Barbablù, l’uomo dalla barba lunga che uccide le donne, è un personaggio reso noto da Charles Perrault, lo scrittore francese di Cappuccetto rosso e Il Gatto con gli stivali. A differenza loro, però, il terribile Barbablù un giorno irrompe davvero nella realtà attraverso il signor Landru.

Henri Landru nasce a Parigi il 12 aprile 1869, da Julien, pompiere, e Flora, sarta occasionale. Per gli insegnanti è un bambino normale e “abbastanza intelligente”. Studia ingegneria alle scuole superiori cattoliche e quando si diploma diventa diacono, cioè quasi prete.

Trascorre quattro anni nell’esercito come sergente, nello stesso periodo ha una relazione con la cugina Marie Charlotte, la quale, nel 1891, dà alla luce Henriette. Dai parenti viene costretto a sposarla due anni dopo, quando si congeda dall’esercito, perché nell’Ottocento una ragazza madre è “disonorata”. Da lei, Henri avrà in rapida successione altri tre figli: Maurice, Suzanne e Charles.

Nel 1900, Landru va ad abitare nel deposito della società per la quale lavora come meccanico. Il titolare, accusato di truffa, fugge all’estero mettendolo nei guai, così Henri viene condannato per complicità a due anni di prigione. Tornato libero, avvia una modesta attività di rigattiere vendendo mobili di seconda mano in un garage.

Contemporaneamente, seguendo il cattivo esempio del suo ex datore di lavoro, organizza una serie di truffe. Una volta cerca di appropriarsi di fondi bancari attraverso documenti falsi, un’altra pubblicizza un prodotto inesistente prendendosi i soldi senza dare nulla in cambio.

Quasi sempre scoperto, entra ed esce di prigione. Sua madre Flora muore di crepacuore per la vergogna. Papà Julien si suicida due anni dopo, rovinato dagli avvocati che ha dovuto pagare per il figlio delinquente.

LANDRU, IL DISCEPOLO DI BARBABLÙ

Quando la moglie e i figli cadono nell’indigenza più nera, lui pubblica annunci sui quotidiani nei quali si presenta come uomo facoltoso alla ricerca di una signora di pari livello sociale. Risponde una vedova di Lillà, Jeanne Izore, alla quale il truffatore riesce a sfilare una dote di 15mila franchi promettendo di sposarla.

Per questo, nel 1909, Henri viene condannato ad altri tre anni di carcere. E per una truffa successiva gli danno quattro anni da scontare nella Caienna, il penitenziario della Guyana (una colonia francese nell’America tropicale) tristemente celebre per l’alto tasso di mortalità dei detenuti.

Prima di essere deportato, Henri riesce a nascondersi nelle campagne intorno a Parigi dove, con i soldi rimastigli, affitta un casolare a Vernouillet sotto falso nome. Vive da solo, perché la moglie non vuole più vederlo.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale viene varata un’amnistia generale, il che significa che Henri non è più un ricercato. Avendo 45 anni è anche troppo anziano per partire per il fronte.
Sempre usando un nome falso, pubblica altri annunci matrimoniali: in pochi anni gli risponderanno 283 donne, anche se lui incontrerà solo quelle che dichiareranno di avere qualche soldo.

Benché sia francamente brutto, Henri sa essere molto gentile e la sua folta barba ottocentesca gli conferisce l’aria di rispettabile uomo d’altri tempi.
 Le donne non resistono a quel piccoletto emaciato dalle sopracciglia cespugliose. In un modo o nell’altro, a tutte riuscirà a far firmare una procura per svuotare i loro conti bancari.

Inizia circuendo Jeanne Cuchet, vedova di 39 anni con un figlio di 17, André. La donna lavora in un negozio di biancheria intima di Parigi. A dicembre, Henri invita lei e il ragazzo ad abitare nella sua villetta di campagna, e già a gennaio entrambi scompaiono insieme ai soldi di famiglia.

Henri apre un conto di 5mila franchi, dicendo alla banca che si tratta dell’eredità del padre. L’orologio d’oro della Cuchet diventa un regalo per la moglie Marie Charlotte, che gli perdona il passato anche se i due continueranno a vivere separati.

Per salvare le apparenze, Landru riapre il negozio di rigattiere in città. All’inizio del giugno 1915, è Therese Laborde Line, 46enne di origini argentine, ad andare ad abitare da Henri, dopo aver lasciato la camera nell’alberghetto ereditato dal marito.
Alla fine del mese, i suoi averi vengono svenduti o ammucchiati nel garage del negozio.
Henri ha capito che per non finire ancora in prigione deve far sparire tutto ciò che lo potrebbe accusare, a partire dalle vittime.

In agosto scompare Marie Angélique Guillin, 52 anni. Il suo appartamento viene venduto e i mobili messi all’asta. Henri riesce anche a far dichiarare paralitico un suo cognato per soffiargli 12mila franchi custoditi alla Banca di Francia.

