La Justice League International (JLI) è stata una testata innovativa della Dc durante gli anni ottanta.

Grazie ai testi brillanti di J.M. De Matteis e Keith Giffen, aiutati dal disegno “cartoonistico” di Kevin Maguire, JLI era uno dei titoli di maggior successo della casa editrice in un decennio dove i fumetti che andavano per la maggiore erano di tutt’altro genere. Crearono, per alcuni personaggi, una caratterizzazione che ancora oggi li contraddistingue.

IL CONTESTO

Justice League International n. 1 viene pubblicato nel 1987, all’indomani della rivoluzione editoriale della Dc con Crisi sulle Terre Infinite.

La Justice League è da sempre il team numero uno della Dc, contando tra le sue fila i maggiori eroi della casa editrice, ma veniva da un periodo poco brillante.

Dal 1984 il supergruppo navigava in cattive acque: le storie della nuova formazione, scritte da Gerry Conway, cercavano senza riuscirci minimamente, di ripetere il successo dei gruppi multietnici come gli X-Men della Marvel.

In questa JLA c’erano, oltre ai veterani Martian Manhunter e Aquaman, personaggi creati per l’occasione come la gitana Gipsy, l’africana Vixen, l’ispanico Vibe e il patriottico Steel, il cui costume ricorda quello di Capitan America. Il gruppo, di base a Detroit, non aveva ottenuto il consenso dei lettori e le vendite erano scese sempre di più.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Si decide così di lanciare una nuova squadra, affidando i testi a J.M. De Matteis e Keith Giffen. Le loro intenzioni originali erano quelle di formare un gruppo formato dai colossi della Dc (come farà nel 1999 Grant Morrison), ma purtroppo all’epoca non era possibile attuare quell’idea.

Superman era nel pieno del restyling di John Byrne, lo stesso per Wonder Woman con George Perez. Flash aveva appena cambiato alias, passando da Barry Allen a Wally West, mentre Aquaman era fermo in attesa di un team creativo che lo rilanciasse nel nuovo corso Dc (accadrà solo all’inizio degli anni novanta per mano di Peter David).

Dei grandi nomi soltanto Batman era disponibile, per gentile concessione del suo editor Denny O’Neil. Keith Giffen decide allora di cambiare completamente strada, utilizzando personaggi poco conosciuti in chiave brillante.

Fu una scelta azzardata in quel particolare periodo storico, perché all’inizio degli anni ottanta il mondo del fumetto era entrata in un’epoca “dark” e cinica.
I fumetti che vendevano di più erano quelli ad alto contenuto drammatico di Alan Moore e Frank Miller, che avevano cambiato radicalmente il modo di scrivere i supereroi, mostrandone le debolezze umane.


Scene di violenza come quelle mostrate in Watchmen e in Daredevil: Born Again avevano fatto entrare le storie in un contesto più adulto.


Lo stesso De Matteis, durante la sua gestione di Capitan America nel 1983, aveva virato su un genere di scrittura molto introspettivo.
Quindi, sebbene la tendenza dicesse altro, la Dc accettò di puntare sul brillante per rilanciare Justice League.

LA NUOVA JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL

La nuova formazione include, oltre a Batman e ai veterani Martian Manhunter e Black Canary, alcuni personaggi caduti nell’oblio come Mister Miracle e Doctor Fate, più alcuni acquisiti da altre case editrici come Blue Beetle (dalla Charlton) e Capitan Marvel (dalla Fawcett). A loro si unì una nuova Lanterna Verde impersonata dall’esuberante Guy Garden, che si rivelerà l’elemento esplosivo che garantirà il successo alla serie.

Gestita (spesso a loro insaputa) dall’avido manager Maxewll Lord, autoimpostosi e senza alcuna autorizzazione, la nuova Lega della Giustizia collabora con l’Onu, avendo delle “ambasciate” a Mosca, New York e Parigi, per questo motivo ha assunto la parola “International” piuttosto che il solito “America”, con cui era nota dal 1960.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Il filo conduttore della JLI sono le spassose dinamiche tra i personaggi: Guy Gardner viene rappresentato come un ottuso rompiscatole, irritante e permaloso, pronto a contestare la leadership di Batman e a insultare i propri compagni.

Epica la scena in cui Batman lo stende con un solo pugno dopo l’ennesimo litigio. Tempo dopo Guy prenderà un colpo in testa che gli farà sviluppare una personalità docile e ipersensibile, che risulterà altrettanto irritante per i suoi compagni.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Black Canary è una femminista convinta, spesso sul punto di esplodere davanti alla mentalità retrograda e maschilista dello stesso Guy: i due personaggi sono agli antipodi e hanno punti di vista inconciliabili.

