Marvel e Dc Comics sono i maggiori colossi nel campo dell’editoria di fumetti di supereroi.

Il loro parco personaggi presenta figure entrate nell’immaginario collettivo di tutto il mondo. Da decenni Dc e Marvel si sfidano regolarmente ogni mese nelle edicole e nelle fumetterie cercando di superarsi l’un l’altra presentando novità e colpi di scena nelle storie che pubblicano.

Le due grandi majors godono di numerose similitudini e affinità, tanto da “omaggiarsi” (o meglio copiarsi) in diversi casi: anche un lettore occasionale non può non accorgersi delle somiglianze tra Occhio di Falco e Freccia Verde, tra Flash e Quicksilver, tra Sub-Mariner e Aquaman, tra Darkseid e Thanos. O di come l’Uomo Ragno e Batman abbiano entrambe una relazione ambigua con ladre che si ispirano ai gatti (Catwoman e la Gatta Nera) e di come il nuovo Norman Osborn abbia parecchi atteggiamenti che richiamano Lex Luthor.

Eppure universi narrativi della Casa delle Idee della Distinta Concorrenza (così lo staff Marvel definiva i propri uffici e quelli dei rivali) non sono identici. Soprattutto prima di venire contaminati dagli incassi dei blockbuster cinematografici, presentavano numerose differenze a livello editoriale che li rendevano simili ma differenti, sebbene sia comprensibile come i successi ottenuti da una della due influenzino inevitabilmente la produzione della rivale.

 

UN MODO DIVERSO DI VEDERE L’EROE

I personaggi della Dc Comics sono editorialmente più vecchi rispetto a quelli Marvel, in quanto hanno visto la luce durante gli anni trenta e quaranta, il periodo definito Golden Age, mentre la Marvel è esplosa negli anni sessanta, in quella che viene definita Silver Age.
Due periodi storici beni differenti, con una diversa visione del mondo, del bene e del male, che ha inevitabilmente influito nella caratterizzazione dei personaggi.

Per questo motivo, storicamente gli eroi della Dc Comics vengono percepiti come benefattori: Superman, considerato un’icona americana e un paladino di tutto il mondo, è celebrato da tutto l’universo Dc quasi come un essere divino, tanto da avere parate in suo onore e, sempre nel mondo dei fumetti, gli veniva dedicata una giornata.

Flash nella sua città ha un intero museo dedicato a lui dove vengono celebrati i suoi trionfi.
Batman collabora con la polizia di Gotham City, tanto che il commissario Gordon aveva una linea diretta con lui e un “bat-segnale” luminoso per contattarlo in caso di emergenza.

Wonder Woman e Aquaman sono considerati ambasciatori dei rispettivi pacifici Stati, Themyscira e Atlantide.
Persino il burbero Freccia Verde ottiene la collaborazione delle autorità senza alcun problema, sebbene chiami spesso i poliziotti “fascisti”.

Insomma, malgrado qualche eccezione, di norma in casa Dc gli eroi sono celebrati e adorati come rockstar o atleti sportivi.

In casa Marvel le cose sono diverse.
Sono pochi gli eroi che godono della stima dei media e della fiducia del pubblico e delle autorità, come i Fantastici Quattro, Capitan America, Iron Man, Thor e i Vendicatori, riconosciuti dall’Onu e dal governo.

Solitamente gli eroi Marvel hanno un rapporto conflittuale con il pubblico, vengono visti con diffidenza e sospetto, a volte sono addirittura temuti.
È il caso soprattutto dell’Uomo Ragno, vittima della campagna diffamatoria del Daily Bugle diretto da J.J. Jameson, per il quale lavora il suo alter ego Peter Parker, che, invece di leggere titoli celebrativi del proprio alias mascherato, come accade a Clark Kent, legge frasi come “eroe o minaccia”?.

L’incredibile Hulk viene continuamente braccato dall’esercito alla stregua di un mostro. Gli X-Men sono mutanti temuti e odiati per la loro diversità, tanto che per fermarli sono stati costruiti dal governo dei robot giganti chiamati le Sentinelle.

