John Byrne era il “re Mida” dei comics durante gli anni ottanta. Autore completo, disegnatore dal tratto dinamico e sceneggiatore capace di caratterizzare i personaggi, nella sua lunga carriera ha disegnato per alcune delle maggiori testate Marvel e ha riaggiornato in chiave moderna Superman per la Dc.

Byrne era particolarmente portato a trattare i team di supereroi, non a caso alla Marvel ha scritto per le principali testate dei supergruppi, ossia X-Men (in coppia con Chris Claremont), Fantastici Quattro e Vendicatori della Costa Ovest, oltre ad aver creato la prima squadra di eroi Marvel non americani, i canadesi Alpha Flight.

L’autore anglo-canadese era particolarmente interessato alla caratterizzazione dei personaggi femminili, spesso al centro delle sue storie. Se da una parte è nota la sua predilezione per She-Hulk, protagonista nella sua run dei Fantastic Four e poi di una serie da solita da lui scritta e disegnata, un tema ricorrente delle sue saghe era la donna che perdeva il controllo dei poteri, venendone “corrotta” e diventando una figura malvagia.

Questo espediente narrativo è stato un cliché che ha utilizzato in diverse occasioni.

SCARLET POSSEDUTA DA CHTHON
(Avengers n. 185/187, 1979)

Questa storia scritta da David Micheline, è uno dei primi lavori per la Marvel di John Byrne. La vicenda vedeva i Vendicatori andare in Transia, regione fittizia dell’Est Europa, ai piedi del monte Wundagore alla ricerca delle origini di Quicksilver e Scarlet, che scopriamo essere figli di una coppia di zingari: i Maximoff (cosa che verrà smentita e parzialmente riconfermata a 30 anni di distanza; la storia della paternità di Pietro e Wanda è un argomento assai complesso che abbiamo trattato qui).

La dolce Wanda, a causa di Modred il mistico (il figlio di Morgana Le Fey nella versione Marvel dei personaggi del ciclo arturiano), viene posseduta da un demone chiamato Chthon e resa una creatura demoniaca che si rivolta contro i propri compagni.

LE DONNE MALVAGIE DI JOHN BYRNE



Celebre è la sequenza, usata anche per la copertina del numero 197, in cui l’indemoniata Scarlet immobilizza i compagni di squadra con la sua magia.

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A voler essere puntigliosi, qui non è lo spirito di Wanda a venire corrotto ma è il demone Chthon che entra in possesso del corpo della ragazza, mentre la sua anima viene rinchiusa in una marionetta.

Sarà il sacrificio di Django Maximoff, il padre di Wanda, a permetterle di tornare in possesso del proprio corpo e salvare i Vendicatori.

Per quanto si sia trattato di un solo episodio, pertanto non scritto da lui, qualcosa di questa storia deve aver impressionato John Byrne, tanto da svilupparne il potenziale in seguito.

LA SAGA DI FENICE NERA
(X-Men n. 129 -138, 1980)

Probabilmente la prima grande saga epica degli X-Men, che porta la firma di Chris Claremont per la sceneggiatura, ma a cui John Byrne partecipava attivamente alla stesura delle trame, risultando a tutti gli effetti un co-autore.

La storia vede Jean Grey, allora in possesso dell’immenso potere cosmico di Fenice, soggiogata dal mutante malvagio Mastermind per conto del Club infernale. Tramite i suoi poteri mentali, l’uomo corrompe la donna facendo emergere il suo lato oscuro nel ruolo di Regina Nera del Club infernale, indossando un completino nero da dominatrice “sadomaso”.

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Se l’idea dietro la corruzione morale da parte di Mastermind è opera di Claremont (il quale aveva iniziato una sottotrama simile su Ms. Marvel, prima della chiusura della testata) c’è senz’altro lo zampino di Byrne nella resa finale, visto che la donna divenuta instabile blocca con i propri poteri psichici i compagni rendendoli inermi come aveva fatto Scarlet un anno prima su Avengers, seppure in maniera differente.

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Lo scopo della storia era depotenziare Fenice dopo averla resa incontrollabile, in quando i nuovi poteri avevano reso Jean Grey troppo potente, tanto che nella sua follia aveva distrutto una galassia aliena, ma, come sappiamo, per un diktat imposto dal capo editor Jim Shooter, Jean dovrà sacrificare la propria vita per espiare la colpa.

L’episodio è divenuto una pietra miliare della Marvel, e l’espediente di rendere instabile un’eroina verrà utilizzato in altre occasioni da Byrne.