Alla fine del 1915, mentre la guerra diventa sempre più feroce. Henri si trasferisce in una villa più grande a Gambais, sempre intorno a Parigi, presentandosi ai pochi vicini come il signor Dupont. Come la precedente, questa abitazione ha un grande caminetto ed è circondata da boschi che forniscono legna in quantità.

A dicembre, sparisce Berthe Anna Héon, vedova di 55 anni, anche se gli amici riceveranno per mesi le sue lettere, in realtà spedite, falsificando la scrittura, dallo stesso Henri.
Anche ai parenti delle altre donne continuano ad arrivare cartoline, ma siccome le loro congiunte erano analfabete, come molte donne dell’epoca, non si stupiscono che a scriverle sia un’altra persona.

Ciononostante, e malgrado l’attenzione generale sia rivolta agli innumerevoli giovani morti in guerra, la notizia della scomparsa delle vedove inizia a fare capolino sui giornali.
Forse per questo Henri se ne sta buono fino al dicembre dell’anno successivo, quando toglie di mezzo Anne Colomb, vedova 44enne, di professione segretaria in una compagnia assicurativa.

In agosto, Henri si fidanza con Celestine Buisson, dama di compagnia. Promette di sposarla e si fa dare la benedizione dalla famiglia. Dopo essersene sbarazzato, ne falsifica la scrittura per prelevare i suoi averi.

A Gambais, i vicini di casa si stupiscono vedendo che dal camino della villa del signore barbuto il fumo esce copioso anche in piena estate. Sicuramente la stufa non è stata accesa per il freddo, e cosa diavolo brucia per emanare un così cattivo odore?

Alla fine dello stesso anno e all’inizio del 1918 anche Luise Josephine Jaume, divorziata di 38 anni, e Marie Anne Pascal, altra divorziata di 33 anni, fanno una brutta fine.
Intanto la guerra si è conclusa, e anche le fortune di Landru stanno per terminare.

L’ultima donna presa di mira è, nel gennaio del 1919, Marie Thérèse Marchadier, ex prostituta 38enne divenuta tenutaria di un bordello e ora decisa a ritirarsi dalle scene.
L’uomo contratta con la donna l’acquisto di un immobile per la cifra di 7mila franchi, ma poi mette da parte gli affari e le propone di sposarlo. Lei accetta e si trasferisce a Gambais con i suoi tre cani. Landru, a nome suo, svende l’immobile per duemila franchi.
Solo i cani verranno ritrovati in seguito, seppelliti nel giardino.

In questo periodo, al sindaco di Gambais arriva la lettera di una donna. Scrive che sua sorella Anne Colomb, la segretaria, è scomparsa subito dopo essere partita per i boschi di Gambais: lui, per caso, ne sa qualcosa? Il sindaco la mette in contatto con la sorella di Celestine Buisson, la dama di compagnia, che gli aveva scritto per lo stesso motivo.

Interrogando la gente del posto, le due donne riescono a individuare la villetta di campagna affittata da Landru sotto falso nome. Il problema è che ormai non ci abita più nessuno. Comunque la polizia apre finalmente le indagini e il 12 aprile 1919, il giorno del cinquantesimo compleanno, Henri viene individuato davanti al suo negozio di mobili, che nel frattempo aveva ampliato e dato in gestione ai figli.

LANDRU, IL DISCEPOLO DI BARBABLÙ
Una tavola della biografia di Landru a fumetti disegnata da Christophe Chabouté

 

Contro di lui non ci sono prove, ma ha commesso l’errore di tenere in tasca il taccuino dove ha segnato tutti gli averi carpiti a ciascuna vittima. L’imputato ammette di avere truffato quelle donne, ma nega di averle uccise. I loro corpi, del resto, non si trovano, anche se viene scavato intorno alla villetta di Gambais.

Il processo inizia nel novembre 1921 a Versailles, la cittadella alle porte di Parigi un tempo sede dei re di Francia.
Henri Landru viene accusato di aver ucciso dieci donne e un ragazzo, il figlio della prima, ma il pubblico non vuole credere che quella persona così gentile e tranquilla possa essere un mostro.

L’imputato perde la pazienza, chiedendo agli accusatori di mostrare i cadaveri, nell’erronea convinzione che per condannarlo sia necessario ritrovare i corpi delle vittime. L’atmosfera nel tribunale cambia radicalmente quando numerosi testimoni raccontano per filo e per segno la scomparsa delle loro congiunte.

Non è neppure vero che manchino i corpi, perché, continuando a setacciare i terreni intorno al casolare, emergono alcuni piccoli frammenti di ossa umane bruciate, per il peso complessivo di un chilo e mezzo, oltre a 47 denti.

Non c’è scampo, l’imputato viene condannato a morte. La testa di Henri Landru, che si è sbarbato per l’occasione, rotola sotto la lama della ghigliottina il 23 febbraio 1922.
Nel frattempo, Marie Charlotte era riuscita a ottenere il divorzio e i figli a cambiare cognome per non portare più l’infamante marchio di Landru.

Tra i tanti film ispirati al lugubre personaggio, ricordiamo Monsieur Verdoux di Charlie Chaplin e Landru di Claude Chabrol.

 

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Di Sauro Pennacchioli

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