Proprio il concetto di “mutante” è una delle maggiori differenze tra i due universi. In quello Marvel rappresentano qualcosa di abbastanza abituale, sono persone che nascono naturalmente con poteri insoliti e per questo temute.
Mentre nella Dc esistono pochi personaggi nati già con i poteri, come Black Canary. Vengono definiti genericamente “metaumani innati” e non sono trattati in modo discriminatorio rispetto a chi ha ottenuto i poteri con incidenti di laboratorio.

LE DIFFERENZE TRA MARVEL E DC

 

Questa sostanziale differenza nel modo di percepire il supereroe è stata ben evidenziata dallo scenggiatore Kurt Busiek nel crossover Avengers / Justice League of America del 2003, in cui fa dire ad Aquaman, in un dialogo con Superman, come “gli eroi di questo mondo devono lottare più duramente”.

 

LA GERARCHIA DEGLI EROI MARVEL E DC

Nella Dc il maggior gruppo di eroi è senz’altro la Justice League of America (Jla), che comprende i maggiori eroi stand alone della casa editrice e li mette insieme in un unico team, come a voler comporre una ideale “Nazionale dei supereroi”.

Il team base prevede Superman, Batman, Flash, Wonder Woman, Lanterna Verde e Aquaman.
Una formazione ideale di eroi che ha fatto da modello in numerose serie di altre case editrici, come Jupiter Legacy, Powers, Invicibles, the Boys e lo stesso Squadrone Supremo della Marvel.

La Dc propone il modello Jla anche in una versione anziana (la Justice Society, nata negli anni quaranta), una versione giovane (i Teen Titans, composta dai sidekick dei principali eroi Dc come Robin Kid Flash, Wonder Girl, Speedy, Aqualad) e addirittura giovanissima (la Young Justice, composta da nuove versioni degli eroi giovani ora cresciuti, ossia Robin III, Superboy, Impulso, Arrowette).

Sebbene esistano team distaccati come la Doom Patrol, i Metal Men e gli Outsiders, tutti i principali supereroi della Dc hanno fatto parte di una formazione della Jla.

La Marvel ha proposto un modello differente.
Tanto per cominciare, alcuni suoi personaggi di punta tendono a essere eroi solitari poco inclini a lavorare in gruppo, come l’Uomo Ragno, Hulk (che prima del grande successo cinematografico del film Avengers non avevano mai fatto parte di team, se non occasionalmente), Devil e il Dottor Strange (per non parlare di antieroi come il Punitore o Ghost Rider)

Anche gruppi di successo come i Fantastici Quattro e gli X-Men, sebbene facciano parte dello stesso universo narrativo, si sono trovati raramente a lavorare insieme. I mutanti, in particolare, avrebbero potuto quasi staccarsi e creare un universo a sé, visto che le loro vicende non si intersecavano con quelle degli altri eroi.

Gli Avengers, i Vendicatori, meritano un discorso a parte.
Sebbene nati originariamente proprio per essere la Justice League della Marvel, già a partire dal loro primo anno e mezzo di pubblicazioni hanno totalmente cambiato rotta, divenendo qualcosa di differente.

Infatti, a partire da Avengers n. 16, personaggi del calibro di Thor e Iron Man hanno lasciato il posto agli ex criminali redenti Occhio di Falco, Quicksilver e Scarlet.

LE DIFFERENZE TRA MARVEL E DC

 

A poco a poco i ranghi degli “eroi più potenti della terra” sono stati formati da personaggi minori come la Vedova Nera, Visione, Cavaliere Nero, Ercole, Wonder Man e Miss Marvel. Insomma, eroi affascinanti ma che non reggevano una serie da solista, e che proprio sulle pagine di Avengers vedevano approfondire la propria storia.

Questo prima che gli Avengers diventassero icone cinematografiche, i cui successi sul grande schermo hanno influenzato anche la produzione dei fumetti.

Se nella Dc potremmo definire la Jla un franchising con succursali di cui fanno parte il 90% dei loro eroi, la Marvel presenta un parco personaggi a “compartimenti stagni” suddiviso in sezioni: Vendicatori, Fantastici Quattro, X-Men e gli eroi solisti.

