L’opera complessiva di Isaac Asimov mostra l’esistenza di una sorta di progetto globale quasi inconscio che ha guidato l’autore verso una conclusione comune e una continuità cronologica dei suoi due più importanti cicli di racconti:
Le Fondazioni e i Robot spaziali.

Il primo prende le mosse dall’Impero Galattico che dopo oltre 10.000 anni di espansione conosce una crisi tumultuosa che sta lasciando inevitabilmente spazio alla barbarie. Per evitare migliaia di anni di oscurità e regressione lo psicostorico* Hari Seldon crea un vero e proprio piano di salvataggio della civiltà.

La Prima Fondazione dovrà gettare le basi e guidare la transizione e la Seconda Fondazione costruire il futuro.
La Prima è camuffata da Fondazione Enciclopedica ed è composta da storici e sociologi, la seconda è ben nascosta e composta da un nugolo di psicostorici e mentalisti**. Ma il piano sta per fallire quando irrompe sulla scena galattica un mutante dai poteri mentali immensi che prende il potere politico e rischia di sconvolgere i piani di Seldon e della Seconda Fondazione. Il Piano traballa, ma regge.
A contrapporsi al progetto delle Fondazioni fa la sua comparsa Gaia, un pianeta che si comporta come un unico grande organismo. È un modello affascinante e il dubbio tra le due opzioni concentra l’attenzione su un uomo che viene individuato come colui che dovrà scegliere per l’intera umanità il modello migliore. Si chiama Goran Trevize ed è un giovane bello e coraggioso, ma prima di prendere una decisione vuole sciogliere alcuni dubbi che gli ronzano per la testa: perché il pianeta natale dell’umanità, la Terra, non si sa più dove sia e se esiste ancora? Le leggende (sono passati quasi 30 mila anni dalle prime colonizzazioni spaziali da parte dell’uomo aiutato dai robot) raccontano di una Terra ormai completamente radioattiva e quindi inabitabile. Ma l’istinto di Goran, che è la dote per cui è stato scelto, gli dice che in questo mistero che avvolge la Terra sta la chiave di tutto. E ha ragione, perché è vero che la Terra è radioattiva, ma il suo mitico satellite, la Luna, no. Al suo interno si cela un’entità che ha tirato le fila della storia per farsi trovare dal Prescelto. È un robot plurimillenario che ha assistito l’umanità negli ultimi 10 mila anni. È lui che ha ispirato il Piano Seldon e che ha favorito e voluto la nascita di Gaia. Il suo nome è Daneel. Sì, è lo stesso robot che, insieme a Eliah Baley, è protagonista del ciclo di Asimov sui robot e i mondi spaziali.

Uno dei robot sognanti di Asimov illustrato da Ralph McQuarrie
Uno dei robot sognanti di Asimov illustrato da Ralph McQuarrie

 

La storia dei robot comincia con il viaggio iperspaziale che porterà gli uomini a conquistare altri mondi dove trasferirsi e per renderli abitabili hanno bisogno del fondamentale aiuto dei robot. I cosiddetti Spaziali attuano diversi progetti di società e di progresso a seconda delle caratteristiche del pianeta abitato. Tuttavia al centro di ognuno di essi c’è sempre l’elemento robotico anche se con diverse sfumature. La vita degli Spaziali si allunga grazie agli straordinari progressi scientifici e in loro si instaura una convinzione di superiorità razziale rispetto ai terrestri che li spingerà ad accelerare la radioattività del pianeta di origine.
Ma anche i mondi degli Spaziali sono destinati alla rovina: gli scienziati, avendo 300 anni di vita attiva a disposizione, non cercano collaboratori perché possono portare a termine le loro ricerche da soli; questo blocca il progresso scientifico, in più, la loro superbia e il loro egoismo li portano verso una società asettica e statica.
Con il passare del tempo gli uomini si liberano della dipendenza dai robot e danno vita ad una nuova era di colonizzazione dei mondi della galassia che sfocerà poi nella nascita dell’Impero Galattico. Qui il cerchio di Asimov si chiude.
Dietro a queste scelte evolutive c’è sempre lo zampino di Daneel, che prima ha indirizzato l’umanità verso la creazione dell’Impero, poi verso il salvataggio della civiltà da parte di una élite e infine verso la democrazia planetaria di Gaia.