MALICE
(Fantastic Four n. 280/281, 1985)

Poco tempo dopo la saga di Fenice Nera, Byrne lascia gli X Men (ma solo dopo aver illustrato la magistrale Giorni di un Futuro Passato) e passa ai Fantastici Quattro, curandone testi e disegni. Vi rimarrà cinque anni, dal 1981 al 1986, quando passerà alla Dc per curare il rilancio di Superman.

Nelle pagine del quartetto, Byrne introduce diverse idee innovative, come i nuovi costumi neri e bianchi al posto delle tute azzurre-nere, sostituisce la Cosa con la sensuale She Hulk, fa sposare la Torcia Umana con Alicia Masters, storica fidanzata del roccioso compagno e rinnova il parco dei nemici.

Nel 1985, inoltre, Byrne dà vita a una saga molto particolare che avrà rilevanza nel background di Susan Storm, la ragazza invisibile.

Nel numero n. 280 vediamo She-Hulk venire sconfitta da una misteriosa donna mascherata, Malice, che riesce a colpirla a distanza. Si tratta della schiava del Seminatore d’Odio e di Psycho-Man, due criminali (creati da Stan Lee e Jack Kirby) che manipolando le emozioni delle persone scatenano una rivolta per le strade di New York.

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Il lettore viene sorpreso quando scopre che la malvagia donna è in realtà Susan, la Ragazza Invisibile, resa crudele e spietata dal lavaggio mentale di Psycho-Man.

Di nuovo Byrne prende un’eroina di grande potere e la fa manipolare mentalmente da un’entità malvagia, cosa che la rende opposta a com’è in realtà.

Il costume che le dona Byrne è ancora più estremo rispetto a quello di Fenice Nera, con una maschera di pelle e un collare borchiato sadomaso.

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Per farla rinsavire Reed gioca sulla psicologia inversa: se i sentimenti positivi di Susan sono stati tramutati in odio, provocandola riesce a farla infuriare, a far riaffiorare la sua vera identità.

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Questa esperienza avrà ripercussione nella vita di Susan, visto che alcuni episodi dopo, nel n. 284, affronterà Psycho-Man e, a seguito della vittoria ottenuta, cambierà definitivamente il proprio nome da Ragazza Invisibile a Donna Invisibile.

Malice è uno dei punti più alti della run di Byrne, e verrà ripresa in seguito da Tom DeFalco.



TALISMAN
(Alpha Flight n. 27/28, 1985)

Un accenno all’ennesima “ragazza che perde il controllo dei suoi poteri” avviene anche su Alpha Flight. John Byrne ha curato testi e disegni della serie basata su eroi canadesi creati da lui stesso durante la permanenza su X-Men dal 1983 al 1985.

Nel numero 18 della testata assistiamo a come Elizabeth Twoyongmen, figlia di Sciamano, membro pellerossa di Alpha Flight, viene trasformata dal padre in Talisman, una sorta di maga in grado di manipolare le energie mistiche, personaggio che entrerà a far parte della squadra diventando una sorta di Scarlet Wtich del supergruppo canadese.



L’autore la inserisce sempre più all’interno della squadra: non sono poche le occasioni in cui l’aiuto della nuova eroina è fondamentale.  Byrne ancora una volta sembra a suo agio nel trattare un personaggio femminile dotato di un immenso potere.

In occasione dello scontro contro la fazione criminale opposta, nota come Omega Flight (Alpha Flight n. 26/28, 1985), Talisman sembrerà perire mentre ancora una volta è di aiuto ai compagni, inghiottiti in una sorta di dimensione mistica.

Il padre Sciamano, anziché soccorrerla subito, sprecherà alcuni secondi preziosi per salvare la compagna Snowbird, e la sua esitazione pare segnare il destino della figlia, che viene risucchiata nel vortice mistico.

Verrà tratta in salvo dall’Arcano, alieno onnipotente che imperversava nelle testate Marvel degli anni ottanta, in un crossover della serie Guerre Segrete II.

Tornata nella nostra realtà, Elizabeth accusa il padre di aver perso tempo nel salvarle la vita, cosa che la renderà piena di rancore verso di lui. Nell’ultima pagina a lei dedicata, Byrne ce la mostra con un’espressione malvagia.


L’inquietante ragazza appare pericolosa e sul punto di scoppiare, ma purtroppo Byrne non darà seguito alla storia, dato che lascerà la serie già nel numero successivo, passandola a Bill Mantlo e Mike Mignola traslocando su Incredible Hulk.