 

FAMIGLIE ALLARGATE ED EROI “UNICI”

Avendo proposto personaggi in due periodi editoriali ben distinti (la Golden e la Silver Age, come abbiamo visto) la Dc ha diversi eroi con lo stesso nome, appartenenti a epoche diverse (e a “Terre” diverse, come vedremo poi). Oltre ad avere una linea di versioni junior e femminile dello stesso eroe, che rendono la propria scuderia di personaggi una “famiglia allargata”.

Non si contano infatti le versioni di Supergirl e Superboy che hanno accompagnato l’Uomo d’Acciaio nella sua lunghissima vita editoriale, e lo stesso dicasi delle Batgirl e dei Robin (almeno quattro) che hanno fatto squadra con Batman.

Questa formula è stata utilizzata su tutti i principali eroi Dc: Aquaman ha avuto Aqualad, Aquagirl e Mera; Hawkman la sua Hawkwoman. Mentre Wonder Woman si è vista affiancare da giovani “wonder girls” come la mora Donna Troy e la bionda Cassandra Sandmark, a seconda dell’epoca.

Anche Green Arrow ha avuto al proprio fianco giovani arcieri che lo hanno accompagnato nelle sue scorribande, tra cui Roy Harper, Connor Hawke, Mia Dearden e miss Arrowette.

Per quanto riguarda Flash e Lanterna Verde, il discorso si allarga ulteriormente, in quanto diverse generazioni di eroi hanno indossato il costume del velocista scarlatto o utilizzato l’anello di smeraldo.

Attualmente nell’universo Dc ci sono almeno quattro eroi supervelocisti, ossia Jay Garrick (il Flash Golden Age), Barry Allen (il Flash della Silver Age), Wally West (il Flash moderno) e Impulso (alias Bart Allen, nipote del II Flash). Senza contare Jesse Quick e Max Mercury, altri eroi collegati al concetto della Forza di Velocità (Speedforce in originale), da cui traggono i poteri i velocisti di casa Dc.

LE DIFFERENZE TRA MARVEL E DC

 

Quasi la stessa cosa per le Lanterne Verdi, polizia interstellare che dona l’anello del potere a un rappresentante per settore spaziale, ma in difesa della Terra contiamo ben quattro appartenenti al corpo: Hal Jordan, Kyle Rainer, Guy Gardner e l’afroamericano John Stewart.
In più la Lanterna Verde originale Alan Scott, che ha gli stessi identici poteri ma di origine differente.

Anche eroi minori hanno subito il processo del multi-alias, come Black Canary, Wildcat o Steel, inclusi quelli acquistati da altre case editrici come Blue Beetle, Question e Capitan Marvel/Shazam.

In casa Dc, insomma, si tende a privilegiare più la maschera e il potere che l’uomo che li usa.

La Marvel ha un approccio differente. L’alter ego dell’eroe è visto come una componente fondamentale, per cui se esistono storie della Dc in cui Bruce Wayne o Hal Jordan hanno poche battute o addirittura non appaiono affatto senza costume, questo è inconcepibile per personaggi Marvel come l’Uomo Ragno, Devil, Iron Man: le vicende quotidiane di Peter Parker, Matt Murdock e Tony Stark sono importanti quanto le avventure del supereroe.

Questo rende decisamente più complesso dare il costume a un altro personaggio, ecco perchè gli eroi Marvel tendono a essere unici, salvo casi eccezionali.
Quando sono stati sostituiti è stato solo per un periodo temporaneo. Il caso dell’Uomo Ragno è eclatante: Peter Parker è talmente unico che per sostituirlo hanno dovuto ricorrere alla clonazione.

Storicamente la Marvel ha centellinato l’uso di eroi con nomi o poteri simili, quali Namora e Namorita, le due Torcie Umane e gli alter ego di Thor e Ghost Rider, per esempio. O anche le versioni femminili di eroi consolidati, come She-Hulk e la Donna Ragno: raramente questi hanno agito contemporaneamente alla loro controparte classica.