* Psicostoria è la scienza che consente di prevedere il comportamento delle grandi masse ed è alla base del Piano Seldon
**Mentalica è la disciplina che consente di comunicare telepaticamente e di influenzare le menti. Il Mulo (il mutante) ha una forza mentalica smisurata, capace di influenzare miliardi di esseri umani.

Di Franco Porchetti

Esperto di marketing, nella sua lunga carriera ha operato nei più svariati ambiti: dal turismo alla musica, dal web alla promozione territoriale. Laureato in Scienze politiche, è stato responsabile della promozione internazionale della Regione Umbria, per poi dedicarsi alla musica, come manager e produttore discografico, e alla scenografia per grandi spazi . Attratto, poi, dall'enorme potenziale del web, si dedica allo studio dalla nuova scienza della selezione inventata da Google e nel 2006 consegue la post qualifica di Stato di SEO Webmaster. Comincia subito a collaborare con diverse grandi agenzie di comunicazione e nel 2012 partecipa a un progetto di City branding collaborando con una grande agenzia inglese. La disciplina lo appassiona subito; la considera una sorta di compendio della sua variegata esperienza professionale: c'è il marketing turistico, la promozione della cultura e dell'arte, il web marketing e la pubblica utilità.

11 pensiero su “L’EPOPEA CIRCOLARE DI ASIMOV”
  1. Il cacavatappi dello spazio-tempo. storia di fantascienza con profumo di vaga ucronia.

    Fuori piove furiosamente, sono reduce dal mio solito efferato tentato omicidio che mi seve per scaricare i nervi: certo , Manu Libera ha un poco protestato quando l’ho spinta giù dal ponte delle Arti con la Senna in tumultuante piena! ma io sono certo che il bagno freddo le farà passare un poco i bollenti spiriti!! L’ho fatto per il suo bene, da buon Samaritano quale solo. Poi, quando qualche peniche l’aggancierà trendola in salvo e il suo capitano dopo averla ubriacata con qualche flebo di calvados, certamente saprà cosa fare di lei!! Va beh….. le consiglierò il convento, per ricercare il suo centro di equilibrio permanente!! non vorrei uscire, ma devo andare alla libreria Mona Lisait di boulevard de l’Hôpital, dove il simulacro di Sauro lo Pennacchio mi attende per importanti comunicazioni sull’involuzione del Giornale Pop .
    Guardo Roland Topor che non mi pare in vena di ciance per la faccenda della seconda ecizione tedesca di “Pinocchio” illustrata da lui in un momento di giramento di zebedei e gli chiedo: “ Mi accompogni in Boulevard de l’ Hospital?? Di andarci da solo non mi fido a causa della banda di “cane nero” che prima ti morde e poi abbaia!!” Sospira e grattandosi la punta del naso Roland inzia il suo eloquio: ” prima però passiamo dalla via del Tempio, dove di solito tu in cenci artefatti questui per il rancio giornaliero!”, Io sono meditabondo:” ma si allunga la strada del doppio! Io ho una certa fretta perché al centro Pompidou c’è Patrizia Z, che mi attende per definire il mio contratto come primo consulente per la mostra bolognese su Hugo Maltese e Corto Pratt che parte il 4 Novembre!!”. Topor guarda il bicchiere mezzo vuoto e ridacciando bisbiglia; “ Attento Prosperino mio, Patrizia è un osso duro, ti romperai i denti e ti ridurrai a masticare con le gengive pane inzuppato nel brodino già preconfezionato in busta! Vieni prima con me al quartiere del tempio che c’è Rebecca che ti darà prt pura carità una pagnotta rafferma di pane azimo, per mangiare la quale dovrai lavorare di molari, finché che li hai ancora”. Io sono indeciso, pensando a questa facenda di Rebecca e di questo fantomatico quartiere che disegna storicamente la frontiera occidentale del Marais e raggruppa oggi tre vie medioevali: la via bar del Becco, la via Sainte-Avoye e la via del Tempio. Aperta probabilmente fin dal XII° secolo, la via del Tempio collegava la zona de l’Hotel de Ville e al recinto del Tempio stesso e di fatto separava le terre dei Templari dal “bel borgo” di Saint-Martin des Champs. Questa via si è completamente trasformata dall’immagine della zona della palude e non conserva alcuna traccia del suo passato medioevale prestigioso. A sinistra, procedendo, si incontra un locale La tour du Temple. Qualche reminiscenza rimane…”. Sbuffa il Nostro e gargarizza con voluttà suggendo una pinta di Guiness rossa! Topor schiocca la lingua, fa una serie di risatine e poi si allaccia il tovagliolo al collo ed inizia a mangiare a grandi boccate il famoso maiale tolosano alla brace, il cosiddetto “pasto dell’eroe”. Squilla il telefono e il gestore del Bistrot “Chez Hibou” fa un cenno di richiamo al Nostro e sussurra:” ti cercano, sono Rebecca e lo zio Abramo e Jacovitti…” Topor risponde ed esce dal locale con sguardo truce in tutta fretta senza dire una parola.