Mantlo ci mostrerà una Talisman corrotta dai propri poteri in Alpha Flight n. 35/38, in cui cercherà vendetta verso il proprio padre e i suoi ex compagni, ma non sappiamo come Byrne avrebbe sviluppato l’idea se avesse continuato a scrivere la serie.

SCARLET NERA
(Avengers West Coast n. 47/48 e 56/57, 1989/90)

Dopo essere tornato alla Marvel nel 1989, John Byrne prende in mano la serie dei Vendicatori della Costa Ovest subentrando a Steve Englehart. Concentra da subito le proprie attenzioni su Scarlet, facendone il centro nevralgico di tutte le sue trame durante la sua permanenza.

La bella Wanda, che con Englehart era diventata madre di due gemelli, concepiti nella miniserie dedicata a lei e al marito Visione, vede il proprio mondo crollare poco a poco per mano dell’autore anglo-canadese.

Il primo colpo alla sua psiche avviene nel n. 43, quando la strega mutante vede che il marito è stato smembrato dai servizi segreti di vari Paesi, in quanto alcuni anni prima (sotto la gestione di Roger Stern) la Visione aveva preso il controllo degli impianti nucleari del pianeta per, a suo dire, mantenere la pace mondiale.

L’androide Visione viene ricostruito con un look diverso e privo delle emozioni umane che lo avevano contraddistinto. Wanda viene di fatto considerata una vedova in quanto lui non è più l’uomo che aveva sposato.



Per rincarare la dose, mentre cerca una “cura” per il marito, Wanda viene rapita da una misteriosa società che ne annulla la forza di volontà rendendola un loro strumento.
Occorreranno gli sforzi uniti di Capitan America, She Hulk, Occhio di Falco e i suoi “Vendicatori dei Grandi Laghi” per salvarla dal lavaggio del cervello.



Non contento, John Byrne dà il colpo di grazie alla salute mentale della ragazza, ormai irritabile e scontrosa, quando rivela che i due figli gemelli, Thomas e William, sono in realtà dei costrutti mistici creati dal suo potere mutante. I bambini, ci viene rivelato, sono due frammenti dell’anima del demone Mefisto, che, tramite il suo inconsapevole schiavo Pandemonio, è riuscito a recuperarle.

La strega Agatha Harkness, mentore della stessa Wanda, decide di cancellare dalla mente della sua protetta l’esistenza dei due bambini. È un atto che riporta Wanda allo status di single dopo essere stata per gran parte del decennio moglie e madre.

Nel proseguio delle storie Wanda perde il senno e diventa la malvagia Scarlet Nera (Dark Scarlet Witch) che si rivolta contro i propri compagni, abbracciando la causa di Magneto (all’epoca ritenuto il suo padre biologico).



Famosa è la scena su Avengers West Coast n. 57 in cui Scarlet, completamente priva di freni inibitori, umilia il compagno Wonder Man praticandogli sesso orale, che però viene modificata dalla redazione in una specie di tortura.



Come per Alpha Flight, le intenzioni di Byrne sul personaggio non ci verranno rivelate in quando lascia la serie con il n. 57, in disaccordo con gli editor Marvel che gli bocciano parecchie idee.

Lo scrittore subentrante, Roy Thomas, ci rivelerà come dietro tutti i guai subiti da Scarlet ci fosse Immortius, un avversario dei Vendicatori in grado di viaggiare nel tempo. Effettivamente, che la causa indiretta alla follia di Wanda fosse Immortius era stato accennato dallo stesso Byrne quando era al timore della serie.


Quasi 15 anni dopo, nel 2004, lo sceneggiatore Brian Micheal Bendis riprenderà la questione della follia di Scarlet basandoci la sua saga Vendicatori Divisi e la successiva House of M.


3 pensiero su “LE DONNE MALVAGIE DI JOHN BYRNE”
  1. Con Byrne finì la magia Marvel. I supereroi persero i lineamenti nobili del passato per apparire ridicoli e grotteschi. Dalla potenza espressiva di Kirby si era passati alla mollezza svirilizzato di questo mediocre illustratore. Solo come sceneggiatore lo avrei apprezzato.

  2. Suvvia, trovatemi un autore completo (testi e disegni) che sia prolifico, dettagliato e anatomicamente corretto come il John Byrne anni 70 / 80 / primissimi 90, e vi farò ricchi.

    Cioè, quello scriveva e matitava FQ e Alpha Flight *contemporaneamente*, spesso facendosi anche le chine. Una roccia cui Marvel e DC giustamente si sono aggrappate per vent’anni abbondanti.

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