Di recente questo dettaglio è un po’ venuto a cadere e la Marvel ha “raddoppiato” molti personaggi introducendo una seconda Vedova Nera (la bionda Yelena Belova), un giovanissimo Hulk (Amadeus Cho) e un altro Nova (Sam Alexsander), oltre la versione femminile di Occhio di Falco (Kate Bishop), ma di norma questi personaggi vengono introdotti per rilanciare serie in calo di vendite e finiscono presto per cadere in disuso (salvo alcune eccezioni come Moles Morales o Spider-Gwen, particolarmente amate dai fan).

 

QUOTE ROSA E MINORANZE ETNICHE

Contando tra le proprie fila la più grande eroina di sempre, Wonder Woman, la Dc ha tradizionalmente una maggiore fortuna con le serie dedicate ai personaggi femminili.
Nella Dc sono tante le serie da solista dedicate alle donne, alcune delle quali hanno incontrato una risposta favorevole da parte del grande pubblico.

Se Wonder Woman è l’unico personaggio insieme a Superman e Batman a venire ininterrottamente pubblicata dalla Golden Age a oggi in una propria testata, fin dalla fine degli anni cinquanta Supergirl ha condiviso le pagine di Action Comics con il celebre cugino, ed è stata anche una delle primissime eroine (se non la prima) ad avere un film interamente dedicato a lei (Supergirl, del 1984) in un periodo dove le pellicole sui supereroi non spopolavano al botteghino come oggi, e men che meno quelli su una eroina.
Supergirl ancora oggi gode di un solido successo in tv.

Lo stesso si può dire, sebbene in chiave minore, di Batgirl, personaggio che ha avuto diverse incarnazioni che hanno trovato l’approvazione dei fan.
Ma se il successo delle eroine poteva essere previsto, forse nessuno poteva immaginare quello delle bad girl.

La Dc può vantare personaggi come Catwoman e Harley Quinn, che hanno superato la soglia delle “semplici villain” affrontate da Batman, ritagliandosi uno spazio personale, tanto che si sono meritate serie a fumetti da soliste e film dedicati a loro (sebbene non di grande successo).

Ancora oggi la Catwoman di Michelle Pfeiffer e la Harley Quinn di Margot Robbie sono icone sexy apprezzate in tutto il mondo, avendo avuto un impatto culturale inaspettato persino dai loro creatori.

La Dc ha lanciato anche diverse serie dedicate a protagoniste femminili come Gotham Sirens (con protagoniste le bad girl Catwoman, Harley Quinn e Poison Ivy) e le Birds of Prey, formate da eroine come Black Canary, Cacciatrice e Batgirl.

Se le donne godono di considerazione e spazio editoriale tra i titoli della Dc, non si può dire storicamente lo stesso per le colleghe della Marvel.
I primi personaggi femminili Marvel erano legati ai team (Susan Storm dei Fantastici Quattro, Jean Grey degli X-Men, Wasp dei Vendicatori), dove rappresentavano l’elemento debole della squadra da salvare durante le missioni e facevano da paciere nelle liti tra i membri del gruppo.

La Marvel ha provato a lanciare la Vedova Nera, ma le sue avventure da solista non hanno convinto il pubblico.
Tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta la Marvel rafforza il proprio parco di eroine femminili con la Donna Ragno e She-Hulk (più per accaparrarsi i diritti sui nomi che altro), che però non catturano l’interesse dei lettori.

She-Hulk avrà un periodo di gloria a metà anni ottanta, quando l’autore John Byrne ne curerà testi e disegni. Lo stesso accadrà a Elektra, grazie a Frank MIller, ma lontano dalle mani di questi due autori le due eroine dal grande potenziale non riusciranno più ad avere successo.

Dunque le donne in Marvel, pur essendo al centro di storie che hanno fatto epoca come la Morte di Fenice o Vendicatori Divisiper citare un paio di saghe, non sono riuscite a ritagliarsi un vero e proprio spazio. Anche se oggi, grazie alla grande popolarità dei film prodotti dai Marvel Studios, godono sicuramente di maggior visibilità.