  2. Topor ed amici sono scomparsi e io devo ritrovarli perché temo siano stati inghiottiti da una delle “porte” che si suppone siano buchi neri e che appaiono e scompaiono nell’arco di un secondo! E’ improbabile, quasi impossibile incappare in una di queste trappole, ma la legge delle probabilità non lo esclude! Si sospetta che non sia un fenomeno naturale ma un marchingegno messo in atto da “Der Alter”, il tiranno che regge con pugno di ferro la zona ucronica di Parigi con l’occulta complicità di Zauro le Pen, dove ancora le pattuglie di SS scorazzano alla ricerca di sospetti lettori di fumetti, categoria considerata altamente eversiva e quindi da eliminare con ogni mezzo. Il mio obbiettivo è percorrere l’itinerario del “triangolo” ( la cosiddetta “zona bucata”), situato tra Piazza della Repubblica, Piazza della Bastiglia e Blanche Manteaul , anche se è ormai certo che l’epicentro del fenomeno metafisico deve collocarsi nel “Conservatorio delle arti e mestieri. direttrice del quale è a tempo perso la dottoressa Manu Libera, già docente alla Sorbona di manuntenzione di rubinetti organici degli androidi di generazione 7°. Comunque estraggo dalla capace borsa in pelle di rospo della Florida un blocco di appunti ed indifferente alle occhiate ansiose che Galileo , Da Vinci e Anita Garibaldi mi lanciano dal loro tavolo di lavoro, sommerso di carte e mappe della città sulle quali sono state tracciate le linee di forza dedotte da L’Oracolo del Pozzo della chiesa di Saint Sulpice, ossia la Sibilla Cumana, in arte l’androide biologico Sat.6 Sunset di settima generazione plus!!
    Al mio fianco il bracco Asimov avuto in prestito da Holmes fiuta a destra e a manca, ma per ora non ha cavato un ragno dal buco,

  3. Happy birthday Mein Führer canta Sabrina Ferilli in una Parigi parzialmente occupata dai nazisti. Si tratta della zona ucronica alla quale si accede da speciali porte che rimangono aperte solo per un secondo!! L’agente segreto della Gestapo Dead Manus è alla ricerca dell’ufficiale della Wermacht Kurt Caesar in possesso dell’anti arma implosiva capace di neutralizzare qualsiasi tipo di bomba, comprese quelle al neutrino mille più potenti di quelle all’idrogeno. Caesar scomparso nell’interno del quartiere del Marais parte dell’antica zona del tempio, era in compagnia di Jacovitti e pare di Anita Garibaldi, pasionaria che difende a colpi di sciabola i tentativi di ridurre in schiavitù tutti gli androidi genetici A/ super, e questo in nome di tutte le libertà! Questa situazione non garba punto a Leonardus von Gorie , generale dell’OVRA che sotto falso nome – Bruno Arcieri- si è rintanato nell’acquedotto sotterraneo di Montsouris nell’adiacenze del parco omonimo per mettere a punto una super bomba implosiviva che all’atto dell’implosione ridurrà tutta Parigi alla dimensione di una capocchia di spillo.. Intanto il libertario, anarchico e dichiarato nemico di tutte le autorità, Tomaso Prospero detto el Locho, fa una scelta apparentemente insensata, ossia utilizzare una intervento critico del giornalista Comandante Valerio per tentare di connettere qualcosa di così complesso come un romanzo di Philip K. Dick (oltretutto scritto più di 50 anni fa) ai meccanismi e ai ritmi del Giornale Pop , creatura al servizio della reazione diretto dall’ex toy boy Zauro Le Pen, rampollo di nobile casata alsaziana e pretendente al titolo di Imperatore degli Stati Uniti d’Europa e Terra del Fuoco, ex colonia britannica strappata alla Patagonia/Argentina dopo la guerra delle tre ore. D’altro canto scegliere di fare questa cosa significa cercare la sponda tra quegli spettatori che vorrebbero una fantascienza più casuale nella struttura narrativa e immatura in generale, adatta al cervello ormai telematico dei fans del Giornale Pop.
    Tomaso Prospero ora dorma beato in compagnia della lupa bianca April Bell che lo sorveglia e protegge come fosse un neonato, poiché è a conoscenza delterribile segreto tramandato da milioni di anni e riguardante la vera natura di Tomaso Prospero, natura della quale lo stesso Tomaso non è a conoscenza, ossia di essere il naturale erede di una super razza pre umana sopravissuta quasi per caso alle leggi implacabili della selezione naturale.