Capitan Marvel viene descritto con la personalità ingenua e infantile di Billy Batson, il suo alter ego di 10 anni, continuamente bullizzato e preso in giro dal prepotente Guy (si, sempre lui).

Viene introdotto anche Booster Gold, un personaggio proveniente dal futuro che cerca costantemente di arricchirsi sponsorizzando le proprie avventure.

Lui e Blue Beetle danno vita a una coppia destinata a durare nel tempo. I due sono immaturi e dotati entrambi di un discutibile senso dello humor. Degno di nota, per esempio, il loro tentativo di creare un villaggio turistico con tanto di casinò “a tema JLI” sull’isola di Kooey Kooey Kooey… peccato che questa sia un essere senziente in grado di spostarsi, mandando in bancarotta il club.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Altro personaggio interessante è la Lanterna Verde G’Nort, un cane antropomorfo pasticcione che riesce a far perdere la pazienza a chiunque. G’Nort, come Guy e il duo Booster e Beetle, risulta tra i personaggi preferiti dai lettori.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


I disegni di Kevin Maguire, soprattutto per le espressioni ammiccanti, risulta particolarmente azzeccato per il tono brillante della serie.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Il successo della JLI e l’ingresso di altri personaggi come Capitan Atom, Rocket Red, le modelle Fire e Ice e l’ex Lanterna Verde Kilowog spingono gli autori, nel 1989, a raddoppiare la testata: la JLI si divide in Justice League America (riprendendo la vecchia testata) e Justice League Europe, con sede a Parigi.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Lo stile brillante non risente del cambio di sede e anche il nuovo titolo si rivela un successo, specie con l’ingresso della maggiorata Power Girl, spesso alle prese con i commenti sul suo fisico.

Celebri le copertine di Maguire che ogni volta raffigurano i vari personaggi tutti ammassati l’uno sull’altro, mostrando spesso l’insofferenza di Guy al numero crescente di nuovi iscritti.

JUSTICE LEAGUE INTERNATIONAL (JLI)


Nel 1991, gli autori introducono General Gloy, spassosa parodia di Capitan America, un eroe patriottico che parla con toni propagandistici, che crede ciecamente nell’America al punto da risultare incapace di credere che il suo Paese sia artefice anche di atti meschini.

Glory è l’unico in grado di mettere in riga Guy Garden, che gli obbedisce riconoscendone l’autorità, in quanto è il suo eroe d’infanzia: davanti al Generale quella testa calda si comporta come un bambino obbediente.


JLA e JLE iniziano a cambiare tono a metà degli anni novanta, con l’arrivo della concorrente Image e i loro personaggi ipertrofici e violenti: la moda dell’epoca spinge gli autori ad adattarsi al nuovo trend, abbandonando le deliziose atmosfere che erano stare il tratto distintivo delle serie.

Justice League Europe chiude nel 1994, mentre Justice League of America due anni dopo.

Nel 1999 sarà Grant Morrison a rilanciare il titolo, con una formazione che include Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Aquaman e Martin Manhunter.


Dati i toni epici ed eroici, la nuovissima JLA si discosta totalmente dalla serie di Giffen e De Matteis, della quale comunque è rimasto un ottimo ricordo tra i lettori.

IL REVIVAL

Alcuni anni dopo, nel 2003, la Dc regala ai lettori una rivisitazione della vecchia JLI con la miniserie Super Buddies, in cui De Matteis e Giffen con il solito Maguire riprendono la vecchia squadra. Spinta da Maxwell Lord, fissa la base in un centro commerciale e si “mette in vendita” rispondendo alle chiamate del numero 1-800.


Incapaci di prendersi sul serio, ancora una volta le diverse personalità del gruppo, immature e irresponsabili, inconciliabili con l‘etica del supereroe, mostrano il lato demenziale degli uomini in maschera. La miniserie vince un Eisner Award nel 2004.

Un anno dopo, nel 2005, gli autori replicano con I Can’t Believe It’s Not the Justice League, una mini in sei parti in cui riprendono i Super Buddies.


Da segnalare, infine, come nel settembre dello stesso anno la Marvel ingaggi De Matteis, Giffen e Maguire per una miniserie in cui il trio racconta le vicende degli originali Difensori (Dottor Strange, Hulk, Namor e Silver Surfer) con l’humor della JLI, dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, come la loro idea del 1987 si sia rivelata azzeccata.


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