Dove la Marvel ha il primato è nel trattamento delle minoranze etniche.
Già a metà degli anni sessanta iniziarono a comparire comprimari come l’afroamericano Joe “Robbie” Robertson e il nativo americano Wyatt Winfoot, ai quali nello stesso decennio si aggiunsero supereroi di colore come Pantera Nera e Falcon.

Il primo avrà negli anni settanta due serie personali (una scritta da Don McGregor e l’altra gestita da Jack Kirby), mentre il secondo condividerà, tra il 1971 e il 1978, il titolo della testata con Capitan America (che diventerà appunto Captain America and the Falcon).

Il primo eroe afroamericano Marvel ad avere una testata propria fu Luke Cage nel 1972. Nel 1973 vide la luce anche il primo supereroe afrobritannico horror, Blade, sulla testata Tomb of Dracula. Personaggio destinato a diventare celebre negli anni novanta grazie a una fortunata trasposizione cinematografica con Wesley Snipes.

Sempre nel 1973 la Marvel lancia un personaggio che non solo non è bianco, ma neppure americano: si tratta del cinese Shang-Chi, maestro del kung fu, risposta al successo ottenuto dalle pellicole con Bruce Lee.

La Dc Comics tenta anch’essa la strada delle arti marziali, ma in Kung Fu Master Richard Dragon è un bianco con i capelli rossi, sebbene si accompagni a una asiatica, Lady Shiva, e a un nero, Ben Turner la Tigre di Bronzo.

Il genere delle arti marziali viene ulteriormente approfondito dalla Marvel nel 1974, nella rivista in bianco e nero Deadly Hands of Kung Fu, dove fanno la loro prima apparizione i Figli della tigre, tre esperti di arti marziali di cui uno bianco, uno afroamericano e uno cinese.
I loro tre potenti amuleti vengono poi radunati da Tigre Bianca, alias Hector Ayala, il primo supereroe latinoamericano.

Nel 1975 vede la luce il primo team interamente formato da eroi non americani, ossia la seconda generazione di X-Men, di cui la principale eroina è l’africana Tempesta.
Nel 1982 la Marvel va ancora oltre con i Nuovi Mutanti, un intero team multietnico, composta tra gli altri da una vietnamita, un nero brasiliano e una nativa americana.

 

Questa è una vera e propria rivoluzione rispetto alla Dc Comics che vanta pochi supereroi non bianchi di cui solo uno, Black Lighting, ha avuto una serie regolare negli anni settanta.
Basta guardare la serie Crisi sulle Terre Infinite, dove appaiono i supereroi della Dc dal 1938 al 1985, per verificare quanto gli eroi di colore siano poco numerosi e poco rilevanti.

Negli ultimi decenni, però, anche la Dc ha provato a variare l’etnia dei propri personaggi, aggiungendo eroi provenienti da varie parti del mondo.

 

LA CONTINUITY E IL MULTIVERSO

La differenza più rilevante tra Marvel e Dc è legata alla continuity e al multiverso, un vero e proprio marchio di fabbrica per le due grandi majors.

Essendo nato dopo, ed essendo stato gestito nel primo decennio principalmente dallo stesso team di autori (Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko), l’universo narrativo della Marvel è più fluido, lineare e ordinato.

La continuity, ossia la logica sequenza di azioni in tempo e luogo, risulta chiara e precisa fin dalla prima apparizione di un qualsivoglia personaggio, tanto che lo si può collocare con una certa precisione nel tempo Marvel.
Questa è stata per decenni motivo d’orgoglio della Marvel e uno dei segreti dei suoi successi.

Sebbene anche la Marvel abbia avuto altre linee narrative, come il futuro alternativo del 2099 o la linea Ultimate (che dal 2000 ha narrato da capo le vite dei principali eroi), in sostanza i personaggi ancora oggi sono gli stessi degli anni sessanta, nonostante adeguamenti o cambiamenti dovuti ai tempi e ad alcune libertà creative degli autori.