  4. Va beh, non credete a quello che appare scritto in questi commenti, Zauro Bifronte li altera con il suo potere mentale!! Ma io ho dalla mia un asso vincente, ovvero un cane sapiente e parlante di nome Izaaco! Da dove viene questo bracco plurilaureato e che dopo aver litigato con Holmes per una questione di quantità di zuppa giornaliera a lui spettante secondo il diritto canino, si è affezionato al sottoscritto dopo una forzata convivenza in una tana rifigio nella tundra siberiana ( Il caso del megaterio del pleistocene) , dove durante il lungo inverno io ho mangiato poco del megaterio surgelato e ho lasciato quasi tutto al cane. Comunque, nel 1923 la famiglia di Izacco detto Azi si trasferì clandestinamente al seguito di un gruppo di esquimesi che attraversano lo stretto di Bering e via Alaska raggiunse gli States, a New York, dove in seguito Izaacco compirà gli studi nel “Dog’s charming Institute “. Il padre acquistò nel 1926 un negozio di ossa di scarto spolpate dal locale macello nel quartiere di Brooklyn e qui, oltre che in altri negozi acquistati in seguito, il piccolo Izaacco passerà gran parte della sua infanzia facendosi i denti. Le doti straordinarie del cagnolino prodigio emerse da subito. Basti pensare, ad esempio, che a soli cinque mesi imparò a leggere da solo e che da quel momento in poi non smetterà più di leggere libri e di studiare. Fondamentale il suo incontro con Holmes durante una partita di caccia avvenuta nel Dorset, mentre Izaacco era ospite dell’Università di Exeter dove era stato invitato a tenere una conferenza sulla robotica nella visione di Philip K. Dick e I. Asimov, i due padri del problema morale nei confronti dell’inconsapevolezza dell’androide geneticamente indistinguibile dall’uomo.
    Ecco perchè ora, con al fianco il fedele bracco plurilaureato e parlante un perfetto italiano, non mi sento solo gettato nel pozzo di Saint Sulpice dal killer inviato da “der Alter”, per chiudermi la bocca per sempre in merito ai profitti miliardari ottenuti da Zaurov le Pen con la diffusione del suo “Pop Giornale” in tutte le celle delle carceri statunitensi e della Cina del nord est!!!!
    Intanto la zarina del crimine “Manus moscia” ha bisticciato con Zaurov per un motivo personale e di caratttere intimo sessuale ( la lunghezza del pene di le Pen) e per tale motivo ha deciso di fargli un dispetto e sta cercando il modo per trarmi d’impaccio assoldando Crepascolo le temeraire, bandito gentiliuomo delle fogne di Belleville, amico intimo dello scrittore Pennac ( che non ha problemi di pen…na!) e che a Belleville ha un vasto seguito di fedeli tagliagole.
    In fin dei conti io e il cane parlante Izaacco non ce la passiamo male quaggiù nel pozzo, poiché sotto alla faglia acquifera si stendono dei tunnel risalenti al periodo di Augusto ( quando a Lutezia sull’isola ora detta di Notre Dame, l’imperatore Augusto aveva una villa dotata di ogni comfort, compresa acqua calda , frigo bar ( non a pagamento), sauna ecc, ecc. Ecco, un tunnel arriva fino a laggiù, dove per un fenomeno di torsione temporale la villa augustea è ancora in piena attività . Però, se Manus , non ricordo più se attualmente moscia o libera, vuole rischiare di suo cercando di opporsi alle falangi naziste di “Der Adler”, fatti suoi!!

