972 Mafalda inizia a essere pubblicata anche in Spagna (dov’è vietata ai minori dal regime di Francisco Franco), Portogallo, Brasile, Australia, Israele, Francia, Scandinavia e Germania. Inizia la produzione europea di merchandising con i personaggi della serie su poster, quaderni e biglietti d’auguri.

Dopo anni di resistenze, Quino si accorda con la Daniel Mallo Producciones di Buenos Aires per la realizzazione di una serie di cartoni animati a colori di Mafalda diretti da Jorge Martin, in arte Catù.
206 corti di un minuto, ognuno liberamente ispirato a una striscia, trasmessi dalla tv argentina dal 1973 (in Italia sul Primo Canale Rai dal 1974). Poi rimontati e raggruppati per temi nel 1977, in 52 cartoni di 5 minuti l’uno.

Sigla dei cartoni animati di Mafalda (1973)

 

Proprio quando ha raggiunto l’apice del successo internazionale, il 25 giugno 1973 Quino pubblica l’ultima striscia di Mafalda, perché ormai stanco “di disegnare sempre gli stessi personaggi” e “di continuare a ripetere che il mondo funziona male…”. Ovvero è stressato dalla routine.

L’ultima striscia di Mafalda (25 giugno 1973)

 

Alla fine, l’intera serie di Mafalda risulta composta da 2014 strisce, di cui 1929 raccolte in 10 volumetti editi in Argentina tra il 1966 e il 1974 da Jorge Álvarez e da Ediciones de La Flor. A cui si aggiungerà nel 1989 il volume Mafalda Inédita, con le strisce in precedenza accantonate.

La prima serie completa dei libri di Mafalda pubblicati in Argentina dal 1966 al 1974

 

Anche senza nuove strip, l’affetto per Mafalda dei lettori di ogni paese non verrà mai meno. Le sue strisce saranno tradotte in oltre trenta lingue e i suoi cartoni animati, di cui sarà prodotta una seconda serie, verranno trasmessi dalle tv di una ventina di Paesi.

Mafalda circondata da bambini di tutto il mondo

 

Poiché il mondo continua ad andare malissimo è inevitabile che Mafalda rimanga sempre un fumetto di grandissima attualità.

Una scoperta sempre attuale, 1973

 

Abbandonata Mafalda, Quino si concentra sulla sua produzione di vignette e tavole più libere e fantasiose. Inizialmente mute, dalla fine degli anni sessanta introduce la parola e un maggiore uso di sequenze a fumetti.

La seconda raccolta in volume di Mafalda, all’inizio degli anni settanta, ha in Argentina un successo enorme e ne seguiranno molte altre.

Continua nella terza parte…

Mafalda e il mondo

 

 

Qui la prima parte.

 

 

Da La seconda cosa.

 

 

 

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