“… era apparsa una misteriosa figura, di almeno sei piedi d’altezza, nera, macabra,
e che distendeva ciò che sembrava essere un paio d’ali dalle sue spalle”.

 Dalla serie a fascicoli Spring-heeled Jack (1904).

 

Il mito di Batman, l’uomo pipistrello, è più vivo che mai, dato che continuano a uscire nuove versioni animate e cinematografiche, oltre che fumettistiche.

LE OSCURE ORIGINI DI BATMAN
Batman e Bill Finger sulla copertina di Bill the Boy Wonder (2012)

 

Speriamo prima o poi di vedere tradotta in italiano pure la biografia a fumetti del 2012 intitolata Bill the Boy Wonder, the Secret Co-Creator of Batman (“Bill il Ragazzo Meraviglia, il co-creatore segreto di Batman”) scritta da Mark Tyler Nobleman con i disegni di Ty Templeton.

È la vera storia di come Batman fu creato nel 1939 con il determinante apporto dello sceneggiatore Bill Finger, a cui il disegnatore Bob Kane sottrasse ogni riconoscimento e diritto d’autore prendendosene tutto il merito, grazie al fatto di essere lui a tenere i contatti con la casa editrice, l’attuale Dc Comics.

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Batman & Bill, poster del documentario del 2017

 

Anche il regista Don Argott, nel 2017, ha dedicato a Bill Finger un documentario, Batman & Bill, A Secret Identity Finally Revealed (“Un’identità segreta finalmente svelata”), che sarà altrettanto difficile vedere in italiano.

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Batman come lo aveva immaginato Bob Kane (1939)

 

Bob Kane, ricalcando una posa di Flash Gordon, aveva ideato un “superman” biondo dalla tuta rossa, con mascherina alla Phantom e ali ispirate alle macchine volanti di Leonardo, che dovevano fargli da aliante.
Lo chiamò The Bat-Man e mostrò i bozzetti all’amico Bill Finger.

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Batman appare per la prima volta su Detective Comics n. 27, primavera 1939

 

Bill Finger, che dal 1938 scriveva le storie dei suoi fumetti, suggerì di aggiungere al personaggio un cappuccio fino al naso per farlo somigliare di più a un pipistrello, con delle fessure bianche per gli occhi. Un costume dai colori grigio-scuri per renderlo più sinistro e un mantello sagomato ad ali di pipistrello, invece dell’aliante, e con i guanti…

Insomma tutti gli elementi che oggi identificano Batman. Senza contare che si devono a Bill Finger anche l’impostazione della serie, il nome Bruce Wayne (dal re di Scozia Robert Bruce e dal generale del Settecento “Mad” Anthony Wayne), la storia delle origini di Batman, l’ideazione di buona parte dei primi comprimari e antagonisti, la città di Gotham, la batmobile e così via.

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Batman nel primo episodio (primavera 1939)

 

Appurato che gran parte del merito fu di Bill Finger, da dove arriva l’idea del costume dalla silhouette con orecchie appuntite a mo’ di corna e mantello plissettato, con tanto di logo a sintetizzarla?

I due autori avevano usato solo l’intuito per creare quella che sarebbe diventata una delle più famose icone dell’ultimo secolo, l’ispirazione per generazioni di autori e inesauribile fonte di guadagni?

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La seconda copertina con Batman (1939)

 

Prima di Batman nei fumetti americani non c’era nulla di simile, a parte la calzamaglia e gli occhi bianchi di The Phantom (da noi chiamato l’Uomo Mascherato), è evidente che il suo costume fu ispirato anche da altri media.

L’ispirazione venne dai personaggi letterari e cinematografici con maschere e mantelli neri d’inizio Novecento, come Il fantasma dell’opera e Zorro. Inoltre dai violenti vigilanti dei romanzi pulp degli anni 1930, di cui Bill Finger era un appassionato lettore, quali il capofila The Shadow e l’epigono The Spider.

Ma l’origine della sua figura potrebbe anche risalire a cento anni prima… ed essere esistita nel mondo reale (!).

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Spring Jack nel primo racconto del 1838

 

Risulta dalle cronache inglesi che dal 1837 un essere chiamato Spring-heeled Jack (“Jack dai tacchi a molla”), iniziò a fare incursioni a Londra e altre località.