  5. Izacco mi guarda con un sorriso sornione sul muso canino, poi raschiandosi la gola mi dice:” Tomaso, stai attento prchè quanto ha scritto Patricia Warrick , oggi novantunenne vispa vecchietta, nei riguardi del sistema nazista detto “dell’Alto Castello” per educare le giovani reclute SS è fondamentalmente vero! Infatti è a questo che si riferisce Dick nel suo titolo del romanzo ” L’uomo nell’alto castello” e d’altra parte fra i due ,Warrick e Dick ci fu su tale argomento uno scambio molto interessante di lettere, nell’ambito di un carteggio dal quale risulta chiaro che “L’alto Castello” per antonomaoa è quello polacco dove all’inizio del 1600 le forze armate della cattolicità intransigente si scontrarono sanguinosamente in armi con i protestanti libertari che fecero del loro alto castello simbolo di difesa ad oltranza dei loro diritti di uomini liberi”.
    Guardo l’erudito cane parlante e lo bacio sul testone: ” Izacco , sei la mia luce nelle tenebre, dai, sù, accendi la candela che questo tunnel è irto di insidie, tanto ormai siamo oltre Saint Germain degli ex Prati. In fondo al tunnel mi pare di scorgere movimento… miseriaccia, sono un gruppo di waffen SS nelle loro uniformi nere e davanti a tutti c’è quel cane rabbios… oh, scusa amico mio, quel ratto rabbioso di Himmler in persona.Che faccio Isacco, li demolecolizzo con la forza del pensiero??”-Senza profferir abbaio il cane sapiente estre dallo zaino un flauto a dodici buchi ed inizia a suonare una strana melodia alternante toni acuti e bassi quasi atoni.”Ecco fatto” dice Izacco, sono tutti in catalessi totale, possiamo proseguire la nostra marcia ed uscire alla fermata del metro Chatelet, dove nel solito caos nessuno ci potrà trovare. Poi De la Rue ci condurrà nell’alto castello, là a Vincennes”.
    Io sudo freddo, il castello di Vincennes ha una doppia faccia e anche io che ho super poteri non mi sento sicuro che valga la pena di entrarci per liberare la povera Patricia Warrick, l’unica che conosce tutta la verità”. Il buon ca mi scruta attentamente e sbotta:” Dai, fesso, che paure hai, superuomo fossile!!”:

  6. Fer farvi avere una idea che cosa è la fermata sotterranea Chatelet- les halles: Il nodo d’interscambio di Châtelet-Les Halles è una stazione sotterranea ubicata nel primo arrondissement di Parigi.
    E’ costituito da:
    * la stazione ferroviaria di Les Halles, che serve le tre linee RER (Réseau Express Régional = rete veloce regionale) A , B e D;
    * la stazione metropolitana di Les Halles che serve la linea 4;
    * le stazioni metropolitane di Châtelet che servono le tre linee M14, M4 e M1 e le due linee M11 e M7.
    Tutte le stazioni sono collegate fra loro da una fitta rete di corridoi pedonali.
    Nel complesso il nodo sotterraneo di Châtelet-Les Halles è la più grande stazione della metropolitana del mondo.
    La stazione della RER si trova al di sotto del centro commerciale “Forum des Halles”, che è il più grande centro commerciale sotterraneo in Europa.
    I tracciati delle tre linee RER sono tutti paralleli ed orientati da nord a sud. Le tre linee sono ripartite su sette binari, intercalati da quattro piattaforme con accesso dal mezzanino superiore.
    Entrambe le piattaforme centrali, con tre binari complessivamente, sono riservate alla linea D, ognuna per singola direzione di marcia (il binario centrale fra le due piattaforme può essere percorso in ambedue le direzioni).
    Le due piattaforme estreme, con due binari ciascuna, sono riservate alle linee A e B, ognuna per singola direzione di marcia, e sulle quali si può effettuare il trasbordo fra le linee A e B senza cambiare piattaforma ,
    Ehh, io e Isacco ora siamo qui dove transitano decine di migliaia di persone ogni giorno, inoltre siamo lontani dalla fascia di territorio ucronico dove scorazzano le SS.
    Possiamo starci per mesi, ci sono bar, ristoranti alberghi, inoltre possiamo prendere metropolitane o treni per qualsiasi destinazione,
    Crede che Der Alter e i suoi sgherri abbiano fra le mani una brutta gatta da pelare, se intendono individuarci e catturarci,
    Anche de la Rue non avrà un facile compito se vuole ritrovarci. Poi, se anche accadesse, ho deciso che non andremo nell’alto castelle a Vincennes, dalle parti del bois posto ad oriente della zona dei 20 arrondissements parigini . io non mi fido di nessuno ad eccezione di Izacco e di April Bell, la lupa bianca che in certe occasioni è anche gatta.
    Siamo prigionieri in questo luogo recintato di filo spinato che è il Giornale pop? Non pensatelo, noi passiamo attraverso ogni ostacolo solido, abbiamo dei poteri che voi poveri sapiens nemmeno immaginate.
    Addio!