Per la Dc la storia è differente e ben più complessa.
Come abbiamo visto, la Dc ha avuto due grandi generazioni di personaggi, quelli della prima ondata Golden Age (Superman, Batman, Wonder Woman, Aquaman, Freccia Verde) e quelli che hanno dato vita alla Silver Age dal 1958 (ossia Flash/Barry Allen, Lanterna Verde/ Hal Jordan, Hawkman/Katar Hol, Atom/Ray Palmer, Adam Strange).

Questo ha originariamente creato un po’ di confusione sia nei lettori sia negli autori, ma nel 1961 lo sceneggiatore Gardner Fox ha semplificato il tutto spiegando come le storie Golden Age siano avvenute su un’altra Terra, detta Terra 2, mentre le avventure in corso d’opera avvengono su Terra 1.

Per un po’ la cosa è sembrata funzionare, ma le interazioni tra i personaggi delle due Terre, il cosa sia canonico e cosa invece no, senza contare l’acquisto da parte della Dc dei diritti di personaggi appartenenti a case editrici ormai defunte (come Plastic Man, Blue Beetle, Question e Capitan Marvel/Shazam) hanno iniziato a complicare le cose, tanto che la Dc nel 1985 fa pulizia con Crisi sulle Terre Infinite, eliminando il Multiverso e tutto ciò che riteneva ormai superfluo o superato.

 

Dal 1985, dunque, la Dc ha avuto un universo abbastanza coerente come il modello Marvel, ma nel 2011 ha deciso di cambiare nuovamente le cose con l’iniziativa New 52, in cui si decide di fare un reboot completo del proprio universo narrativo, una sorta di tabula rasa, facendo ripartire di personaggi da zero.

I principali successi della Marvel si sono sempre avuti nel corso delle serie regolari, come La morte di Gwen Stacy, la saga Stanotte muoio, La morte di Fenice, L’ultima caccia di Kraven e Rinascita, per fare alcuni titoli.

Invece la Dc ha legato alcuni dei suoi maggiori successi editoriali a linee narrative “alternative”, definite oggi Elseworld (Altrimondi), come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro (The Dark Knight Return), All Star Superman, Red Son.

Anche gli episodi della linea che potremmo definire Anno Uno, in cui la Dc approfondisce in modo realistico e aggiornato le origini dei propri personaggi, spesso sono ritenute degli Elseworlds.

Inoltre, sia la Dc sia la Marvel, sebbene quest’ultima meno, hanno serie editoriali per fumetti indirizzate a un pubblico più adulto, la Vertigo per la Dc e la linea Marvel Max per la Marvel, dove i contenuti sono più espliciti e crudi.

 

Come abbiamo visto, Marvel e Dc hanno un modo piuttosto differente di narrare le gesta dei supereroi. Anche se i loro personaggi possono assomigliarsi, i mondi in cui vivono no.

 

 

 

3 pensiero su “LE DIFFERENZE TRA MARVEL E DC”
  1. Bell’articolo 👍…non conosco abbastanza i comics americani per poter tracciare delle distinzioni chiare fra i 2 colossi… Però, per quel che ho avuto modo di leggere o anche di vedere a livello di film e cartoni animati, in genere i personaggi DC (Bat e Supes in primis) mi attirano di più… (forse in ciò gioca molto l’imprinting avuto da piccolo, avevo un sacco di giocattoli di Batman e poco e niente di personaggi Marvel…)

  2. Per me l’arrivo al cinema, ma anche in TV, della Marvel e DC (ma dico, non potevano chiamare la casa editrice AC, da Action Comics?!? Tutte le volte che scrivo o dico DC, mi viene in mente la Democrazia Cristiana!) ha avuto effetti opposti: mi ha allontanato dalla Marvel, di cui sono stato un fan fino almeno al nuovo millennio, e avvicinato alla DC, che ora apprezzo molto di più anche grazie all’Arrowverse televisivo.

  3. E “Il supereoe con superproblemi” dove lo mettiamo? Questa idea, la cui paternità va data al Sorridente, è la vera differenza di fondo tra i due universi. La Marvel, a differenza dela DC, ha mostrato il lato più doloroso dell’essere un eroe, e ha segnato la nascita di una nuova era.

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