Spesso le avventure più grandi nascono da spunti banali.
L’Odissea, la più famosa avventura di tutti i tempi, narra di un tizio che si è perso in mare per vent’anni tra mostri marini e giganti con un occhio solo.
Nel Signore degli Anelli c’è da gettare un anello in un vulcano…

Lonesome Dove

In Lonesome Dove c’è da portare delle vacche verso nord. Eppure nel mezzo ci sta tutto: l’amicizia virile, il conflitto tra dovere e sentimenti, l’amore non corrisposto eccetera.

 

Il romanzo di Larry McMurtry

Nel 1977 Larry McMurtry era un romanziere e sceneggiatore abbastanza quotato. Dai suoi romanzi erano stati tratti film di discreto successo come Hud il Selvaggio, con Paul Newman, e L’Ultimo Spettacolo, con Jeff Bridges. In quell’anno iniziò lo script per un western che avrebbe dovuto intitolarsi Streets of Laredo, protagonisti John Wayne e James Stewart, diretti da Peter Bogdanovich.
Wayne lasciò la partita e non se ne fece nulla. McMurtry rimaneggiò la propria sceneggiatura in forma di romanzo, e dieci anni dopo eccolo uscire in libreria come Lonesome Dove.

Il libro vinse il premio Pulitzer. In italia fu pubblicato da Mondadori con un ridicolo titolo in stile Harmony: Un volo di colombe (Lonesome Dove, cioè colomba solitaria, è il nome di un luogo).

Lonesome Dove

Lonesome Dove è uno scalcinato villaggio texano dove si sono ritirati, dopo una vita avventurosa, due ex ranger, i capitani Woodrow Call e Augustus “Gus” MacRae.
I due, per quanto amici, sono diversi come il giorno e la notte: tanto Call è introverso, scontroso e tirannico, quanto Gus è allegro, amichevole e gioviale.
Nella loro fattoria vive anche il giovane Newt, il figlio che Call ha avuto con una prostituta e che non ha mai riconosciuto (il ragazzo stesso ignora di essere suo figlio).

Un giorno giunge alla fattoria un vecchio amico, Jake Spoon, che propone loro di reinventarsi come mandriani portando una mandria di bestiame dal Texas al Montana. Dopo i dubbi iniziali i due accettano, e inizia una lunga epopea degna dell’Odissea.

Cowboy, indiani, prostitute da saloon, fuorilegge, spazi sconfinati… gli ingredienti ci sono tutti. Non aspettatevi però che Lonesome Dove sia un western classico nella sostanza, quanto lo è nella forma.
Qui non si parla di eroi che sconfiggono i cattivi in nome della giustizia.

Il West di McMurtry è un mondo dominato dalla paura di tutto. Del deserto, dei serpenti, degli indiani, delle malattie, dei banditi, e magari anche di un fulmine che può incendiarti il granaio e ucciderti la famiglia.

Quelli che dovrebbero essere gli eroi commettono spesso errori e si comportano in modo sgradevole, ma tutti accettano fino in fondo le conseguenze delle proprie scelte.

Questo non basta a battere il destino avverso, e le morti dei personaggi sono spesso inaspettate, insensate e ingiuste (senza il sadismo compiaciuto dell’infame George R.R. Martin, sia ben chiaro).
Proprio perché fondamentalmente vano, il loro coraggio risulta ancora più nobile ed emozionante.

Il mito del West, cioè dei pionieri avventurieri e civilizzatori, è smontato e celebrato al tempo stesso.

Chi è venuto prima di noi ha sopportato di tutto nella speranza di un futuro migliore. Noi, agiati figli del presente, invidiamo i nostri padri perché al loro tempo la vita sembrava più semplice.

Non a caso, quando il capitano Call fa finalmente ritorno a Lonesome Dove (e si rende conto che il suo mondo è ormai finito), a un giornalista che gli attribuisce una “grande visione” legata al progresso, il vecchio ranger risponde “Yes, an hell of a vision” (un inferno di visione) ripensando agli amici morti o perduti.

 

La miniserie di Lonesome Dove

Nel 1989 la Hallmark Entertainment trasse dal libro una miniserie di quattro puntate da novanta minuti l’una, alla quale presero parte numerosi attori cinematografici (cosa comune oggi, rara all’epoca): Tommy Lee Jones nei panni di Call, Robert Duvall (premiato con l’Emmy) in quelli di Gus, Ricky “Piccolo Lord” Schroeder in quelli di Newt, Danny Glover, Diane Lane, Anjelica Houston, Steve Buscemi e altri ancora.