  7. Oggi tutti i Santi vegliano sui poveri mortali, o viceversa i poveri mortali ricordano i Santi nella speranza che qualcosa possa migliorare.
    Non è la prima volta che immagino di essere intrappolato da un luogo dal quale cerco di evadere. E’ una situazione che con subdole varianti sogno spesso, poi mi sveglio e mi alzo anche se è prima mattina e cerco di farmi passare il malumore facendo il caffè! Diciamo che l’affanno quotidiano del vivere si riflette in una situazione che fra l’altro è stata sfruttata in parecchi romanzi o film dove la persona in fuga -quasi sempre innocente- si deve ingegnare per cavarsela in un susseguirsi di situazioni per lui pericolosissime.
    E’ un classico, che ha come variante l’eroe che insegue una preda o comunque deve raggiungere una meta per salvare qualcuno o qualcosa. ( penso al film “Frantic”)
    Entrando nel campo della fantascienza le cose si complicano perchè non c’è limite alle variabili.
    Il romanzo che ora per me anziano lettore è al centro del mio interesse e delle mie fantasie è “L’uomo nell’alto castello ” di Philip K Dick.
    Ora che sono riuscito a trovare quanto a proposito scrisse la signora Patricia Warrick e che fa parte di un lungo carteggio fra lei e Dick, mi sono convinto che certe spiegazioni a proposito di questa o quella cosa del romanzo prima citato, sono nate a posteriori, pensate con il senno di poi dallo stesso autore, compreso il senso dell’intitolazione stessa: L’uomo nell’alto castello.
    Il fatto che Dick abbia tentato più volte di scrivere un seguito a questo romanzo senza mai portare a termine il progetto e facendo confluire quanto a proposito scritto in altri suoi romanzi, mi ha fatto pensare che il romanzo aveva ed ha senso senso anche perché il finale è aperto. Cercarne un seguito che ne sciogla i nodi sarebbe cosa insensata, poichè meglio lasciare i protagonista in uno stato di sospensione, situazione che corrisponde molto a quanto si verifica nella realtà per tutti noi.
    Io che ne so di quello che mi accadrà domani. Nella finzione posso immaginare che i nazisti ucronici non mi cattureranno, che con il cane sapiente al mio fianco e una lupa bianca, presa in prestito da un romanzo di Williamson, che di giorno diventa una bella giornalista dai capelli rossi, uscirò dalla prigione immaginaria che è il vivere quotidiano. Vorrei anche abbattere i recinti d filo spinato, ma come fare se tutto il mondo ne è pieno?
    Mah, quante sciocchezze!!!
    Buona giornata festiva a tutti!