Non fu mai preso né si scoprì chi fosse, ma aveva aspetto e doti affini al futuro Batman: alto, slanciato, cappa scura a forma d’ali di pipistrello, maschera e casco con orecchi aguzzi o corna, tuta lucida aderente di tela cerata o gomma, occhi luminosi, stivali al ginocchio, capacità di compiere enormi balzi (da cui il nome) e di deviare o evitare i proiettili.
In più, una risata beffarda (come The Shadow e il Joker), lunghi artigli (come Wolverine e Freddy Krueger) e il potere di sputare fiamme blu.

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Come fu accolto Spring-heeled Jack nella città di Lincoln (1877)

 

Ritenuto un demone nel folclore popolare, Spring-heeled Jack divenne l’eroe d’avventure immaginarie fin dal 1838, quando il racconto The Spring Jack di Peter Piper ne spiegò i salti con delle potenti molle fissate agli stivali.

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Un comico Spring-heeled Jack di William Reynolds (1878)

 

Altre sue apparizioni del 1877 alla caserma di Aldershot e sui tetti di Lincoln, dovute a dei probabili imitatori, ispirarono anche un “protofumetto” di una pagina realizzato da William Reynolds nel 1878 per il giornale umoristico Funny Folks.

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Copertina di Spring-heeled Jack: serie del 1863, cap. 1

 

In molti drammi teatrali Jack è un criminale, ma nei fascicoli illustrati a puntate intitolati Spring-heeled Jack, The Terror of London è invece un vigilante altolocato che difende i più deboli. Perseguita i malvagi, vendica torti e usa un costume demoniaco per suscitare il terrore nei colpevoli… esattamente come farà poi Batman.

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Copertina di Spring-heeled Jack: serie del 1863, cap. 45

 

Essendo pubblicazioni di vari editori, e con autori spesso anonimi, l’identità di Jack in questi racconti cambia sempre.
Nella serie in 40 albi del 1863 si suggerisce che sia il marchese di Waterford (realmente esistito e che fu davvero sospettato), qui visto come un nobile pentito che denuncia i soprusi dell’aristocrazia difendendo le vittime.

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Copertina di Spring-Heeled Jack: serie del 1886, n. 1

 

Nella storia uscita sulla collana The Boy’s Standard, tra 1878 e 1879, è il baronetto Jack Dacre a mascherarsi per riappropriarsi della propria eredità, usando doti speciali acquisite in oriente (come farà poi The Shadow).

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Copertina di Spring-heeled Jack: serie del 1886

 

Tra 1885 e 1897, l’alter ego letterario di Jack assume altre identità ancora: Oliver Howard, John Ashton e Jack Langton. Spesso agisce in seguito a ingiustizie che hanno colpito i suoi familiari, come sarà per Batman.

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Copertina di Spring-Heeled Jack: serie del 1904, n. 1 (illustrazione di Robert Prowse)

 

Nei 48 albi della serie del 1886, la sua identità resta segreta fino all’ultima puntata, quando si toglie la tuta da demone così attillata da farlo sembrare nudo (come quelle dei moderni supereroi disegnati).

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Copertina di Spring-Heeled Jack: serie del 1904, n. 2 (illustrazione di Robert Prowse)

 

Nell’ultima serie di 12 albi del 1904, ma ambientata nel 1805, attribuita ad Alfred Burrage, è il nobile tenente Brentam Wraydon che diventa Spring-heeled Jack dopo un’ingiusta condanna per cui deve fingersi morto, un po’ come il Conte di Montecristo, con il quale condivide l’ossessione della vendetta (comune anche a Batman).

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Illustrazione di una versione teatrale de Il Vampiro di John W. Polidori (1820 circa)

 

Brentam Wraydon ha perfino le stesse iniziali di Bruce Wayne e, come lui, usa le sue ricchezze per creare, in un covo sotterraneo, trucchi e congegni che simulano doti sovrumane.
Inoltre, ha un fedele servitore di nome Denis (come il Bernardo di Zorro e l’Alfred di Batman) e con la spada lascia il segno della S (come la Z di Zorro).

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Varney the Vampire, copertina del n. 1 (1845)

 

Ma anche altri personaggi inglesi dell’Ottocento imitarono i pipistrelli. Le ali tipiche dei demoni passarono ai vampiri dopo che, nel Settecento, i pipistrelli vampiri sudamericani furono studiati diventando noti al largo pubblico.

Già il primo vampiro letterario, Lord Ruthven creato nel 1819 da John W. Polidori, pur senza tramutarsi in pipistrello, fin dalle prime versioni teatrali del 1820 apparve in alcune scene con un mantello nero che ne imitava le ali.
La moda dei vampiri che ne seguì potrebbe aver ispirato anche le prime apparizioni di Spring-heeled Jack.