Lonesome Dove

Il tutto impreziosito dalle musiche di Basil Poledouris (Un Mercoledì da Leoni, Conan il Barbaro, Robocop) e diretto con mano sicura da Simon Wincer (Free Willy, Carabina Quigley, Harley Davidson & Marlboro Man).

 

I seguiti

La miniserie fu un trionfo di pubblico e critica, e questo in un’epoca in cui il genere western e il format sceneggiato erano ormai considerati roba d’antiquariato.

Un successo che la Hallmark coltivò con alcune serie tv sequel.

Nel 1993 esce Return to Lonesome Dove, quattro puntate con Jon Voight (padre di Angelina Jolie) al posto di Tommy Lee Jones. La storia si conclude con Call che riconosce finalmente la paternità di Newt.

Lonesome Dove

Tra il 1994 e il 1995 arriva Lonesome Dove: The Series, una stagione regolare da 21 episodi. Newt (ora interpretato da Scott Bairstow) diventa sceriffo di una cittadina e sposa Hannah, figlia di un giornalista locale.
Questa serie si allontana dalle atmosfere del romanzo per avvicinarsi al western “familiare” sulla falsariga de La Signora del West (all’epoca popolare). Appare anche Eric McCormack (poi famoso per Will & Grace) nel ruolo dell’ex colonnello sudista Clay Mosby, una simpatica canaglia innamorato segretamente di Hannah in quanto sosia di sua moglie morta in un incendio appiccato dai nordisti.

Lonesome Dove

Nel 1995-1996 ecco infine Lonesome Dove: The Outlaw Years. Quest’ultima stagione assume toni più duri e noir (simili a Gli Spietati di Clint Eastwood) per narrare le vicende di Newt e Mosby un anno dopo la morte di Hannah.

Larry McMurtry dal canto suo non rimase con le mani in mano e, dato che gli sceneggiatori tv avevano dato un sequel al suo capolavoro, lui pensò di sfornare vari prequel sulle avventure giovanili di Gus e Call. Romanzi che hanno dato origine a diverse miniserie da un’ora e mezza a puntata.

Streets of Laredo (1995, tre episodi), con James Garner nei panni di Call.

Dead Man’s Walk (996, due episodi), con Call e Gus interpretati rispettivamente da Jonny Lee Miller e David Arquette (entrambi sulla cresta dell’onda per Trainspotting e Scream).

Comanche Moon (2008, tre episodi) con Karl Urban (Faramir de Il Signore degli Anelli) e Steve Zahn (Dallas Buyers Club) nei ruoli di Call e Gus, e Val Kilmer in quelli del loro superiore, il capitano Inish Scull.

 

Lonesome Dove in Italia

La miniserie originale e le stagioni successive (a eccezione dell’ultima, The Outlaw Years) furono trasmesse da Rai Uno nell’estate del 1996, il pomeriggio serale alle 18 circa, tutte sotto il titolo collettivo di Colomba Solitaria.
Streets of Laredo e Dead Man’s Walk passarono sulle pay-tv per poi finire come tappabuchi sulla Rai a notte fonda. Comanche Moon fu trasmessa in prima tv il sabato pomeriggio di Rai Due anni fa per poi sparire anch’essa nel nulla.

Il libro non fu mai più ristampato per trent’anni esatti. In fondo, cos’è un romanzo premio Pulitzer tra i venti best-sellers più venduti di tutti i tempi negli Usa? I prequel sono rimasti del tutto inediti.

La Einaudi lo ha ristampato con una nuova traduzione di Margherita Emo: 950 pagine, rilegatura con sovraccoperta.

 

 

(Immagini trovate nel web: © degli aventi diritto).

 

 

5 pensiero su ““LONESOME DOVE”, OMERO NEL WEST”
  1. Lonesome Dove mi è rimasto impresso stampato a fuoco nella mia memoria di adolescente… ma per una ben precisa ragione: Diane Lane. Dio che cotta.

      1. Letto… e ti dirò siamo perfettamente allineati: Holding Out For A Hero ci starebbe benissimo in Streets of Fire, anzi da ragazzino era più che convinto che venisse da quella colonna sonora talmente era perfetta!
        Ma non dare alla mi a Diane Lane della zoccola.. che piango!

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