  8. Izaach si sta spolpando un cosciotto d’agnello arrosto. Siamo qui in un piccolo ristorante che affianca il secondo piano di negozi e bar della nuova sistemazione della copertura detta “Canopé” che di fatto è il tetto di una struttura a “buco” che in quattro ricchissimi piani , a discendere, di infrastrutture porta alla fermata della metropolitana e treni, la stazione ferroviaria delle Halles, che riceve e smista treni da tre grandi “Gares” parigine” . Izaach sospira e si scola un boccale di birra chiara nazionale, sbuffandone la schiuma a sinistra e a destra. Accende un sigaro in barba alle leggi che ne vietano l’uso nei locali pubblici, , poi incongruamente lo spegne premendone la punta sul bordo del tavolo,così facendo mi si avvicina e toccandomi con il muso il naso mi bisbiglia :” Tomaso, pollo mio bello, hai notato che fuori da questo locale stazionano almeno venti agenti dell’OVRA e della Gestapo??” Ma non ti preoccupare ho già azionato la cortina dell’invisibilità che cela la nostra presenza ai loro sguardi. Ho solo risparmiato Saro Le Pen, perché nel suo ruolo di generale della Milizia dei reali carabinieri ha un ruolo contraddittorio in questa vicenda!!” Io sono sbalordito perché di nulla mi ero accorto.”Ma” esclamo, e dove sta Il maggiore dell’ala fascista Manu morta, la diavolessa dell’aria??” Il vecchio ed astuto cane parlante sogghigna e inizia beato la sua narrazione: ”Si parla e si scrivono racconti e romanzi anche per evadere dai problemi sel reale. L’orizzonte plurale delle alternative nasce da un difetto, dall’insoddisfazione di vivere una sola vita, o dall‘incapacità di starci dentro stabilmente e di gestirne la complessità e le contraddizioni, ma attrae anche chi è preda di un eccesso di vita che non riesce a contenere in una sola. Da un lato scatena il desiderio di vite multiple, come per alcuni personaggi del grande Carrère passato ora alla clandestinità con i maquis di Montparnasse (così come il desiderio di viverle immaginandole è stato per lui uno degli stimoli a diventare scrittore): sono una tentazione, o una necessità, un rifugio; ma dall’altro possono anche essere una condanna, come per Dick e per i suoi personaggi. Allo stesso modo i mondi possibili possono anche rivelarsi non altrettante opportunità, ma l’inferno. Se tutte le possibilità che si aprono ad ogni istante e che vengono immediatamente chiuse dall’unico percorso imboccato in quello successivo, trovassero davvero la loro realizzazione in altrettanti mondi possibili e paralleli, in altrettante vite, molto probabilmente non sarebbe l’eternità dei compossibili, l’apertura infinita di tutto a tutto, ma solo quella della condanna. L’infinito realizzato delle possibilità sarebbe l’infinito degli inferni. L’inferno infinito”.
    Sono stupefatto!! Izaach sarà pure un cane mutante ma chiacchera e chiacchera fino a pappolarti il cervello!! Quasi quasi con la scusa di andare alla toilette mi infilo giù per il cesso e scompaio nelle fogne!!

  9. Io son chiuso nella toilette e l’inarrestabile Izaach si è accostato alla porta e mentre io perforo il pavimento per cercare una via di fuga sento la sua voce narrate che eccheggia fra le pareti:” Tomaso, ti traduco in diretta quello che mi sta telefonicamente dicendo Valerio Pellegrini:”In questo The Man in the High Castle viviamo la costruzione di personaggi e sub plot per poi vederli continuamente decontestualizzati e sganciati dalla realtà (o dal continuum dimensionale che è forse solo uno tra i tanti) che li ha prodotti. Qui vediamo in filigrana l’inconfondibile tocco dickiano che, affascinato dalla retorica persuasiva dei pubblicitari, adorava spostare le pedine della narrazione manipolando bruscamente le mentalità in relazione alle influenze di poteri forti. In High Castle non interessa tanto filmare azioni spettacolari, quanto piuttosto il modo in cui le mentalità vengono plasmate dagli eventi storici, quelli sì particolarmente spettacolari per chi ama le ucronie”.
    Tace per un attimo il cane blaterante e io che ormai ho creato una apertura adeguata che partendo dal pavimento giunge fino all’ultimo piano sotterraneo dell’edificio, a livello dei treni, mi calo velocemente nel sottosuolo e in pochi minuti riesco a prendere al volo il train grand vitesse diretto a Berlino, dove ho appoggi sufficienti presso l’ambasciata armena da poter proseguire il mio viaggio verso la libertà.
    La libertà?? insomma , lontano dal cane saccente e da tutti gli sgherri di der Alter, il capo indiscusso della congiura ucronica.

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