Da Varney the Vampire n. 20 (1845)

 

Il mantello che in un disegno di scena copriva Ruthven fin sulla testa, fu ripreso, in mezzo a demoni dalle ali di pipistrello, sulla copertina numero 1 della lunga serie a puntate Varney the Vampire uscita dal 1845 al 1847.

Dal Der Truwwelpeter: Oswald il bambino-pipistrello (1845)

 

Ma pur portando un mantello nero anche in altre illustrazioni, neppure Varney muta fisicamente in pipistrello.

Tale metamorfosi fu invece illustrata dal tedesco Heinrich Hoffmann nel libro del 1845 Der Struwwelpeter (Pierino Porcospino), in cui il piccolo Oswald sta sempre alzato fino a tardi tanto da diventare un bambino-pipistrello.

Dal n. 48 dei Capriccci di Goya: la strega-pipistrello (1799)

 

Nel 1846 la leggenda portoghese delle bruxas (streghe), che di notte diventano pipistrelli giganti e succhiano il sangue, fu riportata da William H. G. Kingston nel racconto The Bruxa, da lui stesso rielaborato nel 1862.

Dalla prima edizione di Vikram and the Vampire: illustrazione di Ernest Griset (1870)

 

Poiché in India gli spiriti baital hanno lunghe zanne e si appendono a testa in giù come i pipistrelli, undici storie dal libro scritto in sanscrito Baital Pachisi (“Venticinque storie di un Baital”), adattate da Sir Richard F. Burton, uscirono in Inghilterra nel 1870 con il titolo Vikram and the Vampire: l’illustratore Ernest Griset li ritrasse come degli uomini-pipistrello.

Dal racconto Carmilla, illustrazione di David Henry Friston (1872)

 

La vampira del racconto del 1871 intitolato Carmilla, di Joseph S. Le Fanu, quando non è un “animale nero simile a un gatto mostruoso”, indossa “un ampio abito scuro”.

L’abito è reso in un’illustrazione con un mantello nero che le copre la testa e le spalle, simile a quelli di Ruthven e Varney. E in un punto della storia indossa anche una maschera.

Dalla tragedia Faust: Henry Irving come Mefistofele, ritratto da Bernard Partridge (1886)

 

Per il suo famoso romanzo del 1897, Dracula, lo scrittore Bram Stoker si ispirò ad alcuni precedenti del folclore e della letteratura tratti dagli studi del suo amico Richard Francis Burton, e al Mefistofele del Dottor Faust interpretato a teatro dall’attore Henry Irving, di cui era segretario.

Stoker creò così un vampiro con il potere di trasformarsi in pipistrello e dal mantello che “si apre attorno a lui come grandi ali”.

Dracula, edizione ungherese del 1898

 

Già nella prima illustrazione nota del romanzo, nella copertina di una edizione ungherese del 1898 riscoperta solo di recente, su una spalla di Dracula si intravede ciò che può essere un mantello o l’ala di un pipistrello.

Dracula, edizione inglese del 1901

 

Anche sulle copertine inglesi d’inizio Novecento il vampiro Dracula indossa una cappa scura molto simile a due ali.

Dracula, edizione inglese del 1919 (copertina di Edgar Holloway)

 

Dopo l’uscita del romanzo di Stoker, sui giornali illustrati britannici apparvero vari racconti di altri personaggi volanti, dai neri costumi alati e dall’aspetto altrettanto minaccioso. Che spesso… combattono il crimine.

Drammatica intestazione di The Human Bat (1899)

 

Nel protofumetto The Human Bat (Il Pipistrello Umano), uscito dal 1899 al 1901 su The Funny Wonder, l’alternarsi di più autori generò contraddittori cambi di trama.

Prima il Pipistrello è un vendicatore anarchico identificato con Spring-heeld Jack, che ha inventato un costume volante e vuole rovesciare tutti i governi. Poi diventa il giovane aristocratico irlandese John Holloway, che per salvare suo padre riceve dal maggiordomo una tuta con cui può planare nell’aria e continua poi a usarla contro i criminali. Partendo dalla sua base posta in una… caverna.

Due immagini dalla parodia di Tom Browne di The Human Bat (1899)

 

Questa variegata serie di personaggi precursori di Batman ebbe abbastanza risonanza da esser parodiata su Chips Illustrated, in una tavola di Tom Browne con i suoi allora famosi personaggi Weary Willie & Tired Tim.

Due uomini-pipistrello si scontrano in The Winged Man (1913)

 

Su The Wonder nel 1913 uscì il romanzo a puntate The Winged Man (L’Uomo Alato), presentato come “versione migliorata di Spring-heeled Jack”, in cui un altro vigilante vendicatore vola grazie a una tuta dalle ali di pipistrello. Per affrontarlo, il detective protagonista si procura un costume alato simile.

Eroe “alla Batman” nell’intestazione di Batsowl (1918)

 

Su Chips Illustrated usciva nel 1918 la storia a puntate Batsowl, il cui eroe Desmond Devance, ventesimo conte di Batsowl, “vola per mezzo di enormi ali da pipistrello modellate in modo da ripiegarsi sul suo corpo come un mantello”. Usa il segreto del volo tramandato nella sua famiglia “per riparare i torti dei suoi antenati”.

Hooded Unknown su Nelson Lee Library n. 507 (1925)

 

Su The Nelson Lee Library, nel 1925, lo studente Richard Hamilton, per opporsi a situazioni tiranniche nella sua scuola, cela il volto sotto una toga nera e diventa The Hooded Unknown (l’Incappucciato Ignoto).

Illustrazione della serie Fying Justice (1927)

 

Sulla rivista The Boy’s Friend, nel 1927 uscì la serie Flying Justice (giustizia volante), su un uomo evaso dopo essere stato arrestato ingiustamente, di nome Roger Falcon. Il quale riceve da uno scienziato un paio d’ali meccaniche che usa per rimediare ai torti subiti, indossando… una tuta nera e una maschera da pipistrello.

Illustrazione e titolo di Shade the Shadower (1933)

 

Nel 1930, apparve sulla rivista Wizard un altro supereroe mascherato inglese ante litteram: Captain Q, dotato a sua volta di due grandi ali di pipistrello meccaniche con cui può volare.

Ha delle caratteristiche simili anche Shade the Shadower (Shade l’inseguitore), un altro vigilante uscito su Chips Illustrated nel 1933.

Ritratto del Black Flash da un dipinto di Jonathan Morrill (2020)

 

Tutte queste storie illustrate uscirono all’epoca solo in Gran Bretagna, ed è quindi difficile che l’americano Bill Finger le conoscesse (anche se nelle principali edicole di New York arrivavano le pubblicazioni europee – NdR).

Ma proprio tra 1938 e 1939 un essere inafferrabile per gli altissimi salti, in tutto simile a Spring-heeled Jack, fu segnalato negli Usa, a Silver City, Baltimora e Provincetown (Cape Cod).

Fu descritto alto oltre due metri, con veste scura, mantello nero, cappuccio, orecchie a punta, occhi feroci brillanti, capacità di sputare fiamme blu e di saltare ridendo recinti alti tre metri in un sol balzo.
Chiunque fosse, nessuno lo collegò agli eventi di cento anni prima, poco noti in America, e a Provincetown fu infine battezzato The Black Flash (Lampo Nero).

Avvistamento di Black Flash, Boston Globe del 24 Ottobre 1939

 

Vista la coincidenza delle date, chissà se qualche articolo su quell’essere possa aver contribuito a ispirare a Bill Finger per il costume di Batman. In effetti, ciò spiegherebbe le somiglianze con Spring-heeled Jack…

Spring Heel Jack in un’interpretazione del Novecento

 

Ma è probabile che molti dei dettagli si siano trasmessi indirettamente, passando per imitazione dall’uno all’altro dei vari vigilanti mascherati, e che Bill Finger e Bob Kane abbiano visto solo Zorro e The Shadow, forse in qualche modo derivati da Spring-Heeled Jack, ma in cui l’originale aspetto da demone o vampiro, dalle ali di pipistrello, era ormai andato perduto o era stato rielaborato diversamente.

Spring-heeled Jack nell’interpretazione di Anthony Wallis

 

È interessante però che gli autori di Batman siano riusciti a recuperarlo ricollegandosi a tenebrosi personaggi apparsi poco prima, che sicuramente influenzarono sia il suo costume sia altri elementi della serie.

Un minaccioso Batman da un volume del 2021

 

Tra 1915 e 1938 uscirono film e spettacoli teatrali di successo, più o meno collegati ai pipistrelli, in cui si ebbero dei contributi determinanti per la futura iconografia di Batman, al punto che l’influenza sul suo costume di un paio di film fu dichiarata dai suoi stessi creatori.

Ma ne parleremo in un prossimo bat-articolo…

 

(Da La seconda cosa)

 

 

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